• nella Raccomandazione dell' Anima; oltre di averlo precettato in tutte quelle funzioni dalla Chiesa stabilite nelle quali tali Litanie si cantano, se ciò avesse voluto eziandio per quelle di una tal Benedizione, lo avrebbe espresso; ma perchè quod Lex non distinguit; nec nos distinguere debemus, così non si può neppur d'esso Santo ammettere il nome E ciò ci conferma il più volte citato Benedetto XIV., il quale dice, e ci assicura, che nell'epoca di un tale Decreto, fatta si era menzione delle antiche Litanie che si recitavano un tempo in alcune Religioni, ma che ommesso fu però l' esemplare di quelle per la Benedizione dell' Acqua nella Vigilia dell' Epifania .,, Quocirca (dic' egli) merito in Decreto Sanctæ Memoriæ Benedicti XIII in quo addendum præscripsit nomen Sancti Josephi in sacris Litaniis, licet mentio habita fuerit antiquarum Litaniarum, & aliarum, quæ recitabantur in nonnullis Religionibus, omissum tamen fuit exemplum Litaniarum pro Aquæ Benedictione in Vigilia Epiphaniæ (Bened. XIV. ut sup. ) 97 Tutto ciò adunque proibisce il sunnominato Pontefice, ma non mai riprovare intende questo antico Sacro Pito:,, Quæ tamen (ecco le sue parole) a nobis dicta censeri debent, non animo reprobandi sacrum antiquum Rictum Benedictionis Aquæ in Vigilia Epiphaniæ, sed tantum additamenta rejiciendi in eum inserta absque Sedis Apostolicæ auctoritate (Benedict. XIII. ut sup. ). an E nella sua Constituzione Allatæ sunt, dicendo che Aquæ Benedictio in pervigilio Epiphaniæ ex Ri tu est Græcæ Ecclesiæ proprio, a leggere ci rimette quanto segue, onde vediamo ch'è di parere ch'esso, che tollerare si debbano tutti quei Riti Greci, che passarono nella Chiesa Latina. Pater Sebastianus Paulus (così dice ) Congreg. Matris Dei (in Dissert. edita Neapoli anno 1719. De Ritu Ecclesia Neritinensis exorcizandi Aquam in Epiph. par. 3 pag. 177) monet Episcopos in quorum Diœceses longo ab hinc tempore nonnulli Ritus ab Ecclesia Græca manantes irrepserunt, ut illos de medio tollere non contendant, ne turbæ excitentur, & non videantur improbare rationem agendi Sedis Apostolicæ, quæ Ritus illos irrepsisse cum optime noverit, eosdem tamen servari, & frequentari permisit. Dal sin qui detto concludiamo adunque che un tal Rito non è approvato dalla Chiesa, e ch'è un'addizione irregolare fatta al Rituale Romano: e quindi che non si può seguire se non quando sia espurgato per autorità della Sacra Congregazione Romana da quelle aggiunte che Benedetto XIV. nota come irragionevoli; e quando in somma siavi la legale Ecclesiastica approvazione AGNUS DEI. Dicendolo il Sacerdote si batterà colla destra il petto (1), e terrà posta la sinistra sopra il Corporale, e dicendo Miserere nobis (il qual si ommette nelle Messe dei Defunti, e si dice in sua vece Dona eis requiem ) non giungerà le mani, ma di nuovo percuotendosi il petto, dirà pella seconda volta Miserere nobis, ciò che farà pure nella terza, cendo Dona nobis pacem. (Rubr. Missal. par. II. Tit. X. n. 2 & tit. XIII. ) AL 77 di ALLELUJA. Si dice due volte dopo il Gra'duale, dipoi si replica dopo il Versetto. Nel tempo Pasquale quando non si dice il Graduale, e quando vi è la Sequenza non si dice dopo l'ultimo Versetto, ma dopo la Sequenza. Dalla Settuagesima poi fino al Sabbato Santo non si dice, nemmeno nelle Messe di Feria nell' Avvento ο, e nelle quattro Tempora, gilie, che si digiunano, eccettuata quella del Santissi e Vi (1) Si guardi il Celebrante, che il pollice, e l'indice uniti non tocchino