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DARGHENE QUATRO, Dar delle busse, Percuotere - Gli ho dato le busse ; L'ho bastonato; L'ho sculacciato.

DIRGHENE QUATRO, Dire un carro di villanie; Dare una canata; Fare un bel rabbuffo; Cantare un vespro, Strapazzare, Rimproverare.

DIVIDER IN QUATRO, Quadripartire; e quindi Quadripartito e Quadripartizione.

E QUATRO! Alle ore 5 si cuoce il pane, Dicesi per impazienza in proverbio di Chi non intende alla prima.

GUADAGNAR STI QUATRO, Non guadagnar acqua da lavarsi le mani, Non guadagnar niente.

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NON DIR QUATRO SE NO L'È IN TEL SACO, Non dir quattro se tu non l'hai nel sacco, cioè Non far capitale d' una cosa, se tu non l'hai in tua balia.

RADOPIAR PER QUATRO, Quadruplicare, Moltiplicar per quattro.

VEGNIR ZO LE PERLE DAI OCHI A QUATRO A QUATRO, V. PERLA, QUATROCENTISTA, s. m. Quattrocentista, Nome che si dà agli Autori del quattrocento, cioè del secolo XV, dall' anno 1400 al 1500. E dicesi anche a Colui che scriva italianamente nello stile comunemente praticato nel secolo XIV.

QUATRÒCHI, s. m. T. de' Pesc. Raia o Razza Occhiata, detta ancora italianamente Quattrocchi o Razza Quattrocchi. Pesce di mare del genere delle Razze, detto da Linn. Raia Miraletus; il quale per avere ciascun' ala vicino al dorso marcata da una macchia nera rotonda a guisa d'occhio, fu detto QUATROCHI, ed è pesce mangiabile. QUATROCHI, 8. in. T. de' Cacciatori valligiani, detto ancora CAMPANATO, Specie d' Anatra selvatica, detta in Toscana Canone o Quattrocchi o Domenicano maschio, che da' Sistematici si chiama Anas clangula mas. Il maschio dicesi Quattrocchi a cagione d'una macchia bianca che ha fra gli occhi e la bocca.

La Femmina di questa specie è da noi detta CAMPANATO O CAMPANELA, e non ha la macchia bianca, ma la testa, il collo e il di sopra del corpo, sono scuri e il di sotto bianco. Chiamasi anche questa cogli stessi nomi toscani e sistematici. V. CAMPANATO. QUAZÒ, Quaggiù o Qua giù e Quaggiuso o Costaggiù, In questo luogo abbasso. QUELO, Quello o Quegli, Pronome.

ESSER A QUELA, Essere a quel caso o nel

caso.

I M'HA FERMÀ CO QUELA, Mi fermarono con tutta questa bella ragione, detto ironic. e vale Senza ragione.

IN QUELO O IN QUELA, In quella ; In quello; In quello che; In quella che; In quel tanto; In quel mentre, In quel punto. Mi son proprio quelo, Io son dess' io.

No STAR NE PER QUELO NE PER QUEL ALTRO, Dare in quel mezzo, Parlandosi di giudicare.

SEMO SEMPRE A QUELA, L'è sempre quella bel'a, Dettato venuto da un Cieco che non

sapeva cantare che una sola canzone, cui si diceva Quella bela.

STAR SU QUELA, Stare in sulle stoccate, Con sottigliezza ne' suoi vantaggi. Esser o Tener inteso l'occhio o la mente al guadagno; Star sul puntiglio o in sul punto ; Stare alle volte, Stare attento alle congiunture Star sull'avviso o sull' intesa, vale Star avvertito, Far diligenza per aver notizie.

QUEL DA BIANCO V. MERCANTE DA BIANCO. QUEL DAI AGHI, Spillettaio; Agoraio, Quel che fa o vende spilletti od aghi. QUEL DAI BAULI, V. BOLZER. QUEL DAI BOTONI, Boltonaio.

QUEL DAI BRAGHIERI, Brachieraio. V. NORCIN

QUEL DAI BRUSCHINI, Setolinaio. V. BRUSCHIN.

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QUEL DAI DRAPI, Drappiere; Setaiuolo, Quel che vende stoffe e drappi di seta. QUEL DAI FERALI, Lanternaio; Lampadaio, L'artefice che fa lanterne Lumaio, dicesi a Quello ch'è preposto ad accendere i fanali pubblici.

QUEL DAI FOLI, Manticiaro. QUEL DAI GOTI, Bicchieraio; Vetraio. QUEL DAI GUANTI, Guantaio. V. MUSCHIER. QUEL DAI LUNARI, Lunarista. QUEL DAI ORGANI, Organaio. QUEL DAI OSEI, Mercante d'uccelli, Quello che compra, alleva e vende uccelli. QUEL DAI PETINI, Pettinagnolo.

QUEL DAI PIATI E MAGIOLICHE, Stovigliaio; Vagellaio; Vasellaio.

QUEL DAI REMESsi, V. Remesser. QUEL DAI SANTI, Venditore di Santi e Stampe.

