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Volume I

APRILE 1899

Dispensa 1a

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La Bibliofilía

RACCOLTA DI SCRITTI SULL'ARTE ANTICA

IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI

IL NOSTRO PROGRAMMA

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ENTRE la Francia, l'Inghilterra e la Germania posseggono già da molto tempo riviste che sono guida fidata e sicura agli amatori di libri antichi, rari, curiosi e preziosi, e recano, sotto ogni rispetto, servigi notevoli ai raccoglitori di stampe, è strano e doloroso che l'Italia, malgrado alcuni lodevoli e fortunati tentativi, ne sia ancora priva; onde

io con questa Rivista, alla quale do il titolo

« La Bibliofilía », mi propongo, se non sarà per mancarmi il pubblico favore, di sopperire appunto a tale difetto. Ma con questa pubblicazione mi piace dirlo súbito io non intendo di calcar servilmente la via che ci è mostrata da consimili periodici stranieri; credo anzi che l'Italia, la quale, meglio di ogni altra nazione, può vantarsi delle antiche sue produzioni grafiche e tipografiche, abbia diritto ad un giornale che rispecchi con vedute sue proprie ed originali il carattere speciale dell'arte nazionale, e faccia degna mostra de' suoi tesori. Ed invero, se percorriamo le riviste bibliografiche, che si pubblicano all'estero, noi ci accorgiamo facilmente come gran parte, se non la massima, del loro contenuto sia dedicato ai lavori di insigni artisti italiani e ai prodotti delle officine d'Italia. Perché è indubitato che se l'arte tipografica ebbe origine in Germania - essendo ormai sfatata la leggenda del Castaldi - i seguaci di Guttenberg la recarono tosto tra noi, dove le arti e le let

tere mirabilmente prosperavano al sole fecondo della Rinascenza, e dove il versatile e sottile genio italiano facilmente l'apprese, e in pochi anni la portò ad altezze ormai quasi inarrivabili: sí, che per numero e per pregio di edizioni nessun paese al mondo può gareggiare coll'Italia, dove la sola Venezia produsse negli ultimi trent'anni del secolo XV piú di quanto tutte le altre città prese insieme nello stesso periodo di tempo. Ora si dovrebbe dire che l'abbondanza generi sazietà, osservando non senza maraviglia come gli Italiani troppo poco oggi si curino delle opere insigni dei loro antichi, che oltre i confini della patria accendono pure cosí alta ammirazione e provocano fervide gare tra i cultori e i raccoglitori di cose d'arte, i quali si disputano accanitamente i volumi, le stampe, i manoscritti, le legature artistiche e gli autografi, e danno tempo e danaro a formar raccolte di cui vanno sinceramente orgogliosi.

E perciò hanno potuto passare facilmente il confine d'Italia, venduti a vil prezzo, tanti e tanti tesori letterari ed artistici, andati ad abbellire le piú importanti raccolte pubbliche e private d'Europa e di America; ciò che dovrebbe bastare a ridestare tra noi, piú vivo e generale che adesso non sia, l'amore delle collezioni di stampe e di libri, di cui è pur sempre cosí ricca l'Italia. Per aiutare, quanto sarà possibile, questo desiderato risveglio, la mia Rivista si studierà di far conoscere e stimare viemeglio i tesori artistico-bibliografici che si conservano nelle nostre raccolte, ponendo inoltre alla luce i pregi di antichi cimeli, spronando alla loro ricerca e alla lor giusta estimazione, dacché ammettendo che il raccogliere libri antichi sia anche uno sport, certamente esso è uno sport nobile e degno di esser coltivato principalmente dalla società eletta, da colti ed eruditi e da chi sente la passione per il buono ed il bello.

« La Bibliofilía » pubblicherà in ogni quaderno articoli originali sopra edizioni rare e preziose, e sconosciute o poco note, su codici e manoscritti miniati, legature artistiche, ecc., accompagnando le descrizioni con buone riproduzioni zincografiche, che oltre ad abbellire le pagine della rivista serviranno piú d'ogni lunga descrizione a dar saggi delle rarità che si vorranno illustrare. Inoltre darà notizie dettagliate e sollecite sopra il commercio mondiale, per mezzo di corrispondenze dirette, annunzierà i piú notevoli cataloghi dei principali librai italiani e stranieri, richiamando l'attenzione de' bibliotecari e de' bibliofili sopra singoli articoli importanti con utili spiegazioni e raffronti; si occuperà delle

grandi vendite pubbliche della Francia e dell'Inghilterra, che sono spesso veri grandi avvenimenti, e ne pubblicherà i resultati. « La Bibliofilía » si propone, infine, di mettere in relazione possessori di cose rare e preziose con ispeciali collettori, e i collettori fra loro per cambi di oggetti, di duplicati, di schiarimenti, di notizie. Insomma, « La Bibliofilia: cherà di riempire degnamente la lacuna lamentata, ma, è utile ripeterlo, non soltanto coll'imitare quanto già si fece o si fa di meglio fuori d'Italia, ma ancora mirando, αἰέν ἀριστεύειν καὶ ὑπείροχον ἔμμεναι ἄλλων.

Firenze, aprile 1899.

LEO S. OLSCHKI

Direttore della Bibliofilia

CESARE VECELLIO

E I SUOI DISEGNI E INTAGLI PER LIBRI

DI COSTUMI E DI MERLETTI

COMINCIANDO dalla famosa opera dei costumi, essa col titolo Degli abiti antichi et moderni di diverse parti del mondo, divisa in due libri, ebbe la sua prima edizione in Vinegia, presso Damian Zenaro, 1590, in-8.

Questa prima edizione comparve ornata di 420 tavole figurate in legno; 361 nel primo libro, e 59 nel secondo, e salí mano a mano in tanta. rinomanza, che vi fu bisogno di una seconda edizione, che fu eseguita pure in Venezia dai Sessa nel 1598, in-8, con la dedicatoria al signor Pietro Montalbano, in italiano e in latino, e coi cataloghi e il testo esplicativo delle tavole, che parimente in legno ammontarono a 522.

Le stesse tavole furono più tardi riprodotte nella edizione di Venezia, Combi, 1664, in-8, col titolo: Habiti antichi, ovvero Raccolta di figure delineate dal gran Tiziano e da Cesare Vecellio suo fratello, conforme alle nazioni del mondo.

Questa edizione è la meno pregiata, apparendone le tavole stracche, logore e mal tirate.

La prima è piú rara e piú stimata per la freschezza della tiratura, la seconda per il maggior numero delle figure, specie pei costumi dell'America, che vi furono aggiunti. Onde un collettore di simili sederne amendue le edizioni.

opere deve pos

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in che questo libro era tenuto anche in Francia.

il Didot, rinomato editore e bibliofilo a Parigi, ciò che dimostra il pregio Notevole è altresí la riproduzione che nel 1860 e nel 1863 ne fece

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Frontespizio della prima edizione.

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Il Cicognara, giudice assai competente tra noi, la disse « opera delle migliori che si conoscano fra le antiche di questo genere. » A crescerne la stima e la rinomanza concorse non poco la voce che ben tosto se ne sparse,

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e n'è durata la tradizione, che essa fosse uscita se non dalla mano, certo dalla scuola del sommo Tiziano.

Tavola della prima edizione di Vecellio.

Tavola della prima edizione di Vecellio.

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