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DARSE UNA SVEGIADA, Svegiarsi; Destarsi, e dicesi dal Sonno Detto figur. Svegliarsi, vale Dirozzarsi, Impratichirsi, rendersi accorto e svegliato. SVEGIADIN, dim. di SVEGIA, Svegliato o Desto anzi che no, Desto ma non tanto.

Detto per agg. a Fanciullo, Sennino o Sennuccio, cioe Grazioso ed assennato, più che l'eta sua non comporta.

SVEGIAR, v. Svegliare o Risvegliare, che anche dicesi Sdormentare e Sdormentire, i quali però sono arcaismi, e Disonnure.

SVEGIAR QUALCUN, detto fig. Svegliare, vale Eccitare; Animare- Detto in altro sign. Dirozzare; Scozzonare; Scaltrire; Impratichire.

SVEGIARSE, detto fig. Sgranchiare; Snighittirsi, Animarsi, Impratichirsi.

VIA SVEGITE E FA QUALCOSSA, Oh via sgranchia e mettiti a lavorare. SVEGIARIN, s. m. Sveglia; Svegliarino; Svegliatoio; Destatoio, Squilla degli oriuoli che suona a tempo determinato per destare Sveglione, dicesi a Sveglia grande.

OMO SVEGIARIN, Sveglievole, Agevole a svegliarsi Insonne, Chi non patisce

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Detto fig. Sagacità; Sagacia, Certo abito o disposizione virtuosa, onde si sa discernere il vero dal falso o giudicar bene, Avvedimento, Accorgimento. SVELTO, add. Svelto; Scarzo; Anzi magro che no, Di membra sciolte e poco aggravato di carne. V. SUTO.

OMO SVELTO, Scaltro; Furbo; Astulo; Franco; Accorto; Fino; Uomo da trur le mani d'ogni pastu; Destro; Disinvollo; Aeroso; Uomo di ricapito.

SVELTO COME UN GATO, Lesto come un gatto, Un vento.

SVELTO COME UN SCAGNO O COME UN GATO DE PIOMBO, Destro come una cassupuncu, Detto per ironia di chi è disadatto. SVELTOLIN, dimin. di SVELTO, detto anche per vezzi in agg. a Fanciullo, Vivace; broso; Leggiadro; Disinvolto, Di maniere sciolte, spedite.

Detto per agg. di Abito, o come disse un nostro poeta, UN ABITÌN BEN FATO E SVELTOLIN, Un abitino corto ed accostante, cioè ben fatto e spedito.

SVENADA, s. 1. Svenamento, Perdita di molto saugue.

SVENIMENTO. V. SVANIMENTO.
SVENTÀ. V. SVENTADON.
SVENTADIN, add. Avventatello, Alquanto

avventato.

SVENTADINA, s. f. Sventazione; Eveniazione leggera; Cacciata di sangue.

DAR UNA SVENTADINA, Sventar la vena, Cavar sangue. SVENTADON, add. Sventato; Avventato ; Inconsiderato, Con poco cervello, e dicesi per Agg. a Uomo che procede nelle sue operazioni senza fermezza; Cervellino; Falimbello; Falimbelluzzo.

SVENTAR, v. Sventare, Render vano un disegno, un affare; Contramminare · Tornare a vuoto, Sventarsi.

SVENTAR EL FORMENTO, V. SVENTOLAR e PALAR.

SVENTOLADA) s. f. Sciorinamento, SVENTOLADINA) L'atto dello sciorinare, cioè di dar l'aria ai vestiti, per poi scamatarli DEGHE UNA SVENTOLADINA A QUEL ABITI PRIMA DE BATERLI. Sciorinate quegli abiti prima di scamatarli. SVENTOLAR, (da Vento, colla s iniziale ch'equivale all'Ex de'Latini) v. Sventolare o Ventolare ed anche Svenlare, Alzare in alto spandendo al vento.

SVENTOLAR EL GRAN, Ventare e Rivolgere il grano, L'operazione che si fa di tratto in tratto ne' granai, cioè di rivolgere il grano colla pala, perchè non intigni.

