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colo che d'improvviso gli si fosse parato dinanzi e minacciasse seriamente la sua felicità, i suoi averi, le sue intenzioni.

Non sarò soverchiamente lungo, anche perché, spiegato che avrò il sistema cui questo nemico dichiarato del mio povero « Amatore d'autografi » informò l'intera sua opera, i giudizi di persone autorevolissime e competenti che ho la fortuna di poter citare faranno il

resto.

L'idea fissa e preconcetta di criticare inesorabilmente emerge dall'intera tessitura dell'articolo, il di cui autore principia col trovar superflua la breve ma succosa Prefazione di Salvatore Farina, passando quindi a cercare il cosiddetto «< pelo nell'uovo » a molte frasi, a molte parole, di cui per non annoiare il cortese lettore mi limiterò a citare solo alcune, a titolo di saggio.

Biasima per esempio l'espressione sempre intesa nel senso voluto dalla materia trattata: piazzare uno scrittore fra i letterati, e come la seguente: « metter N. N. fra gli uomini politici » la trova male a posto; vorrebbe stabilire che il vocabolo frequenza nel dato caso è impropriamente usato per designare l'opposto di rarità, non crede si possa, parlando d'un imbarazzo momentaneo, dire: in questo frangente, che la definizione riparto non può esser assolutamente adoperata per indicare una categoria od una classe, che Letteratura degli autografi non può sostituire una volta tanto la parola Bibliografia. Per lui eruire un prezzo è altrettanto mal detto come è fuori di posto la parola accaparrare intercalata nella frase seguente: << minor interesse accaparrerà uno scritto che.... »; egualmente imperdonabile è l'espressione : « una carica è inarrivabile per deficenza di coltura », né gli dà meno sui nervi << una sfilza di prezzi. »

La citazione d'una innocente sentenza lo determina ad appiopparmi la taccia di spu

tasentenze.

Comiche sono, secondo lui, certe avvertenze, semplici invero ma che non possono mancare in un libro che porta nel titolo l'indicazione: Manuale.

Termino d'occuparmi di questa prima parte apportando due prove luminose della prelodata smania deleteria.

La prima è che s'appiglia ad ogni errore tipografico per quanto insignificante esso sia e riconoscibile da ognuno come tale e ne fa un casus belli non tenendo calcolo - e questa è davvero enorme nemmeno degli Errata corrige!

La seconda che pigliandosela coll' autore non tralascia di scagliare una pietra, quanto grossa può, anche contro l'editore. Asserisce esser il volume « una profanazione dell'arte libraria per la soverchia smarginatura e qualche altro difetto. »

Questa gratuita invettiva contro le edizioni del comm. Hoepli, da tutti riconosciute inappuntabili e generalmente apprezzate per la loro nitidezza e ricchezza, non trova scusa presso tutti quelli che possiedono due buoni occhi, non annebbiati da vedute personali. L'accusa poi di errori imperdonabili di lingua e di stile, nonché della pesantezza d'ogni parte letteraria è soffocata - non tenendo nemmeno calcolo delle molte espressioni lusinghiere contenute nelle diverse critiche fatte su per i giornali italiani e stranieri – dalla seguente lettera che Salvatore Farina m'indirizzava in data 13 ottobre 1899, da Milano: << Sebbene sia materia alquanto ostica per me, Le dico schiettamente che mi ha

contentato.

<< Non avrei mai immaginato che sopra un argomento simile si potesse dire quanto Ella scrive, con semplicità, con chiarezza, con ordine. »

Passando dalla parte letteraria a quella tecnica, il mio amabile avversario non può far a meno di riconoscere che io mi sia occupato (troppa grazia!), dice anzi esser buona qualche parte del Manuale ma, non lasciandosi sviare dal cammino battuto sinora, senza citare prove, s'affretta a dirla una copia non sempre fedele e non di rado peggiorata di altre consimili pubblicazioni straniere e di vecchi cataloghi.

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Ora, tutti gl'intelligenti sanno che per compilare simili lavori occorre compulsare quante più possibili pubblicazioni congeneri, ma ben poca cosa riuscirebbe l'egregio critico a stabilire plagiata da altre opere a lui note!