la Pianeta. (Loner p. b. litt. C. mo Natale, se viene in Domenica, nonchè le Messe delle quattro Tempora della Pentecoste. Si ommette poi anche nella Festa degl' Innocenti, se non viene in Domenica (Rub. Miss. par. I. tit. X. n. 3, 4.) Intorno poi alla recita dell' Uffizio divino, quando cioè si dica, o si ommetta l'Alleluja, in molti luoghi si trova indicato di questo Dizionario, come sarebbe dove si tratta dell' Antifone, dei Versetti, e dei Responsorj. ALMA REDEMPTORIS. Non si dee prolungare, se accade dover trasferire la Festa della Purificazione di M. V., ma nel giorno 2 Febbrajo dopo Compieta, dimessa quella, assumer si dee l' Antifona Ave Regina Cœlorum. (S. R. C. 11 Jan. 1681.) ALTARE dove si celebra la Messa (1). Deve esser di pietra consecrato dal Vescovo (2), o almeno con una pietra consecrata in esso inserita, che sia tanto ampia, che possa comprendere l' Ostia, e la maggior parte del Calice. Si copra con tre Tovaglie monde (3), benedette dal Vescovo, o da altri avente la facoltà; la superiore sia lunga, che giunga fino a terra, più corte poi le altre due, oppure una du (1) L' Altare è di due sorta, uno stabile, e l'altro portatile, e tanto l' uno che l' altro debbono esser formati di pietra. Questo però deve intendersi intorno a quella parte che forma l'Altare, cioè dove si pone la materia da consecrarsi, come in pratica si vede, e come decretó la S. Congregazione de' Riti, dove dice: Altare ligneum cum Ara lapidea permitti debere non obstante constitutione Synodali. (10 Novemb. 1612. In Cajetana.) , All' Altare, dove celebrò in quel giorno il Vescovo, non può celebrare un semplice Sacerdote se prima non ne ottenga da lui stesso la dovuta licenza. (Bened. XIV. Constit. quæ incipit: In postremo.) (2) La sua consecrazione è devoluta al Vescovo per jus comune. In un Altare senza la Pietra consecrata nessuno può celebrare, e celebrando mortalmente pecca, perch'è una grave trasgressione della Legge, e dell' Ecclesiastica consuetudine, dalla quale neppur il Vescovo può dispensare. (Gattinari cap. 11.) (3) Senza cornice all' intorno, ma con una fascia in seta, od in oro lavorata, colla quale attamente inghirlandata la faccia dell' Altare, apparisca più adorno. (Cærem. Episc. lib. I. cap. iz n. 11.) plicata. Si adorni di Padiglione (1), di color se fia possibile conveniente alla Festività, o all' Uffizio. Sopra d'esso Altare si collochi una Croce nel mezzo (2), e due Candellieri colle loro Candele (3) uno per parte. A piedi di detta Croce si ponga una Tabella (4) chiamata delle Secrete. In cornu Epistolæ un Cuscino pel Messale e in detto luogo pure si apparecchi un Cereo (5) per accendersi all' Elevazione del Sacramen , (1) Si può celebrare anche senza Padiglione, purchè l'Altare sia adornato di oro, o' di pietre preziose. (Gav. Rub. Miss. tit. XX. par. I litt. T.) (2) » Non sufficit in Missa parvus Crucifixus (vel superadditus minori tabulæ, quæ in quibusdam Altaribus adjungi solet, vel ciborio superimpositus, vel aliter locatus), adeo exiguus, ut neque Celebrantis oculis facile occurrat, neque ab ullo alio distingui ferme possit, nisi hic diligenter de eo perscrutetur: sed ta prominere debet inter Candelabra, ut Celebrans, et populus Missæ præsens ipsum facile, et commode intueantur: quod si talis non sit, monentur Episcopi, ne ad ea Altaria quamvis Ecclesiarum Regularium celebrari patiantur. (Bened. XIV. in sua Constitut. Accepimus 16 Jul. 1748.) Ši in majori tabula Altaris depictus, vel scultus