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pleto dei fogli 8 e 9. Il ms. apparteneva all' imperatrice Maria Teresa le cui cifre sormontate dalla corona imperiale trovansi sui piatti. Fr. 4200.

N. 143. S. Dionysii Areopagitae opera c. schol. Maximi, graece. Cod. membr. del X secolo in-fol., nitidamente scritto coi car. greci minuscoli. Fr. 2500.

N. 176. Evangeliarium s. lectiones Evangeliorum per anni circulum. Cod. membr. del XII sec., in-fol., con 12 miniature a piena pagina e molte lettere iniziali in colori rimontate d'oro. Fr. 7500, e come ultimo citiamo il n. 177 la versione inglese della Bibbia fatta da Wycliffe, scritta su pergamena su 404 fogli, che fu acquistata dal signor Quaritch per l'ingente prezzo di c. 45,000 franchi.

Vendita Schefer.

Dalli 8 al 16 maggio ebbe luogo a Parigi la vendita della Biblioteca del defunto Carlo Schefer, membro dell'Istituto ed amministratore dell' École des langues orientales vivantes. Il catalogo pubblicato dalla Libreria Ch. Porquet comprende la prima parte della ricca biblioteca, cioé gli incunaboli, i viaggi nell' Oriente e la storia dei Turchi e dei popoli orientali, in tutto 1197 opere accuratamente descritte dal compilatore dell'elenco. La fama del defunto proprietario e la ricchezza della biblioteca attirarono un gran numero di amatori, collettori ed eruditi alla sala di vendita nella Rue des Bons-Enfants, 28, e tutti i libri, senz' eccezione alcuna, trovarono il compratore. I prezzi piú elevati furono pagati per i seguenti:

*

N. 1. Biblia sacra latina. S. 1. et a., in-fol. Edizione (probabilmente stampata a Cologna) citata dall'Hain sotto il n. 3034 e dalla Pellechet sotto il n. 2279. Buon esemplare legato in marocchino da Chambolle-Buru. Fr. 405.

N. 8. Epistole: & evangelij volgari hystoria | de: cum vna tabula ecc. (In fine:) Stampata in Venetia per zuane Antonio & fradeli da Sabio ad instantia de Nicolo & Domenego dal Jesus fradeli nel anno del Signore M.D.XII (1512), in-fol. Con incisioni in legno. Esemplare semplicemente legato in pergamena. Fr. 3025 (!). Questo prezzo è una prova eloquente del come sono oggigiorno apprezzati i libri italiani ornati da incisioni.

N. 210. Hypnerotomachia Poliphili. Venetiis, in aedibus Aldi Manutii, 1499. In-fol. Con le famose incisioni in legno i cui disegni sono attribuiti a Giovanni Bellini ecc. Esemplare rilegato in marocchino da Chambolle-Duru. Fr. 2000.

N. 437. Stabilimenta Rhodiorum militum, sacri ordinis Hospitalis Sancti Johannis Hierosolymitani. Ulmae 1496. In-fol., caratteri gotici. Hain 3464. Sul verso dell'ultima carta èvvi una tavola incisa in legno accompagnata dalla seguente iscrizione: Guillielmus Caoursin Rhodiorum vicecancellarius compilator stabilimentorum. Fr. 500.

N. 733. Guillelmi Caoursin Rhodiorum Vicecancellarij obsidionis Rhodie urbis descriptio. Ulmae 1496. In-fol. Sessanta carte non numerate, car. got. Con trentasei incisioni in legno, delle quali la prima (al verso della prima carta) rappresenta l'autore che presenta il suo libro magistro Rhodi. Hain *4367. Fr. 650.

N. 1183. Diogenis Laertii de vita et moribus philosophorum libri X. Lugd., apud haered. Seb. Gryphii, 1561. In-16. Volumetto prezioso per la sua splendida legatura originale di marocchino rosso con mosaico di marocchino verde. Fr. 910.

N. 1190. Bergomensis. De | plurimis claris sceletisqz (sic) Mulieribus ecc. Ferrariae, opera et impensa Magistri Laurentij de Rubeis de Valentia, 1497. In-fol., car. got. con le note magnifiche incisioni. Fr. 990.

Il ricavo totale ascese a circa 50,000 franchi.

CORRISPONDENZA

Impossibilitato di rispondere alle innumerevoli gentili lettere di congratulazione, d'incoraggiamento e d'adesione inviatemi, ringrazio qui, pubblicamente, tutti gli egregi abbonati e i lettori della Bibliofilía della festosa accoglienza fatta al primo numero di questa pubblicazione, delle loro cortesi espressioni di simpatía, e dei consigli e suggerimenti dei quali farò prontamente uso a vantaggio della mia Rivista. So che quanto feci sino adesso è modesto ancora, ma è vivo il mio desiderio di ampliare notevolmente il periodico, ciò che spero di poter far presto, stante il generale favore che la mia impresa ha incontrato.

