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»> na, con quelle cornici intermedie troppo aggettate, » che fanno comparir più tozze, di quel che realmen» te sono, le finestre superiori. Desse cornici hanno » dentelli: meschini dentelli.

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» Il cortile è un bel disegno del Peruzzi: è cir>>condato inferiormente da portici ad archi sostenuti da piedritti con pilastri dorici; e superiormente da un loggiato, anche ad archi, con pilastri jonici, e con » balaustri e termina in un attico grande con buone >> finestre. » (Milizia, Roma delle belli Arti, ediz. di Bassano, 1823, pag. 128).

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In altri tempi il palazzo Altemps aveva diverse statue stimate; nel cortile si osservava un Gladiatore di assai buona maniera; un Marco Aurelio, un Esculapio, e precipuamente un Paride sedente su parecchi scogli. Nella gran sala scorgevasi un Mercurio, un Bacco, e due colonne di porfido con due teste per di sopra di tutto rilievo, posate su d'un globo della pietra stessa, e cavate dallo stesso masso di porfido, le quali teste per esser di mediocre scultura si credeva rappresentassero i due Filippi imperatori. In altri luoghi ancora ammiravansi non pochi altri pregevoli ogetti d'arte antichi, i quali però oggi che parliamo sono sminuiti molto. In una camera il Romanelli dipinse assai bene un Giove e una Venere.

Nell'interno del palazzo esiste una venerabil cappella, ornata tutta con pitture a fresco dai pittori Ottavio Leoni e Antonio Pomarancio. Sull'altare si venera una immagine di Maria vergine, eseguita in tavola, e si pretende sia opera di Raffaello. In questa cappella, fra parecchie reliquie, si conserva il corpo di s. Aniceto papa, il quale sofferse il martirio nell'anno 168 dell'era cristiana; il quale corpo essendo stato rinvenuto nelle catacombe di s. Sebastiano ai tempi di Clemente VII.,

da quel pontefice fu donato ai signori Altemps, i quali glie ne fecero premurosissime istanze, e lo collocarono qui, entro una bell'urna di marmo. Il giorno 17 di aprile si celebra solennemente nella cappella stessa la festività del santo. Nella sacrestia annessa conservansi molte preziose suppellettili sacre di gran prezzo, e fra queste è degna di osservazione una ricca pianeta eolla quale soleva celebrar messa s. Carlo Borromeo.

L'attual duca D. Serafino, è tutto occupato nel ristorare il palazzo, tantochè v'è speranza di vederlo tornare nel suo antico splendore, e di poter di nuovo ammirarne la bontà dell'architettura, che senza dubbio presenta in ogni parte moltissima maestà, e un eccellente scompartimento di luoghi, con tutti i comodi che possono desiderarsi in una fabbrica di simil genere.

PALAZZO ALTIERI. (Del Rione IX., Pigna). La piazza del Gesù piglia ornamento non piccolo dal palazzo de'siguori Altieri principi romani, il quale trovasi a sinistra di chi dalla detta piazza voglia recarsi a quella di Venezia. Questo sontuoso edifizio fu cominciato dal cardinal Camerlingo di s. Chiesa Gio. Battista Altieri, e poscia accresciuto e compito con molta splendidezza dal cardinal Paluzzo Altieri, nel pontificato di Clemente X., della stessa illustre famiglia. L'architettura di esso è di Gio. Antonio De Rossi, ed ha moltissimo merito. Ecco ciò che ne dice il Milizia nella vita di lui (oper. eit. pag. 275): La magnificenza di questo edifizio è ugualmente dentro che fuori. È grandiosa la divisio» ne de'piani, e le finestre sono bene compartite. Alle finestre del terzo piano potevan risparmiarsi que'frontoni, e perchè non sono troppo belli, e perchè inutili > come poco lontani dal cornicione. Le due colonne joniche che adornano la porta, compariscono gracili. » Il cortile è un quadrato con portici di pilastri, e l'ar

