il giorno della nascita e della morte dell'autore, aggiunge questo precetto veramente peregrino: « Se la persona è in vita, quest'ultima indicazione sarà completata appena avuta notizia del suo decesso. » – Altrimenti il collettore, scambiato con un ufficiale di stato civile, potrebbe cadere in contravvenzione! Ma il più comico di tutti è questo: « Come i libri rari, cosi anche gli autografi devono esser preservati dalla polvere, dall'umidità, dai vermi e dai topi; però, siccome si levano ed arieggiano di sovente, reputiamo inutile raccomandare al collezionista di tenerli arieggiati e spolverati. » Traduzione: - Questo avvertimento è superfluo ed inutile, ma lasciatemelo dire per riempire la pagina! Il commercio e lo scambio internazionale, specialmente di autografi, si favorisce da per tutto, giovando all'amichevole ravvicinamento de' popoli. Per l'opposto, il Budan pare che parli di collettori stranieri come d'esseri appestati e pericolosi da doversene evitare il contatto (pag. 195 in fine)! Da quanto siamo venuti esponendo, appare manifesto che questo Manuale, pur tenendo conto delle buone intenzioni e dell'improbo lavoro dell'autore, non giova davvero alla cultura, vuoi generale vuoi speciale, applicate alla ricerca, alla classificazione, allo studio degli autografi. Serve esso almeno agli scopi ed agli scambi commerciali, a conoscere cioé il pregio in che è tenuta ciascuna classe d'autografi ed il valore che le si attribuisce, secondo le vendite all'asta o mediante cataloghi a prezzi fissi, o vendite private di qualche notorietà, dai quali tre modi e specie dai due primi si viene formando una specie di listino di borsa ? Sentiamo il nostro oracolo, che anche qui con la consueta sua modestia si vanta d'avere inventata pei cercatori d'autografi una specie di bussola per salvarli da smarrimenti nel mare magno della loro pesca: « Al collezionista faceva sinora difetto una guida sicura, una base ragionevole che gli permettesse di fissare il valore commerciale degli autografi (le opere di Fontaine e piú tardi L'jsographie (l'j lungo non è mio!) d'hommes célèbres, contenevano è vero molte indicazioni pratiche e lunghe sfilze (sic) di prezzi pagati, ma solo in Francia e solo fino all'anno 1843) '), gli riescirà certamente preziosa la seguente distinta alfabetica che comprende, in rubriche distinte, molti prezzi fatti ad aste nonché nel commercio privato, prezzi che stabilimmo con cura dopo aver consultato e confrontato i cataloghi dei negozianti piú accreditati, gran numero di notizie raccolte presso i collezionisti privati, i risultati di molte importanti aste e tutti quei libri, antichi e moderni, che contengono qualche utile cenno, >> Ripetiamo che questi prezzi possono esser presi solo per base. » Basta avere seguito il movimento reale delle vendite degli autografi in quest' ultimo ventennio, in cui il loro commercio ha preso un grande e sempre cre 1) E per passarci di altre fonti, i risultati delle aste all'Hôtel Drouot sino ai di nostri non servono a nulla ? scente sviluppo con aumento de' prezzi, specialmente per certe categorie d'autografi, quali i grandi artisti, poeti, musicisti e inventori, per vedere a colpo d'occhio la confusione che il Budan ha fatto de' pochi cataloghi vecchi e moderni che ha per occasione del suo lavoro consultati, senz' altru, desumendone un prezzo medio, non tanto arbitrario e capriccioso quanto ridicolo e lontano le mille miglia dalla realtà; tale in somma da recare conferma al nostro giudizio, ch'egli