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qualità di volontarii alle truppe papali per discacciarli, è un'eloquente risposta anche alla stolta pretensione.

L'indipendenza del Pontefice non nuoce alla libertà di coscienza dei popoli acattolici; giacchè l'autorità papale non si esercita che sopra i soli fedeli. I razionalisti, gli eterodossi, gli scismatici facciano pure a lor senno; nessun cattolico, e molto meno il Papa, intende fare ad essi violenza. Ma, se amano la libertà di coscienza per loro, ragion vuole che la lascino godere anche ai cattolici; la quale, come è detto, non può verificarsi senza la Sovranità temporale del Pontefice.

Il Papa non è un re protetto nel senso del sig. Simon, ma, come bene gli rimbeccò il Berryer, è un re rispettato. Allora la protezione della Francia gli sminuirebbe la libertà di principe, se esigesse per prezzo tali o tali concessioni politiche, come appunto pretendeva il Favre nel suo discorso. Onde si vede che gli oppositori del Papato si contraddicono. La Francia protegge colle sue armi la Sovranità pontificia a nome della Cristianità; ed è ben ragionevole, che ciò, che è interesse comune, sia difeso contro l'altrui violenza per concorso comune. Non ci ha poi sconvenienza veruna che tal onorevole incarico sia stato commesso alla Francia, la quale tra le nazioni cattoliche è la primogenita, e come tale è stata sempre dalla Santa Sede guardata con predilezione.

Concediamo per altro al Simon che, a rimettere la Sovranità temporale del Papa nel suo stato normale, si richiede la restituzione de' suoi antichi possessi. Ma ciò tanto è lungi che sia impossibile, che è anzi non meno opportuno che doveroso, come si vedrà più. appresso.

Obbiezione. Dove a ciò concorresse la Francia, distruggerebbe l'opera sua. Così il Favre.

Risposta. Dunque pel Favre è opera della cattolica Francia lo spogliamento del Pontefice? Questa turpe imputazione non può sonare, se non in bocca di chi ora è alemanno, ora è italiano, non mai è francese. Onde non è meraviglia, se l'Assemblea ne restò indegnata, e il ministro Rouher si credette in dovere di darle una solenne mentita. Egli dichiarò pubblicamente che all'unità d'Italia,

qual è di presente, fu estranea la Francia. Egli disse che la conquista delle Due Sicilie era stata un mezzo biasimevole di costituire l'unità; che per essa Vittorio Emmanuele avea contratta una solidarietà con Garibaldi, della quale oggi sopportava in larga misura il gastigo; e chiamò calunnia la voce, che l' imperatore Napoleone avesse almen verbalmente consentita l'occupazione delle Marche e dell' Umbria 1. L'opera di un Governo nella sua politica esterna si rivela dalle armi e dai trattati, o almen dai consigli. Or la Francia combattè per la sola emancipazione del Lombardo dall' Austria, sconsigliò sempre le annessioni piemontesi, e nel Trattato di Zurigo consacrò la federazione, non l'unità dell' Italia. La Confederazione adunque e non l'unità d'Italia può dirsi l'opera della Francia; e la Francia, tornando ad essa, tornerebbe all' opera sua, disfacendo un' opera che non è sua, anzi è contraria alla voluta da lei e per la quale è impegnato il suo onore. Del resto, anche supposto che l'opera della Francia fosse stata l'unità d'Italia che ora le convenisse disfarla; da quando in qua ciò è diventato biasimevole? Se così fosse, niuno dovrebbe più convertirsi dal peccato alla grazia di Dio, sotto il pretesto che così disfarebbe l'opera propria. Quando l'opera è stata buona e rimane buona, non dec disfarsi; ma quando fu cattiva o da buona si tramutò in cattiva, ci è anzi obbligo di disfarla. Error corrigitur, ubi detegitur. Errare humanum est;

1 La conquète des Deux-Siciles, accomplie par Garibaldi et acceptée par le roi Victor Emmanuel, a établi une solidarité pesante, dont le roi d'Italie supporte aujourd'hui dans une large misure, je n'ose dire, le châtiment. M. CHESNELONG. Diles-le.

