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GEOGRAFICO_RAGIONATO

DEL

REGNO DI NAPOLI

DI

LORENZO GIUSTINIANT

A SUA MAESTA'

FERDINANDO IV.

RE DELLE DUE SICILIE

TOM. III.

Indocti discant

et

ament meminisse periti

NAPOLI

presso Vincenzo Manfredi

Ital 3835.12

HARVARD COLLEG

Nov2, 1926

LIBRARY

Dr. Malcolm Storers

GEOGRAFICO-RAGIONATO

CA

C

ABALLINO, Cavallino, o Cavallina, terra in Otranto, in diocesi della città di Lecce, dalla quale n'è lontana miglia 3 in circa. Ella vedesi edificata in una pianura di aria sana. Il suo territorio è molto atto alla semina, ed alla piantagione delle viti, e degli ulivi. Vi si fa delia bamba gia, e più altri frutti, che vi allignano pur bene La tassa del 1532 fu di fuochi 82, del 1545 di 96, del 1561 di 116, del 1595 di 133, del 1648 di 171, e del 1669 di 136. In oggi gli abitatori ascendono a circa 800, l'industria de' quali consiste nell' agri coltura.

Nel 1617 fu interposto il Regio assenso alla vendita fatta da Niccolò Baccone ad Orazio Guarino del feudo inabitato nominato Tomarano, e dicesi sito nella provincia d'Otranto vicino il feudo seu casale di Cavallino, per ducati 4700 (1),

Questa terra hn dal 1605 la ritrovo infeudata a Sigismondo Castromediano, poichè Carlo Vegne di Lecce vende a Pietro Mense annui ducati 40 per ducati 600, che conseguiva dal barone di Caballino Sigismondo Castromediano (2). Nel dì 18 maggio 1616 Ascanio Castromediano denunciò poi la morte di Sigis mondo suo padre (3) morto a 22 maggio 1615. Nel Tomo 111.

(1) Quint. 60. fol. 144.

A

1627

(2) Ass. in Quint. 32. fol. 55. del di luglio 1605 (3) Petit. Relev, 1. fol. 103, a t. Signific, Relev. 44. fol. 43.

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1627 Ascanio rifiutò al suo figlio Francesco, Cavallino, e il casale, o feudo inabitato, che dices di Ossanti, coll' altro feudo anche disabitato di Cerrati, alias Vermignano (1), e nel 1629 esso Francesco ottenne da Filippo III il titolo di Marchese sopra il suo feudo di Caballino (2), la cui famiglia tuttavia possiede .

CABBIA una delle cinque ville di Fano nel territorio della Regia città di Montereale in Abruzzo ulteriore. Vedi Montereale.

in

CACCAVONE terra in contado di Molise diocesi di Trivento, distante da Campobasso miglia 22, e incirca dalla detta città di Trivento. Ella è situata sopra di un monte, e vi si respira un' aria sana. Se ne trova notizia nel secolo XII, ma non può assegnarsi epoca niuna della sua fondazione.

Nel 1532 la tassa fu di fuochi 48, nel 1545 di 59, nel 1561 di 69, nel 1595 di 97, nel 1648 dig, e nel 1669 di 90. In oggi gli abitanti ascendono a circa 2380 addetti per la maggior parte all agricoltura. Il territorio è atto alla produzione di tutte quelle derrate di prima necessità, e tuttociò che sopravanza al bisogno, vendono altrove. Vi è della caccia ne' luoghi macchiosi di lepri, volpi, e quella altresì di volatili di varie specie, e secondo le proprie stagioni. Vi sono due adie, ed un monte frumentario.

Nel 1414 si possedea con Pietrabondante da Bartolommeo Caraffa (3), il quale nel detto anno le dono al di lui nipote anche per nome Bartolommeo figlio di Adriano suo primogenito, e nel 1515 le vendè esso donatario a Salvitto de Carfaneis di Caprarotta, col patto de retrovendendo per ducati 2700 (4).

(1) Ass. in Quint. 74. fol. 78.

(2) Quint. 77. fol. 41. a t.

(3) Quint. 13. fol. 167.

(4) Quint, Ass. 13. fol. 218.

Nel

Nel 1520 furono vendute ad Alfonso de Raho per ducati 400 (1). Passò finalmente alla famiglia Petra de' Duchi di Vasto Girardi.

CACCIANO-CAUTANO casale dello stato di Vitulano in Principato ulteriore, in diocesi di Benevento. Vedi Vitulano.

CACCIANO-FORNILLO uno de' casali dello stato di Vitulano in Principato ulteriore, in diocesi di Benevento. Vedi Vitulano.

CACURI, o Caccuri, terra in provincia di Calabria citeriore in diocesi di Gerenzia, distante da Cosenza miglia 48 in circa. Ella è situata in luogo montuoso, vi si respira buon' aria, e il territorio dà agli abitanti frumento, legumi, vini, ed olj. Vi sono de castagneti, e querceti, e luoghi ancora addetti al pascolo degli animali. Nella numerazione del 1532 la tassa fu di fuochi 122, nel 1545 di 314, nel 1561 di 325, nel 1595 di 195, nei 1648 di 85, e nel 1669 di 84. In oggi è abitata da circa 800 individui, addetti all' agricoltura, ed alla pastorizia.

Vi nacque Francesco Simoneta, detto Ciccus Calaber. Egli fu segretario di Francesco Sforza duca di Milano, il quale adoperò in affare di somma importanza, ma per forza d'invidia finì i suoi giorni decapitato nell' anno 1480, e seppellito in Pavia nella chiesa di S. Domenico, nella quale vi posero le seguenti iscrizioni. La prima è questa:

Principis Insubrium fidus, quia sceptra tuebar
Acephalon tumulo gens inimica dedit.

Me coecum dicunt, vidi quia multa superstes:
Crede mihi, sine me Patria coeca manes.

e l

A 2

(5) Quint. 21. fol. 1.

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