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le Messe de Tempore, ma le Pianete piegate innanzi al petto, le quali secondo le Rubriche del Messale (Par. I. Rub. 19 n. 7.) non si usano che dalle Chiese maggiori : ma dietro il presente Decreto le possono usare anche le Parrocchiali.

Teste Joanne Alcozer in suo Cæremoniali S. R. C. concessit insignioribus Regularium Ecclesiis usum Planetarum complicatarum.

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Immo adhibita majori diligentia repertum est (In una Calaguritana 18 mar. 1631. ) in Ecclesiis Parochialibus posse adhiberi tempore Quadragesimæ, & Adventus Planetas plicatas.,,

Si eccettua però la Domenica terza che si chiama Gaudete, in cui i predetti Sacri Ministri usano le Dalmatiche, così pure in tutte le Ferie della Settimana che segue, perchè in quei giorni si dice la Messa della Domenica precedente, sempre che non cadano in essa le quattro Tempora (1), giacchè le Pianete piegate si debbono usare in tutti i giorni di digiuno, come dice il Merati ( Par.. 4 tit. 1 n. 4.)

Il Suddiacono poi un po' prima di prender il Messale nella Messa solenne, depone la sua Pianeta in un luogo conveniente a ciò deputato in cornu Epistolæ, assistito da qualche Accolito o dal Ceremoniere, e cantata l' Epistola, ricevuta la Benedizione dal Celebrante, e restituito il Libro al Ministro riassume la suddetta Pianeta, prima già di trasferire il Messale in cornu Evangelii .

Il Diacono similmente depone la sua Pianeta prima di prendere il Libro degli Evangelj, ed assume un altro genere di Stola più larga, e se l'adatta nel

(1) Non così si fa nelle Ferie della Settimana dopo la Domenica Lætare, perchè in esse non si cantano le Messe della Domenica precedente, ma quelle proprie di Feria. Si eccettuano poi dalla predetta regola la Vigilia del Santiss. Natale, e le quattro Tempora della Pentecoste ob solemnitatem Spiritus Sancti (Ita. in Concilio Selingestandiensi can. 2.) nei quali giorni il Diacono, e il Suddiacono usano la Dalmatica, e la Tonicella.

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la stessa forma della Stola Diaconale. Non riassume poi la Pianeta, senonchè dopo la Comunione del Celebrante, cioè dopo di aver trasferito il Messale in cornu Epistola. (Bauldry par. 4 cap. I. n. 3 & 4. )

Nelle Chiese poi minori il Diacono amministra in Camice colla sola Stola , e Manipolo violacei; il Suddiacono poi in Camice, e Manipolo soltanto. (Idem ut supra n. 5.)

IV. La prima Domenica dell' Avvento è una Domenica maggiore di prima classe, e una di quelle privilegiate, talchè qualunque Festa in essa occorra deve cedere alla medesima, e trasferirsi in un giorno non impedito, ancorchè fosse di qualche Titolare, o Patrono principale. ( Merati par. 4 tit. 1 n. 3.)

V. Nei Sabbati di questo Tempo non impediti dall' Uffizio di nove Lezioni, quantunque non si faccia Uffizio di Santa Maria in Sabbato, pure si dice la Messa principale di essa (cioè la Votiva de S. Maria ab Adventu usque ad Nativitatem Domini, che comincia Rorate ) (1) in Apparamenti bianchi colla Commemorazion dell' Avvento, e colla terza Orazione dello Spirito Santo, o del semplice, che cade in tal giorno

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(1) Si può cantare una tal Messa secondo il presente Decreto- in tutti i nove giorni precedenti al Santissimo Natale di N. S. G. C. ancorchè occorra in questi la Festa di S. Tommaso Apostolo, e la Domenica terza e quarta dell' Avvento..

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>> In novem diebus ante Nativitatem Domini, ubi adest anti» quissima consuetudo, vel concursus, potest decantari unica Missa solemnis (*) Β. Μ. V., quamvis in ipsis occurrat Festum D. Tho>> mæ Apostoli, et Dominica nica tertia, vel quarta Adventus non o>> missa tamen Conventuali, statuta hora decantanda. » (S. R. C. 28 Sept. 1658 num. 1784.

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(*) » Una Messa votiva solenne, cioè col Gloria, e Credo, » senza Commemorazione della Festa, o della Domenica, che cor>> re, e col Prefazio della B. V., ed Evangelio di S. Giovanni in » fine.

» Si eccettua il giorno dell' Espettazione del Parto, in cui » non la Messa votiva, ma si dirà la corrente colle solite Comme» morazioni, e coll' Evangelio in fine, se però cadono in tal gior» no le Ferie delle quattro Tempora. (Talù Decret. auth. n. 347.9

Se nei predetti Sabbati cadono le quattro Tempora, o qualche Vigilia, allora la Messa principale sarà delle Tempora, o della Vigilia. Si dice poi la predetta Messa di S. Maria col Gloria e senza Credo e colle Orazioni come sopra, il Prefazio Et te in veneratione; in fine l' Ite Missa est, e l' Evangelio di S. Giovanni.....