SVENTOLAR EL CULO A QUALCÙN, Locuz. fam. Sculacciare; Dar le sculacciate, Battere uno sul culo colle mani - Vergheggiare o Bastonare, direbbesi il Battere

SVENTRAR, (da Ventre colla s iniziale ch'equivale all'Ex de'Latini) v. Sventrare; Sbudellare, Trarre gl' intestini di corpo.

SVENTRAR LE PERNISE, e simili, Sturnure, Trarre le interiora alle starne dopo averle ammazzate acciocchè si conservino. SVERGOGNAZZAR, v. T. ant. Svergognare, Fare altrui vituperevole vergogna. Fare un frego a uno.

SVERZELA. V. VERZELA.

SVERZELIN, s. m. 1. degli Uccellatori, Fiorrancino; Raper.no; Kupe, ugiolo, Uecelletto del genere de' Fringuell, che ha qualche simiglianza col Lucherino; è verdastro, di dorso fosco-macchiato, canta soavemente e si tiene in gabbia. I Romani lo chiamano Verzellino, altri Verdarino o Serino d'Italia; Linneo Fringilla citrinella; e Temminck Fringilla Serinus, V. FrizaRIN.

SVENTOLAR, v. del Contado verso Padova, Svincigliare; Vergheggiare; Dar altrui le busse, . SVENTOLAR. SVETOLE, 8. f. in plurale, Voce che usasi pur nel Contado verso Padova Picchiate; Sferzate; Vergheggiate, Sono propr. le busse che si danno a' fanciulli per correzio

ne.

SVIAR, v. Sviare, V. DESVIAR. SVIMER, s. m. Svimero, Così chiamasi una specie di Cocchio a quattro ruote. SVINAZZARSE, v. Avvinarsi; Inciuscherarsi, Abusare del vino, Quasi inebriarsi. SVODA, add. Votato; Vuotato; Voto; Vacuo.

SVODA COME UNA CANOCHIA, Volato, cioè Estenuato pel troppo andar del corpo. SVODAARCHE, s. m. Fiutasepoleri o Poppamillesimo, Colui che s'impaccia ne' sepoleri.

SVODACANTARI, s. m. Volucessi o Nettacessi, Colui che vota i cessi. SVODADA, s. f. Votamento: Volagione. SVODAFOSSE, s. m. Votucessi, Colui che vota le cloache e le fosse sotterranee dello sterco raccoltovi, e lo trasporta altrove, che a Verona dicono PAPACIN. Piombinatore, dicesi a Quello che si serve del Piombino per far la tasta e vedere dov'è l' impedimento e tentare di rimuoverlo. V. DESGOSSAR. SVODAR, v. Vuotare; Votare; Vacuare; Disgombrure, Versare.

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SVODAR DA UN VASO A L'ALTRO, TrasfondeVersare, Far uscir fuori ciò ch'è dentro a vase, a sacco o cosa simile, facendolo traboccare o spargendolo in altra guiSvotare, dicono i Valigiai al Cavar fuori il pelo o la borra o il crine e simili. SVODARSE, Stallare, dicesi del Cacar delle bestie che si tengono in istalla. V. CAGAR Si può usare anche parlando degli uomini. Disse nelle sue lettere il Calmo CoSSE CHE NO SE POL FAR DE MANCO, IMPIR, SVODAR,

VESTAR E DESPOÌAR, Cose che non se ne può far a meno; Mangiare, Evacuare, Vestirsi, Spogliarsi.

SVODAR EL SACO O 'L SACHÈTO O EL BARIL O EL GOSSO, detto fig. Sgocciolare il barlotto, l'orciuolo o l' orciuolino; Pigliar il sacco pel pellicino; Votare o Scuoter i pellicini; Sciorre o Votare il sacco; Sciogliere la bocca al sacco, Cicalar del continuo e dire tutto ciò che si sa d'un affare · Dar il suo maggiore, detta met. in altro sign. e vale Dire quanto alcuno poteva e sapeva dire il più in favore o disfavore di che che sia.

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SVODAR LA COMODA, Vuotare la seggetta la casselta. SvODAR EL CONDOTo, Kimondare la fogna o il bottino.

SVODAR LA CASA, Sgomberare la casa; Rivotare.

