LXXIII. Il signor Gaspar cominciava a prepararsi per rispondere; ma la signora Duchessa, Di questo, disse, sia giudice messer Pietro Bembo, e stiasi alla sua sentenzia, se le donne sono cosí capaci dell'amor divino come gli omini, o no. Ma perché la lite tra voi potrebbe 5 esser troppo lunga, sarà ben a differirla insino a domani. Anzi a questa sera, disse messer Cesare Gonzaga. · E come a questa sera? disse la signora Duchessa. Rispose messer Cesare: Perché già è di giorno; e mostrolle la luce che incominciava ad entrar per le fissure delle finestre. Allora ognuno si levò in piedi con molta me10 raviglia, perché non pareva che i ragionamenti fossero durati piú del consueto; ma per l'essersi incominciati molto più tardi, e per la loro piacevolezza, aveano ingannato quei signori tanto, che non s'erano accorti del fuggir dell'ore; né era alcuno che negli occhi sentisse gravezza di sonno: il che quasi sempre interviene, quando l'ora con15 sueta del dormire si passa in vigilia. Aperte adunque le finestre da quella banda del palazzo che riguarda l'alta cima del monte di Catri, videro già esser nata in oriente una bella aurora di color di rose, e tutte le stelle sparite, fuor che la dolce governatrice del ciel di Venere, che dalla notte e del giorno tiene i confini; dalla qual parea 20 che spirasse un'aura soave, che di mordente fresco empiendo l'aria, cominciava tra le mormoranti selve de' colli vicini a risvegliar dolci concenti dei vaghi augelli. Onde tutti avendo con riverenzia preso commiato della signora Duchessa, s' inviarono verso le lor stanzie senza lume di torchi, bastando lor quello del giorno; e quando già 25 erano per uscir della camera, voltossi il signor Prefetto alla signora Duchessa, e disse: Signora, per terminar la lite tra 'l signor Gaspar e 'l signor Magnifico, veniremo col giudice questa sera più per tempo che non si fece ieri. Rispose la signora Emilia: Con patto che se 'l signor Gaspar vorrà accusar le donne, e dar loro, come è suo co30 stume, qualche falsa calunnia, esso ancora dia securtà di star a ragione, perch' io lo allego suspetto fugitivo. LXXIII. 15. In vigilia. Latinismo: in veglia, vegliando. Da quella banda del palazzo. Cioè dal lato orientale. 16. Del monte di Catri. Il Monte Catria s' inalza fra Gubbio e Pergola, ed è ricordato da Dante in quel passo del Paradiso (C. xxi, 109) dove S. Pier Damiano parla dell'eremo camaldolese di S. Croce in Fonte Avellana, fondato appunto in quel sito dove i sassi dell'Appennino centrale « ... fanno un gibbo, che si chiama Catria ». 28. Con patto ecc. Notisi che il libro finisce con una arguta minaccia della signora Emilia, la quale, ricorrendo al linguaggio forense, ammonisce il Pallavicino che, se vorrà rinnovare le sue ingiuste accuse controle donne dovrà esporre le proprie ragioni dinanzi al giudice, che è il Bembo, e rimettersi alla sua sentenza (più sopra, 1. 