QUEL DAI SOLFARI E LESCA, Escaiuolo. QUEL DAI STORTI, Cialdonaio, V. STORTO. QUEL DAI VELI, Velettaio.

QUEL DAL BOTIRO, Burraio.

QUEL DA LE AQUE, Caffettiere; Acquacedrataio, Chi vende bevande di caffè, acque di cedro e simili Diacciatina e Diacciatino chiamasi Colui che vende nei teatri i suoi rinfreschi, perchè va attorno gridando Diacciallina, Signori. Dicesi anche Sorbettiere.

Quel da le azze, Refaiuolo,

QUEL DA LE BAGATELE, V. BAGATELE. QUEL DA LE BALANZE, V. BALANZÈR. QUEL DA LE BALE, Pallaio, Chi vende palle da giuoco.

QUEL DA LE BARETE, Berrettaio.

Quel da le brie, Frenaio o Brigliaio. QUEL DA LE CALZE, Calzettaio, Chi lavora di calzette e le racconcia.

QUEL DA LE CORDÈLE, Nastraio e Fellucciaio, Quel che vende fettucce.

QUEL DA LE COVERTE, Celonaio, Facitor di celoni.

QUEL DA LE FIGURINE, Ceroplasta. V. Fi

GURISTA.

QUEL DA LE GALANTERIE, Chincagliere. V. GALANTABIOTO.

QUEL DA LE MODE, V. MODISTA e BARETIN. Quel da le ombRELE, Ombrellaio e Ombrelliere.

Quel da le ostREGHE, Ostricaio, Pescatore o Venditor di ostriche.

QUEL DA LE PELE, Cuoiuio o Coiaio, Venditore di cuoi.

Quel da le roste, Bruciataio, Chi vende castagne arrostite.

QUEL DA LE SCOazze, Letamaiuolo e Paladino. V. Scoazzer.

QUEL DA LE VERIGOLE, Succhiellinaio e Succhiellaio, Chi vende succhielli.

QUEL DA L'INGIostro, Maestro di far inchiostro.

QUEL DA L'ISTORIE, Storiaio, Quel che vende leggende ed almanacchi.

QUEL DAL LOTO, Ricevitore del lotto.
QUEL DA L'OGIO, Oliandolo o Ogliaro.
QUEL DA L'ORO, Mercante da oro.

QUEL DAL SABIÒN, Renaiuolo, Quel che gira per la Città vendendo rena per l'uso domestico.

QUEL DAL TABACO, Tabaccaio e Tabacchino, Venditore di tabacco a minuto.

QUEL CH'È STA È STA, Quel che fu fu; Ogni trista memoria ormai si taccia. QUEL CHE NON È. V. CHE NON È. VE SALUDO QUEL zovene, V. ZOVENE.

QUEL DA L'ACQUA FRESCA, Acqua frescaio, QUERELA, s. f. Voce latina ch'era usata Venditor d'acqua fresca.

QUEL DA L'AMITO, Amidoniere.

QUEL DA LA CARBONINA, Bracieraio, Venditor di brace e piccoli carboni — Carbonaio, Venditor di carbonigia, cioè di carbone minuto.

QUEL DA LA LATE, Lattaio, dicesi s'è Uomo che venda latte; Lattivendola alla femmina.

QUEL DA LA MALVASIA, Grecaiuolo, Chi vende vino greco ed altri liquori. Vinaio o Vinaiuolo, Chi vende vino.

QUEL DA LA PAGIA, Pagliaiuolo, Chi tien paglia da vendere.

nel Foro ex-Veneto. QUERELA in genere dicevasi un Reclamo straordinario contro qualche atto o qualche sentenza.

LA QUERELA A L'AUDITOR VECHIO, indicava l'accusa d'inofficiosità d'un testamento.

Si dava una QUERELA nell' Uffizio dell'Avvogaria, quando accusavasi di falso materiale un documento pubblico o privato. Per QUERELA AL PIOVEGO, indicavasi un'Accusa di lesione o sia d'un Contratto feneratizio.

Si presentava finalmente QUERELA AL

SINDICO per Accusa di disordine contro un giudicato d'appello.

QUERZER, v. Coprire, Idiotismo affatto contadinesco. V. COVERZER. QUESTO, Questo e Questi.

IN QUESTO, In questa; In questo; In questo slante; In questo che.

O QUESTO O GNENTE, O vuo' questo o vuo’ delle pere, Prov. cioè Se tu non vuo'questo, tu non avrai nè questo nè quello.

SABO QUESTO; VENERE QUESTO, Sabbato o Venerdì prossimo venturo.

PER QUESTO, vuol anche dire In quanto a ciò ovv. Quanto a ciò o a questo. QUESTUÀR, v. Accettare; Andare all' accatta; Pitoccare; Limosinare. Dicesi anche Questuare, ma è voce nuova. QUETANZA, 8. f. Quietanza o Quitanza, Cessione delle proprie ragioni. Acquiescenza vale Appagamento.

QUETAR O QUIETAR, V. Quietare o Quetare, Sedere, Fermare il moto.

