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Di vero, non poche delle figure, onde componesi questa raccolta di costumi, si potrebbero ascrivere a lui stesso, ove si ponga mente al grandioso carattere proprio della sua matita, ed alla storia, da cui apprendiamo che essendogli Cesare nipote amatissimo e con lui convivendo in massima dimestichezza, naturalmente dovette prendere amore eziandio ad

Tavola della prima edizione di Vecellio.

un'opera di cosí alta curiosità, e cercare di aiutarla in ogni maniera. Ond'è pure da ritenere che nelle estese e continue sue peregrinazioni in tanti vari paesi, siasi compiaciuto rendersi benemerito del nipote, riportandogli copiosi ed esatti disegni delle vestimenta e di tutto ciò che costituisce il costume delle diverse genti incontrate e visitate. A buon conto, tutte le figure di questo libro hanno un tipo e un sapore cosí tizianesco, che ove ci fossero venute innanzi altrimenti ed anonime, sarebbero state senza fallo giudicate e celebrate come opera del sommo veneziano.

Potrà un occhio scrupoloso rilevare in alcuna di esse l'esagerazione delle movenze, e qua e là qualche scorrezione del disegno, e la roz

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zezza della mano che le intagliò sul legno per farne forse confronto con la troppo ammirata ma sovente fiacca accuratezza de' tempi moderni sino ai dí nostri, in cui l'arte della incisione si è rifugiata presso istituti governativi, o regie calcografie.

Era ben altro il còmpito degli artisti nei piú splendidi tempi dell'arte, e il più bel tempo della incisione può dirsi incominciato sullo scorcio del secolo xv e finito verso la metà del successivo. Allora era meglio educato

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l'intelletto ed il senso non meno dell'artista che del pubblico; e sebbene la mano fosse addestrata ad ogni finezza, pure non era tanto in pregio la

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materialità quanto lo spirito delle opere, quello spirito che infondeva la vita in ogni cosa, e sapeva trovare la semplicità, l'eleganza, la grandezza

Dall'edizione seconda di Vecellio

Libro XII. De gli habiti dell' America « Habito della Regina. >

Dall'edizione seconda di Vecellio

Libro XII. De gli habiti dell' America « Huomini del Perù. >

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nella benintesa economía del lavoro. Sapevasi allora far molto con poco, poi sino ai dí nostri quasi sempre i resultati mal corrispondono ai grandi mezzi adoperati.

Non occorrono altre parole per dimostrare il merito artistico di questa opera, già da tutti riconosciuto; e aggiungerò solo che le è dovuto del

pari per ciò che attiene alla conservata memoria di costumi, i quali altrimenti sarebbero caduti in obblío, pei nomi delle vesti segnatamente italiane, e per esserne

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questo, se non il primo

saggio, certo il più ragguardevole. A prescindere da altri consimili libri, basti ricordare la raccolta di Ferdinando Bertelli pubblicata a Venezia sin dal 1563 col titolo latino: Omnium fere gentium nostrae aetatis habitus unquam ante hac editi. Poi ri

stampata con molte tavole aggiunte nel

1589, nel 1591 e nel 1594. Ma a quanto pare dai fac-simili dei frontespizi di queste edizioni che qui riproduciamo ') l'opera di Ferdinando Bertelli fu proseguita da Pietro Bertelli, senza che i bibliografi, per quanto ne sappiamo, si sieno dati cura di determinare quali fossero i loro rapporti e quale la parte spettante a ciascuno. Certo, per ciò che riguarda i costumi di tutto il mondo, l'Italia ha la gloria d'aver dato per opera dei Vecellio,

1) I fac-simili che accompagnano quest' articolo furono tolti dagli esemplari della ricca collezione del cav. Leo S. Olschki.

la piú pregevole raccolta del tempo che può dirsi antico, e con quella del Ferrario la piú dotta e completa de' tempi nostri.

Non accade nemmeno occuparsi delle due prefazioni che si leggono nella edizione originale, essendo prive di ogni importanza; dacché la prima ch'è una dedica al conte cav. Pietro Montalbano, secondo il costume di quei tempi, non è che una prolissa e adulatoria narrazione de' fasti della nobile famiglia di lui; e la seconda una breve dichiarazione delle cure e fatiche dall'autore durate per la compilazione dell'opera.

Da ultimo stimo utile pei collettori di libri del genere di questo del Vecellio, il notare che qualche esemplare deve essere stato tirato di sole figure senza testo, avendone io posseduto uno di freschissime prove.

Ai libri di costumi e ornati si ricollegano i vaghissimi e preziosi libretti di ricami e tappezzerie e di merli, o merletti, pizzi e trine; e però anche a questi volle Cesare Vecellio dedicate le sue piú ingegnose e studiose cure.

Sono questi i libretti o séguiti di stampe che in questi ultimi tempi sono ricercati con le piú insistenti e amorose cure, e che sono saliti a prezzi favolosi.

Vrigarica

Tavola della prima edizione del libro di costumi di Ferdinando Bertelli.

Si dirà forse che la piú parte de' ricchi raccoglitori di questi cimelii è mossa dalla vanità e dalla moda, ma è una moda ed una vanità che a differenza di certe altre, possiamo benedire, perché senza di esse e senza i gravi dispendi e sacrifizi d'ogni sorta che si fanno volentieri per queste preziose collezioni, a tanti belli ed utili capolavori sarebbe facilmente incòlta l'ultima rovina, l'irreparabile dispersione. E questa già con animo presago e mesto si temeva dagli scrittori di cose d'arti maggiori e minori sin dalla

prima metà del secolo xvi, vedendosi e deplorandosi lo sperpero che di que' libretti si faceva nelle officine e nelle case dalle piú umili alle piú nobili, e persino nelle mani di gentili dame e donzelle.

Quindi i denari dei ricchi non potrebbero essere meglio spesi che in collezioni di simili bellissimi libretti che servono alla storia dell'arte dell'incisione - arte ormai perduta - e a quella delle arti minori, a cui si assorel

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lava e a cui anche oggi può rendere importanti servigi, servendo di modelli negli opifici e restaurando e affinando negli artefici e negli operai il senso del buon gusto.

La raccolta del Vecellio col titolo gentile da prima Corona delle nobili et virtuose donne, ecc., poi coll'aggiunta il Gioiello della corona, ecc., è troppo nota, e già descritta esattamente dai bibliografi speciali di questo genere di libretti xilografici, e dal Brunet, Supplemento, tomo I, a colonne 365-366.

Questa raccolta fu impressa, da prima in tre, poi in quattro parti; dal 1591 al 1598.

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E non ha molto ne fu scoperta anche una quinta rarissima, denominata il Fazzoletto.

L'Ongania l'ha riprodotta in fac-simili di 118 disegni (Venezia, 1876) dall'edizione originale (?) del 1600. Ma questa edizione non poteva essere che una ristampa della precedente, e quindi da non preferire per le tavole meno fresche.

Gli esemplari di merletti Vecelliani furono riprodotti anche dall'Hoepli e da altri; e però non ci è parso necessario darne qualche saggio in facsimile.

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