SVODAZANGOLE. V. SVODACANTARI. SVODO, s. m. Uscita, Apertura da uscire STO APARTAMENTO NO GA SVODO, Questo appartamento non ha uscita, cioè Non ha al di dietro una porta da uscire. SVOGAZZAR, v. Vogare per diporto o sollazzo ANDAR A SVOGAZZAR, Andar a vogure, ma da noi s' intende propr. l' Andare in barchetta a divertirsi vogando. SVOGIA, add. Svogliato; Accappacciato e pieno di lasciami stare; Maninconioso. SVOGIADIN, add. Svegliatello. SVOLADA, s. f. Svolamento; Volata; Volo ; Volamento, Il volare.

DAR UNA SVOLADA, Far una volata, Brevemente volare.

VAGO E TORNO IN DO SVOLAE, Vo e torno

volando o di volata, detto fig. e vale Con tutta prestezza.

SVOLAR O SVUOLAR e SGUOLAR, V. Volare e Svolare Sorvolare è il volar alto Trasvolare, Velocemente volare Andare a ruota o Fur ruota è il Girare che fanno gli Uccelli per l'aria, e particolarmente quei di rapina.

SVOLAR, Volare, dicesi per Camminare in fretta.

SVOLAR VIA CO LA TESTA, Trasvolare o Levarsi a volo, detto fig. Alzarsi a volo col pensiero, Operare senza considerazione.

SVOLAVA AGÙI PUGNALI E BALOTE, leggesi nel Poemetto antico sulla guerra tra i Castellani e i Nicolotti, e vuol dire, Erano lanciati pugnali acuti e palle, cioè palle di terra cotta lanciate coll'arco.

FAR SVOLAR I BEZZI, Dissipare o Sparnazzare il danaro, Gittare il danaro.

SVOLAR DEL ABITI DEPENTI, Svolazzare, e Svolazzo, dicesi ad un velo o panno, che finge il pittore esser mosso dal vento o altro.

SVOLATIVO, s. m. Voce di gergo de Barcaiuoli che significa Uccelli; Pollastri. SVOLO, s. m. Volo; Volata, Il volar degli uccelli.

TIRAR DE SVOLO, Tirar di volata. SVOLO DEL POLAME, Il volo de' polli, cioè Le ali.

SVOLO DEL CAMPANIEL. Volo, dicevasi per simil, allo spettacolo dell'ardita ascesa e discesa dalla gran Torre di S. Marco che ai tempi della Repubblica facevasi ogni anno

nell'ultimo giovedì del carnovale, detto comunemente ZIOBA GRASSO, in presenza del Doge, della Signoria e degli Ambasciatori esteri, che sedevano formalmente nella galleria del palazzo ducale, assistendo allo spettacolo. Vedevasi un uomo armato di due ale agli omeri, partirsi da una barca ancurata alla piazzetta di S. Marco, e tirato su con una gomona innalzarsi sino al campanile, dove veniva legato a certi anelli infilzati nella gomona, e col mezzo d'altra fune di girelle, fatto discendere con grande agevolezza sino alla galleria dove presentava al Doge un mazzetto di fiori e dei sonetti; dopo di che riasceso all' alto della torre, discendeva per ultimo alla sua barca. SVOLTÁR, v. Svoltare o Svolgere.

NO LASSARSE SVOLTAR, Tenersi al murtello, detto fig. Non si lasciare svolgere. SVOLTA, s. f. Svolla; Svoltamento, Luogo dove si volta: dicesi delle strade.

LOGO PIEN DE SVOLTE, Luogo pieno di svolte, cioè di tortuosità, di serpeggiamenti, che i Francesi dicono Zig-Zag. SVOLTOLAR, v. Voltolare; Rivoltare; Convolgere, Volgere sossopra.

SVOLTOLAR DEI LIBRI, Sciorinar libri, cioè Leggerli. V. SCARTABELAR. SVOLZER (colla z dolce) v. Svolgere, Contrario di Avvolgere.

SVOLZER FILO, Dipannare; Gomitolare o Agomitolare, Far gemitoli, Svolgere le matasse. V. INDevenir.