ignora persino dove stiano di casa gli autografi e quant'altro ai medesimi si riferisce. Diamone la prova con alcuni nomi principali del suo catalogo, mettendo il preteso suo prezzo medio in raffronto con quello che a me risulta da cataloghi e vendite pubbliche da un ventennio a questa parte, invocando la testimonianza si delle Ditte Charavay e Voisin di Parigi, si degli esperti negozianti Liepmannssohn sí e Cohn di Berlino, e di chiunque abbia pratica di questo commercio. PREZZI BUDAN PREZZI VERI L. it. 40 . I 20 Alfieri Vittorio Lire it. 17 Aretino Pietro 27 Bach Giov. Seb., 1. a. f. 1 2-23 Boccherini Luigi, 1. a. f. 5 Canova Antonio 75 Cappello Bianca, 1. f. 250 Caro Annibale, 1. a. f. 3 Casti G. B., poeta, 1. a. f. 3 Chateaubriand Franc., 1. a. f. 13-20 Clemente VII papa, 1. a. f. 3 Colonna Vittoria, 1. a. f. 50 Darwin Carlo, 1. a. f. 40 Dickens Carlo B., f. 3 Dürer Alberto, 1. a. f. 125 Farinelli Carlo (doveva dire Broschi Carlo detto il Farinello), l. a. f. Filicaja Vincenzo, 1. a. f. Galvani Luigi, 1. a. f. 5 Gluck Cristoforo,ʻl. a. f., 2 pag. 74 . I2 a. . 1000 com Catal. Sangiorgi, una pag. in-4 85-120 e piú ancora Charavay 4 di pag. in-8 ... Fr. 155-Mar. 120 L.a. f. I p./.obl. in-8. Liepmannssohn. Mar. 200-100 L. 10-15-20 Catal. Dotti, 1. a. f. bellissima . 50-75-100 15-18 Charavay, 10 Fr. - Cohn. Mar. IO id. 300 e 500 Cohn, 1. a. f... Mar. Mar. 35 L. 40 Dalle 10 alle . ... L. L. 150 1135 Cohn, 1. a. f. 2 pag. in-8 Charavay, I pag. in-8 Fr. 700 L. a. f. I pag. in-4 Mar. 1200 Sono comuni, dalle L. 2 alle L. 5! Charavay, 50 Fr. Cohn. Mar. 43-147 Liepmannssohn Mar. 90 Dalle L. 20 alle L. 30 Dalle L. 20 alle L. 50 Sangiorgi, 2 pag. in-4 L. Oggi una bella l. a. f. anche di più ! L. 15 35 Charavay, 100 Fr. Cohn Fr. 125 Amatori e negozianti, se vi rimane qualche dubbio su questi prezzi scientificamente e praticamente stabiliti dal conte Budan, assistendo in sogno a tutte le vendite pubbliche e private d’autografi, abbiatevi questa certissima e chiarissima notizia che lo stesso Budan vi dà come colpo di grazia: « I prezzi degli autografi sono in Francia di solito piú elevati come negli altri paesi. » E questo è il libro, che l'autore, spinto dal dovere di colmare una lacuna, osava intitolare al nome augusto del futuro re d'Italia, millantandosi di pubblicare un libro di tutta freschezza e modernità, in cui ogni amatore di autografi avrebbe trovato il fatto suo, rendendo un buon servigio segnatamente ai collezionisti italiani. E le sue ridevoli millantazioni concludeva con queste parole: « Questo mio manualetto è dunque, Altezza, documento e cronaca, scienza ed arte, storia sincera di molti uomini cui l'Italia ed il mondo venera ed onora. » Facciamo i piú fervidi voti che il sacrificio della lettura di questo volume che io mi sono imposto per dovere di collettore e di critico, sia espiatoria per tutti ; di guisa che nessuno se ne curi, perché oltre essere una profanazione dell'arte libraria per la soverchia smarginatura, e qualche altro difetto, non servirebbe ad altro che a screditare questo ramo della nostra attività letteraria e commerciale presso gli stranieri e a far passare anche ai meglio disposti la voglia di far all' amore cogli autografi e molto più il proposito di prodigare cure e denari per farne preziosa raccolta. G. DE LUNIS. NOTIZIE Un Messale speciale di Costanza in possesso del libraio Ludwig Rosenthal di Monaco è l'oggetto di vivissima disputa fra i bibliografi. Nel Centralblatt für Bibliothekswesen la disputa