Immagini della pagina
PDF
ePub

gli ordini, si muovessero le schiere: de' 12 capitani altri lo seguisse in campo, altri si fermasse in città: accompagnassero il podestà eziandio alquanti de' suoi cavalieri e giudici e berrovieri, quelli per aiutarlo a sbrigare le faccende e definire le liti nel campo, questi per eseguirne i comandi.

Poscia dal suffragio unito de'capitani dell'esercito e degli anziani furono creati due capitani sopra i militi di cadun sesto, ed un gonfaloniere, due consiglieri e due costringitori tanto sopra i militi, quanto sopra i pavesai, gli arcatori ed i balestrieri pur di ogni sesto. L'ufficio dei costringitori era quello di tenere ben disposte le schiere, e stimolarle di dietro, affinchè mostrassero buona prova (1). Elessero altresì per ogni sesto il banderaio delle poste a regolare gli alloggiamenti, e per ogni due sesti il banderaio del mercato con due sollecitatori o coadiutori e un notaio, e il banderaio del guasto con un aiuto. Seguitarono dipoi le nomine de' quattro banderai de' maestri, cioè quel delle vanghe, quel delle seghe e scuri, quel de' picconi, e quello per le marre e pale. Quindi si creò il capitano e banderaio degli alloggi, e il vessillifero della salmeria con 12 costringitori. Poi vennero assegnati alquanti officiali con due camerlinghi e due notai sopra il governo delle pale e marre, sei sopra le balestre, tre sopra i palvesi, sette per far eleggere i vessilliferi del contado e vegliare alla custodia

(1) Infrascripti sunt electi et ordinati per capitaneos exercitus ad distringendum de retro milites, ut vadant stricte ad schieras.... e seguono a parte a parte i nomi di tutti gli officiali maggiori e minori a misura che vengono fatti, è quindi de'soldati, sesto per sesto. Libro di Montcaperti, ms.

degli accampamenti, due sopra il trasporto delle ruote, de' martelli, delle incudini e degli altri arnesi da fabbro, tre sopra le bestie da soma, sei con due notai sulle vittovaglie, e quattro pure con due notai sopra il saettamento.

Già erano stati deputati co'rispettivi nunzii alcuni cittadini sulla distribuzione del pane, e alquanti altri con titolo di domini e superstiti sopra ciascuna bandiera del mercato. Agli ufficiali del saettamento venne assegnato un mulo per portarne le tende; e due ne vennero assegnati a' fabbri, quattro al podestà, uno a' berrovieri, uno agli officiali sulla campana. Quattro servienti dovevano stare co' cittadini nominati a comprare il pane e trasportarlo dalla città negli alloggiamenti: altri di essi ebbero l'incarico d'insaccarlo, altri quello di riceverlo e distribuirlo alle schiere. Alquanti altri servienti dovevano star sottoposti a'cenni degli ufficiali del mercato. Eranvi ancora de' deputati sopra le scale e le macchine; dei commessarii in Colle e in altri luoghi a procurare le vittovaglie; de' magistrati a fare ed ampliare le vie; de'camerlenghi a maneggiare e custodire il denaro. Alla cura de' feriti e infermi erano stati eletti tre chirurghi, fra' quali uno anche medico (1).

Frattanto si lavorava a raccogliere l'esercito. Alcuni officiali designavano per ogni sesto i pavesai,

(1) Magister Rogerius medicus filius D. Berii de Ubriaco, electus est dicto die per duas partes capitaneorum exercitus suprad. in medicum ad curandum et videndum infirmos, qui febri vel alia ægritudine in exercitu gravarentur. Qui mag. Rogerius deputatus erat etiam et clectus in civit. Florentiæ medicus cum quibusdam aliis ad curandum illos, qui in exercitu vulnerarentur. Lib. di Monteap.

gli arcatori, i balestrieri. Due cittadini con un notaio ed un maliscalco rivedevano e notavano le persone e i cavalli de'militi. S'era a costoro assegnato certo stipendio per quattro mesi: ricevessero incontanente due mesate: avessero dritto a tutto il bottino oltre le emende de'destrieri morti o magagnati : de' prigioni facessero il proprio volere, vendendoli, serbandoli, cambiandoli col nemico, o cedendoli al Comune di Firenze per un prezzo stabilito. A simili patti si ordinò pure di assoldare 400 berrovieri o fanti di Modena e della Romagna, divisi per cinquantine, ciascuna sotto un conestabile e due capitani.