Oltre ad un po' di pratica vorrebbe quasi negarmi la qualità di dilettante. Convengo volentieri che lui conosca gli autografi da piú anni di quanti conta la mia esistenza, pure credo di meritarmi questo modesto titolo e ciò senza peccare di soverchia presunzione........ qualità questa che egli mi vorrebbe inesorabilmente decretata.

Di certo era superfluo facesse rilevare come io chiamavo semplicemente Libri quella· persona per la quale egli rivendica la nomea di celebre matematico, mentre per noi – che trattiamo di manoscritti e non di scienze esatte - il medesimo non può esser altro che l'almeno altrettanto celebre ladro di codici.

Non è una «< sentenza » da me improvvisata quella che taluni fra i grandi uomini, seccati dalle continue insistenze, scrivano e ripetano negli Albums delle sciocchezze, amenoché le seguenti iscrizioni, tolte da un Album posseduto da un patrizio napoletano e trovate ripetute su altri, non meritassero d'esser dette gravi e severe. Ne sottopongo alcune al benigno lettore e mi rimetto al suo giudizio:

Depongo adesso il bastone bianco del viaggiatore.
Quando ritornerai, Elvira?

<< Un volume deve scriversi più rapidamente del pensiero.

<< CHATEAUBRIAND. »

<< A. DE LAMARTINE. »

« A. DUMAS, padre. »

Né parmi possano esser qualificati puerili i modi da me suggeriti per procurarsi autografi d'illustri viventi; i risultati avuti da altri ed anche da me sono tali da giustificare ampiamente le mie asserzioni.

Il capitolo X: Indirizzi di negozianti e collezionisti è davvero mancante perché non contiene gl' indirizzi italiani, ma con tutto ciò non merita d'esser detto « una vera canzonatura. » Come a quel posto spiegavo, l'omissione per me pure spiacente - degl' indirizzi nazionali, avvenne per forza maggiore. Avendo l'editore stabilito di pubblicare il Manuale del signor Carlo Vambianchi di Milano, dal titolo Raccolte e raccoglitori italiani d'autografi, nello scorso maggio, mentre appunto il mio Manuale era in corso di stampa, il comm. Hoepli mi pregava di ritirare la relativa parte del manoscritto, scrivendomi :

<«< Di questi giorni ho procurato al Suo libro un compagno. Il signor Carlo Vambianchi mi presentò un completo e ottimo manoscritto: "Raccoglitori d'autografi in Italia" il quale completa l'opera Sua, pur essendo una cosa tanto diversa. Bisogna che Ella sacrifichi nel Suo Manuale le pagine riguardanti gli indirizzi italiani, e ciò per non fare un duplicato. >>

Il Manuale del Vambianchi completerà dunque il mio, posso anzi assicurare l' egregio critico che la sua aspettativa non sarà delusa, anzi sorpassata, poiché la pubblicazione in questione recherà, in aggiunta ad ogni nome di collettore anche l' enumerazione degli autografi più importanti da esso posseduti.

Conterrà anche quelli conservati nei musei, nelle biblioteche, ecc.; quei pochi da me citati trattando degli autografi e dei manoscritti in generale non avevano la pretesa di formare una rassegna completa che potesse esser consultata addirittura come guida delle ricchezze archivistiche del nostro paese.

Riguardo agl' indirizzi stranieri dirò che dopo averli attinti nelle guide più recenti, in buona parte li ho fatti ripassare e correggere da persone dimoranti sulle rispettive piazze; malgrado tutto ciò può accadere ben facilmente che qualcuno fra i citati sia morto, si sia trasferito o per una ragione qualsiasi abbia cessato d'occuparsi di autografi - specialmente nei grandi centri questo controllo è estremamente difficile, uno lo sa casualmente, cento altri no. Di che guida un po' vasta non si potrebbe dire altrettanto?

-

Ma giacché parlo di guide stimo utile accennare al fatto che avendo io nel marzo 1899 pregato uno fra i maggiori collezionisti italiani d'autografi - che ho buona ragione per sospettare non sia estraneo alla compilazione di questa critica eccezionale a consigliarmi una fonte attendibile per avere e controllare gl'indirizzi, ebbi la seguente risposta: << La piú parte li troverà registrati in guide straniere che bisogna ricercare per far cosa possibilmente completa .