3, la Duchessa aveva detto: «estiasi alla sua sentenzia »). In caso contrario, lo dichiarerà contumace e considererà come nulle le sue ragioni. FINE INDICE DEI NOMI DELLE PERSONE E DEI LUOGHI* A Accolti Bernardo, gioco da lui proposto, Acquapendente, nome locale, II, LXXXVI. Senofonte, IV, VIII. Agnello Antonio, mantovano, sua facezia, Agone (Piazza di), menzionata, IV, VII. XXII. Alessandria, città di Egitto, IV, XXXVI. Alessandro VI papa, ricordato in una fa- Altoviti, fiorentino, ricordato, II, LXXVII. Amalasunta, lodata, III, XXXIV. Ancille, liberatrici di Roma, III, XXXI. Anna, regina di Francia, lodata, III, XXXIV. Antonello da Forli, lodato e motteggiato, Apelle, biasimava Protogene, I, xxviii; * Mi sono limitato all' Indice dei nomi delle persone e dei luoghi, perché se vi avessi 1 Questo capitano di ventura dovette militare anche ai servigî di Caterina Sforza Aristotele, maestro di Alessandro, I, XXIV, XLIII; sua opinione sulla efficacia edu- Armoni, suo atto eroico, III, XXII. Artemisia, lodata, III, XXVI. Asdrubale, teme la morte, III, XXIII. Aspasia, lodata, III, XXVIII. Ateniesi, fautori di feste e spettacoli pubblici, II, XLV. Atos, monte, IV, XXXVI. B Baie, ricche di rovine di antichi edificî, II, XXXVI. Barletta, musico e danzatore eccellente, Battra, suoi ferini abitanti, IV, XLVII. Beccadello Cesare, vittima d'una burla del Belvedere, di Roma, IV, xxxvI. scherzi piacevoli su di lui, I, XLVI; suo ragionamento sull'amore, IV, XLIX sgg. Bergamasco (travestito da), II, LXXVI. V. Castiglio. Bergamo (i gozzuti di), II, XXVIII. Beroaldo Filippo (il giovane), sua risposta, II, LXIII; motteggiato dal Sadoleto, II, LXIII. Bevazzano Agostino, sua facezia, II, LXX. Boccaccio, perché non imitato dall'A., Lett. dedicat. II; osservazioni varie dell'A. sulla sua lingua e sul suo stile, ibid. e I, XXXI; mirabile nelle narrazioni facete, II, XLIX, LXXXIX; nemico delle donne, II, xcv. Borgogna (Casa di) menzionata pel Toson d'Oro, III, II. Bonifacio (Conte Lodovico da San), scolare Bucentoro, nave dei Veneziani, II, LIII. nella Lett. dedicat., I; I, xxxvII; eccellente scultore, I, LI. Borso, Duca di Ferrara, ricordato, II, II. Botton da Cesena, motteggiato, II, LXXX. C Cacco, biasimato, IV, XXXVII. Cagli, nome locale, II, LX11. Calandrino, personaggio boccaccesco, II, XLIX. Calfurnio Giovanni, faceta interpretazione Camma, mirabile suo esempio di fedeltà nell' amore, III, xxv-vI. Canossa (Conte Lodovico da), scelto a for. mare il perfetto Cortegiano, I, XIII; maestro di facezie, II, LXIV; sua risposta faceta, II, LXXVIII; discendente dalla famiglia della Contessa Matilde da Canossa, III, XXXIV; vescovo di Bajoux (Ba yeux), IV, 11. Cfr. Dizionar. biograf. Capitolio, non Campidoglio, I, xxxv; tradito da Tarpeia, III, XXXI. Capua, saccheggiata dai Francesi, III, XLVII. Cara Marchetto, cantore e musico celebre, I, XXXVII. Cardona (don Joanni di), suo motto, II, LXXII. Cardona (don Ugo di), motto a lui indiriz zato dal Gran Capitano, II, LXXIV. Cariglio (Carillo) Alonso, sue mordaci e facete risposte, II, LXXVI, LXXVIII, XCII, XCIII. Carlo, principe di Spagna, lodato, IV, XXXVIII. Carlo, re di Francia, lodato, III, XXXIV. Castellina, assediata, II, LII. Castiglia, regno d' Isabella e Ferdinando, III, XXXV. Castiglio (Castillo), spagnuolo, II, LXXXV. Castiglione Baldassarre, s'induce a scrivere il Cortegiano