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perfezione d'arte maravigliose. L'autore descrive nel suo pregevole lavoro minutamente le splendide miniature che sono addirittura quadri di prim'ordine, e vi aggiunge le sue acute osservazioni. Chiudiamo questa breve relazione riportando dall'opuscolo l'esordio assai interessante:

« C'est peut-être sur les manuscrits ornés de peintures que le vandalisme a de préférence exercé ses ravages dans nos bibliothèques. Des manuscrits de premier ordre ne sont plus aujourd'hui représentés que par des pages mises de côté au moment où les feuillets du texte ont été livrés aux marchands de parchemin. Le plus mémorable attentat de ce genre est celui dont a été victime, à la fin du XVIIIe siècle, le livre d'heures d'Étienne Chevalier, dont il ne subsiste plus guère aujourd'hui que les quarante merveilleuses miniatures de Jean Foucquet conservées au Musée Condé, à Chantilly.

« Par contre, nous avons sur les rayons de nos bibliothèques nombre de manuscrits dans lesquels des ciseaux barbares se sont promenés pour enlever ça et là des miniatures, dont on a fait soit des pièces d'album, soit des images pour récompenser des enfants, soit des tableaux pour orner des murs de salon. C'est ainsi que nous rencontrons dans les musées et dans les cabinets de curiosités des feuillets de manuscrits couverts de peinture, qui sont parfois de remarquables œuvres d'art et dont la valeur serait encore plus grande si l'origine en était connue et si l'on pouvait, au moins par la pensée, les remettre à la place qu'ils devaient primitivement occuper.»

E qui cade in acconcio di raccomandare ai direttori delle biblioteche la massima sorveglianza, particolarmente per i codici miniati, affinché non avvengano mutilazioni simili a quelle lamentate nell'opuscolo dell'illustre signor Delisle e da noi in questa Rivista a pagine 173-174, allorché ci occupammo dei furti del Libri nel Seminario di Autun. L. S. O.

Catalogo dei libri posseduti da Charles Fairfax Murray. Londra, 1899. Due parti in-8 gr.

La lettura d'un catalogo bene compilato di opere rare riesce sempre importante e procura ai bibliofili il piacere che suol recare, generalmente, la lettura di un buono e bel libro. Il vero bibliofilo non legge soltanto i titoli materialmente, ma si imagina di avere dinanzi a sé i volumi descritti. Ma purtroppo i cataloghi d'oggigiorno, per quanto bene compilati ed anche riccamente illustrati, contengono in generale sí pochi libri di vero valore artistico, che la loro lettura provoca presto stanchezza. I bei libri figurati di Venezia e di Firenze, le Rappresentazioni sacre coi legni magnifici che il più delle volte sono anteriori all'epoca dell' edizione, e ci rivelano che moltissimi libri maravigliosamente illustrati della fine del XV e del principio del XVI secolo sono completamente scomparsi, gli Incunaboli dell'arte tipografica, usciti dalle officine degli Sweynheym & Pannartz, dei Jenson, Valdarfer, Giovanni e Vindelino da Spira, ecc., le cui pagine sono per sé stesse altrettanti quadretti, e particolarmente quelli che hanno ancora qualche pagina ornata da un contorno finamente miniato e dallo stemma dell'an

