Volume I GENNAIO 1900 Dispensa 10% La Bibliofilia RACCOLTA DI SCRITTI SULL'ARTE ANTICA IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI Le Acconciature di Giovanni Guerra IL frontespizio è questo: « VARIE | ACCONCIATURE | Di Teste usate : da nobilissime | Dame in diuerse Cittadi d' | ITALIA»; e piú sotto, di corsivo (mentre il fin qui riferito è in tondo e in maiuscoletto): « All’Illme et Eccllme Sigre la / sig'a Flauia Peretti orsina et la sig'a orsina Peretti colonna | Giovanni | Guerra ». Le quali parole, cioè tutto questo titolo, sono 1 racchiuse, come dirò appresso, per entro un ornato"). Le acconciature non si descrivono; ma sono rappresentate da incisioni di busti femminili: poiché il libro del quale diamo notizia è uno dei cosí detti libri d' imagini?). Qual fosse l'esser suo e l'ordinamento primitivi non saprei; avendone innanzi un esemplare rifatto o ricomposto, nel quale le incisioni tagliate dai luoghi e dalle pagine che originariamente tennero misurano ora mm. 0,142 X 0,93, e son oggi incollate al recto e al tergo di altre carte più grandi (mm. 0,201 X 0,140) sicchè n'è stato formato un volumetto in 4° di 24 cc., contandole tutte; delle quali son bianche interamente la prima e le ultime due, mentre la seconda ha nel solo recto il frontespizio, e la terza, nel solo tergo, la prima stampa. A mano furon poi numerate, cominciando dal tergo della c. terza, 39 pagine del libretto, quelle sole cioè che portano le stampe delle acconciature. Ho detto che il frontespizio è dentro ad un ornato. Ornati identici, 1) Il libretto delle Acconciature qui descritto è posseduto in Firenze dal cav. ing. Carlo Martini. 2) Cfr. nell'Histoire Littéraire de la France, il vol. XXXI (Paris, 1893) un capitolo sui Livres d'images. E la Bibliographie des livres à figures vénitiens de la fin du xv siècle et du commencement du xvi (Paris, 1892) del DUCA DI RIVOLI; cui fece aggiunte P. KRISTELLER, La Xilografia veneziana (Arch. Stor. dell'Arte; V, 2). 6 fatti da doppie cornici che portano in ogni angolo, e sulla metà del lato più lungo, il verticale, una conchiglia, e che inchiudendo, non ad angoli ma a curve rotondeggianti, uno spazio, dirò cosí, rettangolare, formano nel lato superiore e nell' inferiore una cartella, attorniano anche tutte le incisioni. Le due cartelle contengono, nel frontespizio, quella in alto, le parole «Varie | Acconciatvre »; quella in basso, i nomi « Giovanni | Guerra»: la car tella superiore ha, nelle altre incisioni, la designazione della città alla quale la gentildonna rappreFIORENTINA sentata appartiene; la inferiore Ger altro epiteto che ne dice la precipua dote. Le trentanove acconciature son queste e le riferisco nell'ordine nel quale stanno oggi nel libretto, con le caratteristiche loro. Fiorentina (modesta); Pisana (constante); Lvchese (atilata); Senese (saggia); Genovese (amorosa); Venetiana (signorile); Romana (nobilissima); Bolognese (affabile); Viterbese (fedele); Anconitana (gratiosa); Spoletina (amorevole); Fvlignata (humile); Napolitana MODESTA (legiadra); Gaetana (famosa); Palermitana (vnica); Capvana (altiera); Parmigiana (honesta); Mila nese (ornata); Todertina (capriciosa); Mantovana (ioconda); Veronesa (magnanima); Piacentina (prudente); Tivolesa (fastosa); Vicentina (bella); Modonese (vaga); Reggiana (gentile); Padovana (delicata); Vrbinata (pomposa); Cremonese (piacevola); Pesarina (sdegnosa); Piamontese (cortese); Sabinese (valorosa); Lodegiana (liberale); Pervgina (astuta); Vdinese (virtvosa); Ferarese (audace); Bresciana (splendida); Riminese (galante); Bergamasca (indvstriosa). Se tali figure ci rappresentino la verità del costume o piuttosto le fantasie dell'artista, mal si direbbe senza lungo studio. Combinate con veli e vezzi, fermate con nastri e spille, sorrette da nascosti sostegni che s'indovinano, attorte in molteplici volute di trecce, che non sempre il capo della gentildonna avrà potuto dar tutte di suo, alcune di tali acconciature son eleganti, altre bizzarre, altre sembrano fin quasi impossibili: ma che fossero usitate non potrebbe forse negarsi. Il tempo nel quale visse l'artista che, incise, le pubblicò, le riporta alla seconda metà del secolo xvi; e allora siffatte acconciature, che