diventò sí viva, che la direzione dové chiuder la discussione e dichiarare di non volersi piú occupare della questione. Gli uni, e fra questi naturalmente il proprietario stesso, attribuiscono la stampa del Messale a Gutenberg, gli altri lo negano, ed a tutti non mancano argomenti per provare le loro asserzioni. Il signor E. Misset di Parigi pubblicò nel Bibliographe moderne (Parigi, num. 4) un articolo sotto il titolo: Un missel de Constance, cuvre de Gutenberg avant 1450 esprimendo l'opinione, basata su argomenti liturgici, che il volume in questione sia anteriore a tutti quelli che sinora di Gutenberg si conoscano. Il celebre direttore generale della Biblioteca Nazionale di Parigi, dott. Léop. Delisle, confuta le argomentazioni del Misset con argomenti liturgici e tipografici, sicché nulla di certo sinora poté essere stabilito a proposito della data e del tipografo del volume in questione. Se ci è lecito di esprimere modestamente il nostro parere, dobbiam dir, francamente, che queste discussioni ci sembrano assai vaghe. Lasciando in disparte la questione liturgica e limitandoci soltanto a quella dei caratteri usati per la stampa di quel volume, facciamo osservare che questi non offrono alcuna certezza per stabilirne la data, poiché spessissimo furono adoprati i ca leghi che per varie ragioni se ne erano stampa di alcune opere e li stimarono troppo stanchi per usarli ancora per la stampa di altre. Non potrebbe essere ammettiamo pure che sia stato il Gu ) Li fupradci ftatuti sono ratteri molto tempo dopo la loro fusione stăpaci pluuenerable Frate da tipografi che li ebbero dai loro colJoanni da Ilxramo. Inla disfatti; non ultima quella che i primi ecclesia u Sċa ADaria8 foli proprietari li aveano già adoprati per la stano.ďla Lica d arcolo, Altempo ali.41.9. Antianí, anche il caso che a quel tipografo (ed cioeger Couradino para tenberg) il taglio dei caratteri che servi 8 luccio.Der Barnabeo Rina vano per la stampa del Missale speciale 6fma theo 4 Dozano ďmozanís. Joaniantrea o sucio-peri füis acgstuccio, 7 Antreania del 1400 e del principio del 1500 con thoð uani.Et alte po 6 Lu caue Taní 6 pelliccionis 6 Afcolo. In Lanno.1a. .cccc.lrrrrvj.Altem po vel Sciffimo. Jn rpo patre nro • Papa Alexádro.vj.die produciamo la sottoscrizione tipografica uero. D'ülj.apzelis, non piacesse e ch'egli per questa ragione li avesse ceduti ad altri, ovvero che i caratteri gli fossero stati sottratti? Non troviamo forse tanti volumi della fine caratteri assai antichi, che noi a prima vista avremmo attribuiti a questo o quel tipografo di data assai remota, se in fine non si fosse trovata la sottoscrizione tipografica colla data sicura? Abbiamo un esempio sott'occhio che ci piace portare in evidenza, piú per provocare un parere competente che per dare una forma decisiva alla modesta nostra opinione. Ri del volume degli Statuti d’Ascoli stampato nel 1496, e domandiamo agli esimii contendenti, se i caratteri usati per questo volume siano per taglio e forma tali da essere stati fusi negli ultimi anni del 1400. Se non vi fosse stata la data, chi sa quante discussioni si sarebbero fatte intorno alla medesima! Donde si è procurato quel uenerabile Frate Ioanni da Theramo i caratteri per stampare il suo volume in la ecclesia de Scta Maria & Solistano d' la cita d'Ascolo nel 1496? Mistero! In qual altro volume si trovano ancora i medesimi caratteri? Ai competenti in materia la risposta! E giacché un altro esempio ancora ci viene in mente, col quale possiamo