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Dissi di sopra, che la Messa principale, ossia Conventuale, dev'essere di Santa Maria in Sabbato perchè si deve riassumer eziandio nei Sabbati dell' Avvento la Messa della Domenica precedente, in quelli cioè in cui non occorre Festa di nove Lezioni, nè le quattro Tempora, e nemmeno alcuna Vigilia. Sebbene poi non prescrivano le Rubriche ( Miss. Rom. par. 1 tit. 4 1. 2.) che le Messe private in tali. Sabbati si dicano di S. Maria, tuttavia non le proibiscono ; anzi convenientemente si dicono, perchè dir si possono Messe votive private ogni giorno, purchè non occorra Uffizio di rito doppio, o Domenica, o una tal Feria, in cui sia proibito dir Messa di ina Festa doppia. (Merati par. 4. tit. 2. n. 5.3)

VI. In tutto il tempo dell' Avvento, tanto nell' Uffizio, come nella Messa si farà Commemorazione della Feria, qualunque sia la Festa che occorra eziandio di prima classe, perchè queste son Ferie maggiori. Se cade poi qualche Vigilia in queste Ferie, occorrendo una Festa di prima classe, allora quantunque si faccia Commemorazione della Feria, tuttavolta ommetter non si dee quella della Vigilia, come vogliono le Rubriche. (Miss. Rom. par. 1. tit. 3. n. 2. in fine, & tit. 7. n. 2. in fine. )

VII. La Domenica seconda, come pure la terza, e la quarta dell' Avvento sono di seconda classe, e perciò se occorre una Festa di prima classe, come sarebbe del Titolare, o Patrono della Città, si fa di tal Festa, colla Commemorazione della Domenica tanto nell' Uffizio, come nella Messa, coll' Evangelio in fine della Domenica. Ma se occorre nella quarta, in cui cadesse la Vigilia del Santissimo Natale, allora niente si fa della predetta Festa di prima classe si trasferisce al primo giorno non impedito.

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Della Domenica Gaudete, così detta dall' Introito della sua Messa, già abbiamo parlato di sopra. In tal giorno poi, oltrechè si debbono adornare gli Altari con fiori, si suoneranno ancora gli Organi in segno di allegrezza alla Messa solenne soltanto. (Cærem. Episcop. Lib. I. cap. 28 n. 2. )

VIII. Finalmente se accadono Feste con Ottava dal giorno 17 Dicembre inclusive fino all' Ottava dell' Epifania pure inclusive, si celebrano secondo il Rito che portano, ma senza Ottava. ( Bauldry par. 4 cap. I n. 13.)

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I

AURORA Non si deve prendere matematicamente, ma moralmente ; e perciò non pecca chi celebra in quell'ora, purchè dir possa di aver celebrato, oppure di aver compiuto di celebrare all' Aurora, così che almeno il fin della Messa tocchi l' Aurora (Quartus in Rub. Miss. par. tom. 15.) E dalla Sacra Congregazione de' Riti fu decretato che Ubi non est Aurora physice pro licita Missarum свlebratione, attendatur ea moraliter, politice, quando scilicet ibi terminari solet quies, & inchoari labor juxta probatam Regionum consuetudinem, (28 Sept. 1634 пит. 816.)

BAS

BACIO, che si deve dare al Libro dell' Evangelio, all' Altare, e alle mani del Celebrante éc. (V. Messa solenne.)

BALDACCHINO in Processione del Santissimo

Sacramento. (V. Processione.)

BATTESIMO. Sua materia. I. Ella è l' Ac

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qua, e pel Battesimo solenne dev' esser benedetta in quell' anno nel Sabbato Santo di Pasqua, e di Pentecoste; la quale si conserverà in una fonte pura, e nitida; e quando occorra benedirsi di nuovo, si sparga la vecchia nella Chiesa o si versi piuttosto nel Sacrario del Battisterio

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che

II. Se l' Acqua benedetta sia sì poca, sembri non bastare, si può aggiungerne dell' altra non benedetta, ma però in minor quantità.

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III. Se poi sarà corrotta , sparsa fuori, o in qualunque modo venga a mancare, il Parroco ne benedirà di nuova, secondo la formula del Rituale Romano, come si vede in questo Dizionario al Titolo Benedizione della Fonte fuori del Sabbato Santo

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IV. Ma se l' Acqua sia agghiacciata', procurerà che si liquefaccia: se poi sia gelata in parte soltanto, potrà riscaldare un po' di acqua naturale benedetta, e meschiarla colla battesimale in un Vaso a ciò destinato, e così intiepidita usarne per battezzare, onde non nuocere all' Infante. (Ritual. Rom. De materia Baptismi.),,

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BATTESIMO. Sua forma. I. Ella è espressa in queste parole: Ego te baptizo in nomine Patris, & Filii, & Spiritus Sancti, ed è necessaria; perciò in nessuna maniera è permesso mutarla ma si debbono pronunciare le medesime parole, in quel somedesimo tempo in cui si fa l' abluzione II. Il Prete latino deve usar sempre la forma

lo e

latina.

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III.,, Non potendosi poi in nessuna maniera iterare il Battesimo, così se si deve battezzare qualcuno sub conditione, si deve spiegare questa condizione in tal modo: Si non es baptizatus, ego te baptizo in nomine Patris &c. Non si può usare poi questa forma condizionale per ragioni leggiere, prudentemente, cioè quando, diligentemente investi

ma

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