Immagini della pagina
PDF
ePub

1

2

candosi a dimora presso gli antichi posseditori delle terre sotto il nome di ospiti, li sforzarono a dividere con essi le raccolte. Ma questa opinione sembra dilungarsi dal vero. Avvegnachè troviamo esempi di simile patto anche presso gli antichi Romani, e Catone col vocabolo di politoro partuarius significa e descrive il lavoratore nella. colonia parziaria. Vero è che in processo di tempo questo modo fu al tutto disusato quando la coltivazione dei Romani si faceva per affitti, e più universalmente era affidata agli schiavi; ma poichè venne meno il numero di questi, pare che da taluno si ripruovasse la mezzerìa. Ed è in questo proposito degnissima di menzione una lettera di Plinio diretta all'amico suo Paolino,3 nella quale dopo gravi querele che i suoi fittaiuoli non curavano di aumentare i debiti, comechè di molti ne avesse loro fatta remissione, ed anche rapivano e disperdevano ogni cosa, conclude nessun altro riparo veder egli a tanta ruina fuorchè sostituire alla locazione in denaro una partizione dei prodotti, e forse in quel tempo un sì fatto costume in qualche parte potè essere seguito. Le invasioni barbariche poi non ispensero giammai del tutto nè le consuetudini nè il diritto romano, i quali anzi si conservarono in alcuni comunali, e nelle borgate, abbenchè nella generalità dei luoghi prevalesse il diritto germanico. Ma allorquando le città cresciute d'industria e di potenza si vendicarono in libertà, ed affrontando nelle ròcche loro i feudatari dominatori delle campagne, li costrinsero a sobbarcarsi alle comuni leggi, quando si compiè universalmente la emancipazione dei servi da gleba, di nuovo allora fu istituito il sistema della mezzeria, siccome quello del quale duravano tuttavia le tra

IV. Sismodi, Histoire des républiques italiennes, CXXVI.

V. Catone, De Re Rustica, cap. 136 e 137.

Lib. IX, Epist. 37.

1

dizioni, e forse varii esempi, e che si parò innanzi come il più semplice ed il più acconcio alla piccola coltura. La mezzeria adunque rinacque insieme colla rinascente libertà, e fu originata da un sentimento di giustizia non disgiunto dal calcolo di utilità. Io verrò discorrendo i vantaggi di questo contratto, e mi sforzerò di risolvere le obbiezioni date dai contradittori. 2

In primo luogo è manifesto esservi un interesse sì nel proprietario che nel coltivatore di accrescere i prodotti perchè ambidue ne partecipano. Laonde è da credere che per questo impulso fortissimo e costante la produzione e la ricchezza si vengano moltiplicando. È manifesto ancora che, per la distribuzione che ne è fatta, rimanendo a ciascuno de' Soci una rilevante porzione della raccolta, non è favorito però alcuno di essi a preferenza dell' altro. E dove una famiglia di contadini sia bene appropriata al fondo, la metà della rendita è tale compenso non solo da soddisfare ai più stringenti bisogni della vita, ma da procacciarle altresì alcuna comodità. E notate che il lavoratore consuma le derrate del suo campo, e per quanto risguarda la propria sussistenza non dipende per alcun modo dal commercio: però se negli anni meno fertili è meno abbondantemente provveduto, non soffre per questo del variare dei prezzi e delle vicende del mercato. Laonde questa forma stessa di immediata consumazione si aggiunge alle altre utilità. E siccome nella piccola coltura un grandissimo numero di famiglie è impiegato nei campi, sicchè gli abitatori delle

1 V. i documenti pubblicati da C. F. von Rumhor, V. Capei, Origine della Mezzeria in Toscana. Alli dei Georgofili, vol. XIV, trim. 1.

'Fra quelli che scrissero della mezzeria sono da consultarsi principalmente De Gasparin, Sur le métayage. Lyon, 1832. Gino Capponi, Vantaggi e svantaggi della Mezzeria. - Atti dei Georgofili, vol. II, trim. 3, e vol. XII, trim. 3. Il primo di questi autori è più favorevole all'affitto, il secondo alla mezzeria.

campagne formano la massima parte della popolazione, così ne viene, essere sommamente commendevole questa specie di contratto che assicura il buonessere materiale al più degli uomini. Ma si dirà che la parte del padrone è piuttosto esigua se non a confronto dell' affitto, certo a confronto della gran coltura. Al che rispondiamo che la sorveglianza dei campi non toglie al proprietario di attender ad altre occupazioni e di fare in altre industrie guadagno. Anche dalla mezzeria sono da sperare miglioramenti all'agricoltura, perchè il padrone che dirige siccome più istrutto, agevolmente verrà in cognizione dei ritrovati delle scienze, e delle utili loro applicazioni, e sarà in istato di anticipare i capitali occorrenti a metterli in opera. Le quali cose, come abbiamo detto di sopra, molte volte difettano al piccolo fittaiuolo.

