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V

VAC

VA, Vada, cioè Vada la scommessa, Scommelliamo; Giuochiamo.

VACA, 8. f. Vacca; Buessa, La femmina del Bue.

Detto per agg. a Donna, Giovenca o Giumenta, Si dice per ingiuria.

Detto per agg. a Uomo, Vigliacco ; Vile; Poltrone, V. CRAVA.

Vacca, dicesi ai Bachi da seta che intristiti per malattia non lavorano.

AZIÓN DA VACA, Azione fatta vigliaccamente, da vigliacco, da codardo.

GRASSO COME UNA VACA, Parer un carnovale, dicesi popolarmente di Persona grassa e grossa. V. PORCHERA.

ANDAR DRENTO PER EL BO E VEGNIR FORA PER LA VACA, V. Bo. VACANZA, 8. f. Vacanza o Vacazione, Giornale di riposo.

Vacanze si chiamavano ai tempi del Governo Veneto quelle, che secondo la costituzione erano permesse tanto d'estate che d'autunno, nelle quali cessavano dalle loro occupazioni ordinarie i Magistrati civili. Supplivano rispettivamente pei Magistrati gli Avvogadori del Comune e il Collegio de' Signori di notte al civile; e le cause in appello restavano sospese. Le Ferie si concedevano ai tempi di Pasqua e di Natale.

ESSERGHE VACANZA D'UN IMPIEGO, Vacare un impiego, un uffizio, Esser cioè senza possessore.

TORSE VACANZA DA SO POSTA, Inforcare la scuola o Far forca alla scuola, vale Prender la vacanza da per sè, senza licenza o ordine del Maestro. VACARIA, 8. f. Cascina, Luogo dove si tengono e pasturano le vacche, onde si fa il burro ed il cacio.

LA XE UNA VACARIA, detto fig. Ella è una disonestà, oscenità, lordume, lordura, sporcizia, nefandità, cioè Cosa contraria all'onestà. VACARO. V. VACHER.

VACAZZA, s. f. Amoscine, Specie di Susina, la cui pianta è conosciuta sotto il nome di Prunum Damascenum.

VACHEMÒRE (coll' o aperto) s. f. Vacca e Incotto, Que' lividori o incotti che vengono talora alle Donne nelle cosce, quando tengono il verno il caldanino sotto la

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VACHERA (coll' e aperto ) s. f. Basoffione: Pentolone, Uomo assai grasso e pinguissimo. V. PORCHERA.

VACHÈTA, s. f. Vacchetta; Vaccarella ; Bestia vaccina d' un anno intiero.

Detto per Agg. d'ingiuria a Femmina, Vaccherella; Vaccuccia. VACHÈTA, 8. m. Abbecedario, Libro che, disposto con ordine alfabetico, serviva negli Archivii sotto i Veneti all'uso di rinvenire le carte occorrenti.

Vacchetta, dicevasi anche ad un libro, in cui si registravano le spese giornaliere.

VACINA, s. f. Vaccina, Voce dell' uso. Specie di Miasma che si estrae da certe pustule morbose, che vengono specialmente alle mammelle delle Vacche in alcuni paesi, e di cui ci serviamo per la vaccinazione, per preservar le persone dal vaiuolo naturale.

VACINAR, v. Vaccinare, T. dell' uso, vale Innestar il vaiuolo di vacca, Far la vaccinazione.

VACINAZIÓN, 8. f. Vaccinazione, verbale di Vaccinare. Operazione chirurgica che si eseguisce per lo più sulle braccia, introducendo subcutaneamente il miasma vaccino nelle persone, che non hanno avuto il vaiuolo naturale, per preservarle da tale malattia pericolosa. VACON, detto per Agg. a Uomo, Vigliaccone; Poltrone; Vile; Codardo. VÀ CO VÀ, Maniera fam. V. in ANDAB. VACUO, add. Vacuo, V. VODO.

Vacui, in T. Forense del cessato Governo Veneto, si chiamavano le giornate nelle quali arringavansi le cause dinanzi ai Consigli di quaranta, che a motivo della grave loro importanza o diramazione, non potevano essere definite in una giornata sola, ma doveva esserlo in più giorni; e quindi dicevansi Vacui perchè appunto quei giorni rimanevano vacanti per i terzi con

VAG

sigli ordinarii. Causa de vacui, dicevasi quindi ad una Causa simile.

VADA, s. m. Voce che sembra corrotta da VADO, Presente del verbo Andare, usato per Strada, Cammino, Sentiere.

ANDAR FORA DEL VADA, Uscir del seminato, detto fig. Uscir di tema o del soggetto che si ha fra mano; Uscir di squadra, Uscir de' termini. Annestare in sul secco; Dire di secco in secco vuol dire, Per mancanza di materia entrare in discorsi diversi dai primi e fuori di proposito. Sbalestrare, delta fig. vale Non dar nel segno proposto in favellando di che che sia.

