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modo che quelli compagni di Roma, che erano in Italia, si trovarono in un tratto cinti di sudditi Romani, ed oppressi da una grossissima città com' era Roma; e e'si avvidero dello inganno, sotto il quale erano vissuti, non furono a tempo a rimediarvi; tanta autorità aveva presa Roma con le provincie esterne, e tanta forza si trovava in seno, avendo la sua città grossissima ed armatissima. E benchè quelli suoi compagni, per vendicarsi delle ingiurie, gli congiurassino contro, furono in poco tempo perditori della guerra, peggiorando le loro condizioni, perchè di compagni diventarono ancora loro sudditi . Questo modo di procedere, com'è detto, è stato solo osservato da'Romani, nè può tenere altro modo una Repubblica che voglia ampliare; perchè l'esperienza non te n'ha mostro nessun più certo o più vero. Il modo preallegato delle leghe, come viverono i Toscani, gli Achei, e gli Etoli, e come oggi vivono i Svizzeri, è dopo a quello de' Romani il miglior modo; perchè non si potendo con quello ampliare assai ne seguitano duoi beni: l'uno, che facil mente non ti tiri guerra addosso; l'altro, che quel tanto che tu pigli, lo tieni facilmente. La cagione del non potere amplia

è l'esser una Repubblica disgiunta, e posta in varie sedi; il che fa che difficilmente possono consultare e deliberare. Fa ancora che non sono desiderosi di domina

re; perchè sendo molte comunità a partecipare di quel dominio, non istimano tanto tal acquisto, quanto fa una Repubblica sola, che spera di goderselo tutto. Governansi oltra di questo per concilio, e conviene che siano più tardi ad ogni deliberazione, che quelli che abitano dentro ad un medesimo cerchio. Vedesi ancora per esperienza, che simil modo di procedere ha un termine fisso, il qual non ci è esempio che mostri che si sia trapassato; e questo è di aggiugnere a dodici o quattordici comunità, dipoi non cercare di andare più avanti; perchè sendo giunti al grado, che par loro potersi difendere da ciascuno, non cercano maggiore dominio, sì perchè la necessità non gli stringe di avere più potenza, sì per non conoscere utili negli acquisti, per le cagioni dette di sopra; perchè egli arebbono a fare una delle due cose, o a seguitare di farsi compagni, e questa moltitudine farebbe confusione

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egli arebbono a farsi sudditi. E perchè e' veggono in questo difficultà, e non molto utile nel tenergli, non lo stimano. Pertanto, quando e' sono venuti a tanto numero che paja loro vivere sicuri, si voltano a due cose: l'una a ricevere raccomandati e pigliar protezioni, e per questi mezzi trarre da ogni parte danari, i quali facilmente tra loro si possono distribuire; e l'altra è militare per altrui, e pigliar stipendio da questo e da quello Principe,

che per sue imprese gli solda, come si vede che fanno oggi i Svizzeri, e come si legge che facevano i preallegati. Di che ne è testimone Tito Livio dove dice, che venendo a parlamento Filippo Re di Macedonia con Tito Quinzio Flamminio, e ragionando di accordo alla presenza d'un Pretore degli Etoli, in venendo a parole detto Pretore con Filippo, gli fu da quello rimproverato l'avarizia, e la infidelità, dicendo che gli Etoli non si vergognavano militare con uno, e poi mandare i loro uomini ancora al servigio del nimico; talchè molte volte tra duoi contrari eserciti si vedevano le insegne di Etolia. Conoscesi pertanto come questo modo di procedere per leghe è stato sempre simile ed ha fatto simili effetti. Vedesi ancora che quel modo di fare sudditi è stato sempre debole, ed avere fatto piccioli profitti; e quando pure egli hanno passato il modo, essere rovinati tosto. E se questo modo di fare sudditi è inutile nelle Repubbliche armate, in quelle che sono disarmale, è inutilissimo, sono state ne'nostri tempi le Repubbliche d'Italia. Conoscesi pertanto essere vero modo quello che tennero i Romaui, il quale è tanto più mirabile, quanto e'non n'era innanzi a Roma esempio, e dopo Roma non è stato alcuno che gli abbi imitali. E quanto alle leghe, si trovano solo i Svizzeri, e la lega di Svevia che gl' imita. E come nel fine di questa materia si

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come

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dirà, tanti ordini osservati da Roma, così pertinenti alle cose di dentro, come a quelle di fuora, non sono ne' presenti nostri tempi non solamente imitati, ma non

n'è tenuto alcuno conto, giudicandoli alcuni non veri, alcuni impossibili, alcuni non a proposito ed inutili. Tantochè standeci con questa ignoranza, siamo preda di qualunque ha voluto correre questa provincia. E quando la imitazione de' Romani paresse difficile, nou dovrebbe parere così quella degli antichi Toscani, massime a' presenti Toscani. Perchè se quelli non poterono, per le cagioni dette, fare uno imperio simile a quel di Roma, poterono acquistare in Italia quella potenza, che quel modo del procedere concesse loro. Il che fu per un gran tempo sicuro, con somma gloria d'imperio e d'armi, e massima laude di costumi e di Religione. La qual potenza e gloria fu prima diminuita da' Francesi, dipoi spenta da' Romani; e fu tanto spenta, che ancora che, duemila anni fa, la potenza de' Toscani fusse grande, al presente non n'è quasi memoria. La qual cosa mi ha fatto pensare donde nasce questa oblivione delle cose, come nel seguente capitolo si discorrerà.

CAPITOLO V.

Che la variazione delle sette e delle lingue, insieme con l'accidente de'diluvj e delle pesti, spegne la memoria delle cose.

A quelli Filosofi che hanno voluto, che 'l Mondo sia stato eterno, credo che si potesse replicare, che se tanta antiquità fusse vera, e' sarebbe ragionevole che ci fusse memoria di più che cinque mila anni, quando e' non si vedesse come queste memorie de' tempi per diverse cagioni si spengano, delle quali parte ne vengono dagli uomini, parte dal cielo. Quelle che vengono dagli uomini, sono le variazioni delle sette e delle lingue. Perchè quando e' surge una setta nuova, cioè una Religione nuova, il primo studio suo è, per darsi riputazione, estinguere la vecchia; e quando egli occorre che gli ordinatori della nuova setta siano di lingua diversa, la spengono facilmente. La qual cosa si conosce considerando i modi che ha tenuti la Religione Cristiana contra alla setta Gentile, la qual ha cancellati tutti gli ordini, tutte le cerimonie di quella, e spenta ogni memoria di quella antica Teologia. Vero è che non gli è riuscito spegnere in tutto la notizia delle cose fatte dagli uomini eccellenti di quella; il che è nato per avere quella mantenuta la lingua latina'; il che

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