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QUIETARSE SORA DE QUALCUN, Acquiescere, verbo n. Appagarsi e propr. Stare al detto altrui, acquietarsi per via di persuasione Dormire cogli occhi altrui, vale Riposarsi e Quietarsi d'alcuna cosa in sul sapere e sulla diligenza altrui. Mettere il capo in grembo ad alcuno ME QUIETO SORA DE VU, Acquiesco sulle vostre persuasioni; M' appago sulle ragioni che m'adducete.

QUETEZZA, s. f. Chetezza; Silenzio.

QUETEZZA, dicesi per Compostezza ; Proprietà, Buon contegno Così pure per

-

Mansuetudine, Temperanza contro l'impeto dell'ira.

QUETIN, add. Voce vezzeggiativa, Fermino, dim. di Fermo, ed usasi per lo più accompagnato al verbo Stare, dicesi dei Fanciullini. Star fermino; Star quieto come l'olio..

FAR LE QUETINE, Far le Marie, cioè Fingere la semplicità e la devozione, Far le lu stre.

QUETO, add. Quieto; Cheto e Queto, Che non si muove e che tace. Scherzevolmente fu detto anche Chiotto,

OMO QUETO, Uomo di buona pasta ; Di benigna e buona natura, placido.

CO LE QUETE, Modo avv. A cheto; Di cheto; Cheto com'olio; Chetamente ; Quietamente; Adagio – ANDAR CO LE QUETE, Andar per la piana ·

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Far le cose a che

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Co l'è sta al quia, Quando si fu al punto, al momento, al proposito.

TORNAR AL QUIA, V. TORNAK A PROPOSITO. QUIABITA O CUI ABITA, S. m. Idiotismo, con cui viene indicato il noto salmo che comincia Qui habitat in adiutorio Allissimi etc. Salmo che vien talvolta recitato da qualche persona pia per trovar le cose perdute.

QUIESSENTE, s. m. Acquiescente o Quiescente, Voci da noi conosciute dopo il Governo Austriaco e valgono Impiegato posto per riforma fuori di servizio attuale, ma ritenuto in paga e non ancora pensionato. QUIESSENZA, s. f. Quiescenza, si dice in termine di pratica amministrativa, allo Stato del Quiescente.

SOLDO DE QUIESSENZA, dicesi a Quello che la generosità del presente umanissimo Governo Austriaco paga mensualmente al Quiescente cioè il solito salario, benchè non sia in esercizio. V. QUIESSENTE. QUIETE, e QUETE, s. f. Quiete ; Quietazione, Riposo, Calma.

CON QUIETE, A posať animo ; Con calma di spirito.

NOL ME LASSA MAI IN QUETE, Non mi lascia mai pigliar sosta ; Mai non rifina di tormentarmi.

QUINCI E QUINDI. STAR SUL QUINCI E QUINDI. V. STAR.

QUİNDESE, Quindici, Voce numerale. V. DA QUINDESE.

QUINDESE vale talvolta appo noi per Quindecimo o Decimo quinto e Quindicesimo. Spazio de QuinDES'ANI, Quindennio. UN FALO CONTA quindese, V. FaLO. QUINTA, s f. Scena, Que'pezzi di Scenario, che si fanno avanzare e retrocedere dai due lati del Teatro in ogni cambiamento di

scena.

Quinta, T. del gioco del Picchetto. Sequenza di cinque carte dello stesso seme, che conta quindici punti. QUINTÀL, s. m. Quintale, chiamasi ora in commercio Un peso di dieci rabbi, cioè di cento libbre metriche, corrispondenti a libbre grosse Venete 209 once 8. V. RUBO. QUINTANA, 8. f. Voce ant. Chintanu o Quintana, dicevasi ad un Uomo di legno ove andavano a ferire i giostratori. Ferire o Colpire in quintana.

Leggesi in un Capitolo antico, Voria che LE MUGIER FOSSE QUINTANE DE FURFANTI, de

LADRI E DE FALII, Vorrei che le mogli fossero ferite in chintana dai furfanti, dai ladri e dai falliti, vale a dire Che fossero prostituite agli uomini più scellerati. QUINTELO (coll' e larga) 8. m. detto già sotto l'ex Governo Veneto dalla voce latina barb. Quintellum, registrata anche dal DuCange. Era una Gravezza o Tazza proporzionale, che si pagava alla cassa pubblica dalle successioni alle eredità. La legge Veneta 26 novembre 1346 posta nello Statuto spiega che Quintello significa il quinto della quinta parte, o sia il quattro per cento. Ora si chiama Tassa del registro per eredità. QUINTERNÈTO, s. m. Quadernetto, Cinque fogli di carta messi l'un nell'altro. QUINTERNO, s. m. T. de ’Cartai, Quaderno di fogli o Quinterno, Dicesi di venticinque fogli messi l'uno nell'altro senza cucire. QUINTESSENZA, s. f. Quintessenza o Quinta essenza, detta anche dal Boccaccio Essenzia quinta, L'estratto più puro delle cose. La quntiessenza di scorze di cedro. La quintessenza d'una lingua. La quintessenza degli uomini - Cercare la quintessenza d'alcuna cosa, vale Volerne sapere a fondo e quanto se ne può sapere. QUINTIGLIO, s. m. Specie di tresette giuocato in cinque persone. V. ZoGÀR A QUINTI

GLIO.