per le preghiere di Alfonso Ariosto, I, 1; risponde a varie accuse mosse contro il suo libro, Lett. dedicat. II; sue opinioni intorno alla lingua ed alla ortografia, Lett. dedicat. II e I, XXXIV sgg.; accenno alla sua ambasceria in Inghilterra, I, 1; IV, xxxvIII. Catilina, sua congiura scoperta da una donnicciuola, III, XXXI. Catone, sua ironica facezia, II, LXXIII; sua risposta, II, LXXVII; sua severità proverbiale, III, XL. Catri (monte di), IV, LXXIII. Cerere, lodata, III, xxvIII. Cervia (vescovo di), deluso dal papa, II, II, LXXXII. Chie, donne, lodate pel loro eroismo, III, XXXII. Chirone, insegna la musica ad Achille, I, XLVII. Cicerone, imitato dall'A., Lett. dedicat. II; sua dottrina intorno all'imitazione, I, XXXVII; suo vanto eccessivo d'avere scoperto la congiura di Catilina, III, XXXI. Cimone, tassato di bevitore, IV, vII. Ceva (Febus e Gherardino Marchesi di) I, LIV. Cfr. Dizion. biogr. Circe, allusione alla sua favola, IV, xxxv. Civitavecchia, ricca di antiche rovine, IV, Clearco, tiranno pauroso, IV, xxiv. Colonna Marc'Antonio, lodato, II, LXV. detti, II, LXV, LXXIV; lodato, III, xxxv. Corinna, poetessa, lodata, III, XXVIII. Cornelia, lodata, III, XXII. Corvino Mattia, re d'Ungheria, lodato, III, XXXI. Crivello Biagino, sua facezia, II, LXXXII. Coscia Andrea, sua facezia, II, LXXXI. Crotone (fanciulle di), I, LIII. D Dario, fa acconciar la sua spada alla Macedonica, II, XXVI; le sue donne rispettate da Alessandro, III, xxxix. Demetrio, rinunzia alla presa di Rodi per rispettare una pittura di Protogene, I, LII. Democrito, disputa del riso, II, XLV. XXXIX; allusione ad una sua risposta a Diaceto o Diacceto Francesco (Cattani), lo- LXIII. Diomede, biasimato come tiranno crudele, IV, XXXVII. Dione Siracusano, educato da Platone, IV, XLVII. Dionisio, tiranno, abbandonato da Platone, IV, XLVII. Diotima, lodata, III, xxvIII; maestra d'amore a Socrate, IV, LXXII. Donato Jeronimo, sua risposta faceta, II, LXI. E Egano, personaggio boccaccesco, II, XCII. Ennio, risposta di Scipione Nasica a lui, Enrico, principe di Waglia (Galles), lodato, IV, XXXVIII. Epaminonda, studiò la musica, I, XLVII; ossequiente alle ammonizioni di Lisia pitagorico, IV, VIII. Filippo il Macedone, sua cura di trovare un ottimo maestro ad Alessandro, I, xxv. Filippo. V. Visconti. Fiorenza, ha undici porte, II, LII. Foglietta Agostino, sua gentile dissimulazione, II, LXXII. Forli, Antonello da. V. Antonello. Francesco San, riceve le stimate, IV, LXXII. Francesi, in che eccellenti, I, XXI; dispre giatori delle lettere, I, XLII; modesti e discreti, II, xx; lodati, II, xxxvi; saccheggiano Capua, II, XLVII. Francia, sua corte lodata, II, xx. Fregoso Federico, propone un gioco, di for mare un perfetto cortegiano, I, XII; ha da Madonna Emilia l'incarico di continuare il ragionamento, I, LV; eletto Arcivescovo di Salerno, IV, 11. Cfr. Dizion. biog. Ottaviano, ricordato con lode, Lett. de dicat., I; propone un gioco, I, XII; nemico delle donne, II, xc; Doge di Genova, IV, II; sua magrezza, IV, xxx. Cfr. Dizion. biogr. Frigio o Frisio Niccolò, ricordato fra i cortegiani d'Urbino, I, v; sue tendenze