M. LE MINISTRE D'ÉTAT. Oui, je le répète, cette conquête, a été un moyen blamable de constituer l'unité italienne.

Sa responsabilité devient plus grande encore lorsque, quelques mois après on s'empare des Marches et de l'Ombrie. Ici je rencontre une calumnie, dont M. Jules Favre s'est fait l'écho. On a dit que le souverain français avait autorisé verbalement, par une espèce de laisser-passer, l'expedition des Marches et de l'Ombrie. Cette allegation a été déjà dementie au nom du souverain. Puisqu'elle se reproduit, je renouvelle ce dementi. Corpo legislativo. Tornata del 5 Decembre.

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ma, il perseverare nell' errore, anche quando si ravvisa per tale, è cosa diabolica.

Obbiezione. Il potere temporale del Papa è ostile alla civiltà moderna. Jules Favre, Simon, Gueroult.

Risposta. Se è così, come va che da tutte le parti del mondo incivilito accorrono volontarii di ogni classe della società a difenderlo col proprio sangue? Come va che i popoli profondono il loro denaro nell' obolo di S. Pietro? Come va che al suo periglio tanta commozione si è eccitata in Europa? e non solo nei regni cattolici, ma nella Prussia altresì e nell' Inghilterra si coprono di firme indirizzi ai rispettivi Governi, perchè concorrano alla sua conservazione? Si è l'Europa tutto ad un tratto innamorata della barbarie, e conviene che i rivoluzionarii e i razionalisti (amicissimi, come ognun sa, della civiltà), vengano a convertirla?

1 Thiers, con ingegnosa argomentazione, ha ragionata la necessità del poter temporale del Papa dai principii stessi dell' 89. Qual è la sostanza, ha egli detto, dei principii dell' 89? La libertà di coscienza. Noi dunque intervenendo a Roma, per tutelare colla sovranità temporale del Pontefice la libertà di coscienza del mondo cattolico, lungi di mancare ai principii dell'89, non facciamo che applicarli in tutto il loro rigore 1. È argomentazione ad hominem, ed opportuna a fiaccar l' orgoglio degli avversarii.

Obbiezione. Ma l'Enciclica dell'8 Dicembre? Ma il Sillabo? L'uno e l'altra furono un'offesa al Governo francese, e una dichiarazione di guerra all' Italia. Così il solito ternario dei lodati oratori.

Risposta. Sarebbe curioso se un'assemblea di laici si convertisse in assemblea di teologi! Nous ne sommes pas une assemblée théologique 2. Tutti i Vescovi dell' orbe cattolico hanno applaudito al

1 Est-il vrai que la France de 89 commette une inconsequence en intervenant a Rome pour une question religieuse? Cela serait grave. Mais je crois que, loin de manquer aux principés de 89, nous ne faison que les appliquer dans toute leur rigeur. Oui, nous remplissons ainsi un devoir strict, fondé sur le principe de la liberté de conscience. Corpo legislativo. Tornata del 4 Dicembre.

2 Il conte DE LA TOUR nella Tornata del 3 Dicembre.

l'Enciclica e al Sillabo. Dunque neppure il più arrabbiato gallicano può contrastarne la verità; giacchè è dottrina dell' intera Chiesa insegnante, e chi non ascolta la Chiesa, non è cattolico. Si Ecclesiam non audierit, sit tibi tanquam ethnicus et publicanus.