addimostrare che i tipi non sono affatto sufficienti per stabilire la data d'un volume, non vogliamo passarlo sotto silenzio. A Bologna fu pubblicato un Tolomeo, e col commento di Filippo Bersaldo, colla data del 1462 [Hain, 13538]. Chi si atteneva soltanto ai caratteri rozzi di quell'edizione, dichiarò vera la data stampata nel volume e lo ritenne come il primo stampato in Italia; ma venne la critica e dimostrò che Filippo Beroaldo non poteva aver commentato l'edizione, perché in tal anno avea soltanto sette anni e per quanto il suo ingegno possa essere stato precoce, non avrebbe potuto stendere in quell'età un commento al Tolomeo! Si dichiarò che per isbaglio del tipografo fu stampato 1462 anziché 1472 e piú tardi, dopo studi profondi, fu definitivamente assodato che il volume fu invece stampato nel 1482 ! L. S. 0. La scoperta di sei preziosi disegni in una Bibbia del xv secolo. — Sotto questo titolo pubblicò l' egregio nostro collaboratore Romolo Artiòli un articolo nel quaderno precedente della Bibliofilia, che suscitò ovunque vivo interesse sí per l'importanza somma della 1 scoperta che per la chiarezza, precisione ed erudizione con cui l'autore ha trattato la questione. Tutti i giornali importanti dell'Estero se ne sono occupati a varie riprese dimostrando la rarità ed il valore dell'edizione stampata dai primi tipografi italiani e l'importanza artistica dei disegni che attribuirono unanimamente o al Mantegna stesso, o ad uno dei suoi migliori discepoli. I giornali tedeschi aggiungono all'articolo dell'egregio signor Artiòli che il commento di Niccolò De Lyra stampato in quest'edizione per la prima volta fu studiato profondamente anche da Lutero e che a questa circostanza si riferiscono i noti versi che allora erano sulle labbra di tutti Si Lyra non lyrasset, Ma mentre all'Estero giornali letterari e politici se ne sono occupati con amore, ci rincresce assai che in Italia la scoperta sia passata inosservata, eccezione fatta del giornale illustrato La Domenica del Corriere e che, accennandovi, stigmatizzò spiritosamente una tale apatía. Ma da quanto ci viene scritto rileviamo con stupore che non è l'apatía ma ben altro il movente del silenzio! Uno scrittore di vaglia aveva preparato un articolo per un giornale illustrato italiano molto diffuso; lo scritto piaceva assai alla direzione, ma fu ritornato all'autore colla risposta che il proprietario della Bibbia non deve pretendere gli si faccia gratuitamente colla pubblicazione dell'articolo una réclame. L'autore rispose allora non essere mai stato questo il suo intendimento ed invitò la direzione ad ommettere, volendo, il nome del proprietario e ad occuparsi soltanto dell'importante oggetto in questione a pro' dell'arte, della letteratura e della coltura; ma tutto fu inutile.... e l'articolo non comparve. Incredibile dictu ! Avviso ai bibliofili. L'insegnante Nicola Mecoli mi scrive da Ari (Chieti) : « Rovistando fra certi libri vecchi, ho ritrovato un Orlando Furioso, stampato a Venezia nel 1672 da Zaccaria Conzatti con argomenti in ottava rima di M. Lodovico Dolce, allegorie di Tomaso Porcacchi e adorno di vaghissime incisioni. « Il libro è ben conservato ed ai 46 canti del Furioso fanno seguito altri cinque canti aggiunti dall'autore sulla stessa materia. « Se qualche bibliofilo volesse acquistarlo, glielo venderei per.... meno di 25 mila lire. Si può essere piú modesti? » No certo, amico; specialmente se si ha riguardo a quei cinque canti aggiunti. (Corriere d'Italia, I, num. 41). |