Del resto dentro la città erano state imposte le cavallate secondo gli averi: il destriero d'uomo impotente per età o malattia, stimato e descritto ch'esso fosse per pelo e per segno, consegnavasi al congiunto od a quell'altra persona atta alle armi, che veniva da quello offerta in suo cambio. Del resto qualunque suddito o cittadino tra i 15 e i 70 anni era stato convocato. Tranne caso di altro pubblico servigio o speciale esenzione, a chiunque fosse mancato sovrastava grave multa e pena ad arbitrio del podestà. Rispondeva del fuggiasco il Comune che il ricettava o non l'accusava: la casa, ove fosse rinvenuto, doveva atterrarsi, e il nome suo a perpetua infamia pubblicarsi in tutti i pubblici consigli, e nella messa solenne della prima domenica d'ogni mese. Di queste pene morali potentissime disponevano i Comuni nel medio evo!

Non lievi multe soprastavano altresì al notaio che usasse frode nella descrizione de'soldati; al cittadino che desse nome falso o rispondesse per altri; al mi

1

lite che vendesse, prestasse o trafugasse il destriero della cavallata impostagli.

Chi militava a cavallo doveva recar seco sella e coverta, usbergo, gambiere, cappello d'acciaio, lancia, e scudo o targa o tavolaccio all'inglese: il fante veniva armato di panciera o corazzina con maniche di ferro, cappello d'acciaio o bacinetto con gorgiera, lancia, scudo o tavolaccio grande. Ciascun pezzo mancante importava una multa (1). Non altrimenti per gli arcieri e balestrieri. Chi aveva l'imposta del balestro o partiva balestriere, ovvero pagava, se cittadino, 50 soldi, se del contado, 15. In egual modo potevano riscattarsi dall'imposta dell'arco, sborsando 45 soldi. Ma non per questo erano liberi: chè, se età o causa straordinaria non li salvava, militavano poi tutti fra' pedoni. Ne furono bensì dichiarati esenti tutti i mercanti della città e del contado descritti nel libro dell'arte, acciocchè tenessero ben fornito il mercato del campo ed a questo effetto i loro nomi vennero registrati a sesto a sesto.

Il contado e distretto somministrò in buon dato marraiuoli e guastatori, colla paga di 12 denari al di; i restanti uomini (tranne qualche cavallo imposto nei borghi principali) ebbero ordine chi di fermarvisi a guardia, chi di venire sia fare l'esercito od il mercato, sia a raccogliere e governare i palvesi. Si comandò nel medesimo tempo a tutte le pievi di formarsi un padiglione e un vessillo, ed eleggersi un capitano.

Erano esse 86, già da due lustri ordinate a leghe

(1) V. il Codicetto militare. Nota I. C.

o compagnie in modo, che l' una l'altra, e tutte insieme la città ad un cenno potessero soccorrere. Le compagnie poi dentro la città erano 20, unite a sesti, con proprii gonfalonieri e caporali: l'arme loro erano la scala, i nicchi, la ferza, il dragon verde, il carro, il toro, il leone rampante, s. Polinari, la vipera, l'aquila, il cavallo, il leone naturale, il leon rosso, il leon bianco, il leon d'oro, il dragon verde in campo d'oro, il leone azzurro, le chiavi, le ruote bianche e rosse, il vaio e rosso (1). L'insegna del mercato era vergata, quella della salmeria era bianca e dentrovi un mulo nero, quella de'guastatori bianca coi ribaldi in gualdana a giuocare. Marraiuoli e palaiuoli portavano dipinte marre e pale; e così palvesai e balestrieri l'arme loro in campi diversi (2).

Composto a questa guisa l'esercito, deputaronsi a guardia del carroccio otto cavalieri e trenta fanti per sesto, gli uni e gli altri sotto proprio gonfaloniere e costringitori. S'elessero altresì i quattro grulli che ne tenessero la fune, ed a'superstiti designati a custodirlo si diè facoltà di provvedersi d'un notaio, d'otto nunzii, d'otto maestri, di quattro paia di buoi dovunque li trovassero più belli, e di una tenda e di trabacche, e di bestie opportune a trasportarle. Nel fervore dell'amor patrio, il dubbio di una sconfitta era ignoto: epperò non mai in que' registri, che scrivevansi d'ora in ora, occorre menzione del carroccio o dell' esercito, senzachè l'abbondanza dell'affetto non vi aggiunga il titolo di vittorioso e potente. Le carte s'in(1) Malespini, Cron., c. 137.

(2) Ivi, c. 138.

2

« IndietroContinua »