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Questa terza edizione di un libro universalmente pregiato esce ricca di nuovi scritti non apparsi nell'edizione precedente dataci dal Lemonier nel 1862, e di un bel numero di note e postille che danno conto delle ultime novità filologiche ed archeologiche, le quali hanno relazione con ciò che l'A. dice nel testo. Fatto un paragone con quella edizione, questa può dirsi accresciuta di una terza parte, tante sono le notizie e i fatti nuovi che egli vi ha portati; il che non vuol essere tenuto come di poca importanza. Il Vannucci consacra quest'opera alla gioventù, e non poteva meglio consacrarla in un tempo in cui la gioventù, alienata dagli studi, e distratta dalle cose del giorno, ha bisogno di una voce autorevole e potente che la richiami se sviata, la conforti se abbandonata dell'animo, la consigli se incerta e perplessa, a stndi gravi e severi quali si convengono a figli di una libera nazione. Antiquam exquirite matrem ordinò agli antichi esuli di Ilio distrutta il Dio degli oracoli; e questa Tentenza ricorda il Vannucci a' giovani che vogliono onorare col senno e colle opere la madre loro, cui l'illustre storico e latinista celebra ne l'antica Roma in pagine quanto dotte ed erudite altrettanto nobi generose.

TORINO

ERMANNO LOESCHER, EDITORE

ROMA-FIREN

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PROPRIETÀ LETTERARIA

Torino

Stabilimento tipografico VINCENZO Bona.

PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE

Dirò due parole intorno al metodo da me seguito in questo lavoro. Essendo mio intendimento non solo di illustrare le Vite di Cornelio Nipote, ma di offrirne anche un'edizione che rispondesse agli ultimi risultati della critica dei testi, ho voluto tener conto di tutte quelle pubblicazioni, che mi parevano meglio servire allo scopo. In quanto al testo, se mi sono principalmente attenuto all'ottima edizione di Halm (Cornelii Nepotis quae supersunt. Apparatu critico adiecto, Lipsiae, 1881), cionullameno ho creduto opportuno scostarmene ogniqualvolta l'autorità dei codici, o i miei criterii scientifici, mi consigliavano diversamente. Alieno dalla troppa temerità, del pari che dalla soverchia prudenza di quelli che tolgono, aggiungono o modificano, quasi fossero cosa loro, i testi dei classici, oppure accettano per genuino ciò che è manifestamente riconosciuto per interpolazione o sgorbio di copisti, debbo confessare che nulla ho fatto se non mosso da ragioni oggettive e seriamente convincenti. Per l'ortografia, alla varietà, spesso contraddicentesi, dei codici e degli editori, ho preferito un metodo uniforme, giusta gli insegnamenti del Brambach (Die Neugestaltung der latein. Orthographie, Leipzig, 1868). Più largo sono stato nell'uso dei commenti, ricorrendo, secondo i casi, alla edizione di Nipperdey (Cornelius Nepos erklärt, Berlin, 1878), di Hinzpeter (Cornelius Nepos mit Anmerkungen und einem vollständigen Wörterbuche, Leipzig, 1880), di Monginot (Cornélius Népos, texte latin publié d'après les travaux les plus récents de la philologie avec un commentaire critique et explicatif et une introduction, Paris, 1882) e di quella recentissima di Gemss (Cornelius Nepos für den Schulgebrauch mit erklärenden Anmerkungen, Paderborn, 1884); ma, peraltro, sempre

colla mira che le note e, sulla fine, le inutili ripetizioni, non aumentassero di troppo il volume dello scritto. Se qua e là non ho trascurato di frammettere illustrazioni storiche, notando i luoghi in cui Cornelio o si scosta dalla opinione più generalmente accettata, o sbaglia addirittura, mi sono frequentemente fermato in osservazioni di lingua e di grammatica, sapendo che il presente lavoro era destinato alle scuole ginnasiali, dove importa sommamente di avvezzare per tempo la gioventù alla correttezza e precisione dello scrivere.

Savona, 10 maggio 1884.

GIACOMO CORTESE.

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE

Qualche cosa ho avuto da mutare in questa seconda edizione. che la buona accoglienza degli studiosi ha reso necessaria ben prima di quanto avrei potuto figurarmi. Il testo è più accuratamente riveduto, le note qua e là ridotte, le citazioni erudite tolte via in gran parte. Con ciò m'è parso che il volume, anche per la mole, meglio potesse rispondere al fine scolastico, cui è destinato. Giacchè le illustrazioni troppo ampie mentre distrag gono, da una parte, il giovane, o non gli lasciano campo ad esercitare il proprio acume ermeneutico, rendono, dall'altra, soverchiamente costosi i libri scolastici. Tale è l'avviso del solerte editore e di

Savona, 23 novembre 1888,

GIACOMO CORTESE.

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