FORA DEL VADA, Fuor di proposito ; Fuor di luogo ; Fuori di strada -I NUMERI XE FORA DEL VADA, I numeri sono spostati.

COSSA CHE XE FORA DEL VADA, Cosa assurda o sperlicata, Fuori del ragionevole.

NO LA XE MINGA UNA COSA FORA DEL VADA, Non è fuor di ragione o di probabilità, e vale È anzi probabile o verisimile.

VADA e anche VAGA, sono poi l'imperativo del verbo Andare - VAGA O VADA EL RESTO, Facciamo del resto, T. de' Giuochi d'invito e vale Giuocar tutto quel danaro che uno ha davanti.

VADA CHE VU NO SE CAPACE DE FAR STA COSSA, Scommettiamo che voi non siele capace di far questo; ovv. Giuochiamo che tu non sei cece di far questo.

DE MANCO NO VADA, vuol dire Accelte la disfida.

VADIMONIO, s. m. Vadimonio, T. Forense del cessato Governo Veneto, dal barbarico Vadimonium, che significa Pegno o Garanzia. Decreto civile, con cui ad istanza della Moglie si autenticava il legale fondamento della sua dote sui beni del Marito vivente. Dicevasi anche Assicurazione di dote. Quest' atto spettava al Magistrato del Proprio. V. PROPRIO. VAGABONDAGIO, 8. m. Vagabondità, Il vagabondare e lo Stato del Vagabondo. Nella traduzione del Codice criminale italiano dicevasi Vagabondaggio. VAGABONDAR, v. Vagabondare, Andar attorno errando e senza saper ben dove, Fare il vagabondo; Andar a zonzo ; Andar a girone, o ronda.

VAGANTIVO, add. T. de' Pesc. - PESCA VAGANTIVA, V. PESCA. VAGASE è una parola che s'incontra nel principio d'una lettera del nostro Calmo, che dice VAGASE A FAR SCAMBIAR DE CERVELO E MUÅR EL SENTIMENTO... COSTORI CHE CERCA CON FORZA DE FUOGO ec. (ora direbbesi CHE SE VAGA e ital. Vadansi). VAGHEGIAR, v. Vagheggiare, Far al

l'amore.

VAGHEGIAR UN POSTO, UNA CARICA, Agognare una carica, un impiego, cioè Ambirlo, Bramarlo con avidità, Aspirare, Esser vago d'un posto, vale Bramoso, Desideroso.

VAGHÈTO, add. Vaghetto, cioè Grazioso, Gentile.

VAGHETO, dicesi anche per Raretto o Radetto, Alquanto raro, contrario di Fitto, quando si parla di Tela. VAGLIA. V. PAGARÒ.

VAGNELEA LE SANTE VAGNÈLE, Sorta di affermazione o di giuramento che usavasi nel nostro dialetto ai tempi del Calche ora dicesi PER SANTI DEI EVANZELI, Alle guanguèle, o Alle sanle guanguèle, cioè Per l'evangelio, V. EVANGE

mo,

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VALÀCO, 8. m. Valacco, Voce dell'uso, Chiamasi un Giuoco di carte, forse venuto di Valacchia, che si fa in tre persone, il quale addimanda molta attenzione e cautela. VALADA, 8. f. Vallata; Vallonata, Tutto lo spazio della Valle, da un capo all' altro. VALCERCA, Vacquattù, Nome sost. di nessuna significazione, e vale lo stesso che Nessun uomo.

In mo' d'archetti, Maniera di rispondere quando o per tedio o per isdegno non vogliamo dire il modo con cui si ha fatto che che sia.

VALDRAPA. s. f. Gualdrappa; Coperta; Copertina, La coperta che si attacca alla sella e cuopre la groppa del Cavallo. VALE, 8. f. Valle, Luogo di Vallata non piantato d'alberi; e propr. noi intendiamo alcuni Chiusi d'acqua nelle lagune dell' Estuario Veneto, dove s'alleva e si piglia il pesce di mare. VALÈR, v. Valere, Esser di un certo prezzo; Costare -- COSSA VARLO? COSSA O QUANTO VARLA ? Quanto egli vale? Qual è il suo prezzo? Che cosa costa?

VAL UN

Valere, si dice ancor per Aver valore, virtù, Essere valente QUEL TAL NOL STRANDO, Non vale un lupino, una lisca, una sorba, un corno, una buccia o fronda di porro Valere un

mondo, sarebbe il contrario. Boerio.

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scaduta valitura, come altri vogliono dire. V. VALITURA.

VALİVO, add. Vallicoso, Voce antica proprissima, Situato in valle. Agg. a Campo, siccome dicesi Montuoso al Campo situato in monte.

