Giornale napoletano di filosofia e lettere, scienze morali e politiche, Volume 7

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Francesco Fiorentino
1878
 

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Pagina 178 - Là su di sopra, in la vita serena» rispuos'io lui, «mi smarrì' in una valle, avanti che l'età mia fosse piena. Pur ier mattina le volsi le spalle: questi m'apparve, tornand'io in quella, e reducemi a ca per questo calle.» Ed elli a me: «Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto, se ben m'accorsi nella vita bella; e s'io non fossi sì per tempo morto, veggendo il ciclo a te così benigno, dato t'avrei all'opera conforto.
Pagina 20 - Anche negaro i fati La giovanezza. Ahi come, Come passata sei, Cara compagna dell'età mia nova, Mia lacrimata speme! Questo é quel mondo? questi I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi Onde cotanto ragionammo insieme?
Pagina 186 - La cara e buona imagine paterna Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora M'insegnavate come Tuom s'eterna: E quant' io l' abbo in grado, mentre io vivo Convien che nella mia lingua si scerna.
Pagina 181 - Et in hoc non solum plebeia dementai intentio, sed famosos quamplures viros hoc tenuisse comperimus: puta Guittonem Aretinum, qui nunquam se ad curiale vulgare direxit, Bonagiuntam Lucensem, Gallum Pisanum, Minum Mocatum Senensem, Brunectum Florentinum: quorum dieta, si rimari vacaverit, non curialia sed municipalia tantum invenientur.
Pagina 181 - Non vo' però che a' tuoi vicini invidie, Poscia che s'infutura la tua vita Via più là che il punir di lor perfidie.
Pagina 4 - ... sì grande stima, che avendo in un contratto fatto per lui errato, e per quello essendo stato accusato di falsità, volle avanti esser condannato per falsario, che egli volesse confessare d...
Pagina 184 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Pagina 197 - Quella che giva intorno, era più molta, E quella men, che giaceva al tormento, Ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion d' un cader lento Piovean di fuoco dilatate falde, Come di neve in alpe senza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde D...
Pagina 174 - La cagione per che questo libro è fatto si è cotale, che questo Brunetto Latino, per cagione della guerra la...
Pagina 196 - Ciò che narrate di mio corso, scrivo. E serbolo a chiosar con altro testo A donna che il saprà, s' a lei arrivo. Tanto vogl' io che vi sia manifesto, Pur che mia coscienza non mi garra, Che alla fortuna, come vuoi, son presto.

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