misogine, II, XCIX; III, III; sua facezia, III, XXVIII Cfr. Dizion. biogr. G Gaja Cecilia, lodata, III, xxII. Galeotto Giovan Tommaso, ripreso di viltà, II, LXII. Galeotto, Marzio da Narni, motteggiato per la sua corpulenza, dà un'arguta risposta, II, LX. Gartier (Cavalieri dell' Ordine del) III, II. Gein (Gem o Zizim) Ottomano, suo detto, Georgio (Cavalier di San), III, II. re, lodato, I, XXXVII. Gerione, biasimato, IV, xxXVII. Germane, donne, lodate, III, XXXIII. Giovan Cristoforo romano. V. Ioan Cristoforo. Giove. V. Iove. Giovenale Latino. V. Iuvenale. Girolamo. V. Ieronimo. Giulio Cesare. V. Iulio Cesare. Giunone. V. Iunone. Giulio II papa. V. Iulio. Golpino, servo del Magnifico, ricordato in una facezia, II, LXX. Gonnella, buffone, II, LXXXIX. Gonzaga Alessandro, paragonato ad Alessandro Magno, II, LXVII. Cesare, propone un gioco, I, VIII; lodato, IV, I. V. Dizion. biogr. Donne celebri di Casa, lodate, III, XXXIV. Eleonora, duchessa nuova d'Urbino, lodata, IV, II. Elisabetta, Duchessa d'Urbino, ricor data con lode, Lett. dedic. I; I, Iv; III, II; sua castità, III, XLIX. V. Dizion. biogr. -Federico Duca di Mantova, sua gentil riprensione, II, LXXI; sua faceta risposta, II, LXXV. · Federico, primogenito di Francesco, lodato, IV, XLII. - Francesco, Marchese di Mantova, lodato, Lodovico, Vescovo di Mantova, ricorda- Isabella d' Este. V. Este. Margherita, presente a questi dialoghi, - Gran Capitano. V. Consalvo Ferrando. Ieronimo, invece di Girolamo, I, XXXV. Ieronimo San, celebra molte sante e mirabili donne, III, XIX. India, suoi efferati abitatori, IV, XLVII. Inghirami Tommaso, detto il Fedra, sua arguta risposta, II, LXII. Ioan Cristoforo romano, spesso presente alla Corte d' Urbino, I, v; giudica in favore della scultura, I, L; suo motto arguto, II, LVIII. V. Dizion. biogr. Iosquin de Pris (de Près) celebre musicista, ricordato, II, xxxv. Iove, maschio e femmina, secondo Orfeo, III, XIV; qual sapienza fosse custodita nella sua rocca, IV, xI; quale virtú necessaria al suo regno, IV, XVIII. Isabella regina di Napoli. V. Aragona. Isabella Gonzaga Marchesa di Mantova. V. Este. Isabella regina di Spagna, godeva delle burle fattele, II, LXXXV; lodata, III, xxxv. Isola Ferma, accenno alla leggenda cavalleresca dell'Amadigi, III, LIV. Italia, aveva anticamente il suo abito proprio, II, xxvI; suoi frequenti commerci con Francia e Spagna, II, XXXVII; cause della sua rovina, IV, xxxш; re d'Italia chi si poteva chiamare, IV, xxxvI. Italiani, in che più valgano, I, xxI; pospo sero un tempo l'armi alle lettere, I, XLIII; si confanno più con gli Spagnuoli e malamente imitano i Francesi, II, XXXVII. Italiano, nome, per quali cagioni ridotto in obhrobrio, IV, XLIV. Iulio Cesare, perché portasse la laurea, II, XL. Iulio II, papa. V. della Rovere. Iunone, festa delle Ancille in onore di lei, III, XXXI. Iuvenalo Latino (de' Manetti), sua facezia, II, LXXIX. L Laura del Petrarca, di quanto bene fosse cagione, III, LII. Leo San, rocca inespugnabile presso Urbino, II, LXXV. Leona, meretrice ateniese, III, XXII. Leonardo da Vinci, lodato, I, xxxvII; for. se accennato, II, XXXIX. |