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non essendo in sul luogo, e non sapendo infiniti particolari, che sono necessari sapere a volere consigliare bene, arebbono, consigliando, fatti infiniti errori. E per questo e' volevano che il Consolo per sè facesse, e che la gloria fusse tutta sua; l'amore della quale giudicavano che fusse freno e regola a farlo operare bene. Questa parte si è più volentieri notata da me, perchè io veggio che le Repubbliche de' presenti tempi, come è la Viniziana e Fiorentina, la intendono altrimenti; e se gli loro capitani, provveditori, o commissari hanno a piantare una artiglieria, lo vogliono intendere, e consigliare. Il qual modo merita quella laude che meritano gli altri, i quali tutti insieme l'hanno condotte ne' termini che al presente si trovano.

Fine del Volume secondo.

DELLE COSE CONTENUTE IN QUESTO

SECONDO VOLUME.

I

tre libri de' Discorsi sopra la prima
Deca di Tito Livio

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P. 3

Niccolò Machiavelli a Zanobi Buondelmonti e Cosimo Rucellai "S

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Libro primo
CAP. I. Quali siano stati universal-
mente i principii di qualunque
e quale fosse quello di

città,

Roma

5

9

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CAP. II. Di quante spezie sono le Repubbliche, e di quale fu la Repubblica Romana.

CAP. III. Quali accidenti facessino creare in Roma i Tribuni della Plebe; il che fece la Repubblica più perfetta

18

>> 27 CAP. IV. Che la disunione della Plebe e del Senato Romano fece libera e potente quella Repubblica » 29 Mach. Vol. II.

24

CAP. V. Dove più sicuramente si pon-
gu la guardia della libertà o nel
Popolo, o ne' Grandi; e quali
hanno maggiore cagione di tumul-
tuare o chi vuole acquistare, o
chi vuole mantenere
CAP. VI. Se in Roma si poteva ordi-
nare uno Stato che togliesse via
le inimicizie tra il Popolo e il
Senato

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» 32

CAP. VII. Quanto siano necessarie in una Repubblica l'accuse per mantenere la libertà

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CAP. VIII. Quanto le accuse sono utili alle Repubbliche, tanto sono perniziose le calunnie

CAP. IX. Come egli è necessario essere solo a volere ordinare una Repubblica di nuovo, o al tutto fuori delli antichi suoi ordini riformarla

CAP. X. Quanto sono laudabili i fondatori d'una Repubblica, o d'un Regno, tanto quelli d'una Tirannide sono vituperabili

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36

43

48

52

56

CAP. XI, Della Religione de' Romani » 62 CAP. XII. Di quanta importanza sia tenere conto della Religione, e come la Italia, per esserne mancata, mediante la Chiesa Roma

è rovinata

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na, CAP. XIII. Come i Romani si servi

rono della Religione per ordinare

67

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» 71

la città, e per seguire le loro imprese, e fermare tumulti CAP. XIV. I Romani interpretavano gli auspicii secondo la necessità e con la prudenza mostravano di osservare la Religione, quando forzati non l'osservavano; alcuno temerariamente la dispregiava, lo punivano

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e se

» 75

» 78

CAP. XV. Come i Sanniti per estremo rimedio alle cose loro afflitte ricorsero alla Religione

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80

CAP. XVI. Un Popolo uso a vivere sotto un Principe, se per qualche accidente diventa libero, con difficultà mantiene la libertà CAP. XVII. Un popolo corrotto venuto in libertà si può con difficoltà grandissima mantenere libero. » 85 CAP. XVIII. In che modo nelle città

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» 89

corrotte si potesse mantenere uno Stato libero, essendovi; o non essendovi, ordinarvelo CAP. XIX. Dopo uno eccellente principio si può mantenere un Prin cipe debole, ma, dopo dopo un debole, non si può con un altro debole mantenere alcun Regno

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» 94 CAP. XX. Due continue successioni di Principi virtuosi fanno grandi ef fetti; e come le Repubbliche bene ordinate hanno di necessità vir

1 tuose successioni; e però gli ac

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