Tutte le opere di Dante AlighieriNella stamperia dell'Università, 1904 - 490 pagine |
Altre edizioni - Visualizza tutto
Parole e frasi comuni
alcuna aliud altra altrui amore anima atque avea Beatrice buona CANTO CANTO TRENTESIMO Canz Canzone ch'è chè ciascuna cielo coelo colui comincia consequens Conv conviene cotale Deus dice dicimus dicit divina dolce donna eius enim Epist ergo esset etiam Filosofo fuit gente gentil genus Guido Guinizelli habet haec huius humanum humanum genus igitur illa illo illud Imperium inferno intelletto intende ipsum iure iurisdictio loco magis manifestum maxime mente mostra natura nisi nobile nobis nunc occhi omai omnes omnia oportet ostendere parea parlare parole patet perocchè populus Poscia potest pria Propter quod puote Purg quae quaedam quam quantum quid quidem quivi quum ragione scilicet secundum sequitur sibi sicut sive solum sonetto sunt tamen terra unum uomo veder vedere veggio vero videtur vidi viii virtù virtute vulgare Vulgari Eloquentia xxii xxvii xxxii
Brani popolari
Pagina 28 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Pagina 1 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Pagina 141 - Se quanto infino a qui di lei si dice Fosse conchiuso tutto in una loda, Poco sarebbe a fornir questa vice. La bellezza ch'io vidi si trasmoda Non pur di là da noi, ma certo io credo Che solo il suo Fattor tutta la goda.
Pagina 142 - In forma dunque di candida rosa Mi si mostrava la milizia santa, Che nel suo sangue CRISTO fece sposa; Ma l' altra, che volando vede e canta La gloria di colui che la innamora, E la bontà che la fece cotanta, Sì come schiera d' api, che s' infiora Una fiata, ed una si ritorna Là dove suo lavoro s' insapora, Nel gran fior discendeva, che s' adorna Di tante foglie, e quindi risaliva Là dove il suo amor sempre soggiorna.
Pagina 143 - O donna, in cui la mia speranza vige, E che soffristi per la mia salute In Inferno lasciar le tue vestige; Di tante cose quante io ho vedute , Dal tuo podere e dalla tua bontate Riconosco la grazia e la virtute. Tu m...
Pagina 123 - La contingenza, che fuor del quaderno Della vostra materia non si stende, Tutta è dipinta nel Cospetto eterno. Necessità però quindi non prende, 40 Se non come dal viso in che si specchia Nave che per corrente giù discende.
Pagina 123 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere, e 'l salir per l' altrui scale. E quel, che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n
Pagina 165 - Ciascuna par dolente e sbigottita, Come persona discacciata e stanca, Cui tutta gente manca, E cui virtute e nobiltà non vale. Tempo fu già, nel quale, Secondo il lor parlar, furon dilette ; Or sono a tutti in ira ed in non cale. Queste cosi solette Venute son come a casa d' amico ; Chè sanno ben che dentro è quel ch'io dico.
Pagina 14 - Ed io a lui: Da me stesso non vegno: Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno. Le sue parole e il modo della pena M' avevan di costui già letto il nome: *. Però fu la risposta così piena. Di subito drizzato gridò: Come Dicesti: egli ebbe? non viv
Pagina 234 - Veramente io sono stato legno sanza vela e sanza governo portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertà : e sono vile apparito agli occhi a molti, che forse per alcuna fama in altra forma mi aveano immaginato; nel cospetto de...