T

T. Vedi TE.

TAB

TA, Interiezione ammirativa che usasi a Chioggia, probabilmente dal latino Tam pronunziato però con ammirazione. Dicono per lo più TA DE LA GIANDUZZA! TA DE LA PESTE! per dire Diavolo! Diamine! Che cosa sento! Che cosa vedo! TABACADA, s. f. DAR UNA TABACADA, Prendere una presa di tabacco, ma nel senso nostro intendiamo Fiutata con gusto: che anche si dice DAR UNA BONA TABACADA. TABACAR, v. Prender tabacco, cioè il tabacco in polvere pel naso abitualmente. TABACHER, s. m. Tabaccaio o Tabacchino, Venditore di tabacco a minuto. TABACHERA, (coll'e aperta) s. f. La femmina di tabaccaio o tabacchino, la quale sull'esempio di altre voci consimili e così formate dee poter dirsi Tabaccaia o Tabacchina.

TABACO, s. m. Tabacco o Erba regina e Nicoziana, detta sistematicamente Nicotiana tabacum, Pianta di varie specie che anche fra noi si coltiva, le cui foglie seccate al sole si polverizzano e danno il Tabacco, di cui facciamo tant' uso. V. FOGIA DE TA

BACO.

COLOR DE TABACO, Color tabaccato o di mattone, dicesi di Quel colore che più s'accosta al tabacco di Spagna.

MISSTAR EL TABACO, Sterzare il tabacco, vale Far una mescolanza regolata di più qualità di tabacchi.

PICEGAR DEL TABACO, V. PICEGAR. TABACÒN, s. m.) Tabachista, Colui e CoTABACONA. 8. f.) lei che ha l'uso frequente di prender tabacco.

TABARATO ) 8. m. Tabaraccio, Cattivo TABARAZZO) tabarro, Ferraiuolaccio ; Ferraiolaccio; Mantellaccio, Voci avvilitive del Tabarro.

TABARETO) 8. m. Sarrocchino, detto per TABARIELO) ischerzo, Tabarro corto che, meglio dicesi Ferraioletto; Tabarrino; Mantelletto; Mantellino; Mantelluccio.

Mantellino, chiamasi Quella coperta colla quale si cuoprono le immagini sacre e talora i bambini.

TABARIN, s. m. Tabarrino; Ferraioletto, Piccolo tabarro o ferraiuolo. V. TABARIELO.

Spallino o Ciarpa, Taffeta o simile che

TAB

portavan le Donne sulle spalle a guisa di tabarro Bernia, fu detto ad una Veste da donna a foggia di mantello. TABARO e FERARIOL, 8. m. Tabarro; Mantello; Ferraiolo o Ferraiuolo, Vestimento notissimo e usitatissimo. Pallio dicesi pure, ed è latinismo.

TABARO, dicevasi ai tempi del cessato Governo Veneto, a quella Persona ch'era bensì dell'ordine civile, ma non del patrizio, perche i Patrizii portavano abitualmente la toga detta Vesta, e tutti gli altri il Tabarro.

BON TABARO! Buona spesa; Buona lana; Mala lanuccia; Mala sciarda; Mala seppa, dicesi fig. d' Uomo che odori di mala fama. V. DROGA - VARDE CHE BEL TABARO! Guardate che pretendente, che arrogante, che bel suggettino!

---

FAR TABARO, detto fig. Portar i fiasconi; Far gheppio; Esser crocchio, dicesi delle Galline e d'altri uccelli, quando per malattia tengono le ale abbassate. Può anche dirsi degli uomini.

INCROSARSE O DESCROSARSE EL TABARO, V. INCROSAR E DESCROSAR.

NOL S'HA PATO TIRÅR PER EL TABARO, Non si fece stracciare i panni, cioè Ha condisceso facilmente.

GOSSA SERVE DE TABARO CO NO PIOVE, LOcuz. fam. furbesca, che vale A che giova il fingere ? cioè Già comprendo ; Ben capisco.

METER EL TABARO A QUALCÙN, V. in VESTA. PORTAR EL TABARO PER TUTO QUEL CHE POL NASSER, Portar il capperone per fuggir la ria ventura; Nè di state nè di verno non andar senza mantello.

TABARO, detto fig. vale Culo; Deretano AVER UN BON TABARO, Aver un culo badiale. Grande quanto una badia. TABELA, s f. Voce latina, Tavola o Tavolelta, Foglio a colonne per lo più verticali chiamate FINCHE. Su cui vedesi ridotto a specchio o in compendio che che sia. TABERNACOLO, s. m. C'borio, La custodia dell'ostia consacrata.

su

Tabernacolo o Tabernaculo è propr. la Cappelletta nella quale si depongono e conservano immagini di Dio o di Santi. V. Cu

STODIA.