VALERIANA, s. f. Valeriana maggiore VALÒN, s. m.) o ortense, Pianta erbacea detta da' Bolanici Valeriana Phu, la quale ha le foglie come la Scabbiosa; nasce ne' monti e ne' luoghi umidi e acquitrinosi.

V' ha poi la Valeriana officinalis, detto ital. Valeriana minore o silvestre, che fa le foglie come il Frassino, della quale i gatti sono ghiotti.

Ambedue queste specie sono usate nella medicina, ed hanno odore aromatico nauseante, e sapore amaro piccante e disgustoso.

VALESAN, (colla s dolce) s. m. Valli-
giano, Abitator di valle.

VALESAN VICIN EL MAR, Maremmano,
Che sta nelle maremme.
VALESÈLA, 8. f. Vallicella; Valletta;

Vallettina.

VALESİN, 8. m. Porta valigia, Nome che in qualche luogo dello Stato ex-Veneto si dà a Colui ch'è incaricato dall' Ufizio postale di portar la valigia delle lettere e de' pacchi da un paese all' altro. VALESSIO, 8. m. Chiamasi da' Merciai una specie di Tela di canapa e cotone a guisa di frustagno, ma assai più leggera di esso, che serve all'uso di soppannare i vestiti.

VALIO, V. A VALIO e GUALIVO.
VALISE O VALISA, 8. f. Valigia e Bolgia,
V. BOLZA.

VALISE O SACHETA DA SOLDAI, V. SACHETA E VALISETA.

QUEL DA LE VALISE, Valigiaio, V. BOLZÈR.

VALISE, detto in gergo, vale Natiche; Culo. E detto metaf. vale per Gobba.

AVER LA VALISA, dicesi di Femmina, Esser gravida. VALISÈTA, s. f. Valigetta, V. BOLZÈTA.

VALISETA DA SOLDAI, Portamantello, Specie di sacca in cui si rinvolgono dai cavalieri gli arnesi del loro equipaggio, che si porta legata all' arcione di dietro della sella.

VALITÚRA, 8. f. Voce neologica che si vede usata fra noi in qualche pubblica carta, verbale da Valere, detta in vece di Valenza o Valenzia; Valore; Virtù ; o a dir meglio per Tempo valido; Giorni utili, Tempo utile.

Ricapito di scaduta valitura, si vide scritto in una circolare, che vuol dire Ricapito disvalente, cioè Invalido per tempo scaduto; che non vale più fuori di termine, che non ha più valore. VALITURO, Participio futuro alla latina, Che valerà o Che dee valere, Che avrà vigore o esecuzione La presente licenza valitura per mesi sei, Licenza che sarà in vigore per mesi sei, dopo i quali sarà di

Vallone, Valle grande,

Vallonaccio, dicesi a Valle profonda. VALONIA, s. f. Vallonea o Gallonea e Vallona, Ghiande del Cerro, portate dall'Arcipelago; l' Albero che le produce fu detto da Linneo Quercus Egylops. Le ghiande stesse, o sia la buccia che contiene il seme, servono per conciare le pelli. VALSER, 8. f. Termine Tedesco, detto dai nostri corrottamente anche BOLZERA. Nome che si dà ad un Ballo tedesco, in cui i due Ballerini vanno sempre in giro, avvinti in varie guise l'uno all' altro colle mani e colle braccia. VALUTA, s. f. Valuta; Valsente, Prezzo in danaro.

VALUTA INTESA, detto fig. Indellatura, Concerto. Collusione fra due o più persone ESSER VALUTA INTESA, Indettarsi, Convenir con uno segretamente, Darsi l'intesa, V. IMBOCONAR. VANARELO (coll' e aperta) add. Vanerello, dim. di Vano, Agg. a Giovane, che anche direbbesi Leggerucolo; Frinfino o Frinfrino. Che sta sulle mode, Di testa leggera.

VANEZA, 8. f. Porca T. Agr. Quello spazio della terra nel campo ch'è tra solco e solco. V. GOMBINA.

VANÈZA DEI ORTI, Aiuola; Coltra; Prosa, T. Agr. detta anche Vaneggia. Quella per li fiori chiamasi Platea.

VANÈZA IN PIOVER, Porca o Aiuola a costa, cioè Modellata a pendio.

TROZO DE Le veneze,

Andare; Cava

gno, V. TROZO. VANEZÈTA, 8. f. Piccola aiuola. VANEZÓN, 8. m.) Grande aiuola.

VANEZONA, s. f. )

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VANGAR FONDO, Scassare o Diveltare, Voci agr. E quindi Scassato e Divello, dicesi al Terreno lavorato profondamente colla zappa o vanga, nel quale non sieno alberi.

TEMPO DA VANGAR, Andare a vanga, vale Trovare il terreno facile a lavorarsi colla vanga.

TERREN VANGÀ, Vangata, sust. Terra vangata.

