Histoire de la littérature italienne contemporaine

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A. Durand et P. Lauriel, 1870 - 511 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 183 - L'homme n'est qu'un roseau, le plus faible de la nature, mais c'est un roseau pensant.
Pagina 221 - Tu che angusta a' tuoi figli parevi, Tu che in pace nutrirli non sai, Fatai terra, gli estrani ricevi ; Tal giudizio comincia per te. Un nemico che offeso non hai, A tue mense insultando s'asside; Degli stolti le spoglie divide ; Toglie il brando di mano a
Pagina 168 - Per noi prega, o regina de' mesti, Che il possiamo in sua gloria veder ; Che i dolori, onde il secolo atroce Fa de' boni più tristo l'esiglio, Misti al santo patir del tuo Figlio, Ci sian pegno d'eterno goder.
Pagina 209 - Noi leggevamo un giorno per diletto Di Lancialotto, come amor lo strinse; Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Pagina 164 - Oh quante volte, al tacito morir d'un giorno inerte, chinati i rai fulminei, le braccia al sen conserte, stette, e dei di che furono l'assalse il sovvenir! E ripensò le mobili tende, ei percossi valli, e il lampo de' manipoli, e l'onda dei cavalli, e il concitato imperio, e il celere ubbidir.
Pagina 178 - L'espace d'au-delà m'en devient plus immense, Et le calme profond et l'infini silence Me sont comme un abîme ; et mon cœur bien souvent En frissonne tout bas. Puis, comme aussi le vent Fait bruit dans le feuillage, à mon gré je ramène Ce lointain de silence à...
Pagina 162 - Ei fu. Siccome immobile, dato il mortai sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, cosi percossa, attonita la terra al nunzio sta...
Pagina 221 - Perché tutti sul pesto cammino Dalle case, dai campi accorrete? Ognun chiede con ansia al vicino, Che gioconda novella recò? Donde ei venga, infelici, il sapete, E sperate che gioia favelli? I fratelli hanno ucciso i fratelli; Questa orrenda novella vi do. Odo intorno festevoli gridi; S'orna il tempio, e risona del canto; Già s'innalzan dai cori omicidi Grazie ed inni che abbomina il ciel.
Pagina 200 - E quei che fean dell'itale trombe sentir lo squillo là sulla Raab, soldati del tricolor vessillo, che a tener fronte, a vincere correan, per tutto usati l'austro, il boemo, l'unghero cacciar dinanzi a sé, 728 dove son ei ? Già l'inclita destra omicida è polve? tutte virtù l'argilla del cimitero involve? o de...
Pagina 182 - Parlando, apertamente, e di sue cose Fa stima al vero uguale. Magnanimo animale Non credo io già, ma stolto, Quel che nato a perir, nutrito in pene, Dice, a goder son fatto...

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