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2) Forma instrumentorum, seu forma cartularii pro notariis ordinata per Magistrum Martinum de Buxiis notarium. Collibus vallis Trumpiae, per Maphaeum de Fracazinis, 1510 in-8.

3) Henrici de Hassia secreta sacerdotum, quae in missa teneri debent. Collibus Vallistrumpiae, per Gabrielem de Fracazinis, 1516 in-4.

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Il nome del luogo sembrò tanto strano al Deschamps, ch'egli fantasticò una denominazione vaga e imaginaria, riferentesi forse a qualche frazione o sobborgo della città di Brescia. Siccome però non riuscí a trovare il nome dei Fracazini nei registri dei tipografi bresciani, egli si decise a dedicare, per debito di bibliografo e di cronista, un articoletto speciale a quella << località indeterminata », che sono le colline di Val Trompia. Eppure basta consultare un qualunque dizionario geografico d'Italia o dar una occhiata ad una carta del territorio bresciano, per fare la scoperta del piccolo Comune di Collio in Val Trompia fra i laghi d'Idro e d'Iseo. Colà la tipografia venne introdotta non nel 1503, ma già un anno prima, come ce ne dà prova un libro rarissimo, rimasto sconosciuto fino ad oggi

a tutti i bibliografi, un « Doctrinale Alexandri Galli grammatici » col commento di un anonimo, stampato per Maffeo Fracazini nel 1502. Diamo qui, riprodotto in zincotipía, il titolo del libro secondo l'unico esemplare conosciuto, che abbiamo avuto l'occasione di vedere nella Librería antiquaria dell'Olschki di Firenze. Il volumetto si compone di sessantasei fogli non numerati, in-4, è stampato in caratteri gotici, e porta, sulla prima pagina dell'ultimo foglio, la data dell'impressione: C Collib' p Mapheu de Fracazinis. M.cccccij. L'ultima pagina è bianca. Il titolo, sulla prima facciata, inciso in legno, occupa uno spazio di 120 su III millimetri; è eseguito in caratteri bianchi su fondo nero, evidentemente da una mano poco esperta in tal genere di lavori artistici, forse dal Fracazini medesimo. Nella stessa maniera fu incisa una lettera iniziale S, sulla prima pagina del testo. L'esemplare è completo e ben conservato, ciò che è una ben rara eccezione fra gli antichi libri scolastici. Soltanto ne'margini ha qualche piccolo tarlo e poche macchie d'acqua qua e là.

Per chi sa che gli antichi tipografi del Quattrocento fecero spesso le loro prime prove con un « Donato » o un libro scolastico di simil genere, non può esser dubbio, che questa grammatichetta fosse il primo libro uscito dai torchi di Maffeo Fracazini di Collio, stampato probabilmente « ad istantiam et impensis » di qualche clerico rettore di una scuola in Collio o nelle vicinanze. Anche gli altri tre libri stampati dai Fracazini erano, come abbiamo veduto, destinati all'uso pratico de' sacerdoti e dei giuristi. FR. MILCKE.

Firenze, nel giugno 1899.

RECENSIONI E RIVISTA DI CATALOGHI PER BIBLIOFILI

Vita nova Dantis: frammenti di un cod. membr. del secolo XIV, novamente scoperti. A cura di G. L. PASSERINI. — In Firenze, per Leo S. Olschki, nelle case delli Acciaiuoli, an. Dom. MDCCCXCIX, in 16. 5 Lire.

Il conte G. L. Passerini, direttore del Giornale dantesco e cultore benemerito e infaticabile degli studi sopra il divino Poeta, la sua vita, le sue opere, pubblicò, in occasione di nozze, in una edizione rara per la eleganza e pel ristretto numero di esemplari, questi frammenti di un codice della Vita nova fino dal giugno del 1898. Ora, per accondiscendere al desiderio di molti studiosi e bibliofili, l'editore Olschki ha, con buon pensiero, procurata una nuova edizione, più maneg

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gevole, dei suddetti frammenti, e l'ha posta in commercio. Il volumetto, elegantissimo, stampato con bei tipi elzeviriani su buona carta a mano, reca ciò che mancava alla prima edizionela riproduzione di una delle pagine del codice, che crediamo utile porre sotto gli occhi de' nostri lettori.