VANGELIO, che anche diciamo VANGELO e EVANGELIO, 8. m. Evangelio; Vangelo e Vangelio, Scrittura del Testamento nuovo, ove sono raccontate le azioni e le predicazioni di Gesù Cristo.

ESSER DA VANGELIO, Esser ordinato a vangelo o a epistola o a messa: dicesi dcgli Ecclesiastici.

ESSER UN VANGELIO, Esser un evangelio o un vangelo, Essere una verità indubitabile.

PER SANTI DEI E Vanzeli, V. EVANGELIO. N. B. Il nostro Calmo in tanti luoghi delle sue prose dice PER LE SANTE DIE VA

GNELE.

VANGHETO, 8. m. Piccola vanga. VANIA, 8. f. Avania, Impostura, Falsa invenzione a pregiudizio altrui.

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DAR UNA VANIA A QUALCUN, Dar mala voce ad alcuno, Incolparlo, Dargli cattiva fama, Calunniare alcuno. VANIGLIA, s. f. Vaniglia o Vainiglia, Baccelletto odoroso aromatico d' un Frutice rampicante, parasitico, delle Indie occidentali, ch' è chiamato da Linneo Epidendrum Vanilla e da altri Vanilla aromatica Vaniglione, T. di Commercio, dicesi a Specie più grossa di Vaniglia. VANIGLIA, s. f. T. de' Fioristi, Vainiglia o Vainiglia de' giardini o Eliotropio a for odoroso di vainiglia, Pianta che si coltiva in vasi, detta da' Botanici Heliotropium Peruvianum, i cui fiorellini hanno un gratissimo odore muschiato o di vainiglia. Questa pianta non ama il gran freddo, nè l'esser soverchiamente annaffiata. VANTAGIO, s. m. Vantaggio o Avvantaggio.

ESSER SUL VANTAGIO, Averne buono; Dir buono Essere sul vantaggio, Esser a buona condizione.

VANTAGI POCO ONESTI, Guadagneria, Guadagni illeciti.

VANTAGIO detto in T. de' Stampat. V. AVANTAZO

VANTARSE, v. ed anche AVANTARSE, Vantarsi e Avvantarsi, Darsi vanto, Magni. ficare sopra modo le cose sue, Gloriarsi, Pregiarsi, Spacciarsi.

No LA SE AVANTA TANTO, Non si vanti o Non si avvanti tanto, Sia moderato.

OMO CHE SE VANTA, V. VANTATOR. VANTATÒR, 8. m. Vantatore, che si vanta o si dà vanto, Millantatore, Ostentatore, Spacciatore, V. CHIACOLON.

VANTATÒRA, s. f. Vantatrice, Che si

vanta.

VANTICUÒR, T. Mar. V. CONTRAHODA.
VANTIERA, V. GUANTIERA.
VANTO, s. m. Vanto; Vantamento; Van-
teria, Ostentazione, Millanteria.

PORTAR EL VANTO, Portar la palma, la vittoria, il vanto, Superare gli altri. Portare il masgalano, fu detto del Portare la preferenza, Esser anteposto agli altri come il più galante.

VANTO, dicesi ancora per idiotismo in vece di GUANTO, V. VANZA, add. Avanzato, add. da Avanzare.

VANZA DA UNA DISGRAZIA, Avanzato al fuoco, alle inondazioni e simili, vale Rimasto illeso o non consumato.

TEMPO VANZA, Tempo avanzato, val Guadagnato.

VANZAR (colla z aspra ) v. Essere o Andar creditore da alcuno.

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VANZAR TEMPO, Guadagnare o Avanzar tempo, Anticipare, Prevenire. - VANZAR TEMPO COL STAR SU LA NOTE, Cavar il tempo dagli occhi, cioè Avanzar tempo col vegliare più del consueto.

EL CREDE DE VANZARE EL GHE PERDE. V. in GUADAGNÅR.

VANZARSE TROPO COL DISCORSO, Entrare troppo innanzi, V. AVANZAR. VANZAURA (colla z aspra ) s. f. Avanzaticcio; Avanzuglio; Rimasuglio; Rimaso; Sceltume; Scegliticcio; Resto, Ciò che avanza Marame; Rifiuto, Il peggiore di qualsisia cosa.

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VARA, Vocabolo che si sente frequentemente nel basso popolo, ed è l'imperativo singolare di VEDER, cioè idiotismo per VARDA O GUARDA, e vuol dire Ve' o Vedi. Il plurale è VARE, V.

VARA CHIAPA CHIO, Maniera bassissima che indica maraviglia, e talora è disprezzativa o negativa: lo stesso che POFARDIA, V.

VARAGNO, s. m. T. de' Pesc. Ragana o Dragone di mare, Pesce di mare conosciuto già da' Latini col nome Draco e da Linn. posto al genere Trachinus. Ne abbiamo due differenti, cioè il VARAGNO BIANCO che ha la testa compressa, con piccole asperità, ed una spina pungentissima, che i Siciliani chiamano TRACINE; ed il VARAGNO PAGAN, che diversifica dal primo per avere il corpo bianco la parte superiore del tronco con delle macchie brune, con molti punti neri. Nell' Istria dicesi RAGNO.