volevano lungo lavoro e non facile, saranno state per le feste, i balli, i conviti : le usuali dovettero essere piú semplici d'assai, come semplicissime si vedono quelle molto piú antiche nelle figure muliebri in miniatura nell'esemplare laurenziano (plut. XL cod. 52) del secolo xiv dell’Acerba di Cecco d'Ascoli. Se non che quanto camino si fosse fatto già nel seguente secolo in quest'arte dell'acconciature, e come di esse le bizzarrie delineate da Giovanni Guerra fossero cosa non molto lontana dal vero, impariamo da un predicatore popolarissimo, poi santo, che sulla piazza a piè della torre del palazzo del comune, nel 1427, rimproverava : « O donna, pon mente al mio dire. Del tuo capo tu n'hai fatto un iddio; e cosí ne fai tu, madre, del capo de la tua figliuola; tu non pensi più là: sempre la studi, e talvolta » (mel perdonino i lettori, e perdonino anche al buon fraticello) « è piena di lendini! »: e delle acconciature prose « gue a dire (accennando ancora ai capelli dei morti e ai crini dei cavalli portati in capo dalle donne) chiamandone le fogge varie con nomi di scherno: « Egli mi pare vedere ne' capi vostri tanta vanità che mi pare un orrore: chi'l porta a merli, chi a'càssari, chi a torri trasportate in fuore, come questa torre. Io vego i merli dove si rizzano le bandiere del diavolo; e i tali hanno le balestriere atte a poter percuotere altrui, e cosí da essere percossi; dove si fa sempre battaglia, come se fusse una de le vostre terre, la quale fusse combattuta. So anco di quelle che hanno più capi che 'l diavolo; ogni dì rimutano un capo di nuovo, e ci è tale che n'ha anco più; che di quello ch'io mi ricordo da quindici anni in qua, tanti modi, tante forge, ch'io trasecolo! Io vego tale che porta il capo a trippa, chi il porta a frittella, chi a taglieri, chi a frappole, chi l'avviluppa in su, chi in giú » '). Alle quali descrizioni del santo possono ravvicinarsi le altre accompagnate da figure sincrone raccolte, per l'antichità, dal Manonio), per la Francia moderna, dal D'Èze e Marcel "), dalla contessa di Villermont“), e dal con е 1) Le Prediche volgari di S. BERNARDINO DA SIENA dette nella Piazza del Campo l'anno 1427 ora primamente edite da LUCIANO BANCHI. (Siena, tip. editrice San Bernardino, 1880-1888, volumi 3), III, pagine 206, 209. 2) MANONI (A.), Il Costume e l'arte delle acconciature nell'antichità. Milano, Hoepli, 1895. 4) DE VILLERMONT (Comtesse Marie), Histoire de la Coiffure femminine. Bruxelles, Ad. Mertens, imprimeur-éditeur, Rue d'Or 14, 1891. fronto, avremo argomento per credere non imaginarie queste italiane incise da Giovanni Guerra sulla fine del cinquecento. Fu Giovanni il piú noto di due altri fratelli anch'essi artisti: Gaspero, intagliatore in legno, architetto della chiesa e di parte del convento di Sant'Andrea delle Fratte in Roma; Giovanni Battista, Filippino alla Chiesa Nuova di Roma, ove diresse i lavori, alcuni su disegni propri. Giovanni (diverso da un Giovanni Guerra bolognese, plastico) nacque in Modena nel 1544: e presto, come i fratelli, trasferissi a Roma dove molto, nel pontificato di Sisto V, lavord; di pittura, quasi sempre in compagnia d'altri, la tribuna sopra l'altare della chiesa della Rotonda, la facciata di San Giacomo a Scossacavalli, di San Niccold ai Cesarini; d'architettura, la Scala santa, e in patria, la chiesa della Beata Vergine del Paradiso, l'altra della Madonna delle Asse, dei canonaci lateranensi '); d'incisione, un numero grande di composizioni tratte dalla Scrittura, dalle storie greca e romana, le carte nell'opera del Fontana sul trasporto della guglia di San Pietro, un'altra carta detta il Paradiso mistico; disegnò i rami, che il Tempestino incise, per l'opera del Galloni su’tormenti de' martiri, e disegnate e incise da lui, le Acconciature delle quali abbiamo qui tenuto parola?). Di queste scrive il Gorio) che furono quaranta incisioni: onde, se in quel numero non deve contarsi il frontespizio, una ne mancherebbe nell'esemplare di cui discorriamo, senza che sappiamo qual sia, poiché quello storico degli incisori, solo a farne ricordo, non le descrive. L'esemplare che n'abbiamo sott'occhio appartenne a nobil famiglia pisana, come ci dice, incollato nella faccia interna del cartone anteriore, un ex libris che è un'incisione d'uno stemma gentilizio, nobiliare, che ha lo scudo spaccato, sopra rosso sotto bianco, e nel bianco tre foglie di vite in triangolo, due sotto e una sopra, portando scritto sotto « Stemma Nob: Fam: Patriciae Pisanae | Del Testa De Tignoso » e, a mano, sotto il frontespizio « Del C. A. del Testa»: al quale esemplare pochi compagni si darebbero, dacché non lo registra il Catalogo ') della ricchissima collezione di stampe appartenute a Leopoldo Cicognara. 