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tera statua dovesse appoggiarsi sulla clava colla destra, e da sicuri riscontri s'induce a credere che colla sinistra potesse stringere una Jole, o un'Ebe (E. Q. Visconti; Museo Pio-Clementino, tom. II., p. 19., ediz. sitata). Nel sasso ove posa il frammento di cui si tratta è inciso il nome dell'insigne artefice, colla seguente epigrafe in due liuee, ΑΠΩΛΛΟΝΙΟΣ ΝΕΣΤΟΡΟΣ ΑΘΗΝΑΙΟΣ ΕΠΟΙΕΙ, cioè; Αpollonio figlio di Nes store Ateniese lo faceva. Quest'Apollonio, sommo artista invero, conforme il palesa quest'opera, è diverso dall'altro che con Taurisco lavorò nel gruppo del toro farnesiano, giacchè il nostro s'intitola ateniese, e l'altro era, al dir di Plinio, nativo di Rodi. Nella parete del vestibolo, di rimpetto alla finestra, sono collocati molti fra' principali monumenti, che appartennero alla famiglia degli Scipioni, trovati già nelle loro tombe presso la via Appia, nell'anno 1780. Fra questi è osservabile il sarcofago di peperino, adorno di rosoni e triglifi d'ottimo gusto: in esso leggesi una iscrizione in antico latino, contenente l'elogio di Scipione Barbato bisavolo di Scipione Affricano, Console negli anni di Roma 456. la detta iscrizione ha le parole divise da punti, e i sensi o periodi da lincole, componendosi di quattro linee di scritto: portata all'ortografia del secol d' Augusto, così può leggersi: CORNELIVS. LVCIVS

• SCIPIO · BARBATVS. GNAEO. PATRE. PROGNATVS. FORTIS. VIR. SAPIENSQVE CVJYS. FORMA. VIRTVTI. PVRISSIMA. FVIT. CONSVL • CEN SOR • AEDILIS. QVI. FVIT • APVD VOS. TAVRASIAM. CISAVNAM. IN SAMNIO • COEPIT SVBEGIT . OMNEM LVCANIAM . OBSIDES

QVE. ABDVXIT. Vedesi anche nella parete un busto pure di peperino, trovato nello stesso sepolcro, e si reputa un ritratto di alcun personaggio della famiglia degli Scipioni, a cui spettano le antiche iscrizioni che

leggonsigli attorno situate. Osservabile da ultimo è la volta di questo vestibolo, perchè in essa dipinse assai bene Daniello da Volterra.

Avendo descritto fin qui il museo Pio-Clementino, passeremo ora a trattare di quello Chiaramonti, pigliando le mosse da quel vasto corridojo, ove sono adunati d'ogni sorta monumenti, come a dire statue gruppi, busti, teste, bassorilievi, ornati, urne, cippi, iscrizioni ec. Un luogo amplissimo come questo è può riguardarsi più che altro come un gran magazzino, ove le sculture in grandissima copia stanno ammonticchiate e confuse. Allorchè Pio VII. di chiara memoria, imprese a ordinarlo, volle affidarne la direzione ad Antonio Canova, il quale scompartillo in ventinove ripartimenti, divisi da semplici pilastri; ognun de' quali ripartimenti ha per di sopra una lunetta colorita a fresco, e tutte esprimono le gesta più cospicue di quel sommo pontefice, operate a pro delle arti belle: le pitture uscirono di mano di differenti artefici di merito, e troppo lungo sarebbe descriverle e ricordarne particolarmente gli autori. Da mano diritta apresi l'ingresso al giardino detto della Pigna, di cui in seguito si dirà; di rimpetto si vede una statua colossale di Ercole giacente. In questo corridojo, fra i moltissimi monumenti, meritano osservazione gli oggetti seguenti: un rottame d'un Apollo seduto; la faccia d'un sepolcro in bassorilievo, esprimente la protome di due conjugi, con in mezzo un fanciullo, loro figliuolo, avente la bolla che gli pende sul petto il padre lo abbraccia, e la madre gli presenta delle frutta; il lavoro si rende osservabile pe'panneggiamenti e per gli ornamenti della donna. Per di sopra è una bella statua muliebre giacente: i busti di Antonino Pio, e del giovane Marco Aurelio: una Clio sedente, una Diana coll'arco e le frecce, ed una Cere

re, statue di buono stile: una statua virile togata; una Diana triforme, statue anch' esse di molto pregio: un cippo sepolcrale di Lucia Telesina, figlia di Cajo, opera di squisita scultura: un bassorilievo delicatissimo con un ballo di Baccanti e altro bassorilievo con un combattimento delle Amazzoni: un piccolo Ulisse, tal quale si trova effigiato nelle medaglie della famiglia Mamilia: una squisita testa di Fauno coronata di pampini : la statua molto pregevole della vestale Tuccia, la quale tiene fra le mani un crivello o vaglio, e nella porzione antica di esso si legge sull'orlo la parola PELLO, la quale, quante volte sia antica, potrebbe così supplirsi: Calumniam pello, alludendo appunto alla storia di quel la vergine sacrata, che a provar la sua innocenza sostenne l'esperimento di recar dal fiume un crivello of vaglio, ripieno d'acqua, senza che se ne versasse stilla: la magnifica statua sedente di Tiberio, in atto di alzar colla destra lo scettro e tener colla sinistra il brando; essa è di grandezza semicolossale e venne scoperta nel 1812. entro il tenimento dell' isola Farnese presso la via Cassia, fra le ruine del Foro del municipio Augusto Veiente; l'imperatore siede sul subsellio ed è rappresentato in età non avanzata; non è vestito di tunica e toga, ma a modo di eroe è ammantato del paludamento imperiale: buono è lo stile della statua e singolare la conservazione: l'altra statua pur semicolossale del medesimo Tiberio, con un volume nella man sinistra e la destra appoggiata col dosso sulla coscia rispondente; essa fu rinvenuta nell'anno 1796. da Giusep pe Petrini, nelle ruine dell'antica Pivernum, oggi Piperno, una delle metropoli de' Volsci; la immagine è somigliantissima a quella delle medaglie; l'imperatore è coperto in parte dal paludamento imperiale, che cadendo forma belle pieghe e naturali; la testa è impo

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BRACCIO NUOVO DEL MUSEO VATICANO

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