QUI PRO QUO, Qui pro quo, Voci dell'uso, e vale Sbaglio, Errore d'una cosa per l'al

tra.

TOR UN QUI PRO QUO, Prender lucciole per lanterne, Prendere in fallo; Equivocare; Allucinarsi.

QUONDAN, che alcuni dicono CONDAN, Del fu; Figlio del fu Indica che il padre d'un tale sia morto.

MIA MARE QUONDAN O CONDAN; EL TAL DEI TALI QUONDAN, S' intende Morti.

DAR EL QUONDAN, Modo scherzevole, parlando di cibi, Dar il gusto, la perfezione, il condimento o Dar il suo pieno, che anche si diee Biscottare alcuna cosa.

EL XE IN TEL NUMERO DEI QUONDAM, Egli è nel numero dei più o dei trapassati, cioè Morto.

QUOTA, 8. f. Quota o Parte quota e Stregua, Quella porzione che tocca a ciascuno, quando si deve o pagar o riscuotere tra molti.

PAGAR LA SO QUOTA A L'OSTERIA, Pagare lo scotto.

QUOTALIZIO o COTALIZZO, 8. m. dal barb. Quota litis, Termine volgare del Foro ex Veneto. Patto o convenzione, con cui il Creditore d'una somma difficile a riscuotersi ne promette una porzione, come sarebbe la terza o la quarta parte, a colui che si prende impegno di procurargliene la riscossione. Simile contratto è prescritto quando si fa in vantaggio di un Patrocinatore, o di un procurator del creditore.

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RABIA, s. f. Rabbia ; Rasmo e Idrofobia, Malattia propria de' Cani e notissima.

Rabbia, per simil. si dice a Eccesso di furore, a trasporto e frenesia.

Pien de rabia, Arrovellato; Arrabbiato; Arrapinato.

Go tanta Rabia CHE LO MAZZARìa, Io ho tanta rabbia addosso ch'io avvampo, cioè Ho una collera, unʼira grandissima — Morire o Scoppiare di rabbia, di sdegno, d'invidia, di fiele e simili, si dice l'Essere da si fatte passioni grandemente agitato e commosso.

MONTAR LA RABIA, V. MONTAR.

MORIR DA RABIA, detto per esagerazione, Strilolarsi, Rodersi per rabbia.

ESSER MERDA E RABIA, V. MERDA. RABIA, add. Arrabbiato; Inviperito; Incollerito. V. ARABIA e IRABIA. RABIADA, s. f. Arrabbiamento.

CHIAPAR UNA RABIADA, Arrabbiarsi ; Incollerire; Arrovellarsi. RABIAR, V. IBABIAR.

RABICAN, add. T. de' Vetturali, Rabicaao, Sorta di mantello di cavallo baio, sauro o morello, che ha peli bianchi sparsi qua e là in diverse parti del corpo.

Rabicanato, dicesi Quando il Cavallo ha le gambe intieramente coperte, dal ginocchio fino alla corona. di pelo grigio e bianco seminato distintamente sopra esse. E questo è grande indizio della bontà del Cavallo. V. ZAINO.

RABIÈTA, s. f. Rabbiolina, Un po' di collera.

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RAB

Facile all' ira e alla contesa Facile a risentirsi.

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VECHIO RABIN, Arrapinalo di vecchio ; Vecchio arabico, ritroso, strano. RABIO,`s. m. T. agr. Sarchio; Murra ; Raschia, Strumento a guisa di zappa, il quale serve a radere il terreno e lavorarlo poco addentro, e così pure per ripulire la terra dell'erbe selvatiche, tagliandole con esso.

LAORAR COL RABIO, Marreggiare. RABIOSITÀ E RABIOSITAE, 8. f. Prurigine; Prurito; Pizzicore, Quel mordicamento che si produce col solleticare i nervi della cute.

Dicesi anche per Mal stare, cioè per Una certa mala interna disposizione, che alcune volte proviamo.

RABIOSITA, dicesi pure per Voglia smoderata. V. VOGIA e SGANGOLIR. RABIOSO, add. Rabbioso; Arrabbiato.

ESSER RABIOSO PER LA VOGIA DE QUALCOS8A, Spasimare o Morir di voglia; Essere Arrapinato o Arrovellato di voglia.

SCRITURA O CARTA RABIOSA, detto fig. Scrittura mordace, acre, pungente. ZOGO RABIOSO, Giuoco adirevole, Che agevolmente muove ad ira.

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CAN RABIOSO, Cane rabbioso, idrofobo, Infetto di rabbia o d'idrofobia DAI AL CAN che l'è rabioso, detto fig. V. in DAR, RABIR, v. Esser amaro di sale, Troppo salato; dicesi delle vivande salate che arrabbiano.

RABIRSE (dal lat. Rabire) Arrabbiare ; Arrabbire; Arrabbicare, Stizzarsi. RABUFÀ, add. Rabbuffato ; Scompigliato, Dicesi per lo più de'capelli.