tico proprietario, questi libri oggigiorno ricercatissimi e pagati a prezzi straordinari, formano il sogno dell'appassionato bibliofilo odierno il quale si stimerebbe felice di poter chiamare suo almeno un esemplare di ogni categoria di queste opere giustamente tanto stimate. Il signor Murray invece ci fa conoscere col suo catalogo l'immensa ricchezza di tali libri della biblioteca ch'egli è riuscito a formarsi con ricerche pazienti, con cognizioni profonde e con spese ingenti, nel corso di trent'anni. Siamo certi che, chi cominciasse oggi a raccogliere simili libri, non riuscirebbe piú a formarsi una collezione di tanta importanza e di cosí alto valore, nemmeno se volesse spendervi il doppio di tempo ed un capitale più volte maggiore. << Dove sono andati tutti i bei libri de' primi tempi dell' arte tipografica? » Questa domanda la sentiamo più volte ogni giorno, ma ci riesce difficile il rispondervi. Chi li possiede, ne è felice né se ne staccherebbe a nessun prezzo. Disgraziatamente sono ora assai pochi i privati che posseggono raccolte simili a quella del signor Murray. Le librerie dei Borghese, Fumagalli, Buoncompagni, Manzoni, Sunderland, Hamilton, Ashburnham, Piot, ecc., si sono disperse a tutti i venti; le loro vendite erano veri avvenimenti che attiravano una folla di ricchi raccoglitori, e la medesima fine l'avrebbe trovata anche la splendida biblioteca di Lord Spencer, se la munifica signora Rylands non l'avesse acquistata poco prima che fosse messa all'asta pubblica, e donata alla città di Manchester, dove oggi si possono ammirare liberamente le magnificenze grafiche e tipografiche gelosamente conservate in un palazzo sontuoso, espressamente a tal uopo fabbricato. Senza téma di esagerare si può paragonare la biblioteca Murray alle grandi raccolte sopracitate. Per darne un'idea esatta dovremmo copiare l'intero catalogo, giacché questo non contiene che libri di prim'ordine in esemplari splendidamente conservati; ma lo spazio non ci consente che sol di farne qualche raro e rapido cenno a volo. I n. 11 a 27 indicano diciassette edizioni d'Esopo, fra le quali citiamo la famosa traduzione di Francesco del Tuppo stampata a Napoli nel 1485 in folio, ornata da numerose figure in legno e un largo fregio a fondo nero al principio delle favole (Olschki, catalogo XXXV, Incunaboli, n. 650, venduto per 8000 fr.), l'edizione veronese del 1479 con una grande figura in legno, una vignetta, un fregio a fogliami con putti e 65 figure appropriate ai soggetti delle favole, le edizioni illustrate di Venezia della fine del XV secolo, ecc. Il n.o 95 segna l'edizione principe d'Apuleio stampata in « domo Petri de Maximo » a Roma nel 1469 ed ornata da un fregio e da una grande lettera iniziale, illuminati in oro e colori, il n.o 128, l'Ars moriendi impressa a Norimberga nel 1512 con 14 grandi figure in legno a pagina intera di cui una sotto il titolo ed undici inquadrate da fregi su fondo nero. Sotto il n.o 160 vediamo il Bartholomeo da li Sonetti, isolario, s. 1. né d. in-4, con numerose figure d'isole incise in legno, il n.o 256 segna il Boccaccio stampato a Venezia nel 1492, la celebre prima edizione figurata del Decamerone, il n.o 262 il Boccaccio stampato dagli Aldi nel 1522 in legatura Grolier, il n.o 264 la famosa Ventisettana, originale del Boccaccio, ecc. Ben cinquanta numeri del catalogo indicano delle edizioni del gran novelliere certaldese, ma specialmente ricca e preziosa è la raccolta delle Rappresentazioni sacre

che si compone di ben duecentocinquantasei capi, quasi tutti rarissimi e pressoché introvabili.

La letteratura Savonaroliana è rappresentata da oltre cento numeri, fra i quali primeggiano le numerose famose placchette fiorentine cogli incantevoli legni: e chiudiamo questa rapida rivista accennando allo splendido esemplare completo della prima edizione di Valturio stampata a Verona nel 1472, da noi recentemente descritta in questa Rivista. Il catalogo ottimamente stampato a Roma dall'officina poligrafica romana consiste in due parti, la prima che enumera e descrive accuratamente 2382 opere antiche, la seconda che racchiude 2277 opere antiche e moderne intorno alle Belle Arti e la loro storia. Il signor Murray fece stampare soltanto cento copie di questo importantissimo catalogo ch'egli distribuí con pensiero gentile ai suoi amici, fra i quali non è ultimo chi ne scrisse questo breve e rapido cenno. L. S. O.

Catalogo 14 della Libreria antiquaria RICCARDO MARGHIERI DI GIUS. Napoli, gennaio 1900, in-8° gr.

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Con quest'elenco accuratamente compilato il signor Marghieri pone in vendita 922 opere antiche e moderne di tutti i rami dello scibile. I libri sono descritti con esattezza, e dalle note bibliografiche si rileva che il compilatore è bene versato in materia e dispone d'una ricca raccolta di opere di consultazione. Per mettere meglio in vista le opere pregevoli, e di tali abbonda il catalogo, egli fece stampare i loro titoli con caratteri marcati. Notiamo la rara copia dell' edizione spagnuola di Amadis de Gaula stampata a spese di Lucantonio Giunta a Salamanca nel 1575, in un esemplare bellissimo legato recentemente in marrocchino con piccoli ferri dorati e a secco sui piatti, le Explanationes sacrae scripturae S. Hieronymi stampate magnificamente dai fratelli de Gregoriis a Venezia negli anni 1497-98 in due volumi in folio. Quest' edizione magnifica è degna di ́ nota per il gran numero di belle lettere iniziali e particolarmente per la ristampa dello splendido contorno che comparve per la prima volta nell' Erodoto stampato dai medesimi tipografi nel 1494, ma che nell'edizione di San Girolamo sembra assai più bello e fresco, poiché tirato su carta piú morbida e di formato maggiore, di modo che i larghi margini fanno meglio risaltare la grandiosa bellezza dell'incisione su fondo nero. Sotto il n.o 671 è segnato un bell'esemplare dell'Epytoma Joannis De monte regio in | almagestum ptolo | mei stampata [da Johannes Hamman de Landoia dictus Hertzog] a Venezia nel 1496, ed ornata da una incisione a piena pagina che si annovera fra le più belle del rinascimento. Ecco come la descrive il Duca di Rivoli 1):