Conoscerà la guida del Fischer (Graz, 1887)? »

Si noti bene che questa non è la più recente, perché dopo la guida del Fischer von Rösslerstamm (Graz, 1887) fu pubblicata una molto più completa, nella quale si dà larga parte ai collettori d'autografi, da Fischer e Forrer di Strasburgo nell'anno 1897!

A proposito dei prezzi ripeto quanto scrissi a pagina 310: che feci un prezzo medio solo nei casi in cui prezzi diversi erano stati fatti per autografi, almeno presumibilmente d'egual valore, sia per lunghezza, sia per l'interesse del contenuto. Tutti gli altri prezzi, e formano la maggioranza, sono prezzi pagati per un dato e singolo autografo.

Ed ora sentiamo come vanno d'accordo col critico altre egregie persone che pur d'autografi s'intendono abbastanza.

<< Ella ha fatto un libro utilissimo, interessantissimo e che farà testo per tutti i raccoglitori d'autografi.

< 22 settembre 1899.

P. MANTEGAZZA. »

« A mio giudizio il Suo libro è ordinato molto bene, è ricco di notizie saporose e

può destare grande interessamento in ogni culta persona.

<< Chi poi avesse la passione del raccoglitore nell' anima, troverà nel Suo Manuale una

guida utilissima e in qualche parte davvero geniale.

<«< Il Suo libro non era né indispensabile né necessario, ma

tare ed adescare persino i profani.

cosí com'è - può allet

< 20 ottobre 1899.

ADOLFO PADOVAN. »

Di collezionisti che non sono scrittori importanti come i precedenti, citerò le seguenti due lettere:

« All'infuori di alcune cose che già furono stampate in altri libri all'estero, il Suo libro è ben fatto e può riuscire di utilità in particolare ai raccoglitori.

C. VANBIANCHI. »

<< L'assicuro che la prima mia impressione è più che ottima, che il Suo Manuale può giovare immensamente ai collettori anche i piú pratici. È un lavoro paziente, pratico, fatto con molta coltura e Le faccio i miei complimenti.

F. PASINI. »

Il medesimo signor cav. Francesco Pasini mi scrisse qualche tempo dopo:

<< Le scrivo la presente per dirle che, letto attentamente il Suo Manuale, l'ho trovato veramente prezioso e tale che ogni collezionista dovrebbe esserle immensamente grato. Per parte mia facciole i piú sinceri rallegramenti, poiché trovo che è il piú completo, il più chiaro, ed il più interessante; nessuno potrà negarle un grande amore ed una non comune coltura. >>

Sebbene provenienti da persona che non s'occupa di raccolte proprie, le seguenti righe del chiaro Direttore della Biblioteca Nazionale di Brera, per la sua posizione e per i suoi studi profondi d'incontestabile autorità e competenza, chiudono degnamente la serie dei pareri da me citati.

Eccovele:

<«< Ho scorso il Suo Manuale il quale ha il merito di essere il primo che in Italia tratti questa materia cosí trascurata. Non sarei franco se non Le confessassi che ci sono dei nei, ma devo ugualmente dire che non mi sembra intacchino il merito incontestabile del libro, e potranno con molta facilità esser tolti in una ristampa.

Non poche soddisfazioni ebbi di persona, citerò due sole:

G. FUMAGALLI. »

un intelligente bibliofilo rimase a legger il Manuale durante tutta la notte; un'altra persona, assai intelligente in materia d'autografi e che ne fa anzi commercio, mi dichiarò che trovandosi dal libraio proprio quando il mio libro era arrivato, rimase per due ore in piedi, leggendolo, senza accorgersi che il tempo passava.

In che compagnia si trova il feroce critico?!

Un per finire:

Quando, principiata la compilazione, avevo comunicato il piano dettagliato all' importante collezionista cui già accennai e che suppongo sia l'autore della critica, ebbi per risposta:

<< Lodo il Suo divisamento e ne approvo il metodo. >>
Tempora mutantur!