Entrambi questi pesci si riputavano di un' identica specie; ma il nostro Nardo avendoli con molta diligenza confrontati fra essi, trovò che sono due specie distinte da importanti caratteri; e quindi ritenne il VABAGNO BIANCO come il Trachinus Draco di Linneo; e chiamò Trachinus Bloch il VARAGNO PAGAN per dedicare la specie all'immortale Bloch, che aveva dato di essa una esattissima descrizione. VARAGNOLA, 8. f. Chiamasi da' Pescatori il VARAGNO quando è piccolo. VARDA, 8. f. T. antiq. Guardia, V. VAR

DIA.

VARDABASSO, s. m. Soppiattone; Galtone, dicesi di Persona cupa coperta e dissimulata. Non guardar mai dritto in viso.

VARDADURA, o VARDAURA, 8. f. Guardatura, L'atto e 'l modo col quale si guarda.

VARDACUÒR, s. m. Voce ant. usata dal nostro Andrea Calmo, Guardacuore, Sorta di farsetto, cioè di Vestimento da uomo che cuopre il busto; ed è probabilmente quello che ancora portano i nostri pescatori sopra la camicia. VARDAR, v. che anche dicesi GUARDAR, Guardare; Sguardare; Riguardare.

VABDAR ATENTAMENTE, Ragguardare ; Alluciare.

VARDAR, dicesi per Fare, cioè Procurare, Aver cura, Fare il possibile VABDARÒ DE SERVIRLA, Farò di ben servirla VARDA DE STUDIAR BEN, Fa di dar opera allo studio VARDA DE COMPRARME UN BON MELÒN, Fa di comperarmi un buon popone.

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VARDAR CON DILIGENZA QUALCÙN, Tenere in guardia alcuno; Tenere stretto alcuno. VARDA BEN, Guarda la gamba ; Leva la gamba; Abbi l'occhio; Dio ne guardi ; Va assentito.

VARDAR BEN PRIMA D'IMPEGNARSE, Aver cura all' infornare; Alpan si guarda prima che s' inforni, metaf. Guardarsi da entra

re in maneggi, de' quali non si possa ritrarsene senza danno.

VARDAR CO L'OChio del prefazio, Guardar allraverso; Guardare di mal occhio.

VARDAR CO L' OCHIO DE LA SCAFETA DE LA PIETA, Guardar con occhio pietoso, compassionevole, Dicesi per ironia.

VARDAR CO LA COA DE L' OCHIO, Guardare colla coda dell'occhio o Far l'occhio del porco, Guardare in banda.

VARDAR CON GUSTO, Occhieggiare. VARDAR DA L'ALTO AL BASSO, Guardar da superbo; Guardar con occhio sprezzanle.

VARDAR DA OBBO, Sbirciare, vale Socchiudere gli occhi onde osservar con più facilità ogni minuzia.

VARDAR EL BEZZO, Chi non istima il quattrin non lo vale; Quattrino risparmiato due volle guadagnato.

VARDAR B TORNAR A VARDAR, Sguaraguardare o Sguaraguatare.

VARDAR FISSO, Affissare.

VARDARGHE LE MAN, Tener l'occhio ai mochi, che vale Aver diligente cura di non esser gabbato e rubato.

VARDAR INCANTA, Guatare.

VARDAR IN QUA E IN LA, Guardare verso mercoledì, si dice di Chi va vagando coll' occhio in qua e in là fisso in altro oggetto Aver gli occhi a' nugoli, Non badare.

VARDAR PER SUTIL, Metafisicare; Sofisticare; Riandare o Riveder le bucce, V. SUTIL.

NO LA VARDAR TANTO PER SUTIL, Non la guardare in un filar d'embrici o di case; Filare o Ber grosso; Ingrossare la coscienza; Non la guardar così per la minuta per minuto o nel sottile; Chi guarda ogni penna non fa mai

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di sè, Provvedere cautamente che male non t'avvenga, non ti sorprenda, Prendere o Prendersi guardia; Stare a guardia.

VARDARSE DA LA BUBANA, V. BUBANA. VARDARSE DAI SEGNAI DA D10, V. SEGNA. VARDAR SOTOCHIO 0 SOTO COZZO VIA, Guardar sottecchi o soltecco; Sbirciare uno sott' occhio.

VARDAR STRALOCHIO, Stralunare, Stravolgere gli occhi affisando la vista, Avere gli occhi strabuzzati, o stralunati. VARDA CH'EL Te la fica, Tal ti ride in bocca, che dietro te l'accocca, e vale, Tal ti dà buone parole, che fa poi de' tristi fatti.