<< Le grand bois prend toute la page, très légèrement ombré dans les vêtements, les fonds et quelques accessoires; dans la partie inférieure deux personnages assis l'un à droite et l'autre à gauche, celui de droite, dont la figure est charmante, est très probablement, selon M. Piot, le portrait ressemblant du célèbre abréviateur de Ptolémée, Monteregio, mort

1) Bibliographie des livres à figures vénitiens de la fin du XVe siècle et du commencement du XVIe (1469-1525). Paris, 1892, pagine 179-180.

en 1476, vingt ans auparavant, mais bien connu à Venise pour avoir professé les mathémathiques à Padoue. Il a la main droite levée et s'adresse au personnage de gauche, Ptolomaeus, couronné, et lit dans un livre ouvert sur ses genoux; au milieu, deux volumes appuyés contre un socle rectangulaire servant de base au pied du globe céleste, et deux autres volumes sur ce socle; le globe, prenant la moitié de la hauteur du bois, touche presque les bords du cadre, les signes du Zodiaque y sont représentés au trait. Dans la partie supérieure, des étoiles, le soleil et la lune. Dans le fond, des montagnes et une ville. Cette gravure est d'une très belle exécution, le tailleur a dû traduire la perfection du dessin, les détails même en sont soignés et les plis des étoffes très bien rendus. L'encadrement, large d'environ 25 mm., à fond noir, est composé de feuilles, de grecques et de banderoles; dans la partie inférieure, ces banderoles portent les noms de Ptolomers Johanes de Monter.; et à gauche, les mots : Altior incvbvit; dans le haut Animus; à droite: Svb imagine mundi. Cet entourage, sans égaler celui de l'Hérodote, peut d'autant mieux lui être comparé, qu'il est composé en partie des mêmes éléments; la même main peut se reconnaître aussi dans d'autres détails. En somme, une des plus belles productions de la xylographie vénitienne à cette époque. »>

E chiudiamo questa breve rivista riportando dal catalogo la descrizione d'un manoscritto assai importante, cioé dell'Astrolabio di Tolomeo tradotto in lingua catalana:

Manoscritto membranaceo dei principii del sec. XV, ff. 109 n. n., rubriche in rosso, lettere ornate, 0,111 × 0,173, rileg. del tempo, molto stanca, in legno e metallo. Com.: « Açi comença lo tractat del stralau del gran strolech Tholomeu. Rubrica del present libre. En aquest libre ha XXXX capitols lo primer a saber comptar los noms del insturment lo segon a saber lo ays dels crestians et los mesos de aquells lo terç a saber lo egualament del sol et saber son loch.... »; a f. 32 a: « .... ha compliment lo tractat del stralau et deus gracias »; f. 23b: « Taula de eleccions segons lo signe en que es la luna »; ƒ. 33a: « Açi comença la pratica de fer lastralau del gran stroleg Tholomeu per Ser Clims ». L'opera finisce a f. 70a: «et ese phinitum. » Seguono tavole e disegni astronomici eseguiti con grande precisione, con inchiostro rosso e nero; il f. 102b contiene una « Taula de la proporcio del creximent del maior die sobre 12 hores en ciascuna latitud del poblat de la terra ». I ff. che seguono contengono ricette « de tinta », « per sirupi », « per una dona gui sia prengs », « per porcellane » e note risguardanti la famiglia BESALU, antichi possessori del cod. e banchieri in Napoli (Bernardo Tasso era loro cliente), nelle quali ricorrono i nomi di Filippo Strozzi, Battista Pandolfini, Guglielmo de' Pazzi, Giuliano Gondi, Piero Orsini; ed altre note storiche. come questa: << Lo dit jorn [26 novembre 1494] essent en flor. lo Rey carles Rey de frança fou stipulat lacord entre sa M. y florentjns en la iglesia de santa liberata hon cantare te deum laudamus. »

I prezzi segnati nel catalogo sono ragionevoli, molti anzi assai miti, e non dubitiamo che il signor Marghieri avrà ottenuto un risultato soddisfacente. L. S. O.