L'amore, ch'io porto a questa pubblicazione, esclude qualsiasi speculazione; ma se l'utile si unirà al dolce, io lo dividerò volentieri proporzionatamente con chi contribuirà allo incremento di questa raccolta, mediante articoli, notizie, ecc. ecc.

Firenze, giugno 1899.

LEO S. OLSCHKI Direttore della Bibliofilia.

A. R., Venezia.

Il suo articolo è troppo breve per chi è digiuno della materia di cui tratta e troppo lungo per chi se ne occupa. Prendiamo nota della gentile promessa di mandarci altri lavori che come si spera

Dott. F., Berlino.

non tarderanno.

L'amministrazione della Bibliofilia ha già stabilito un regolamento

per i collaboratori, nel quale si è pure fissato l'onorario per gli articoli.

Conte B., Mosca. S'intende da sé che i clichés sono eseguiti a spese dell'amministrazione. Se gli originali non si possono avere a Firenze, s'invitano gli autori a mandarci le fotografie che pure si pagano dall'amministrazione delle illustrazioni da riprodurre.

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H., Paris.-G., Paris. La langue française étant bien répandue et très en usage en Italie, nous publierons bien volontiers dans cette langue tous les articles sortant des plumes françaises; nous prions donc MM. H. et G. de Paris de vouloir bien nous faire parvenir le plus tôt possible les travaux qu'ils ont eu la bienveillance de reserver pour La Bibliofilía. Dott. B., Karlsbad. Dott. L., Potsdam. Wie Sie aus vorstehender Antwort an die Herren H. u. G. in Paris ersehen, wird die Zeitschrift auch Artikel in französischer Sprache bringen. Obwohl das Studium und die Kenntniss des Deutschen in Italien grosse Verbreitung gefunden haben, wäre es doch noch nicht angezeigt, in der Zeitschrift Artikel in dieser Sprache zu veröffentlichen.

March. F., Roma. La Rivista per bibliofili, che si pubblica in Germania ed alla quale accenna il programma pubblicato nel 1° numero della Bibliofilía, s'intitola Zeitschrift für Bücherfreunde; è diretta dal signor Fedor von Zobeltitz ed edita dai sigg. Velhagen & Klasing di Bielefeld e Leipzig. Un numero di saggio potrà esserle procurato da qualche libreria di Roma.

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Volume I

LUGLIO AGOSTO 1899

Dispensa 4-5a

La Bibliofilia

RACCOLTA DI SCRITTI SULL'ARTE ANTICA

IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI

FRANCESCO BARTOLOZZI E LA SUA OPERA

NELL'OCCASIONE

DELLA QUARTA ESPOSIZIONE DEL GABINETTO DELLE STAMPE A ROMA

I

lettori della Bibliofilia già conoscono la storia della Galleria Nazionale di Arte Antica (ex-Corsini) in Roma, e dell'annesso Gabinetto Nazionale delle Stampe, dalla fondazione sino al presente, per averne parlato il Direttore nel numero di maggio-giugno di quest'anno, Incisione a punti di F. Bar- in occasione dell'esposizione Düreriana. Ma vi sono alcuni fatti ivi non menzionati, che ci è d'uopo accennare.

tolozzi, da un disegno di Ramberg.

Morto il facente funzione da direttore, comm. Scipione Tadolini, e dimessosi il dottor Paul Kristeller, incaricato dell'ordinamento del Gabinetto, venne poco dopo chiamato a diriger la Galleria il prof. comm. Adolfo Venturi, coadiuvato dal vice-ispettore dottor Federigo Hermaninn.

Sotto l'occhio vigile dell'illustre critico e storico dell'arte, la preziosa raccolta, per tanto tempo ingiustamente abbandonata e sconosciuta, e solo dal 1895 messa, diremo, all'onor del mondo, ha proseguito sempre piú a rifiorire a nuova vita.

Si è di bel nuovo riordinata accuratamente la Galleria, togliendo alla vista del pubblico quadri non degni e d'incerto autore, ed esponendone altri ingiustamente dannati all'oblío dei magazzini, raggruppandoli ancor piú assennatamente, secondo il maestro e l'effetto di luce.

E ciò in attesa di poter definitivamente sistemare la raccolta, stretta

in poche sale, al primo piano del principesco palazzo, splendide quanto si voglia, ma inadatte a tal uopo e per costruzione e per luce.

