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BESTIE E CRISTIANI.

Come ai vecchi i quali, ormai fuori di combattimento riguardo alle belle donne, si sbizzarriscono a raccontare le avventure del tempo che fu, mi sia perdonato questo piccolo sfogo consistente nella rievocazione di qualche "tipon conosciuto, di qualche curioso fatto accaduto in una dozzina d'anni d'assiduo esercizio di caccia

Ho conosciuto un bracconiere, un giovanotto alto, fortissimo, che poteva beversi a garganella un fiasco di vino a digiuno. Mori, pare impossibile tubercoloso. Era capace di cose enormi. Una sera si decise d'andare a ❝ frugnòlo colla neve; siccome faceva un freddo da mozzare il fiato ci si riscaldò prima con una cena formidabile.... a rischio di buscarci una congestione! Roba da pazzi.

Quando si uscì fuori il Moro (lo chiamavano così) era briaco fradicio. Lo credereste? Si buttò in una siepe a dormire sulla neve, e quando ripassammo dopo qualche ora a ripren

derlo saltò in piedi contento come uua pasqua. Gli era passata la sbornia!

Mi rammento le gioconde cacciate di quei tempi! Si partiva in quattro, cinque dall' Impruneta e, a piedi, s'andava sui monti del Valdarno. Si dormiva da un contadino, tutti in un letto grande come un'aia. In un altro lettino dormivano, accatastati i contadini; anche la donne, che si spogliavano, al buio, dopo che s'era entrati nel letto noi altri. Una notte si cominciò a litigarci la coperta, insufficente, e pigia di quà, tira di là, fui buttato di sotto al letto altissimo. Io, sentendomi cascare, annaspai colle mani, agguantai roba, m'attaccai.... Erano spannocchie di granturco che pendevan dal soffitto basso a travicelli! Naturalmente ruzzolai, ma siccome non avevo abbandonato la coperta del letto, tutti gli altri rimasero a tremare, mentre io accortomi da violenti dolori in varie parti carnose d'esser cascato sopra un mucchio di patate cominciai alla cieca a tempestare con quei proiettili; ma li tiravo alti e andavo a colpire i contadini che dormivano in fondo alla stanza.

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Ohi! sentivo urlare ogni pochino....

A farla corta, quando la mattina ci s'alzò per venir via dovetti ripagare tutti i vetri dei santi che stavano appesi ai muri della camera; ma non basta! siccome m'ero rinvoltato nella

coperta e avevo finito coll'addormentarmi in cucina nel canto del fòco, mi accorsi in breve che non ero più solo....

Non so se mi spiego; si vede che li usavano andare a riposarsi i poveri o i « fuorusciti ”n di passaggio e non avendo nulla da lasciare in ricordo, lasciavano quelli....!

Su codesti poggi, una mattina, invece d'andare a caccia con gli altri, m'ero indugiato intorno casa per via d'una ragazza che aveva gli occhi celesti e le risate all'ordine del giorno.... Era tutto un ridere; bastava che la chiamassi per nome: Beppinaaaa! e giù, perle che si sgranavano, solfeggi, trilli, una risata semitonata che durava cinque minuti!

Dunque m'ero trattenuto intorno casa e figurando di voler tirare ai merli, guardavo cautamente se c'era verso di trovar, sola, la venere agreste....

A un tratto sento un grand'urlio: Rendimi la gallina! rendimi la gallina!

Sbuco di dietro la macchia, dov'ero appiattato, sulla viottola e (fu un attimo, un lampo, una visione) veggo una volpe, enorme, con una gallina, viva, in bocca.

Picchia una schioppettata. La volpe sparisce, la gallina resta morta, però.... L'avevo ammazzata io!

Una volta s'entrò in bandita. Si spadella

ron le starne, si spadellò una lepre, finalmente eccoti un guardacaccia e due uomini.

I miei compagni eran giovinotti del popolo, un po' lesti di lingua.

Signori hanno il permesso?

Sulle bocche del fucile !

Bisogna che vadan via! capiranno, se no io perdo il pane, glielo chiedo per piacere... Così stà bene. Di dove s'esce?

Mah! di dove son venuti....

Allora di quà.... E s'avviano in su.
Ma no, di sotto, di sotto....

Allora, da questa parte.... E fanno un altro metro avanti....

Il guardacaccia, un uomo grande e grosso, dalla stizza, soffiava camminando dietro a noi. A un tratto un certo Pozzesi si rivolta bruscamente e gli dice in pretto vernacolo: O icchè la fa? che è pazzo, a soffiare in codesto modo? La un lo vede son tutto sudato....

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Un medico, mio compagno d'avventure, vent'anni or sono entrò nella tenuta di Leccio, di cui è oggi proprietario il mio amico avv. Lando Landi, e, guardando ferocemente il guardia che voleva sapere le generalità, disse sdegnoso: Sono il Sindaco di Prato!

Il fratello dello scultore Raffaello Romanelli, il compianto Romano, uomo dotato di forza

addirittura fenomenale, ad un "guardia " che gli contestava la contravvenzione strinse un braccio con tal violenza da far vedere al pover' uomo le stelle e nello stesso tempo lo costrinse a ballare una farandola scapigliata.

Il guardacaccia che credè d'essersi imbattuto in un pazzo furioso ebbe a morire dalla paura.

Queste, si capisce, sarebbero prepotenze belle e buone; ma invece eran prepotenze ripagate, dopo, con fogli da dieci lire e sigari, e finivano in risate generali.

Invece ci sono i bracconieri i quali son convinti che in tutti i boschi, anche recinti, ciascuno abbia diritto di cacciare e che il di

vieto sia un sopruso feudale, un avanzo del

medioevo !

Ne ho conosciuto uno (un bracconiere, non un avanzo del medioevo) al quale il padrone d'una bandita uccise il cane da lepre. Bene! per evitare guai, quegli fu obbligato a permettergli di cacciare nella tenuta a patto che non tenesse più animali da seguito.

Questi cacciatori « di mestiere" sono terribili. Conoscono bene i boschi e meglio le astuzie, le scappatoie del contrabbando. Spesso non hanno licenza e in tempo di divieto tendono lacci, pignòle, vanno colla balestra, col diavolaccio o cercano faine, donnole, volpi,

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