TABLO 8. m. Voce francese e vale Tavola; Quadro, V. TABELA.

ТАС

Dicesi ancora per Ritratto, ed è voce pretta francese.

TABLO, in sign. met. di Quadro o forse meglio Veduta, Prospetto, si dice al termine d'un ballo teatrale, quando i ballerini si mettono in varie attitudini e rimangono fermi, formando come un quadro. Quasi ogni atto dei balli si compie con un TABLÒ.

TACA, s. f. Tacca, Piccolo taglio o mancamento e dicesi per lo più del Legno.

Detto fig. vale Difetto; Mancanza, ▼. TACOLA.

TACA DE LE DOGHE, Capruggine, Intaccatura delle doghe della botte.

TACA DE LE LETERE, Intaglio, T. degli Stamp. Quel po'di mancamento o canaletto che trovasi vicino al basso d'ogni tipo, per far conoscere il suo verso.

TACA DEI BRITOLINI, V. TACHETA.

DAR LA TACA, Culattare; Acculattare alcuno; Dar la picchierella, Pigliar uno pe' piedi e per le braccia e percuoterlo coi culo in terra Dar del culo in sul petrone o in sul lastrone, Quan do si faceva il Cedo bonis, atto infame che usavasi in alcuni luoghi, col porsi a sedere sopra una lastra posta in luogo pubblico a tal effetto.

DAR LA TACA, detto in T. Mar. Dar la cala, sorta di gastigo, che s'usa dare sopra i vascelli pubblici a'Marinai che sono caduti in qualche fallo; il quale consiste nel legarli in capo d' un' antenua e così legati tufarli più volte nel mare.

SOSPETI CHE NO GA TACA, Sospetti mal fondati, insussistenti. V. TACHE.

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mente congiunto, attaccato, unito ad alcu

na cosa.

LOGO TACA, Luogo contiguo, attiguo, allato Annesso e connesso, Indica ogni cosa che per necessità va unita con quella di che si parla.

TACA TACA, Rasente, prepos. che s'usa col quarto e talora col ter zo caso. Star rasente, vale Esser vicinissimo.

TACA COL SPUAZzo, Allaccato o Appiccato colla cera o colla sciliva, Dicesi di cosa attaccata leggermente; e parlasi anche in modo fig.

TACA, detto metaf. Attaccato, vale Affezionato. Essere allaccato al danaro. Egli è troppo attaccato alla roba.

STAR SEMPRE TACA AL CUOR, Dicesi che Una cosa è fissa nel cuore, nella memoria e simili per dire ch'è sempre presente alla memoria. Dicesi pure Star fitto negli occhi.

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STAR SEMPRE TACĂ A LE COTOLE, Star fillo addosso a etc. SEMPRE TACÀ COME LE PIATOLE, Sempre appiccato come le mignate, Dicesi delle persone noiose, da cui si dura fatica a liberarsi.

TACABEGHE (coll'e aperta) add. Liligioso; Garoso; Gareggioso; Garosello; Contendenle.

TACACAPELI (coll'e aperta) s. m. Cappellinaio, Arnese per lo più di legno, a cui s' appiccano i cappelli ed altre vesti. Può dirsi Allaccagnolo o Appiccagnolo. TACADA, s. f. Attaccatura; Attacco ; Appicco; Rappiccatura,; Appiccatura, L'at

taccare.

TACAIZZA, 8. f. Quistione; Lite; Differenza; Contrasto; Altercazione; Rissa.

FAR DE LE TACAIZZE, Far dei contrasti, delle risse. TACAIZZÓ, add. Attaccaticcio; Appiccaticcio; Appiccicoso, Che s'attacca o appieca.

Tegnente o Tenente e Tenace, Che tien a sè attaccata una cosa, che dicesi anche Appiccaticcio e Allaccaticcio.

TACALITE, 8. m. Accattabrighe; Beccalite, V. LITIGANTE O TACABEGHE. TACAMENTO, s. m. Attaccamento, Affezione.

TACAR, v. Allaccare o Appiccare.

