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PREFAZIONE

Profonda innovazione è avvenuta ai di nostri nel modo di considerare e di studiare i fatti grammaticali. Lo studio grammaticale del Greco e del Latino s' è ormai affermato come una scienza a sè facente parte di quel gran ciclo scientifico che à per oggetto l'antichità. Naturalmente mutò anche il metodo d' investigazione ed all' antico empirismo, ch'era in V0ga quando si studiavano quelle due lingue solo come meZZ0 alla c0noscenza degli scrittori, s'è Ora sostituito uno studio eminentemente critico e storico-analitico. La critica storica è la caratteristica del secolo nostro, e follia sarebbe il sottrarsele. Questa rimnovazione avvenuta negli studi linguistici in genere e negli studi grammaticali in specie, s' accompagnò ad altra rinnovazione più vasta e più complessa, una rinnovazione filosofica e storica.

I nuovi principi evoluzionistici allargaromo gli oriZZOnti alla scienza. 0gni lingua è un organismo soggetto alla legge di evoluzione, ma che pur trasformandosi conserva alcumchè di fisso, di costante che me costituisce la caratteristica, l' individualità. Cosi è della lingua Latina; quindi w' à uma « grammatica generale » che studia la lingua Latina in tutta la sua estensione locale e temporale, melle cose sue più costanti e più caratteristiche; e accanto a questa uma « grammatica speciale », che studia cioè 0 speciali periodi della lingua, o singoli autori. E la grammatica speciale è necessaria preparazione alla generale; poichè non tutto il materiale fometico, morfologico, simtattico e lessicale di una lingua può raccogliersi in uma grammatica generale; e quello che qui appare soltanto in iscorcio, nella grammatica speciale è più largamente esaminato, e trattato più specialmente. Sol quando risulti da tutta una serie di lavori parziali riferentisi a singoli autori di età diverse, allora soltanto la gemesi evolutiva della lingua sarà chiaramente veduta e legittimamente fissata.

Come la storia de' popoli si rinnova, s'accresce, si trasforma Ogni giorno, illuminata dalle storie speciali delle singole città e provincie, dallo studio diligente e acuto delle loro istituzioni attravers0 i secoli, e anche dalle semplici biografie; cosi la storia di una lingua riceve vivissima luce dai lavori speciali fatti sui singoli dialetti, sulle diversè parti dell' organismo grammaticale, sulla storia delle parole, sui singoli scrittori. I lavori speciali sono così complemento indispensabile delle opere d' insieme. Nella grammatica latina, specialmente mella sintassi, mon pochi punti sono amcora oscuri, e molte quistioni già accennate melle grammatiche elementari yogliono essere studiate um po' più dappress). La conOscenza dell' uso degli scrittori latini è spesso superficiale e gemerica; la storia di quest' uso, le sue variazioni cronologiche, non furono oggetto di ricerche troppo attive e profonde da parte dei grammatici. Occorrono amcora molte e molto minuziose ricerche fatte com intelligenza e metOdo per giungere alla completa comoscemZa dell'Orgamismo linguistico grammaticale latimo. Tuttavia in questi ultimi tempi molti valorosi attesero con intelletto ed amore a siffatti lavori speciali, e ne è ricca la letteratura grammaticale 0dierna di tutte le nazioni. I nomi principali sono moti, mè comviene ch'io qui li ricordi. Basti il dire in generale che lo studio della grammatica speciale s' è straordinariamente sviluppato in questi ultimi anni; e la sua importamza chiaramente appare a chi consideri il posto ch' esso occupa negli studi comtemporamei. Di ogni scrittore eruditi d'ogni paese àmno dato ediziomi accuratissime, rispondenti alle severe esigenze dei tempi, àmmo studiato la lingua, la metrica, lo stile, l' importanza letteraria e storica: e tutte queste cose, ed altre, furomo argomento di mumerosissime dissertazioni, di cui va specialmente ricca e lodata la dotta Germania. Questo muovo indiriZZ0, che pervade oggidi tutto lo scibile umano, presenta um inconveniente, quello cioè di frammentare troppo gli studi grammaticali che d' ora inmanzi dovramno limitarsi a ristretti periodi di tempo, a singoli autori, amche a singoli problemi. Ma tale sconvenienza, se così è lecito dirla, oltrechè essere transitoria, è compensata ad usura dai vantaggi numerosi che il nuovo metodo adduce. Poichè non ci deve star a cura di far lungo cammino, ma cammimo sicuro. Che importa se um edificio venga su a poco a poco, purchè salde siano le fondamenta, e robuste le mura? Tale studio fatto con tal metodo più esatto e più razionale ci riserba forse gradite sorprese per l' avvenire. Di più s' è vero che la divisione del lavoro comduce ad opera perfetta, non si dove tuttavia dimenticare in siffatti studi ch' essa non avrebbe più valore quando si perdesse di vista l'unità di concetto dell' opera stessa; ed inoltre conviene qui pur sempre aver presente uma sentenza di C. Thurot: « Quand om fait des recherches historiques sur des faits du langage, on n' opère que sur des monuments écrits, qui ne représentent jamais que très-incomplètement l' usage du temps où ils ont été écrits: car chacum me parle et m' écrit qu' avec ume petite partie des mots et des tours que l' usage autorise ». (Revue critique 1872, p. 11). Fra gli scrittori latini non v' à chi sia stato più studiato, già fim dal remoto Medio Evo, di C. Sallustio. S' è fatta e si accresce ogni giorno uma vera biblioteca sulle opere e sulla vita di lui. Cosicchè chi s' occupi di questo scrittore prova difficoltà grandi a raccapezzarsi ed a temer dietro a tutti quegli scritti su tutti gli svariati punti che si pigliano ad esamimare. Nessumo poi à ancora messo ordine in questo campo, esaminando e fondendo in um tutto omogeneo ed originale i risultati più importanti delle ricerche speciali (1). Fu, è vero, pubblicato um lavoro simtetico « De Sermone Sallustiano » di I,. Constans (Lutetiae Parisiorum 1880). Ma esso non è tale che appaghi oggidi. Dalla sua pubblicazione s0m0 corsi ormai 16 amni, e molte lacume esso presenta: nuOvi problemi sono stati discussi di cui non vi si fa parola; tale quello dell' elemento volgare mella lingua di Sallustio: altri furono ristudiati più profondamente. Molte lacume di quel lavoro furono rilevate dai critici ch' esso ebbe, fra gli altri dal Riemam (in « Revue critique » del 1881). I critici tedeschi dal canto loro àm rilovato, alcuni con amare parole, che l' opera del Constans è in non piccola parte una raccolta ed uma traduzione in latino di monografie staccate e di autori diversi: cosicchè manca di omogeneità, di unitâ e cade in contraddizioni. Nè l' Ordine del Constans m'è parso il più opportuno; e cose che