RABUFA, detto per Agg. a Uomo, Incollerito; Arrapinato ; Arrovellato. RABUFADA, s. f. Rabbuffamento; Scompigliamento.

Dar una rabufida a qualcùn, Dar altrui una risciacquata o rammanzina o riprensione o lavacaро.

RABUFAR, v. Rabbuffare o Rabbaruffare; Disordinare; Scompigliare, Si dice più che d' ogni altra cosa, di capelli, di peli

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RAC

RACENTE, Voce bassa. V. Recente. RACH, 8. m. Arac o Aracca, T. del Commercio, detto anche da' Francesi Arack, che nelle Indie orientali, donde ci viene, suona Liquore pizzicante e spiritoso. Distillazione estratta da un sugo vegetabile, che si fa scorrere per incisione dall' albero Cacao: gl' Inglesi ne fanno grand' uso nel Punchio. RACHÈTA, V. MELA.

RACOLA, 8. f. Raganella, Specie di Ranocchio di color verde, più piccolo della Rana, che all'estate sta sugli alberi e grida. È chiamata da Linneo Runa arborea.

Raganella, chiamasi uno Strumento fanciullesco fatto di legno, con una ruota dentata, che girando fa romore somigliante alla vote della Raganella degli alberi.

AVER UNA RACOLA, detto metaf. Avere una buona parlantina, cioè Una diva e fiera loquacità, buona ciarla. Ciarlare come una calandra. V. BATOLA.

Darghene una bacola a uno, Dare altrui una lunga, una stampita, Noiare con un discorso lungo e spiacevole.

CHE RACOLA! Che bagattella! Quando si vuol accennare che che sia di grande o straordinario.

RACOLA, si dice anche fig. a Persona Ciarliera - TI XE UNA GRAN RACOLA, Tu sei pur una gran taccola. V. CHIACOLONA. RACOLETA, 8. f. Specie d'uccello di valle. V. CRECOLA.

RACOLETA, dimin. di RacoLA, si dice anche fig. di Persona che parli del continuo. V. RACOLA.

RACOLGER, v. Cogliere e Corre, Propr. Spiecare erbe o fiori o frutti o frondi dalle loro piante Raccogliere o Raccorre, propr. si dice del Pigliar che che sia, levandolo di terra. Andar cogliendo pei campi certe erbe. Coglier le rose. Ruccorre ciottoli. Raccorre pere cadute. V. SvNÅR.

Cogliere o Raccogliere; ovv. Corre e Raccorre, dicesi per Ragunare, Rassettare, Metter insieme più cose e diverse Rannodare o Rattestare, T. Milit. Raccogliere una truppa dispersa e rimetterla negli ordini. Rannodarsi, Raccogliersi per riordinarsi.

RACOLGER UNO IN CASA SOA, Raccogliere, cioè Accogliere, Ricevere, Accettare.

RACOLGER UN AFAR, Raccogliere o Raccorre, cioè Comprendere, Intendere.

RACOLGER UN CAVALO, Riunire un cavallo, T. de' Cavallerizzi, Far che il Cavallo si ristringa, e per così dire si accorci, il che si ottiene stringendo fortemente le cosce e la briglia.

RACOLGERSE, Concentrarsi, Ricapitolare fra sè i punti e le cose, per dare un sentimento, Profondarsi.

CIN SEMENA NO Racolge, V. SemenÀr. QUEL CHR SE SEMENA SE RACOLGE, detto fig. Qual ballata tal sonata, Gli effetti hanno relazione alle cause. RACOLTO, s. m. Raccolta o Ricolta e RiVencolto, La messe che si raccoglie demmia, dicesi per Qualsivoglia raccolta di messi.

-

FAR UN GRAN RACOLTO, Stramoggiare, Soprabbondare della ricolta. La ricolta di quest'anno stramoggia. RACOMANDATARIO, 8. m. T. Merc. Mandatario o Mandato, Colui che per mandamento d'altri fa alcuna cosa. RACOZZAMENTO, s. m. Accozzamento, cioè Impegno, Lite, Controversia. RADADA, s. f. Raditura, Il radere. RADANCHIA, 8. f. T. Mar. Radancia, Anello di ferro che s'adatta nelle rilinghe delle vele quadre (GRATIVO), per difenderle dall' impeto del vento quando si fa terzeruoli onde non si logorino.

RADAÒR, 8. m. Voce ant. che dicevasi per RASAÒR, Rasoio.

RADAR O RADER, v. Radere, Levare il pelo col rasoio.

RADER LA TESTA, Zucconare, Si dice del Levare i capelli dalla zucca, cioè dal capo, che anche dicesi Far zuccone; e quindi Zuccone vale Testa radata. V. BRUTUS.

RADER I CAPELI, T. de'Cappellai, Accappure. Tagliar rasente la pelle il pelo che si vuol feltrare, o ripulir del carniccio le lane o pelli della vigogna, del cammel

lo etc.

RADAZZA, 8. f. T. Mar. Così chiamasi una specie di spazzola formata di sfilacci e raccomandata ad un manicó, con cui si rasciuga la coperta della nave. RADEGAR, v. Altercare; Garrire; Bezzicarsi ; Darsi di becco, come fanno le galline.