TACAR AL MURO UNA CARTA, Affiggere.
TACAR A UN CHIODо, Appiccare o Attac-

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TORNARSE A TACAR, Ruppiccarsi con uno.
TACAR LA MESSA O L'UFIZIO AL CHIODO, V.
MESSA.

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TACARSE, Altaccarsi; Appigliarsi; Appiccarsi, Attaccarsi una cosa con l'altra Appiastrarsi, Di cosa morbida e viscosa che si appicchi a che che sia Appi lottarsi vale Appiccicarsi o Appicciarsi, come pallotte di fuoco che si colano sull'arrosto. TACARSE A UNA COSSA, detto fig. Appiccarsi o Attaccarsi a una cosa, vale Eleggerla per la migliore. Cor la rosa e lasciar star la spina, vale Appigliarsi al buono, lasciando da parte il cattivo.

TACARSE A FAR QUALCOSSA, Allaccarsi a
fare qualche cosa, Porsi a farla. Attac-
carsi a cicalare.

TACARSE COME LA GRAMEGNA, Attaccarsi
come la gramigna o come le mignatte;
Essere appiccaticcio; Essere una loppo-
la, Dicesi di persona noiosa da cui si duri
fatica a liberarsi TACARSE ADOSSO
POLTRONRIA, Aggraticciarsi l' infingar-
daggine.
TACARSE AL PARTIO DE UNO, Appigliarsi
al parere o alla parte di uno.

LA

TACARSE AL SO PEZO, Essere il piglia il peggio, dicesi delle Donzelle da marito che per lo più scelgono il peggio. Io veggo il meglio ed al peggior m'appiglio.

TACARSE A QUALCÙN O A QUALCUNA, Appicciarsi, dicesi per met. dell'Affezionarsi, Attaccarsi per affetto, per amicizia SE LA ME DA CHIACOLE, MI ME TACO, Se ella mi corrisponde io mi appiccico, e vuol dire, Se mi parla e corrisponde al mio discorso, Mi dichiaro suo amante.

TACARSE A VARDAR, Attaccarsi in veder
che che sia.

TACARSE A UN FIL DE SPADA O A UN CA-
VELO O SU I SPECHI, Altaccarsi a' rasoi;
Appiccarsi alle funi del Cielo, Ricorrere
per disperazione anche a cose nocive
Chi è portato giù dall' acqua si attacca
ad ogni spina, vale che Chi è in pericolo
procura di salvarsi alla meglio che può an-
che con suo danno.

TACARSE CO LE MAN, Aggrapparsi; Ap-
pigliarsi, Appiccarsi colle mani adunche.
Aggraticciarsi, Attaccarsi tenacemente.

TACARSE, parlando di Viti. Aggraticciarsi, Allorchè si avviticebiano da loro stesse. V. RAMPEGÅR.

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GERA PAMPANI, La pania non tenne per chè terren non v'era da por vigna; detto fig. e vale Non fui ingannato perchè non son minchione DISCORSO CHE NO TACA, Dicorso o Parlare che non appiglia o non ha appiglio, cioè Che non persuade.

NOL SE POL TACAR DE GNENTE, Non gli si puo apporre magagna, cioè Non gli si può incolpare alcun difetto o mancanza.

NO AVER COSSA DA TACARSE PER CONTRADIR, Non avere afferratoio alcuno, detto fig. Non avere appiglio o appicco, Non avere pretesto, occasione di contrariare.

TACAI COME LE ZARIESE, Far come le ciriege, tirarsi le cose dietro l'una all'altra, Dicesi di due o più che non finiscono mai di discorrere insieme. TACARSE DE PAROLE, Pigliar parole o TACATISSIMO, add. Attaccatissimo. Venir a parole; Riscaldarsi di parole; TACATIZIO. V. TACAIZZO. Rinfuocar di parole; Trascorrere d'una TACH, Taffe, Espressione d'un atto che si parola in un'altra, Venire a rissa e conCiacche ciacche, fa presto e con forza UNA PAROLA TACA O TIRA tesa di parole Voce che imita il suono delle uova e cose L'ALTRA; OVV. Dai una parola dai l'altra, simili quando si rompono. Una parola tira l'altra; Il dir fa dire; TACHENTE, add. T. di Chioggia, Guitto; Di cosa nasce cosa; Le parole sono come Sucido; Sporco; Lordo; Imbrattato : cioè le ciriege cioè I pungere in ragionando Di fango o altra materia sudicia. da materia di nuova puntura, Il discorrere fa discorrere, e così si riscalda maggiormente la rissa, Parole addentellate si dicono quelle che danno motivo di ripigliar la quistione.