1) Due disegni del Guerra, « parte di una facciata di una chiesa a due ordini » sono nella Galleria degli Uffizi: cfr., a pagina 26, l'Indice geografico analitico dei disegni di Architettura civile e militare esislenti nella R. Galleria degli Uffisi in Firenze (Ministero della Pubblica Istruzione, Indici e Cataloghi. III) compilato da NERINO FERRI. Roma 1885. 2) Cfr. GIROLAMO TIRABOSCHI, Notizie de' Pittori, Scultori, Incisori e Architetti natii degli Stati del Serenissimo Signor Duca di Modena, con una Appendice de Professori di musica. Modena, 1786. G. CAMPORI, Gli Artisti italiani e stranieri negli Stati estensi. Catalogo storico corredato di documenti inediti. Modena, 1855. 3) Notisie Istoriche degl' Intagliatori. Opera di Gio. GORI GANDELLINI SANESE (Presso Vincenzo Pazzini Carli e Figli, Siena 1771, tomi 3 in-8), II, pag. 124. Nella Allgemeine Encyklopädie der Wissenschaften und Künste (Leipzig, Brockhaus, 1877): « Guerra radirte auch 48 Blätter unter dem Titel: Varie Acconciature di teste usate da nobilissime dame in diverse città d'Italia. >> Se le Acconciature di Giovanni Guerra non sono splendida opera d'incisore, se fanno incerta testimonianza per la storia del costume ?), questo non toglie che di esse la raccolta, quale l'abbiamo descritta, sia libro rarissimo. La piú parte delle figure, come si vede in quella che per saggio è riprodotta, sono sottoscritte nel centro della cartella inferiore, sotto l'epiteto attribuito alla gentildonna rappresentata, dove si vedono due G (le iniziali di Giovanni Guerra) legate in monogramma; mancano di questa ; sigla, e quindi possono aversi come incisioni avanti lettera, la Venetiana, la Romana, la Viterbese, la Spoletina, la Fulginata, la Gaetana, la Veronesa, la Piacentina, la Tivolesa, la Vicentina, la Urbinata, la Piamontese, la Sabinese, la Lodegiana, la Perugina, la Udinese e la Bergamasca. E poiché il saggio dato rappresenta, secondo il Guerra, l'acconciatura delle fiorentine nella seconda metà del secolo xvI, diremo che queste e le altre toscane avevano avuto, nei tempi passati, da portare sulla testa, Cerchielli e Corone, di tessuti e di metalli, Frontali, Frenelli, Intrecciatoi: i quali, venuti in uso o dal desiderio d'adornarsi o dal bisogno di tener fermi e ravviati i capelli, diventarono ben presto cose di lusso e molti divieti ebbero o provvisioni che ne limitavano la spesa negli Statuti medievali dei nostri Comuni. Piú alla storia delle vesti che all'adornamento della testa, appartiene un curioso ricordo lasciatoci dal cronista Donato Velluti d'una monna Diana fiorentina del Trecento; la quale (forse fu usanza sua, non di tutte) « portava molto in capo: intanto che essendo una volta al palagio vecchio de' Rossi, dirimpetto a Santa Filicita, ove oggi è l'albergo, e cadendo d'in sul palagio una grande pietra, e cadendole in capo, non la senti, se non come fosse stata polvere venuta giú per razolire di polli: onde ella, sentendosi, disse: Chisci, chisci; e altro male non le fece, per cagione de' molti panni ch'avea in capo. » ) C. Mazzi. 1) Le premier Siècle de la Calcographie ou Catalogue raisonné des Estampes du cabinet de feu M. le comte Léopold Cicognara avec une Appendice sur les nielles du même cabinet. Ecole d'Italie par ALEXANDRE ZANETTI. Venise, Joseph Antonelli imprimeur-libraire, 1837. 2) Non sarà inutile richiamare qui nella erudita memoria di A. LUZIO e R, RENIER, Il lusso d'Isabella d'Este i capitoli VII e VIII, « Accessori e segreti della toilette » (Nuova Antologia, Serie quarta, LXV, 20). 3) Cfr. a pag. 36 La Donna Fiorentina nei primi secoli del Comune, monografia di I. DEL LUNGO (Estr. dalla Rassegna Nasionale, vol. XXXV (1887]). |