DOMANDE ·

Si desidera sapere chi possiede o in quale Biblioteca si trovi il « Trattato delle appoggiature sí ascendenti che discendenti per il Violino, come pure il trillo, tremolo, mordente ed altro, con dichiarazione delle cadenze naturali e composte » di GIUSEPPE TARTINI, opera citata nel catalogo di Giuseppe Benzon (Venezia, 1818, pag. 4) e stampata e tradotta in francese da Pietro Denis (Paris, de la Chevardière, 1782, in-8°, 94 pages).

NOTIZIE

Le biblioteche principali del mondo. - Nel primo numero della Bibliofilía (pag. 22) abbiamo nominato le quindici biblioteche principali del mondo col numero approssimativo dei volumi che queste posseggono. L'ultimo fascicolo della Rivista inglese Windsor contiene un articolo sulle famose biblioteche del mondo, del quale ci piace riportare alcuni brani. La biblioteca più grande del mondo è la Nazionale di Parigi, che ha sede in un sontuoso palazzo. Essa fu fondata dal re Luigi XI, il quale avea donato al Louvre una piccola collezione di libri per formare il nucleo di una biblioteca nazionale. Da allora, ogni sovrano francese si tenne in dovere d'arricchirla di quanto poteva, di modo che moltissimi doni di volumi rari e preziosi furono susseguentemente dai re di Francia aggiunti alla biblioteca. Un incremento considerevole l'ebbe anzi tutto però dal fatto che essa ottenne nel 1617 il diritto di ricevere due copie d'ogni opera stampata in Francia ed infine s'arricchí ancora considerevolmente durante la Rivoluzione colle biblioteche confiscate che le autorità incorporarono alla Nazionale. Il catalogo dell'immensa biblioteca non può essere confrontato, dice l'autore di quell'articolo, con quello del Museo britannico, giacché soltanto ora a Parigi si pensa di farlo; un lavoro che certamente fa rabbrividire persino il più coraggioso e tenace bibliotecario. Una biblioteca importantissima è la Reale di Berlino, che dispone d'un catalogo assai ben fatto di oltre un milione di libri e di 30,000 manoscritti; la biblioteca più antica, ed in pari tempo la più preziosa per la ricchezza di tesori letterari, è la Vaticana, ma questa differisce per varie ragioni assai da tutte le altre grandi biblioteche. La Vaticana non può chiamarsi una biblioteca nazionale o pubblica, ma piuttosto una privata che appartiene al Papa regnante, e può essere visitata soltanto col suo permesso. Un fatto, che desta sorpresa in tutti coloro che visitano la biblioteca, è quello che non vi si vedono né libri né manoscritti, poiché trovansi in armadi chiusi che non si possono aprire senza speciale permesso. Il numero dei volumi della Vaticana è esiguo in confronto a quello delle altre grandi biblioteche, ma fra i 25,000 manoscritti se ne trovano moltissimi d'inestimabile valore, unici al mondo. Qui c'è l'unico esemplare noto del Nuovo Testamento scritto nel quarto secolo, qui il codice più antico di Virgilio, qui un codice di Terenzio del quarto secolo, e chi sa quanti tesori vi si trovano ancora che non si conoscono, giacché il catalogo è assai deficiente, e vi sono moltissimi volumi non ancora esaminati né catalogati! Il vero fondatore della Vaticana fu Sisto IV, il quale uní, nel 1475, ai libri già esistenti, la ricchissima sua raccolta, ed assegnò alla biblioteca un locale proprio. La biblioteca Imperiale di Pietroburgo racchiude piú d'un milione di libri e 26,000 manoscritti; ma una delle biblioteche più interessanti è la Bodleiana di Oxford, che si compone di 400,000 libri, dei quali esiste un catalogo accuratamente compilato. Straordinaria è la raccolta di manoscritti e libri ebraici, ordinati e descritti con profonda erudizione dai professori Steinschneider e Neubauer; tra questi si trovano delle copie uniche al mondo. La biblioteca è disposta con gusto e criterio, e conservata in un palazzo degno dei tesori inestimabili che racchiude.

E poiché scrivo da Firenze che io amo, oramai, come seconda mia patria, non voglio passare in silenzio la splendida biblioteca Mediceo-Laurenziana, che se non per quantità certamente per la qualità dei tesori, e per i locali maravigliosi ove son conservati, e per le cure e l'amore che ad esse porta il suo Direttore, prof. Guido Biagi, dev'essere pure posta fra le prime del mondo; ed infine la nostra biblioteca Nazionale che, quanto all'edi

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