VARDITE DA CHI T'HA COGIONÀ, A can che lecchi cenere non gli fidar farina, detto fig. e vale Non ti fidar più.

VARDITE DAI PAPATASI, V. PAPATASI. VARDITE PRIMA TI E PO PARLA, Guardati a' piedi, Esamina prima te stesso avanti che biasimi alcuno La padella dice al paiuolo, fatti in là che tu mi tigni, Maniera che dicesi a uno che riprenda altrui d' un vizio del quale esso sia macchiato come 'l ripreso.

VARDA BEN COME TI T'IMPEGNI, Non allargare le ali più del nido; Non ti stendere più del lenzuolo; Misurati col tuo passetto; Fa il passo secondo la gamba.

VARDE EL FATO VOSTRO, Guardate al vostro acconcio: cioè Riflettete e determinatevi giusta l'interesse a piacimento vostro, che può anche dirsi Guardate al fatto vostro In altro senso dicendo State ben accorto o State sull'avviso, è un Avvertire altrui di star attento per non essere burlato.

Varte o Guarte, Guarti, per Guardati, si può usare in poesia.

DIO VARDA, Guardi o Cessilo il Cielo; Guardi Dio ; No no; Davvero.

DIO ME VARDA DA CHI GA DA FAR UNA COSSA SOLA, Dio mi guardi da chi non ha che una sola faccenda: detto proverb. perchè quel tale mai non parla d' altro e sempre con essa importuna altrui.

SE MI FUSSE UNA BELA DONA, DIO VARDA CHE VE VOLESSE PER MIO CAVALIER, S'io fossi donna e bella, Dio guarda ch'io mai vi volessi per mio cicisbeo.

DIO ME VARDA DAI PETtegolezzi de Le DONE, V. PETegolezzo.

DIO VE VARDA DA CHI RIDE E VARDA IN LÀ, DA CHI INGIOTE LA SPUAZZA E DA CHI MAGNA SENZA PARLARVE, Prov. vulgatissimo fra noi, al quale corrisponde, Il Ciel vi guardi da chi ride e guarda in là, da chi ingoia lo sputo e da chi mangia senza parlarvi: Tutti indizii di persona equivoca.

Nel parlar fam. Se Dio varda, vuol dire Se per avventura; Se a caso: come SE DIO VARDA NOL ZOGAVA COPE, MI NO CHIAPAVA, Se egli per caso non giuocava coppe, io non pigliava SE DIO VARDA NO

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GHE METEVA DEL MIO, NO SARìa nato gnenTE, Se io non ci metteva del mio, nulla sarebbe avvenuto.

NO SO DA CHI Vardarme, Dai buoni mi guardi Iddio, che dai cattivi mi guarderò io,-Dettato comunissimo, che indica, Esser più difficile guardarsi da chi nella società ha buon concetto ma tristo cuore, di quello che da' cattivi, perchè il cuore non si vede.

FARSE VARDAR DRIO, V. DRIO.

LA VARDA CHE CASI! Guardi lei! Maniera fam. espressa con ammirativo per derisione o ammonizione.

FENESTRA CHE VARDA SU LA STRADA, Finestra che riguarda o che riesce sopra la strada; ovv. che ha riguardo alla strada; cioè Ch' è posta verso la strada.

SE VARDA ANCA UNA MERDA, POSSO VARDARVE ANCA VU, Anche i gufi e i barbagiani sono guardali, Risposta che si dà a chi disdegna d'esser guardato.

ZOGAR A VARDARSE, V. ZOGAR. VARDARÒBA, s. f. Guardaroba, Luogo della casa ove si conservano gli arnesi. VARDAROBIÈR, 8. m. Guardaroba, dicesi anche Chi ha in custodia tutte le biancherie, vestiario, utensili e mobili o altra suppellettile di una casa; ed in questo sign. nel numero dei più si dice Guardarobi, masc.

VARDASCARTOZZI, s. m. GuardacarLocci o Lanterna da cartocci, T. Mar. dicesi un Vaso di legno fatto a posta per contenere un cartoccio onde poterlo trasportare ben difeso da ogni pericolo di fuoco. VARDIA E GUARDIA, S. f. Guardia, Custodia. Guardia, si dice anche al Custode, al Guardatore.

STAR IN VARDIA, mili in guardia. VARÈ, vuol dire Vedete, presente di vedere; e s'usa anche per intercalare, che aggiunge però forza al discorso, richiamando l'attenzione di chi ascolta. MI SI, VA

Mettersi; Porsi e si

MI NO VARE, Io no, vedele RE, Io sì, vedete.

VARE COSSA CHE ME TOCA A VEDER! Detto con ammir. Guardate che cosa mi tocca vedere!

VARE CHE GRAN COSSE! Guardale che maraviglie.