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(1) L' enumerazione di tali dissertazioni sallustiane, più o meno ampie, publicate o separatamente, o in programmi, o in riviste di filologia, sarebbe cosa infinita. Fra esse ve n' à delle ottime, delle buone, e, come in ogni cosa, delle leggiere e di quelle il eui valore è affatto negativo. Di quelle che ò avuto tra mano darò nota in ogni singolo capitolo della trattazione, « est enim benignum et plenum ingenui pudoris fateri per quos profeceris » (Plin. H. N. I, praef.).

Ma oltre i lavori speciali relativi a Sallustio, m'è accaduto di consultare pure altri estranei, ma opportuni assai. Tali « De M. P. Catonis vita, operibus, lingua » di G. Cortese; « L'arcaismo in Tacito » di L. Valmaggi; la « Taci teische Formenlehre » di C. Sirker; la « Grammaire et style de Tacite » di J. Gantrelle: « Études sur la langue et la Grammaire de T. Live » di 0. Riemann; « la Latinité de S. Jérome » di H. Goelzer; « le latin de Grégoire de Tours » di M. Bonnet; ecc.

amdrebbero recisamente distinte, vi sono confuse. Queste considerazioni ed il vivissimo amore ch'io porto allo storico Latino, mi ànno indott0 a questo lavoro : le lacune ed imperfezioni del quale warrà, spero, a scusare l'esser questa la mia prima prova. Quanto alla divisione ed alle basi del laworo, dopo aver parlato, in uno studio introduttivo, dell' importanza dello studio di Sallustio mella grammatica latina, e del duplice elemento, arcaico e volgare, c0stituente gram parte della lingua Sallustiana, dividerò la Grammatica in questo modo: Fometica, Morfologia, Lessico, Sintassi, Stile. Di edizioni Sallustiane ò consultato quella del Burnouf, del Dietsch (1859), del Kritz, del Constans, dello Jordam, di Jacobs-Wirz, del Lallier e Antoine, del Maurenbrecher, e la nostra del Ramorino. Per le Storie le citazioni sono fatte secondo il Maurembrecher.

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