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erette con nuovi nomi e le mura condotte attorno le borgate, che prima erano aperte (1). Nè lo spirito dell'antica indipendenza e ugualità fu spento affatto: covò sotto ceneri: e di qui la indocilità e mutabilità notissima de'baroni napoletani.

I Normanni trovarono nelle loro conquiste le instituzioni feudali soprapposte alle longobardiche in Capua e Salerno, il dispotismo de' prefetti soprapposto al municipio ostro-romano nelle città della Puglia e Calabria, nuove forme di repubblica a Napoli ed Amalfi; nella Sicilia poi rinvennero città a luogo a luogo tutto greche, o tutto italiane o saraceniche, o mescolate di que'varii elementi. In tanta disunione e disformità di parti il feudalismo diventava necessità. Pertanto ai municipii furono conservati gli antichi ordini e privilegi, con qualche aggravio di tributi e prestazioni (2); i Saraceni, lasciata loro molta parte di quel che possedevano, vennero obbligati al militare servigio (5): le campagne furono spartite tra feudatarii, non solo Normanni, ma d'Italia, di Francia, d'ogni sito, venturieri di professione (4).

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(1) Eo siquidem tempore rara in his regionibus castella habebantur.... usquequo Normanni in Italiam pervenerunt. Qui sibi omnia diripientes, castella ex villis ædificare cœperunt, quibus ex locorum vocabulis nomina indiderunt. Chron. Vulturn. p. 370 (R. I. S. t. I. p. II).

(2) Falcon. Benev. Chr. p. 102 (R. I. S. t. V).—Dipl. Reg. Rogerii, post. hist. liberat. Mess. p. 623 (R. I. S. t. VI). (3) Lupi Protosp. p. 47. G. Malat. IV. 17. III. 30. Landulph. Sen. Hist. Mediol. IV. 3.-Guil. Apuli, L. IV. 274. - Falcon. Benev. p. 112.

(4) Dum redit, hostiles vicos et castra subacta Donat militibus.... Guil. Apuli, L. III. p. 268— e vedi L'Yst, de li Norm.

Questa feudalità, stabilita nel regno di Napoli molto più tardi che in tutto il resto d'Italia, passò poscia, ognor più distendendosi, dalla campagna nelle città, e le sottomise; mentre per lo contrario in Lombardia i Comuni già rigogliosi assoggettavano alla città le signorie del contado.

Tali furono i mutamenti introdotti nel regno delle Due Sicilie dalla conquista de' Normanni!

IV. 26.- G. Malat. II. 29. III. 11. 20. IV. 15. - Falcon. Be

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CAPITOLO QUARTO

La milizia de' Comuni italiani.

A. 1154-1300.

I. Risorgimento de' Comuni e della loro milizia. I Comuni alle prese col Barbarossa. Battaglia di Legnano. II. Costituzione della milizia a piè de'Comuni. Il carroccio segno proprio di cosiffatta milizia. - Obbligazioni militari. Scompartimento della fanteria. Le compagnie d'arti e d'armi.

III. Mutazioni avvenute nella cavalleria. Costituzione della cavalleria de'Comuni. Perchè sia tutta nelle mani dei Grandi. Ordini e privilegi suoi.

IV. Maniere di trattare la guerra tra'Comuni. Che cosa fosse la gualdana, la cavalcata, l'oste e la taglia.- Esercizi militari. Fatto atroce di Ravenna.

V. A mostrare le particolarità dell' amministrazione della guerra presso a' Comuni si narrano gli ordini dei Fiorentini per la spedizione contro Siena. - Nomine degli officiali. Descrizione dell'esercito. Ordini presi rispetto alle vittovaglie, ai segnali, ed alla custodia del carroccio.

VI. Si trae fuori il carroccio e la martinella. Si fa la massa di tutti gli armati. Leggi e regolamenti militari. Disposizione della marcia. Vittoria e ritorno de' Fiorentini.

VII. Artificio de' nemici. Nuova spedizione. Disfatta di Monteaperti.

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