Contendere;

In altro sign. Sbagliare; Fallare; Errare; Ingannarsi ME SON RADEGÀ IN QUEL CONTO, Sbagliai nel far quel conto ; Andai errato.

Radegarse sul TEMPO, Ingannarsi sul tempo.

RADEGHÈTO, s. m. Piccolo divario ; Piccola differenza.

In altro sign. Ghe xe qualche ravegheTo, detto fig. C'è qualche maccatella o vizio o magagna,

RADEGO, s. m. Differenza; Divario ; Lite; Controversia. V. RADEGAR.

RADEGO NO FA PAGAMENTO, Frego non cancella partita, L'errore innocente non cancella il debito.

CATAR RADEGHI DA NO VEGNIRGHENE A LA FIN, Trovar che dire ; D'oggi in domani ; Mettere in musica, figur. Mandar in lungo, Cavillare.

GH'È DEI Radeghi in quel afir, C' è dell'imbroglio, del tenebroso, della confusione, dell'opposizione, dell' avversità.

AVER DEI RADEghi co la giustizia, Aver degl'imbrogli colla giustizia, Esser inqui

sito. RADEGÒSO, add. Contenzioso; Cavillatore; Tenzonatore, Chi è facile a contendere e quistionare. V. CATARADEGHI. RADER, V. RADAR. RADESELO (colla s dolce) s. m. Strigolo; Omento; Pannicolo, Specie di rete grassa, e Membrana che cuopre le viscere del ventre inferiore; e dicesi anche Rete Marghetta, dicesi da' Beccai lo strigolo di vitello di latte.

RADICA, 8. f. Radica, Specie particolare di tabacco, ed è Quella che si cava dalle costole delle foglie ridotte in polvere.

RADICA DEI FIORI, Radicetta o Radica, Piccola radice di piante fiorifere Germi o Brocchi, diconsi que' Ramicelli teneri, che si cavano dalle piante fiorifere per trapiantarli.

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RADICA DEI DENti, V. Dente. RADICHETA O RAISETA, 8. f. Radicetta, Piccola radice Rostrello o Beccuccio, la Radicula delle piante sviluppate. RADICHIO, s. m. Radicchio; Cicorea; Cicoria, Sorta d'Erba di varie specie, che si mangia in insalata, ed è fra noi comune, chiamata da'Sistematici Cichorium Intybus.

RADICHIO DE CAMPO, Radicchiella selvatica, ed è quella che nasce spontaneamente nelle campagne e ne'prati, ed appartiene alla stessa specie. RADISE, V. RAISE. RADOBAR, v. Raddobbare, T. Mar. Raccomodare, Racconciare: dicesi de' Bastimenti, che si riparano di qualche danno ricevuto

RADÓBO, s. m. Raddobbo e Racconcio, T. Mar. Riparazione de'bastimenti. RADOLCIR, v. Raddolcire; Dolcificare, Far o Render dolce.

RADOLCIR LA BOCA, Dolcificare; Addolcire, Far dolce, indur dolcezza.

RADOLCIRSE, parlando delle piaghe, Allenire; Rammorbidare; Mitigare; Lenire; Mollificare.

RADOLCIR L'ORO, Addolcir l'oro, in T. degli Orefici, chiamasi la Maniera di render l'oro più facile a mettersi in opera, depurandolo da materie eterogenee; e si addolcisce fondendolo a varie riprese.

RADOLCIRSE DEL TEMPO, V. INDOLCIR. RADREZZAR, V. DREZZAR.

RAFA ANDAR A LA RAFA, Fare a ruffa raffa, o alla ruffa alla raffa e'a ruffolu raffola, Con violenta prestezza.

BUTARSE A LA RAFA, Gettarsi alla ladroncelleria o al ladroneccio o al furto, Darsi a rubare.

ZOGAR A RAFA, V. Zogir. RAFACAN, add. Unguento da cancheri ; Detto per una specie d'Aggiunto a Chi vuole l'altrui senza dar mai del suo. V. PIGNA.

RAFAR, v. Arraffare; Arraffiare, Arran fiare, Strappar di mano, togliere qualche

cosa.

RAFÈTO (coll' e stretta) s. m. Graffietto, T. de'Legnaiuoli, de'Bottai e simili, Strumento di legno trapassato da un regoletto di forma quadra, che serve a segnare le

grossezze.

RAFIGURAR, v. Raffigurare o Ravvisare, Riconoscer uno a' lineamenti della faccia o ad alcun altro segnale. Lo raffiguro o Lo ravviso bene. Non può raffigurare gli obbietti.

Raffigurare, dicesi anche da noi nel sign. di Rassomigliare, Paragonare - ME LO RAFIGURO UN SOVRAN, Io lo raffiguro ad un Sovrano, cioè Simile ad un Sovrano.

RAFIGURARSE, si dice ancora nel sign. di Immaginarsi, cioè Rappresentarsi alla mente, Formarsi un'idea, Pensare - EL se rafigura quel che no xe, Egli s'immagina quel che non è ; Ovv. che le cose sieno altrimenti di quel che sono. RAFINADÒR, 8. m. Raffinatore o Affinatore, Quello che per via d'arte purifica l'oro e l'argento, spartendolo dagli altri metalli.