I frammenti, ritrovati, come narra il Passerini, « tra vecchie pergamene nella libreria del cav. Leo S. Olschki di Firenze, che li ha liberalmente donati alla insigne Biblioteca Medicea Laurenziana » (dove sono ora custoditi con la segnatura di Acquisti e doni, 224) constano << di quattro carte membranacee di o.197 X 0.2,76 reliquia di un codice della Vita nova» che il Passerini tien certamente esemplato nella seconda metà del secolo XIV. La scrittura è a due colonne << d'una mano » scrive il dotto editore che ricorda, ben da vicino, la lettera dei cosí detti Danti del Cento e

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codice di cosí elegante scrittura con un numero ineguale di righi. »

In questi frammenti è contenuta parte del paragrafo XXIII della Vita nova;

i paragrafi XXV a XXVIII e parte del seguente; i paragrafi XXXI a XXXIII e le prime parole del XXXIV.

Intorno alla sua provenienza il conte Passerini osserva che apparendo, dalla memoria di un prestito fatto ad un certo frate, (la quale si trova trascritta colla data del 13 ottobre 1577 nel mezzo della prima metà della carta i recto, tre nomi di luoghi, e cioè Ascoli nel Piceno, Montecerignone e Montemaggiore, piccoli paesi l'uno nel circondario di Macerata feltria e l'altro in quello di Mondavio, dovea probabilmente in quel dintorno << trovarsi il convento dove l'anonimo fraticello facea servire le pagine del manoscritto dantesco a serbargli il ricordo e la fede delle sue prestanze; » e poiché, anzi, uno de'testimoni da lui segnati in quella memoria è detto converso, e i conversi stavan generalmente in servizio de' frati nei monasteri del proprio paese, il Passerini aggiunge che « potremmo quasi esser certi che il nostro codice, o almeno questi frammenti di esso, dovet

tero appartenere a un convento dentro o presso il borgo di Montecerignone o della vicina Macerata feltria. »

Da alcune forme che si riscontrano nel testo, e che non paion proprie del parlar toscano, crede l'editore « che non di quella nobil patria natio sia stato colui il quale sopra queste membrane trascriveva il gentil libello dell'amore di Dante. » I. B.

Olschki Leo S., I. Catalogue XLII. Codices italice conscripti XV saeculo impressi.
En vente aux prix marqués à la Librairie ancienne. Florence, Lungarno
Acciaioli, 4. - Venise, Place St. Marc, 73-74, 1899, in-8 picc. Fr. 3.
II. Catalogue XLIV. Livres à figures du XVe siècle. En vente etc. (ut supra).
1899, in-4, fig. Fr. 5.

Alfra

ganns

Deremita.

Alfraganus. Ferrariae 1493.

E da molti anni che mi pregio d'essere ne' migliori rapporti col signor cav. Olschki, che venuto da giovine in Italia a perfezionarsi nell'arte libraria,

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ossia nella bibliofilía, vi ha recato una coltura molto superiore a quella che tra noi si crede necessaria per esercitarla con profitto e con onore.

Quindi colla sua indefessa e intelligente operosità, conoscendo il greco, il latino, oltre parecchie lingue moderne, ha potuto occupare uno de' primi posti tra

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i piú reputati e fortunati librai-antiquari non meno d'Italia che degli altri paesi civili.

Egli è anche un esperto editore, e a lui si deve il Giornale dantesco, che, fondato sin dal 1889, prosegue le sue pubblicazioni con tale successo da avere

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richiamato su di esso l'attenzione del Ministro della pubblica istruzione, che volle rimeritarlo con una ben locata onorificenza.

I suoi cataloghi riescono sempre molto interessanti per la sostanza e per la

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