VARE O VARDE CO I DISE, a cui talora si soggiugne CH'El ponte de Noàl xe a S. FELISE, Maniera fam. di ammirazione, come direbbesi Oh diamine ! Che cosa sento! Per bacco! e simili; o che talora si dice in aria scherzevole di rimprovero a chi esageri nel discorso o pretenda più del dovere ec. (Il ponte di Noale è nella parrocchia di S. Felice).

QUARANTA AL GROSSO, VARÈ, Gridano in Venezia i venditori di fichi, ed è come dicessero, Vedete i fichi ch' io v' offro a quaranta al grosso: cioè quaranta per quattro soldi.

VARÈA, s. f. Avaria, T. Mar. Danno che accade ad un vascello o alle mercanzie delle quali è caricato; e il Costo e la Spesa non preveduta che uno è obbligato a fare in un viaggio. Avaria semplice è il Danno ac

caduto alle mercanzie per proprio lor vizio o difetto naturale. Avaria ordinaria è la Spesa che ci vuole per imballare, caricar le mercanzie e assicurarle. Avarie grosse e comuni, sono le spese straordinarie e il danno sofferto pel bene e per la salute comune delle mercanzie e del vascello. Di questo numero sono le cose date per composizione ai Pirati pel riscatto del bastimento. Grossa avaria dicesi anche il Danno che altri è obbligato soffrire quando la tempesta forza a gittare le mercanzie in mare, a tagliar le gomone, le vele, gli alberi ec.

Avaria, si dice ancora il Diritto che paga ogni vascello pel mantenimento del porto in cui ei s' ancora.

VAREA DEL PENÒN, Cima del pennone, V. PENON.

VAREA D'ALBORO, Colombiere, Quella parte degli alberi d'una nave che ne hanno uno sopra posto, compresa fra le crocette di gabbia e la testa di moro. VARENTA, Voce dal verbo Guarentire o Guarentire o Garantire.

VARENTA MI, Sal mi sia, quasi Salvo mi sia. A rifar del mio, Modo di chi afferma costituendosene mallevadore.

VARENTA MI, CHE STA RASON ME PIASE, Se Dio mi dia bene che cotesta ragione molto mi s'accosta, cioè Mi piace.

VARENTA VU, Dio v' aiuti; Dio vi salvi. VARENTA I MI OCHI, Specie di giuramento popolare; che vale, Egli è tanto vero quanto mi sono cari i miei occhi e simili. VARENTÀR, v. Guarentire; Garantire e Guarentare, Difendere, Proteggere.

DIO VARENTA LE MIE CREATURE, Dio protegga o preservi o guarentisca le mie creature, i miei figli, la mia famiglia. VAREZÀR, v. Vaiolare; Vaiare o Invaiare, ed anche Saracinare o Farsi ghezzo, dicesi dell' Uva ed anche delle Ulive e di altre frutta quando prendono il color nero e cominciano a maturare; e quindi Vai, Ghezzi o Saracini, gli Acini dell' uva, le Ulive ed altre frutta quando per maturità anneriscono. Inoliare, si dice particolarmente delle Ulive quando maturano. L' uliva è inoliata.

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VARGO, s. m. T. Agr. Varco; Valico; Passo e Adito, si dice quell' Apertura che si fa nelle siepi Calla e Callaia, Quella che si fa per poter entrare nel campo Guado, Quella che fassi rompendo la siepe o'l muro per entrare col carro nel campo. VARIAZIÓN, 8. f. Variazione, T. di Musica e volgare ital. Pezzo musicale consistente in varie repliche di un dato tema, nelle quali è diversificata la melodia, ma ritenuto lo stesso sentimento. VARIOLE, V. Varòle.

VARIÒLO, s. m. T. de' Pesc. chiamasi il Brancino quando è giovane. A Trieste diFesi VANIN. V. BRANCIN

VARIR, V. GUARIR.

VARO, 8. m. Vaio, Animale simile allo Scoiattolo, col dorso di color bigio e la pancia bianca; e dicesi Vaio anche alla Pelle di quest' animale, di cui si fa uso l'inverno dalle donne ne' loro vestimenti per lusso. V. Dossi.

Il sott' abito della Veste Patrizia era fornito di pelle di vaio a mezza stagione ; l'Inverno dai Dossi.

VARA, Agg. di Gallina, Brizzolata, V. GALINA.

VARÒLÀ O VARIOLA, add. Butterato ; Bulteroso; Vaiuolato; Taccato, dicesi del Volto dell' uomo, nel quale son rimase le margini del vaiuolo.

VAROLE O VARIOLE, S. f. Vaiuolo o Vaiuole, Malattia notissima, comune quasi a tutti, più o meno contagiosa.

VAROLE SALVADEGHE, Ravaglione o Roviglione, e Morviglione o Morbiglione, Specie di male che somiglia al vero vaiuolo.

SEGNI DE LE VAROLE, Buttero, Margine che resta dopo il vaiuolo.