Raffinatrice o Affinatrice, dicesi la Fem

mina. RAFINADURA, s. f. o RAFINAMENTO, Raffinatura; Raffinatezza; Raffinamento; Supraffinamento. Il raffinare, perfezionare. Raffinamento dell' arte. Raffinamento di un idioma etc.

Raffinamento o Affinamento dell' oro, chiamasi la Purificazione dell'oro colla scoriazione dei metalli eterogenei, che vi erano collegati.

RAFINAR, v. Raffinare o Affinare, Purgare, Dar l'ultima perfezione ; e dicesi così in senso proprio, come in figurato. Raf finar l'oro e l'argento. Raffinar l' ingegno.

neutro

RAFINARSE, detto fig. Raffinire, verbo Affinire, Farsi più fino, diventar più perfetto; Affinarsi o Raffinarsi, Perfezionarsi in qualche studio o cognizione. Adoprandosi il ferro, va via la ruggine. Buono studio rompe rea fortu

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tissimo e procelloso che mena gran rovina. V. SIÓN.

RAGÀNÈLO, s. m. Nome aggiunto dai Cacciatori valligiani alla CRECOLA, V. RAGAR, v. T. Agr. Saeppolare, Tagliare alle viti il gambale sopra il saeppolo, per ringiovanirle. Dicesi anche Saettolare. V. CAO DE LA VIDA, in CAO. RAGESTOLA, V. REDESTOLA. RAGIADA, s. f. Ragghio, è la voce propr. dell'Asino.

DAR UNA RAGIADA, dicesi in altro sentimento, Dar una gridata o Far una grida

ta.

RAGIADURA, s. f. Voce del Contado Padovano, Aragaico o Lienleria, Termini veterinarii. Dolore nel ventre del Cavallo, che induce torsioni e fa rugghiamento nelle budella, costringendo l' animale a mandar fuori lo sterco indigesto o liquido a modo d'acqua.

RAGIAR, v. Ragghiare e Ragliare, Il mandar fuori che fa l'asino la sua voce.

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Raitare, dicesi per Gridare ad alta voce, Schiamazzare per collera o per dolore Dicesi per Piangere - E per Guaire, ch'è il gridare del Cane percosso.

RAGIAR COME UN'AQUILA, V. in CRIAR. RAGIAR COME UN ASENO, Asineggiare, Ragghiare come un asino, cioè Gridare. RAGIETO, s. m. Razzuolo, piccolo raggio.

RAGIO, s. m. e da alcuni Razo, Raggio, Splendore che esce da corpo lucido ILUMINAR COI RAGI, Irradiare; Inradiare e Raggiare.

RAGI DE LE RODE, V. RAZO.

RAGI DE LE CORONE, Merli; Becchelli delle corone.

RAGI DE LE STELE, Capillizio, vale Irradiazione che appare intorno alle stelle o pianeti o altro lume.

RAGIO, dicesi anche per Guaio, ch'è la voce mandata fuori dal cane percosso.

Ragghio e Raglio, si dice la Voce dell'Asino-RAGIO D'ASENO NO VA IN CIELO, Raglio d'asino non arrivò mai in Cielo, cioè Le preghiere degli sciocchi ed indiscreti non sono udite.

RAGIO, detto in T. Mar. Carrucola, Strumento di legno con una girella scanalata, a cui s'adatta fune o canapo per tirar pe

si.

No GHE XE RAGIO DE LUSE, Maniera fam. per dire Non v'è raggio di sole. RAGION, s. f. V. RASÒN. RAGION, detto per Agg. a Uomo, Gridatore, Che grida; Piangitore o Piagnitore, che piange; Belone o Pecorone, Colui che bela o piange alla distesa. RAGIONATARIA, s. f. Computisteria, Uffizio del Computista o Ragioniere. Nell'uso de pubblici ufizii, si vuole scrivere Ragioneria, ch'è Voce Lombarda. RAGIONATO, s. m. Ragioniere; Computi sta; Calcolatore, Quegli che ha ufizio particolare di rivedere i conti.

SCUDO RAGIONATO, Gettone, Francesismo

dell'uso. Pezzo di metallo coniato ad uso di moneta, che serve per far calcoli e specialmente per giuocare. La voce Toscana è Quarteruolo, oggi Quattriuolo. RAGIONATORA, add. Ragionatrice, verb. fem. di Ragionatore. RAGIRAR, V. Razibar.

RAGNÈTO, Ragnatelo; Ragnateluccio ; Ragnateluzzo; Ragnuolo; Ragnolino. RAGNO, s. m. Ragno e Ragnatelo, Vermicello noto che fabbrica la tela e la distende a guisa di ragna. È detto da' Sistem. Aranea domestica.

RAGNO DAL BOTON, Ragno nero; Ragno delle caverne, detto da' Sistem. Aranea diadema.

RAGNO DAL CUL GROSSO, dicevasi antic. per quello che noi chiamiamo RAGNO DAL BOTÓN.

