Poesie di Giacomo LeopardiE. Sonzogno, 1880 - 351 pagine |
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Pagina 69
... più forte Un sovrano timor . Così l'avea Fatto schiavo e fanciullo il troppo amore . Ma ruppe alfin la morte il nodo antico Alla sua lingua . Poichè certi i segni . Sentendo di quel dì che l'uom discioglie , Lei , CONSALVO 69.
... più forte Un sovrano timor . Così l'avea Fatto schiavo e fanciullo il troppo amore . Ma ruppe alfin la morte il nodo antico Alla sua lingua . Poichè certi i segni . Sentendo di quel dì che l'uom discioglie , Lei , CONSALVO 69.
Pagina 102
... Alfin l'errore e gli scambiati oggetti Conoscendo , s'adira ; e spesso incolpa La donna a torto . A quella eccelsa imago Sorge di rado il femminile ingegno ; E ciò che inspira ai generosi amanti La sua stessa beltà , donna non pensa ...
... Alfin l'errore e gli scambiati oggetti Conoscendo , s'adira ; e spesso incolpa La donna a torto . A quella eccelsa imago Sorge di rado il femminile ingegno ; E ciò che inspira ai generosi amanti La sua stessa beltà , donna non pensa ...
Pagina 103
... alfin dopo il servire e dopo Un lungo vaneggiar , contento abbraccio Senno con libertà . Che se d'affetti . Orba la vita , e di gentili errori , È notte senza stelle a mezzo il verno , Già del fato mortale a me bastante E conforto e ...
... alfin dopo il servire e dopo Un lungo vaneggiar , contento abbraccio Senno con libertà . Che se d'affetti . Orba la vita , e di gentili errori , È notte senza stelle a mezzo il verno , Già del fato mortale a me bastante E conforto e ...
Pagina 109
... Alfin per entro il fumo De ' sigari onorato , al romorio De ' crepitanti pasticcini , al grido Militar , di gelati e di bevande Ordinator , fra le percosse tazze E i branditi cucchiai , viva rifulse Agli occhi miei la giornaliera luce ...
... Alfin per entro il fumo De ' sigari onorato , al romorio De ' crepitanti pasticcini , al grido Militar , di gelati e di bevande Ordinator , fra le percosse tazze E i branditi cucchiai , viva rifulse Agli occhi miei la giornaliera luce ...
Pagina 112
... Alfin dall'empia madre oppresso e spento . Queste , o spirto gentil , miserie estreme Dello stato mortal ; vecchiezza e morte , Ch'han principio d'allor che il labbro infante . Preme il tenero sen che vita instilla ; Emendar 112 CANTI .
... Alfin dall'empia madre oppresso e spento . Queste , o spirto gentil , miserie estreme Dello stato mortal ; vecchiezza e morte , Ch'han principio d'allor che il labbro infante . Preme il tenero sen che vita instilla ; Emendar 112 CANTI .
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Parole e frasi comuni
Achei affanni alcun alfin Alirrozio allor amor anco antichi appo assai avea avrian bella campo canto Canzone caro catacresi ch'a ch'io chiome ciel collo conforto Creusa Crusca d'ogni desio dice diletto dolce Dolopi dolor donna Eretteo eterno fato favella fera ferro figli flutti fuggir gente GIACOMO LEOPARDI giorno Giove gran granchi Greci Ificle incominciate il pianto innanzi intorno Itaca l'armi l'onde Leopardi lido loco luna lungo magion mente Micene misero mondo mortal morte natura Nettun notte novo Numi occhi omai padre PARALIPOMENI DELLA BATRACOMIOMACHIA patria pensier petto piagge piè poco poesia poeta poscia pria Priamo prole ragione rane ranocchi regno Rodipan Rubatocchi sangue selve Sicule Muse Simonide sollazzo sospiri speme spento spirto suol Telemaco terra Teucri Titanomachia Topaia topi torna tosto Triope tristo Ulisse vede veder veggo vento vidi viva Vocabolario Vocabolario della Crusca volte
Brani popolari
Pagina 84 - Vecchierel bianco, infermo, Mezzo vestito e scalzo, Con gravissimo fascio in su le spalle, Per montagna e per valle, Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, Al vento, alla tempesta, e quando avvampa L'ora, e quando poi gela, Corre via, corre, anela, Varca torrenti e stagni, Cade, risorge, e più e più s'affretta, Senza posa o ristoro, Lacero, sanguinoso: infin ch'arriva Colà dove la via E dove il tanto affaticar fu volto: Abisso orrido, immenso, Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Pagina 58 - Dolce e chiara è la notte e senza vento , E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna , e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Pagina 86 - Forse s'avess'io l'ale Da volar su le nubi, E noverar le stelle ad una ad una, O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna.
Pagina 114 - Nobil natura è quella Che a sollevar s'ardisce Gli occhi mortali incontra Al comun fato, e che con franca lingua, Nulla al ver detraendo, Confessa il mal che ci fu dato in sorte, E il basso stato e frale; Quella che grande e forte Mostra...
Pagina 84 - DELL'ASIA *. Che fai tu, luna, in ciel t dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli ? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli ? Somiglia alla tua vita La vita del pastore.
Pagina 80 - Viene il vento recando il suon dell'ora dalla torre del borgo. Era conforto questo suon, mi rimembra, alle mie notti, quando fanciullo, nella buia stanza, per assidui terrori io vigilava, sospirando il mattin.
Pagina 54 - ULTIMO CANTO DI SAFFO. Placida notte, e verecondo raggio Della cadente luna; e tu che spunti Fra la tacita selva in su la rupe, Nunzio del giorno; oh dilettose e care Mentre ignote mi fur l'erinni e il fato, Sembianze agli occhi miei ; già non arride Spettacol molle ai disperati affetti. Noi l' insueto allor gaudio ravviva Quando per l'etra liquido si volve E per li campi trepidanti il flutto Polveroso de' Noti, e quando il carro, Grave carro di Giove a noi sul capo Tonando, il tenebroso aere divide.
Pagina 69 - Cara beltà che amore Lunge m'inspiri o nascondendo il viso, Fuor se nel sonno il core Ombra diva mi scuoti, O ne' campi ove splenda ' Più vago il giorno e di natura il riso; Forse tu l'innocente Secol beasti che dall'oro ha nome, Or leve intra la gente Anima voli? o te la sorte avara 10 Ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara?
Pagina 85 - D'ogni celeste, ogni terrena cosa, Girando senza posa, Per tornar sempre là donde son mosse; Uso alcuno, alcun frutto Indovinar non so.
Pagina 94 - Quando novellamente Nasce nel cor profondo Un amoroso affetto, Languido e stanco insiem con esso in petto Un desiderio di morir si sente: Come, non so: ma tale D'amor vero e possente è il primo effetto.