In altro sign. Allaccaticcio; Appiccaticcio; Appiccicoso; Tegnente o Tenente, Agg. a materia viscosa che attaccasi.

In altro ancora, Litigioso; Gareggioso, 92

per Agg. a Persona che facilmente contende.

TACHÈTA, s. f. Taccherella, Piccola tacca.

V. TACA.

TACHETA DEI BRITOLINI 0 TEMPERINI, Ugnata, T. de'Coltellinai, Intaccatura fatta verso la punta d'una lama di coltello, temperino o simile, da potervisi fermar l'ugna per aprirlo più facilmente. TACHETI, 8. m. dimin. di Taco, Calcagnini e Calcagnetti, Piccoli calcagni delle

scarpe.

BATER I TACHETI, Andare in calcagnini, vale Far romore camminando col battere il calcagno della scarpa. V. TACHIZAR e TACO.

TACHIO, add. Tecchito; Allecchito, Cre-
sciuto: contrario d' Intristito.
TACHIR, v. Tecchire; Tallire; Altecchire,
Crescere, Venir innanzi : dicesi delle Pian-
te che vegetano Uscire di tisicume;
Sbozzacchire, parlandosi di uomini
No TACHIR, Indozzare; Non attecchire,
Non venire innanzi.

NO SE POL TACHIR, Non si può attecchire, dicesi fig. degli uomini; cioè Non si può vivere, sussistere, mantenersi, difendersi dai bisogni.

TACHIZA, add. Brizzolato; Sprizzolato; Prizzato; Picchiettato; Chiazzato, valgono Macchiato o mescolato di due colori sparsi minutamente; quindi Brizzolatura, Mescolanza di due colori come sopra.

Indanaiato; Taccato; Chiazzato; Vaiuolato, Asperso di macchie a guisa di gocciole, Tempestato, Macchiato naturalmente di macchie piccole e tonde, com'è la pelle del Lupo cerviero, del Leopardo, del Tigre etc.

Biliotatto, Tempestato a guisa di gocciole, ed è termine proprio de'Blasonisti. Screziato o Scriziato, vale Di più colori. V. RIGA Brinato, dicono alcuni per Leggermente screziato.

TACHIZA DA LE VARÒLE, V. VAROLÀ.

TACHIZA, detto in T. degli Stampatori, Taccheggiato, V TACHIZAR.

TACHIZAR, v. Taccheggiare il Timpano, T. degli Stamp. e vale Mettere de' tacchi sul timpano del torchio per rialzarlo. V. TACO.

TACHIZAR, Voce fam. Zoccolare, Far fracasso co' tacchi nel camminare. V. TACHETI.

TACO, s. m. Calcagnino, dicesi delle scarpe di donna, Calcagno di quelle dell' uomo. V. TACHETI.

ESSER BASSO DE TACO, detto fig. Esser povero in canna; Aver le acque basse, Esser povero.

Tacco, T. degli Stamp. Pezzuolo di carta o simile, che si pone sul timpano per rialzarlo nelle parti difettose. Quindi Taccheggiare, Mettere i tacchi sul timpano. TACOLA, s. f. Tacca; Magagna; Macchia; Maccatella; Vizio, Difetto.

TUTI GA LE SO TACOLE, Chi ha capre ha corna; Chi ha polli ha pipite, Ognuno

ha la sua croce. Ognuno ha 'l suo impiccato all'uscio; Ciascuno ha la sua pecca; cioè i suoi vizii, i suoi difetti. Tutti hanno Tulli le loro magagne, le loro tacche i vecchi hanno degli acciacchi, Delle male Μι disposizioni di corpo. V. SCHINELA

NO GO TACOLE, Io non ho macchie; Non ho tache, Non ho colpe da rimproverarmi. Non mi si può attaccar sonagli, Niente può dirsi a mio discapito. V. NEO-I GA MESSO DE LE TACOLE ADOSSO, Si sparla di lui; Se ne buccina; S' incolpa ; S'accusa; Molto se ne dice.