MARZA DE LE VAROLE, Miasma, Quella marcia con cui si faceva l'innesto del vaiuolo naturale, a cui fu da pochi anni in qua provvidamente sostituita la Vaccina. V. VACINA.

VAROLE DE LA FAVA, T. degli Ortolani, Porri, Bitorzolini o Piccole tuberosità che sono talvolta alla corteccia esteriore de'baccelli della Fava, e si estende anche ad altre frutta.

MAL DE LA VARIOLA, Male del lupino, che anche dicesi Lupinello, Sorta di malattia che suol venire a' polli negli occhi quando enfiano e s'infiammano a modo di Lupino (FAVA LUINA), che si cangia in una maglia o macchia bianchiccia. VAROTÈR, 8. m. Vaiaio, così detto da Vaio, Specie di pelle (V. VARO) Pellicciaio; Pellicciaro; Pelliccere, Che fa pellicce e vende pelli di vai. VAROTÈRA, s. f. Femmina di Vaiaio, la quale sull' esempio di altre voci consimili e così formate; dee poter dirsi Vaiaia; Pellicciaia.

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Orciolaio o

QUEL DAI VASETI DA OGIO, Vasellaio, Colui che fa o vende vaselli. VASINA, 8. f. VAZINA, Vagina; Guaina ; Fodero.

VASINA, dicesi dalle Sarte e dalle nostre donne ad un lavoro o specie di condotto o canale fatto in un abito o simile col panno stesso, per passarvi un cordone od un nastro per entro, tirando il quale dai due capi si viene a stringere l'apertura. Fassi principalmente in quelle parti d'un abito, le quali debbono avere una larga apertura, perchè si possa mettere indosso, ed hanno bisogno che questa apertura si ristringa perchè stia assettato alla persona. VASO, s. m. Vaso e Vase, Nome generale.

VASO DE LA SECHIETA, V. CANTARO. VASO DA OGIO, Utello; Orcio; Orciuola. VASO FONDO O FONDIVO, Vaso cupo o ca- VASO SPANTO, Vaso spaso, ed è il suo contrario.

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QUANTITÀ DE VAsı, Vasellame; Vasellamento.

UN BEL VASO DE BOTEGA O DE CAMARA O DE SALA e simili, Un bel corpo di bottega o di sala ec. cioè Luogo ampio, di bella forma.

VASO DE PANDORA O DE MOSTARda, Detto furbescamente, Il Culo, il Diretano.

VASI DE LE BARCHE, T. d'Architettura navale, Vasa e più sovente Vase nel numero del più. Nome che si dà a due travi situate lungo i lati del vascello su i parati, sulle quali si posa e si assicura per vararlo. Colonnelle delle vase, diconsi alcuni Pezzi di travi indentati nelle vase, che vanno ad appoggiarsi al corpo del vascello lungo il tratto della stella, per regger le trinche dell' invasatura prima di vararlo.

VARTE, Imperativo di VARDAR, Guarti; | VASOLINI, s. m. Parte dello sperone d'una

Guardati; Guarda la gamba.

VASCA, 8. f. Vasca o Tazza, Ricetto murato dell'acqua delle fontane.

VASCA DE LA LUCERNA, Coppa, V. Lu

CEBNA.

COCÒN DE LE VASCHE, Zaffo, Quel pezzo di legno coperto di stracci col quale si tura il buco delle vasche da cui esce l'acqua. VASCÈLO, V. VASSÈLO. VASCO ) VASCON)

8. m. Guascone; Bellumore; Arcifanfano; Parabolano, V. CORTESAN, PAREGIN e ZIZOLOTO.

VASCO, detto in gergo, vale Podestà, il Magistrato.

ANDAR O MARCHIAR A LA VASCA, Camminare; Fare: Parlare e simili, da guascone, da bravo.

VARISTO, Evaristo, Nome proprio di VASCONADA, s. f. Guasconata, Millante

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nave. V. SPERÒN.

VASÒTO. s. m. Vasello, Vaso mezzano. VASSELÈTO, s. m. Vascelletto, Piccolo vascello.

VASSÈLO, 8. m. Vascello, Bastimento maggiore della Fregat.a Ogni specie di nave si dice anche Vascello, ma ordinariamente s' intende una Nave ad uso di mercanzia. IMBOSCAR UN VASSELO, V. IMBOSCAR. VASTADOR, s. m. e GUASTADOR, Guastatore, nella Milizia si piglia per Soldato che seguita l'esercito a fine di accomodar le strade, tagliar boschi, far fortificazioni e simili; ed è guidato dai Zappatori. VASTAR, v. Guastare.

VASTIMENTO, s. m. Voce bassa, detta da alcuni per Bastimento.

VASTO, add. in T. de' Chioggiotti, vale Allegraccio Buon tempone; Matterello, V. VASCO.

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