Al riguardo, l'ing. Giovannoni ha già redatto un progetto comprendente la costruzione di due padiglioni addossati alla facciata posteriore del palazzo, e copertura della grande loggia, onde poter esporre tutti, ed a miglior agio, i quadri, trovare posto per i nuovi acquisti che altrimenti non si saprebbe piú dove collocarli, ed istituire con le moltissime riproduzioni in gesso dei capolavori dell'arte antica e del rinascimento, che da anni ed anni si sgretolano sotto il morso dell'umidità e della polvere nei depositori del palazzo, una Gypsoteca, utilissima istituzione, che nel mentre troviamo sí sviluppata in tutte le altre nazioni dei due mondi, con tanto profitto degli artisti, ancora manca a noi, pur possedendone tutto il materiale.

Anche ciò facendo, lavorando e studiando per l'ordinamento presente e la definitiva sistemazione avvenire della Galleria, non venne dimenticato il Gabinetto Nazionale delle Stampe.

Si sono proseguite le catalogazioni, e riparazioni delle incisioni e dei disegni.

Gradita e ben ideata innovazione è stata l'esporre pubblicamente agli studiosi, nel Gabinetto, in quattro artistici album, posti su altrettanti leggii, di finissima e ben riuscita imitazione antica, un saggio dei piú preziosi disegni dei grandi maestri, posseduti dalla raccolta, tra cui opere di Tiziano, Tintoretto, Veronese, Michelangelo, Filippo Lippi, Botticelli, Angelico, Ghirlandaio, Fra Bartolomeo, ecc., ma di questi ne tratteremo diffusamente altra volta.

Un album contiene, in buon numero di schizzi condotti nel 1395, l'intera maravigliosa opera di Giusto, pittore, per gli affreschi d'una cappella della Cattedrale di Padova, andata distrutta nel 1610.

Preziosissimo acquisto, fatto a Torino dal prof. Venturi, per l'esiguissima somma di L. 1500, mentre già v'erano offerte di 50.000.

Appunto da un anno era aperta la terza esposizione, comprendente i ritratti, per valore artistico e per interesse storico, piú preziosi. Secondo l'uso, era tempo di chiuderla, ed esporre qualche cosa di nuovo.

In tale occasione, invece di esporre il materiale, come s'era fatto quasi sempre per lo passato, in serie iconografiche, per esempio, vedute di Roma, ritratti, ecc., si decise di adottare l'esposizione scuole per scuole, e, possibilmente, il che è molto meglio, artista per artista.

Non v'è chi non capisca la grande, grandissima importanza che tale cangiamento darà in avvenire alle future esposizioni.

Risulta súbito che l'opera di un solo artista, esposta, raccolta tutta insieme, lo delinea spiccatamente, chiarissimamente, completamente, nelle sue fasi, nelle sue diverse maniere, in modo che il pubblico, dopo una mezz'ora di osservazione, può farsi un'appro

priata idea del maestro e di poi riconoscerlo tra mille.

Dunque, si tolse la vecchia serie di stampe, e s'iniziò una nuova esposizione.

Ma che cosa esporre fra tanto e tanto materiale? Questa era la grave questione, che fu felicemente risolta. Si scelse un soggetto fascinante, bello e di moda, s'espose l'opera di Francesco Bartolozzi.

È di questa esposizione, vera apoteosi degna del gran maestro, inauguratasi solennemente il giorno 29 gennaio di quest'anno alla presenza d'autorità e di uno scelto nucleo di invitati, riuniti da un artistico biglietto d'invito, magistrale opera eseguita nel 1782 dall'incisor delle Grazie, su disegno di Giovanni Battista Cipriani, che veniamo a parlare.

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Biglietto d'invito all'esposizione Bartolozziana.

Ma prima, a delucidazione di queste righe, e per far cosa grata ai nostri lettori, non possiamo esimerci dal narrare chi fu il Bartolozzi. E lo faremo con tutto impegno e particolareggiatamente, come l'argomento il richiede').

28

Francesco Bartolozzi ebbe i suoi natali in Firenze, l'anno 17272), da un orefice Gaetano Bartolozzi che teneva bottega sul Ponte Vecchio, e che morí nel 1793.

1) La bibliografia di Francesco Bartolozzi, si riduce all' opera: BARTOLOZZI and his Works. By Andrew W. Tuer. London, 1881, 2 vol. con illustrazioni. Lavoro in complesso non scevro di parecchie mende, e nel quale non ha molto posto la biografia del nostro.

2) Quasi all'unanimità, tutti gli autori errano nella data della nascita e della morte del Bartolozzi. Il LONGHI, La Calcografia. Milano, 1830, vol. I, lo dice nato nel 1730 e morto nel 1813. ERNEST CHESNEAU, La Peinture Anglaise. Paris, Quantin, p. 346, 1728-1815. Il DE-BONI, 1730-1813. II LAROUSSE,

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