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» chitettura v'è trattata in maniera che si può dire più vaga che magnifica, e in conseguenza non ben cor rispondente all'esteriore tanto magnifico e grave. La scala è grandiosa, ben illuminata; ma ristretta di tempo in tempo da pilastri che sostengono la volta; le » balaustrate son cadenti, perchè seguitano il pendio delle branche; e le porte degli appartamenti che sono ai ripiani pajono meschine. Il gran male di questo palazzo è che la sua maggior parte è più eleva• ta di quella ch'è sulla piazza del Gesù, e forma quasi un altro palazzo distinto da quello. In quest' al» tro corpo dalla parte sulla piazza di Venezia è un portone che conduce in un gran cortile rettangolo > che liberamente comunica col primo. Peccato certa» mente che un tanto edificio, che è tra i più superbi palazzi di Roma, e che è tutto isolato, non formi una » compiuta unità. »>

Il Milizia così parlando dà a conoscere che il palazzo Altieri va ricco di nobilissimi pregi architettonici, quantunque, al suo solito, cerchi di oscurarli contraponendo ad essi de'difetti, che se bene esistano, pure rimangono annullati quasi dalle molte bellezze. E certo in questa fabbrica, delle bellezze se ne veggono in co pia, tanto per la decorazione esterna, quanto per la magnificenza, e per la comoda divisione de'vaghissimi appartamenti, uno de'quali è tutto fregiato di nobili pitture, e l'altro di stucchi a maraviglia addicentisi ad una così cospicua abitazione principesca.

Entro gli appartamenti poi, che abbelliti sono di stucchi, dorature e marmi diversi, ammiransi due statue di Venere, una testa di Pescenuio Negro, o di Severo, com'altri vogliono, un Sileno, un prigioniero barbaro, trovato presso il teatro di Pompeo, una Roma trionfante di verde antico, due tavole di lapislazuli, un'urna

cineraria di alabastro orientale e due ricche colonne di

porfido. Oltre a ciò sono nel palazzo non poche pitture di pregio, che più servono a crescerne il decoro la bellezza. Fra queste meritano spezial menzione una battaglia del Borgognone; un Cristo nel sepolcro, opera del Wandik; il ritratto di Tiziano eseguito da lui medesimo; un gran quadro esprimente una bella marina, condotto da Claudio Lorenese. La cappella, la quale è tutta colorita di mano del Borgognone, e il bello sfondo della sala, sono lavori di Carlo Maratta. Ragguardevolissime sono inoltre le quattro stagioni di Guido Reni; l'effigie di Marte e quella di Venere condotte da Paolo Veronese; un s. Gaetano, e il trionfo della Clemenza, pitture del ricordato Carlo Maratta; la riputatissima strage degl'innocenti, opera del famoso Pussino; una bella Madonna di mano di Correggio; un buon ritratto di Raffaello Sanzio, una Venere, eseguita da Filippo Lauri; una Madonna dipinta con grazia somma dal Parmigianino; una cena di Cristo cogli Apostoli, colorita con stile franco e robusto dal Muziano; la tanto encomiata Carità romana, operata dal vigoroso pennello del Guercino, più una predica del Salvatore, condotta con pari bravura dallo stesso artefice; il giudizio di Paride, dipinto con assai grazia e freschezza di tinte dall'Albano, e un putto, eseguito dall'egregio Tiziano, opera da una tela trasportata su d'un'altra.

In questo palazzo avvi ancora una egregia libreria, pregevole molto per le antiche edizioni. Gio. Battista Altieri, coi libri di Mario suo zio, teologo insigne, canonico della prebenda teologale di s. Pietro, gran legista, e per assai tempo lodatissimo avvocato de'poveri, e di altri antenati, giunto che fu alla dignità di vescovo di Todi, riuni la libreria di cui si è detto, fornendola d'opere legali, e di quelli d'ogni autore cospicuo in ma

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