L'Enciclica e il Sillabo (ha giustamente notato il ministro Rouher) è un atto non del potere temporale del Papa ma del potere spirituale: il cattolico non può fare altro, che inclinarsi: Le catholique n'a qu'à s'incliner et à se taire 1. Ma è graziosa la maniera, onde esso ministro Rouher rivolge contro il Favre il suo argomento, dimostrando come dall'offesa, che egli dice fatta al Governo italiano dall' Allocuzione e dal Sillabo, risulta anzi la necessità del poter temporale del Papa per la libertà del potere spirituale. Ecco le sue parole: «Il sig. Giulio Favre fa di questa allocuzione un casus belli contro il Papa. Proclamando la necessità della separazione dei due poteri, egli cerca d'immolare l'uno per bene dell' altro. Ebbene sia; i vostri voti abbiano effetto. Supponiamo questo potere temporale distrutto. Il Papa si trovi in Roma, o in non so qual altra città. Egli vi fa l'Enciclica, il Sillabo. Or non vedete voi che il Governo, il quale stesse allato di lui, avrebbe il diritto di metterlo in prigione come sedizioso? Ecco l'indipendenza, che voi gli offrite. Del pari, il Papa condanna, a cagion d'esempio, la legge sopra i beni ecclesiastici. Gli si dirà voi combattete le leggi del paese; voi siete giudicabile dai tribunali (Benissimo, benissimo). » La cosa è di tanta evidenza, che anche i bimbi la intenderebbero: tolto il poter temporale, la libertà esterna del Pontefice, quella appunto che è necessaria per l'ammaestramento e governo de' fedeli, è distrutta. I rivoluzionarii l'intendono anch'essi ottimamente; e per questo appunto vogliono abolito il poter temporale: è la libertà del potere spirituale che loro scotta. Ma i cattolici per questo appunto non potranno mai tollerare che l' iniqua voglia prevalga.

Obbiezione. Noi sosteniamo che per contrario il poter temporale torna a danno della Chiesa.

1 Corpo legislativo. Tornata del 5 Dicembre.

Risposta. Dopo il detto testè, questa replica è oziosa; giacchè l'interesse supremo della Chiesa è la libertà del suo Capo. Ma sia pure come voi dite. Che importa a voi? Ciò che nuoce o giova alla Chiesa lo debbono giudicare quelli, a cui da Dio ne fu commessa la cura; e questi sono i Vescovi con a capo il Pontefice, non i razionalisti e gl'increduli, con a capo un Guéroult o un Giulio Simon. È piacevole per verità lo zelo di costoro pel bene della Chiesa, quando si tratta di umiliarla e spogliarla! Qui l'ipocrisia ha troppo mal giuoco; si rende ridicola. Acconciamente il Thiers: «Che cosa ci dile? Pel Papa la corona è un fardello, che lo distoglie dalle cure della religione. Io rispondo: Ciò non vi appartiene. Volete voi dire che le cose anderebbero meglio altrimenti? Ma voi violate con ciò il principio, che abbiamo stabilito. Voi entrate nella quistione della costituzione del governo di ciascun culto. Voi avreste torto di rimproverare ai protestanti le loro discussioni sulla divinità del Salvatore, o il loro diritto d' interpretare la Bibbia, secondo la loro coscienza. Questo sarebbe un attentato alla lor libertà. Voi avete torto egualmente di rimproverare ai cattolici la costituzione del Papato temporale. I principii dell' 89 vel divietano. Quanto a me, io trovo che si ha ragione di fare del Papa un sovrano; e i cattolici sono in questo più amici della libertà, che non i loro avversarii. Collocare il Capo della religione nello stesso territorio d'un altro principe temporale, è lo stesso che compromettere veramente la libertà della religione 1. »

Obbiezione. La spedizione di Roma ci costa 100 milioni; ed è contraria al principio di non intervento. Così il Favre.

Risposta. Se tale spedizione reca dispendio, di chi è la colpa? Del Papa che si manteneva pacifico in casa sua, o dell'Italia che colla sua proditoria aggressione ha costretto la Francia ad intervenire, per salvare, non fosse altro, il proprio onore? Di più, se per intervenire a favore dell' Italia contro l'Austria si riputò ben fatto lo spendere 500 milioni, sarà gran cosa che per difendere il Papa contro l'Italia se ne spenda un quinto? Non è più causa della Francia

1 Corpo legislativo. Tornata del 4 Dicembre.

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