Nessun contratto poi a preferenza di questo giova al progresso intellettuale e morale sia della classe agricola, sia ancora dei proprietarii. I quali nelle rustiche faccende sono obbligati ad intrattenersi sovente col colono, ad usare con esso lui la persuasione, ad ammaestrarlo di utili precetti. E dall' assistere frequente ai suoi sforzi, e dallo scorgerne la buona volontà, pigliano disposizione a sostenerlo e a soccorrerlo negli infortuni. D'altra parte il lavoratore ben vede che dalla propria sollecitudine e dalla irreprensibile condotta dipende la continuazione e la perpetuità del contratto, laonde si rinfranca animoso nelle fatiche per la fiducia che i suoi figli gli succederanno nella coltivazione del fondo. Quindi si stringe fra le due classi una relazione pacifica e benevola di autorità senza violenza e di affettuosa soggezione. E da questo ordine di cose quanti beni non sono per ridondare a tutto lo Stato? Conciossiachè il proprietario ed il lavoratore, della pace e dell' ordine pubblico sono i più gelosi custoditori, e la generazione agricola robusta

per le svariate ma non soverchie fatiche, per l'abbondanza di sugoso nutrimento non disgiunta da sobrietà, offre all'uopo forti e coraggiosi difensori alla patria.

A questi beneficii nondimeno si reputa da alcuno opporsi gravi difficoltà. Dicesi che il proprietario non ha bastevole interesse ad applicare nuovi capitali alla coltivazione, nè il mezzaiuolo ad affaticarsi in maggiore e più sollecita opera, quando ambedue sanno di non ritrarre che la metà dei frutti da' miglioramenti per essi operati. Ma questa obbiezione, che è secondo vari scrittori fondamentale, a me sembra più apparente che vera. Ed infatti i miglioramenti richieggono l' anticipazione di certi capitali, ed inoltre la solerzia e la quantità maggiore nel lavoro; di sorta che l'aumento della produzione non è l'effetto di una sola delle cagioni accennate, ma di entrambe insieme cooperanti. Nè la quantità di capitale impiegata dal proprietario sarebbe stata sufficiente al fine ottenuto senza l'opera manuale del colono, nè l'opera di questo senza i capitali di quello. E l'uno e l'altro adunque dovranno riconoscere giusto che il prodotto venga diviso, e troveranno un aiuto all' industria anzichè un ostacolo in questa scambievole associazione dei loro mezzi.

Dicesi inoltre che ai progressi dell' agricoltura sono d' impedimento l' ignoranza ed i pregiudizi del contadino; e di ciò udiamo ogni giorno querela. La qual cosa ha una parte di vero, poichè da ogni innovazione rifugge a primo tratto il mezzaiuolo ausato alle pratiche degli antichi, che per abitudine e per riverenza reputa eccellenti. Ma se un accorto proprietario si sforzi di persuadere il lavoratore con acconcie ragioni, se gli mostri per mezzo di piccole esperienze i beneficii del nuovo ritrovato, io tengo per fermo che alla luce del vero ed alla prova dell' utilità non terrà il lavoratore lungo tempo chiusa la

mente. Per la qual cosa anzichè accusarlo di porre assoluto impedimento al progresso, parmi che si debba asserire più discretamente che ei vi pone indugi e difficoltà. Senzachè questa ritrosìa del villano molte volte pone un giusto freno al desiderio di novità, ed all' ardore di mutamenti che troppo veggiamo frequente in questo tempo. Ma chi oserebbe, o Signori, trovare nella mezzeria un insuperabile ostacolo al bene dell' agricoltura quando in pochi lustri la vedemmo ampliarsi di tante nuove pratiche, quando le nostre campagne all' ammirato straniero danno vista di fiorenti giardini? Non ebbe forse la regola delle terre da canepa recentissimi perfezionamenti ? Non abbiamo veduto a dì nostri rinnovellarsi l'industria del governo dei bachi da seta, che era quasi interamente perduta ? E l' estensione dei prati artificiali, e la più solerte cura del bestiame, non sono effetto delle parole e dei consigli di molti fra voi medesimi che mi sedete qui intorno? Se il progresso adunque non sarà nella mezzeria molto rapido, sarà però più sicuro e più stabile, tale insomma quale si può efficacemente desiderare nella pratica.

Una terza difficoltà si ritrova nel pericolo che il contadino nella divisione dei prodotti fraudi il padrone di alcuna sua parte. Ma qual sistema vi fu mai dove l' umana malizia non potesse recare i suoi danni? Vedete il giornaliero fare la più breve e trascurata opera ch'ei può, e quasi compiacersi che le imprese dell' intraprenditore tornino a vuoto; vedete il fittaiuolo guastare ed impoverire i poderi che alla sua fede si consegnarono. Nondimeno, per quanto le umane cose possano accostarsi alla perfezione, saranno evitabili gli abusi e le rapine del mezzaiuolo per molti mezzi: la buona scelta della famiglia appropriata al podere, affinchè dalla porzione dei prodotti che gli appartiene riceva comoda sussistenza: la sorveglianza

« IndietroContinua »