Concludo esprimendo la convinzione che la critica sarebbe da ben pochi lettori imparziali del mio libro sottoscritta e fornisco una prova che vale piú d'ogni altro apprezzamento da un'inchiesta privatamente fatta presso i principali librai d'Italia mi risulta esser state vendute e vendersi di continuo parecchie copie del lavoro.

Non è questa forse la prova migliore che l'opera non è destinata al dimenticatoio e che il signor G. De Lunis avrà occasione di occuparsi anche della II edizione?

E. BUDAN.

NOTIZIE

Le feste di Gutenberg a Magonza.

Il sindaco di Magonza pubblica un manifesto, dal quale si rileva che chi espresse per il primo l'idea di festeggiare solennemente il quinto centenario di Giovanni Gutenberg fu il letterato e giornalista Hans R. Fischer. Oltre la pubblicazione dei varî scritti d'occasione, le molte solennità stabilite ed una gita sul Reno, vi sarà il 25 giugno un corteo in onore di Gutenberg. Alla testa si troveranno dei gruppi che rappresentano i contemporanei dell' inventore della stampa, e poi seguiranno l'epoca dei maestri cantori, di Albrecht Dürer, la poesia e la scienza, il grande Elettore, l'Elettore di Magonza Filippo di Schönborn, Federico il Grande e Giuseppe II, Lipsia ed il suo commercio librario, gli omaggi degli Stati moderni. Il corteo sarà chiuso da allievi del grand' uomo.

Gutenberg a Eltville.

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Apprendiamo che Eltville, la piccola e romantica città renana festeggierà pure il quinto centenario di Gutenberg, perché quivi passava l'inventore della stampa la sua vecchiaia. Deluso da Fust e Schöffer, oppresso da pensieri d'esistenza, invecchiato anzi tempo, ebbe da Adolfo di Nassau onori ed asilo a Eltville. Questa città può non soltanto vantarsi della gloria di aver ospitato l'inventore della stampa, ma di avergli amorevolmente procurato conforto e sollievo sulla fine della vita travagliata, e non si può che plaudire di cuore all'iniziativa di quel Comune, che memore del passato se ne mostra tuttora degno.

Due disegni di Albrecht Dürer, i quali, come sembra, erano sinora sfuggiti all' attenzione dei conoscitori, furono pubblicati dal signor Gustav Pauli nella Zeitschrift für bildende Kunst. Uno contiene degli schizzi per una di quelle imagini della Madonna che l'artista soleva pubblicare con predilezione, in rame o legno, allorché s'era già stancato dal dipingere le grandi tavole da altari. Tali schizzi non furono mai eseguiti e vennero piú tardi dalla raccolta degli studi dell'artista nelle mani di raccoglitori. L'altro disegno è uno studio della nota stampa La Seduzione. Entrambi datano dal tempo che segnava la somma perfezione dell' artista; essi appartengono al signor von Lanna di Praga.

Codices graeci et latini. Il direttore della Biblioteca di Leida, dr. de Vries, ha già pubblicato quattro splendidi volumi di riproduzioni d'antichissimi codici greci e latini in eliotipía rendendo cosí un gran servigio alla letteratura classica, giacché que' cimelî possono essere ora studiati precisamente come gli originali da tutti e particolarmente anche da quelli che non possono permettersi il lusso di dispendiosi viaggi. Il quinto volume, che sta per uscire, conterrà il famoso Codex Heidelbergensis N. 13 Palatinus C. di Plauto, con una introduzione del celebre filologo prof. Carlo Zangemeister. Il dr. de Vries ha ottenuto dal Ministro dell'Istruzione Pubblica on. G. Baccelli il permesso di riprodurre in eliotipia i due codici importantissimi di Tacito della Biblioteca Laurenziana di Firenze (Codex Florentinus Mediceus 68,1 e 68,2), il codice dell' Iliade d'Omero della Marciana di Venezia (Codex Venetus A, Marcianus 454) e il codice di Terenzio dell' Ambrosiana di Milano (Codex Ambrosianus H, 75 inf.).

La questione donde e da chi l'America ebbe il suo nome fu già discussa molte volte, ma ora viene di nuovo a galla, e nelle sue Tradiciones Peruanes il signor Ricardo

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