TACOLE DE FANGO, Zacchere; Pillacchere, Schizzi di fango. TACOLA, s. f. T. de'Cacciatori, Taccola o Gazzera nera, Uccello chiamato da Linneo Corvus Monedula; è di passo e non tanto comune fra noi, ma si uccide facilmente. essendo poco sospettoso, a differenza della Gazza.

TACOLETA, s. f. Taccherella, Piccola

tacca.

TACOMACO, 8. m. Taccamacca, detto pur da' Francesi Tacamaque e dagl' Inglesi Tacahamac. Sorta di gomma o resina di colore giallo tendente al verde, e di odore piacevole, portataci dalle Indie col nome di Taccamacca, la quale, secondo l'Enciclopedia e Targioni, è prodotta dall'albero Calophyllum Inophyllum, che alligna nel Madagascar e nelle Isole Borbone. Essa è riputata vulneraria, si ammollisce facilmente, e distesa sopra pezzette di pannolino s'appicca fortemente a quella parte del corpo umano che sia contusa. TACON, s. m. Taccone o Tacco, Pezzo di cuoio che s'appicca alle scarpe rattoppandole.

TACÒN DEI ABITI, Toppa, Quel pezzuolo di panno, che si cuce in sulla rottura del vestimento. Rattacconamento, si dice anche per Tacconi o cose rattacconate METER TABARO UN TACON, Mettere una toppa PIEN DE TACONI O TUTO TACONI, Mantello di cento scampoli, vale Tutto rappezzato. TACON, detto in T. degli Stampat. V. TACO.

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i panni vecchi con pezzo vecchio. berciare o Raffazzonare, Racconciare, Aggiunger pezzi a cose rotte o guaste. Rabberciare presso gli Artefici, propr. vale Racconciare una cosa malandata affatto come si può, che anche dicesi Raffuzzonare e Rinfronzire Raffuzzonare presso i Pittori, Scultori ed Architetti, vale Raccomodare cosa molto guasta e scassinata al meglio che si può: lo stesso che Rabberciare e Rinfronzire.

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TACONAR UN AMALA, Rubberciare e Restaurare, Rimetterlo in suficiente salute, ma non guarirlo totalmente.

TACONARLA O MEDEGARLA, detto fig. Rimendare, per metaf. Aggiustare, Rassettar un affare, un negozio guasto, sconcertato Ripescare le secchie, detto pur per traslato, vale Racconciare con fatica gli altrui errori - Adattacchiare, val Fare un'applicazione forzata.

TACONAR, nel discorso familiare e confidenziale, dicesi per Praticare il coilo, onde L'HO TACONADA Vale Usai carnalmente con essa, che dicesi pure molto abitualmente, Go dà una taconada o una bona taconada. ZANCHI.

TACO-TIBÒGA, sono due voci illiriche corrispondenti all'italiano Così Dio, ma parlate comunemente nel volgo illirico in significato di Per Dio, ch'è un modo di giuramento o di affermazione. Sono però anche dette nel dialetto nostro come per aggiunto a uomo nel siga. di Bravo; Bravaccio; Bell'umore; Sgherro; Papasso, e sempre in mala parte.

L'È UN BOCONCIN DE TACO TIBOGA. Eg'i è un bravo, un tracotante, un violento. TAFANARIO, s. m. Tafanario; Preterito; Posteriore; Culiseo; Culo; Natiche; Derelano, V. BERO. Sulla etimologia di questa voce trovo nel Vocabolario Siciliano la seguente ragione a Eo quod ibi confluant muscae tabani, translate de hominis sede. »

TAFIAR, v. usato a Chioggia, Scuffiare; Sbasoffiare, Mangiare smoderatamente. TAFORA, s. f. (Corrotto da Metafora) PARLAR SOTO TAFORA, Parlar con melufora; Metaforizzare; Metaforeggiare, Parlare figuratamente o per traslato o in senso allegorico. Così però non usa dire che l'infima idiotissima plebe.

TAGIA, s. f. Taglia; Catasto;. Imposizione; Gravezza, Aggravio pubblico che s'imponeva sotto il Governo Veneto. ripartito tra i possidenti d'un Comune, a ragguaglio del loro estimo rispettivo.

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