adsit Crucifixus, et primum locum habeat, et facile oculis Celebrantis occurrat, non est necessarius alter inter Candelabra. » ( Bened. XIV. ut sup. ) (3) Almeno due dice la Rubrica, ma nelle Messe più solenni se ne debbono porre sei, e ciò si raccoglie dalla triplice incensazione che si deve fare parte per parte dell'Altare, come prescrive il Messale Romano. (Part. 2 tit. 4 n. 4.) Quattro poi si sogliono usare nelle meno solenni, ma anche più di sei se ne possono porre. (Gav. in Rub. Miss. par. I tit. XX. lit. X. ) Si possono eziandio adornare gli Altari con fiori veri, o finti, secondo la qualità della stagione, ovvero collocare tra i Candellieri alcuni vasi di Sacre Reliquie. Conviene che vi arda una Lampada, ma più all' Altar maggiore. (Cærem. Episcop. lib. I. cap. 12.) Finita la Messa si coprano essi con una tela di color verde, onde mondissime appariscano le lor Tovaglie. (4) Questa Tabella a maggior comodità viene prescritta; le altre due poi non sono ordinate, ma solo da una inveterata consuetudine che in oggi ha forza di precetto, e Gavanto dice: » Commodius est parare in cornu Evangelii Tabella, in qua legi possit Evangelium S. Joannis, quod in Tabella Secretarum scribi, seu imprimi solet; aliqui adhuc commodius parant ante Missam in cornu Epistolæ Tabellulam aliam, in qua legitur Psalm. Lavabo ec. » (In Rubr. Miss. part. I. tit. XX. lit. Z.) (5) Due accender se ne dovrebbero nelle Feste più solenni per eccitare maggiormente la fede de' circostanti. (Gav. par. I. tit. 20 litt. B.) to: una Campanella, due Ampolle di vetro (1) con un bacile, ed un mantile , sopra d'una piccola mensa a tale oggetto apparecchiata. Sopra di essa finalmente nulla (2) si collochi, che non abbia ad appartenere al Sacrifizio della Messa o che non serva di ornamento allo stesso Altare (Rub. Miss. par. I. tit. 20.) 77 ALTARE di un Santo, di cui celebrasi la Festività, non può esser maggiormente adornato di quello, dove sta esposto Gesù Cristo. E' ragionevole, non v' ha dubbio, il festeggiare nella Chiesa con distinzione di addobbi, e di lumi le glorie di un Santo, ancora che l' Altare vi sia del Santissimo Sacramento, non perchè ciò prescrivano l' Ecclesiastiche Rubriche, che nulla intorno a cio hanno ancora determinato, e nemmeno perchè abbia stabilito la Chiesa in quel giorno, e per quel Santo che si festeggia, un culto particolare diverso da quello di Dulia ai Santi dovuto ma bensì perché gli ha assegnato un Rito speciale, secondo il titolo che porta, e quindi una qualche distinzione secondo la qualitá del Rito se gli compete. Tuttavia nessuno potrà sostenere che ciò si possa fare eziandio quando sta esposto Gesù Cristo alla pubblica adorazion de' Fedeli. Ed in fatti il dotto Muratori, parlando della divozione alle Reliquie, ed Immagini de' Santi, fortemente disapprova il costume di que' giorni di esporre in un medesimo Altare la Reliquia di un Santo adorna al di sopra con più faci, e Gesù Cristo al di sotto da meno lumi circondato. E' assai sconvenevole dic' egli, che il Padrone del tutto faccia da Servo ai Servi suoi. E' vero che in oggi non la è così ma (1) Un tempo erano d'argento, ma ora dalla Rubrica si prescrivono di vetro, onde non nasca alcun errore pella densità della materia dei vasi. ( Gav. ut sup. litt. D. (2) Non la Berretta del Sacerdote, e nemmeno il Fazzoletto per asciugarsi i sudori, od altro, che piuttosto si dovrà portare sotto alla Piancta, o pendente dal Cingolo alla destra. (Gav. ut sur. lit. F.) 1 |