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Cel.

SCENA Χ.

Celindo, e Lauretta.

L Auretta, anch'io vi

E tornerò fra poco.

lascio;

Lau. Ah, non partite,
Ch'io non m'imbrogli.
Cel. Eh via non vi smarrite...
Fin' or tutto va bene. Il Servo mio
V'assisterà. Dolce mia vita, addio.
Per un momento solo

Lau

Lascio di vagheggiarvi,
Pupille del mio Cor
Ma tosto a rimirarvi

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Saprà portarmi a volo
Il mio costante Amor Per, ec.

SCENA XUO

Lauretta, poi Pandolfo, e Moschetto con
Cioccolata nog

He laberinto è questo!
Oh, fe Pandolfo scuopre

Tutto ciò, che sta sotto a questi panui,
To preveggo malanni

Pand. Ecco pronto, o Signora, Fuly 2
Un poco di rinfrescott)
Law Ma il folo ber non empirammi il Corpo.
Pand. Vuolella due Biscotti ?

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Lau.

Lau. Oh, che siamo ful Mare.

Pand. Eh, questa è un'altra pasta....

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Lau. Non voglio altro, nò, nò. Questo mi basta.

Beviam. Signor Pandolfo,

Alla vostra salute.

Mof. (Quest' è una moda nuova.)

Pand. Buon prò le faccia.

(Chicchera.

Lau. Oimè! Nel bere fi fcotta, e getta via la

Son rovinata affatto.

Pand. Che c'è, che c'è, Madama?

Lau. M'avete assaffinata.

Pand. Non fi beve così la roba calda.

Lau. Chi m' aveva avvisata?

Pand. (Che Contessa sgraziata, e mal' avvezza!
Un così strano umor chi raccapezza?)

Lau. Povera bocca mia!

Più non potrai mangiare.

Pand. Quì qualcosa ci vuol da rinfrescare. parte.
Mof. Che diamin fate voi?

Lau. Che ho farto qualche mal, Mof hetto mio?
Mof. Dovevi ber con modo, e a forfo, a forso.
Lau. Ma perchè mai mi desti

Quella robaccia a ber, nera, e bollente?
Mof Quest'è de i Cavalier l'uso frequente,
Ese ne fa gran stima, è capitale.
Lau. Oh, benedetto sia quel mio Boccale!
Mof. Ma dello stato antico

Qui bisogna scordarsi,

E della Nobiltade infarinarsi.parte.

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SCENA ΧΙΙ.

Corina, e detta.

Cor. Luftriflima?

Lau. Signora?

Cor. Un Cavalier dimanda

Se visitarvi può?
Lau. Che m'ha da fare?
Cor. Vi vorrebbe inchinare.

Lau. Ma perchè?

Cor. Nol sapete?

Questo pure non è costume nuovo. Lau. Con questo visitar non mi ritrovo.

Vuol' egli altro da me?

Cor. Nol credo.

Lau. Venga.

(Or bisogna, che in aria mi sostenga.) Cor. Paffi, paffi, Signor.

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Lau. Serva. Chi siete voi?

Fil. Sono un Parone...

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Lau. Non tratto con tal forta di Persone.

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Son Contessa, e sono Sposa,

Ed

Fil. (

Ed ho in petto un cor capace
Di punirti indegno, audace,
Se non sai la civiltà.

a Corina..

Dia il fuo nome in avvenire
Sulla Porta, chi venire
A far visite vorrà. Son, ec.

SCENA XIV.

Filauro, e Corina.

(AH, che ingannato

fui! Non è costei

La mia bella Ardelinda.)

Cor. Signor, di grazia scusi

La Contessina ha preso sbaglio.

Fil. Je crede:

Ma tu m'aver burlate;

Perchè quelle non è scerte Ardelinde,

Come tu mi diceste;

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Ma un altre cose sconde in quelle veste.

Cor. Eh, via, che non può stare.

Fil. Come nò? S'je fedute

Moltiffime in Pavie. Posse sciurare.

Cor. Or basta. Io non saprei

Tutti le fanno onore....

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:

La Contessa da Lei tanto bramata?
Fil

B7

/

Fil Ia, sì; ma Lei è un Scopié,

E non l'Orifginale.

Del. (Come?)

Cor. (Dice coftui,

id

d Corina

Che Ardelinda non è la Forestiera.)

Delm. (Echi sa, che la cosa non fia vera?

Cor. E pur dubito adesso,

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Che nemmen egli la conosca, e a, e folo

Pres' abbia un tal pretesto

Per venire a parlarvi,

E per poter d'appreffo vagheggiarvi.

Ditegli qualche cofa...

Delm. Ella mi sembra

Molto mesto, e confufo.

Fil. Io n'ho rascione.

E questo pasta.

Delm. Intendo.

a Filaaro:

Quella Dama, che cerca, e qui non trova,
Era forse l'oggetto del suo cuore.

Fil. Scerte: je voleva pene;

Ma Lei sempre fusgite mia presenza.

Delm Nel vero amor ci vuol corrispondenza. a Filauro.

Cor S'io foffi ne fuoi piedi,

Ne lafcerei il penfiero. Un altra Dama,

Vorrei tosto trovarmi.

Fil Oh sgiuro', ch' je farei per fetidicarmi.

Ma chi vuol pene a me?

Cor Chi le vuol ben da Lei lontan non è. Fil. (Quefl'è forfe Delmira.)

Ma dof e?

Cor

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