RAGNO DE CAMPAGNA, Ragno falangio Falangio, Quello che ha esorbitante lunghezza e dilicatezza di gambe, ed è chiamato Aranea clavipes.

NOL CAVARIA UN RAGNO dal muro, V. CAVAR.

RAGNO DE MAR, s. m. T. de'Pesc. Ragno marino, da' Romani nominato Spigola, Specie di Granchio di mare a coda lunga, detto da' Sistem. Cancer Araneus, Linn., il cui carattere specifico è l'avere il torace peloso ovato e tubercolato, il rostro diviso e le mani ovate.

Chiamasi pure con questo nome di Ragno, il Cancer linearis, Linn., che ha per carattere specifico quattro zampe d'un selo dito e dieci piedi.

CO.

RAGNO DE MAR, pesce, V. VARAGNO BIAN

RAGÙ, s. m. Ragù, Francesismo usato oggidi per Guazzetto, cioè Manicaretto, Intingolo o condimento per eccitare o ricuperar l'appetito.

RAÌNA, s. f. Reina, Pesce d'acqua dolce notissimo, detto anticam. da'Latini Cyprinus, da Linn. Cyprinus Carpio, La sua carne è ottima a mangiare, ma incomoda per le molte sottili lische che ha.

RAISA O RAISE, S. f. Radice o Radica e Barba.

RAISA CO LA SO TERA, Barba col suo zoccolo o pane o mozzo, Pezzo di terra spiccato dalla sua massa.

RAISA MAESTRA, Fittone, Radice e barba maestra della pianta.

FAR RAISE, Barbare ; Far barba o radice; Radicare.

CAVAR LE RAISE, Sbarbicare; Sbarbare ; Sradicare; Eradicare.

La raise de tut' I MALI, dicevasi qui antic. per La cagione, l'origine.

RAISA DE LE ONGIE, Tuello, La parte inferiore delle unghie.

RAISE, detto per vezzo a'Fanciulli e simili, Cecino; Saporitino · CARE LE MIE RAISE, Caro il mio Cecino; Speranza mia dolce; Caro il mio gioiellino; Vita mia; Sostegno della mia vita; Viscere. RAISA DE SANTA APOLONIA, s. f. Pila

tro o Radice di S. Apollonia ed anche P.retro di Levante, Radice d'una pianta che cresce in Puglia e in altri luoghi, di qualità caldissima, che si usa per tenere in bocca e mitigare il duolo de'denti. I Botanici chiamano questa Pjanta Anthem's Pyrethrum, V. ERBA PER I DENTI. RAISAME, s. m. T. Agr. Sterpame, Copia di sterpi e di barbe. RAISÈTA, s. f. Barbetta, Barbicola; Barbicella; Rudicetta; Barbolina, Piccola radice di Pianterella.

FILI DE LE RAISÈTE, Capellamento e Capel'atura, Sottilissime fila delle radici. RAISIN. BEL BAISIN, Bel mammolino; Bel bambolino; Bel rabacchino. V. BAGARIN. RAISON, s. m. Fillone, Voce agr. La radice maestra della Pianta, fitta in terra per lo più per diritto, che anche chiamasi Barbicone e Perno.

RAISOTO, s. m. Ceppaia, La parte del ceppo al quale sono appiccate le radici dell'albero.

Cannocchio, vale Occhio di canna, ch'è il ceppo delle sue barbe. RALEGRÀDA, s. 1. Rallegratura; Rallegranza; Rallegramento, Il rallegrarsi.

DARSE UNA RALEGRADA, lo stesso che RALEGRARSE. V. RALEGRAR, v. Rallegrare, Indur allegrezza e piacere.

RALEGRARSE, Rallegrarsi; Congratularsi con qualcheduno ; Felicitare alcuno. RAMA, add. Rumato e Ramoso, Disteso in

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RAMADA, s. f. Graticciata, Ingraticolato di filo di ferro o di rame, per chiusura di che che sia, senza impedirne la vista o il passo all'aria libera. Dicesi anche Rete di ferro o di rame.

RAMADA, T. di gergo, Squadra o Squadriglia di birri. RAMADINA, s. f. dimin. di RAMADA, Relicella di ferro o di rame; Piccola graticciata. V, RAMADA.

RAMANCINA, V. ROMANCINA.
RAMBA, s. f. Trufferia; Furto o Rapina.

ANDAR A LA RAmba, V. Rambar.
RAMBAGIO, V. RAMBO.

RAMBAR, v. Aggraffare; Rapire a ruffa raffa; Scaraffare, Levar via con furia e affoltatamente Leppare, Togliere, Portar via di nascosto e lestissimamente.

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Arrembare, Venire all'arrembaggio d'u

na nave.

RAMBO O RAMBAGIO, 8. m. T. Mar. Arrembaggio, L'incontro di due navi che s' accostano per combattere. V. BORDAGIO.

VEGNIR AL RAMBO, Arrembare o Andare all'arrembaggio.

RAME, s. m. Rame, Metallo noto.

Rami, assolut. in plur. si prende anche usualmente per Utensili fatti di tal metallo, come si dice Argenti e Stagni. Tener i suvi rami chiari e polili.

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