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pareva poter trionfare, se non portava col suo trionfo assai oro, ed argento, e d'ogni altra sorte preda nello erario. Così i Romani con i soprascritti termini, e con il finire le guerre presto, sendo contenti con lunghezza straccare li nimici, e con rotte, e con le scorrerie, e con accordi a loro vantaggi, diventarono sempre più ricchi e più potenti.

CAPITOLO VII.

Quanto terreno i Romani davano
per colono.

Quanto terreno gli Romani distribuissino per colono colono, credo sia molto difficile trovarne la verità. Perchè io credo ne dessino più o manco, secondo i luoghi, dove e' mandavano le colonie. E giudicasi che ad ogni modo e in ogni luogo la distribuzione fusse parca; prima, per potere mandare più uomini, sendo quelli deputati per guardia di quel paese; dipoi, perchè vivendo loro poveri a casa, non era ragionevole che volessino che i loro uomini abbondassino troppo fuora. E T. Livio dice come preso Vejo e' vi mandarono una colonia, e distribuirono a ciascuno tre Jugeri e sette once di terra che sono al modo nostro Perchè oltre alle cose soprascritte, e' giudicavano che non lo assai terreno, ma il bene coltivato

bastasse. È necessario bene, che tutta la colonia abbi campi pubblici, dove ciascuno possa pascere il suo bestiame, e selve, dove prendere del legname per ardere; senza le quali cose non può una colonia ordinarsi .

CAPITOLO VIII.

La cagione perchè i Popoli si partono
da' luoghi patrii, e inondano
il paese altrui.

e

Poichè di sopra si è ragionato del modo nel procedere della guerra osservato da' Romani, e come i Toscani furono assaltati da' Francesi, non mi pare alieno dalla materia discorrere come e' si fanno di due generazioni guerre. L'una è fatta per ambizione de' Principi o delle Repubbliche che cercano di propagare lo imperio, come furono le guerre, che fece Alessandro Magno, e quelle che fecero i Romani, quelle che fanno ciascuno dell'una potenza con l'altra. Le quali guerre sono pericolose, ma non cacciano al tutto gli abitatori d'una provincia; perchè e' basta al vincitore solo la ubbidienza de' popoli, e il più delle volte gli lascia vivere con le loro leggi, e sempre con le loro cose, e ne' loro beni. L'altra generazione di guerra è, quando un popolo intero con tutte le sue famiglie si lieva d'un luogo, necessitato o dalla fame, o dalla guerra, e va a cer

care nuova sede e nuova provincia, non comandarla come quelli di sopra, ma per per possederla tutta particolarmente, e cacciare o ammazzare gli abitatori antichi di quella. Questa guerra è crudelissima e spaventosissima. E di queste guerre ragiona Salustio nel fine dell' Iugurtino, quando dice che, vinto Iugurta, si sentì il moto de' Francesi che venivano in Italia; dove e' dice che'l popolo Romano con tutte le altre genti combattè solamente per chi dovesse comandare, ma con i Francesi si combattè sempre per la salute di ciascuno. Perchè ad un Principe o una Repubblica che assalta una provincia, basta spegnere solo coloro che comandano; ma a queste popolazioni conviene spegnere ciascuno, perchè vogliono vivere di quello che altri viveva . 1 Romani ebbero tre di queste guerre pe ricolosissime. La prima fu quella quando Roma fu presa, la quale fu occupata da quei Francesi che avevano tolto, come di sopra si disse, la Lombardia a' Toscani, fattone loro sedia; della quale T. Livio ne allega due cagioni: la prima, come di sopra si disse, che furono allettati dalla dolcezza delle frutte, e del vino d'Italia, delle quali mancavano in Francia; la seconda che essendo quel regno Francese moltiplicato in tanto di uomini, che non vi si potevano più nutrire, giudicarono i Principi di quelli luoghi, che fusse necessario che una parte di loro andasse a cercare nuova

e

terra; e fatta tale deliberazione, elessono per capitani di quelli che si avevano a partire, Belloveso e Sicoveso, duoi Re de' Francesi, de' quali Belloveso venne in Italia, e Sicoveso passò in Ispagna. Dalla passata del qual Belloveso nacque la occupazione di Lombardia, e quindi la guerra che prima i Francesi fecero a Roma. Dopo questa fu quella che fecero dopo la prima guerra Cartaginese, quando tra Piombino e Pisa ammazzarono più che dugentomila Francesi. La terza fu quando i Tedeschi e Cimbri vennero in Italia, i quali avendo vinti più eserciti Romani, furono vinti da Mario. Vinsero adunque i Romani queste tre guerre pericolosissime. Nè era necessario minor virtù a vincerle; perchè si vede poi, come la virtù Romana mancò, e che quelle armi perderono il loró antico valore, fu quello Imperio distrutto da simili popoli, i quali furono Goti, Vandali, e simili, che occuparono tutto l'Imperio occidentale. Escono tali popoli de' paesi loro, come di sopra si disse, cacciati dalla necessità, e la necessità nasce o dalla fame, o da una guerra ed oppressione che ne' paesi propri e loro fatta; talchè e' son costretti cercare nuove terre. E questi tali, o e' sono grande numero, ed allora con violenza entrano ne' paesi altrui, ammazzano gli abitatori, posseggono i loro beni, fanno un nuovo Regno, mutano il nome della provincia; come fece Mosè, e

quelli popoli che occuparono lo Imperio Romano. Perchè questi nomi nuovi che sono nell'Italia e nelle altre provincie, non nascono da altro, che da essere state nomate così da' nuovi occupatori, come è la Lombardia, che si chiamava Gallia Cisalpina, la Francia si chiamava Gallia Transalpina, ed ora è nominata da' Franchi, che così si chiamavano quelli popoli che la occuparono; la Schiavonia si chiamava Illiria, l'Ungheria Pannonia, e l'Inghilterra Britannia, e molte altre provincie che hanno mutato nome, le quali sarebbe tedioso raccontare. Moisè ancora chiamò Giudea quella parte di Soria occupata da lui. E perchè io ho detto di sopra, che qualche volta, tali popoli sono cacciati dalla propria sede per guerra, donde sono costretti cercare nuove terre, ne voglio addurre l'esempio de' Maurusi, popoli anticamente in Soria, i quali senteudo venire i popoli Ebraici, e giudicando non potere loro resistere, pensarono essere meglio salvare loro medesimi, e lasciar il paese proprio, che, per-volere salvare quello, perdere ancora loro; e levatisi con loro famiglie, se ne andarono in Affrica, dove posero la loro sedia, cacciando via quelli abitatori che in quelli luoghi trovarono. E così quelli che non avevano potuto difendere il loro pacse, poterono occupare quello d'altrui. E Procopio, che scrive la guerra che fece Bellisario coi Vandali occupatori dell'Affrica, riferisce aver

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