Torquato TassoSante Pozzato, 1880 - 493 pagine |
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Brani popolari
Pagina 44 - La meretrice, che mai dall' ospizio Di Cesare non torse gli occhi putti Morte comune, e delle corti vizio, Infiammò contra me gli animi tutti, E g1' infiammati infiammar si Augusto, Che i lieti onor tornare in tristi lutti.
Pagina 300 - sono Ciò che pregio e valore il mondo appella. La fama che invaghisce a un dolce suono Voi, superbi mortali, e par si bella, È un eco, un sogno, anzi del sogno un'ombra Ch' ad ogni vento si dilegua e sgombra. xiv, 63.
Pagina 103 - lodata da' medici, più che d'alcun'altra parte di Roma, ma quasi per cominciare da questo luogo eminente, e con la conversazione di questi divoti padri, la mia conversazione in cielo. Pregate Iddio per me ; e siate sicuro, che sì come
Pagina 296 - Della virtù riposto è il nostro bene. Chi non gela, e non suda, e non s'estolle Dalle vie del piacer, là non perviene. Or vorrai tu lungi dall'alte cime Giacer, quasi tra valli augel sublime? T'alzò natura inverso il ciel la fronte, E ti
Pagina 103 - Che dirà il mio signor Antonio , quando udrà la morte del suo Tasso ? E per mio avviso non tarderà molto la novella ; perchè io mi sento al fine della mia vita, non essendosi potuto trovar mai rimedio a questa mia- fastidiosa indisposizione,
Pagina 297 - Muoiono le città, muoiono i regni; Copre i fasti e le pompe arena ed erba; E l'uom d'esser mortai par che si sdegni Oh nostra mente cupida e superba! xv, 20.
Pagina 116 - l'aria è lodata da' medici, più che d'alcun' altra parte di Roma, ma quasi per cominciare da questo luogo eminente, e con la conversazione di questi divoti padri, la mia conversazione in cielo
Pagina 423 - La magnificenza agevolmente degenera in gonfiezza. Per non incorrere nel vizio del gonfio, schivi il magnifico dicitore certe minute diligenze; come di fare che membro a membro corrisponda, verbo a verbo, nome a nome; e non solo in quanto al numero, ma in quanto al senso. — Schivi gli antiteti....
Pagina 434 - o sfrondarle, ma forsi per soverchia voglia d'acquistarne altre. se non eguali se non simili, tali almeno che fossero per conservare lungamente il verde, senza temere (userò le vostre metafore) il gelo de la morte. Questo è stato il fine de le mie lunghe vigilie, il quale s'io conseguirò, terrò
Pagina 103 - ho amato ed onorato sempre nella presente vita, così farò per voi nell' altra più vera, ciò che alla non finta ma verace carità s'appartiene. Ed alla Divina grazia raccomando voi e me stesso. Di Roma, in Santo Onofrio.