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QUEL DA LE BROCHE O BROCHETE, Chiodaiuolo, Venditore di esse.

Bater le brochete, V. Bater.

BROCHETA, si dice ancora per Agg. a Uomo nel sign. di Spia. BROCHETAME, s. m. Bullettame, Nome generico che comprende tutte le specie di bullette.

BROCHETINE, s. f. BROCHETA.

Brochetine d'OBO E D'ARZENTO, Bisanti o Bisantini, Certe minutissime e sottilissime rotelline d'oro, d'argento e d'orpello, che pongonsi sulle guarnizioni delle vesti. V. LUSTRINI. BROCHETO, s. m. Specie di Fungo, lo stesso che BOLEO. V. BROCHETON, V. BROCON.

BROCO, s. m. Blocco, V. ABLOCO. BROCOLAR, v. T. Agr. Accecare le piante, viti e simili, si dice del Guastar loro gli occhi o le gemme, troncandone le messe. V. in Buro.

BROCOLAR, V. Sbroccolare o Sbroccare e Sbrucare, Roder le foglie degli alberi. BROCOLO, s. m. e per lo più in plur. BROCOLI, Cavolo broccolo, Sorta d'ortaggio notissimo, che appartiene alla Specie detta da' Botanici Brassica Botrytis cimoBroccolo è veramente la pipita e tallo del cavolo, rapa e simili erbe, quando incominciano a dar segno di fiorire, che da noi dicesi BUTO.

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BROCOLI ROMANI Cavoli romani, Varietà del sudddetto Cavolo, la quale fa il cesto o sia i brocchi o la pipita nericcia; quindi detto in sistema Brassica nigra, ch'è una varietà della specie Brassica ole

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BROCON DA SCARPE, Bullettone, Bulletta rossa col capo quadro, per congegnare insieme i talloni delle scarpe.

CAREGON COI BROCONI, V. CAREGON. BRODA, 8. f. Pappolata, Vivanda che non si tenga bene insieme e quasi liquida. BRODA DA PORCHI, Imbratto, Quel cibo che si dà a' porci nel truogolo.

Broda o Brodiglia, Largamente parlando, si prende anche per Acqua imbrattata di fango e d'altre sporcizie.

ANDAR IN BRODA; Spapolare o Spappolare, Disfarsi, Non si tener bene insieme: dicesi di qualche vivanda. BRODO, s. m. Brodo; Decotto di carne o Acqua ingrassata con carne, sebbene si dice pure Ogni sorta di decotto o minestra

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PORTÀ PER EL BRODO, Brodaio o Brodaiuolo, Vago o ghiotto della broda. Sono però voci di disprezzo. BRODOSO, add. Brodoso, Abbondante di brodo.

DISCORSO BRODOSO, detto fig. Pappolata o Pippionata, dicesi di Composizione o simile che riesca sciocca e scipita, che anche si dice Discorso scipito o insipida. AMORI BRODOSI, Amor carnale o lascivo o libidinoso; Amoraccio, Amore disonesto e vile.

BROÈGIA s. f. T. degli Erbolai, Villucchio maggiore, Sorta di pianta erbosa che col caule s'avviticchia alle siepi; e si conosce da' Botanici col nome di Convolvulus sepium.

BROENTE, Bollente, Agg. ad acqua che bolle. V. BOGENTE.

BROETIN, 8. m. O BRUETIN O BROÈTO; Brodetto; Vivanda d'uovo dibattuto con brodo.

BROÈTO DE PESSE, Tocchetto; Guazzetto di pesce. Manicaretto.

FAR BROETO E ZELADÌA DE UNO, lo stesso che FAR TONINA, V. TONINA.

ANDAR DE BROETO, Andar in malora. ANDAR IN BROETO, O IN BRODO, V. in BRODO.

DARGHENE UN BON BROETO, detto fig.

Zombare; Tamburare; Sonar uno col bastone; Dar le busse; Percuoter uno gravemente.

BROGÈTO (coll'e stretta) s. m. dim. di BROGIO e vale Piccolo broglio, Discreto broglio o bucheramento, Piccola pratica. V. BROGIO.

BROGETO, chiamavasi ne' tempi del Governo Veneto, Quella carta in cui erano pubblicate le elezioni alle cariche ed uffizii dispensati dal Senato, col numero rispettivo dei voti favorevoli e contrarii. Gli eletti si contrassegnavano con la +. BROGIAR, v. Brogliare; Far broglio o brolo; Ambire, Procurarsi occultamente voti o favori per ottener gradi o uffizii. Far le pratiche, vale Raccomandarsi o Maneggiarsi per ottener che che sia. Brogliare, vale non meno per Brigare, pregare, maneggiarsi con alcuno per ottener che che sia. Bucherare è voce antica. BROGIO, s. m. Broglio; Brolo; Ambito; Il brogliare. Bucheramento è voce antica.

OMO DA BROGIO, Uomo da brigare o da brigarsi, Da pigliarsi briga per avere, per ottenere, procurare, ingegnarsi, adoperarsi.

BROGIO O PIAZZA DEL BROGIO, chiamavasi sotto il Governo Veneto tutto il tratto della Piazzetta di S. Marco, ch'è verso il palazzo ducale, dove concorreva la Nobiltà patrizia in vesta a brogliare pubblicamente, per ottener le cariche lucrose o d'onore che si disponevano dal Maggior Consiglio ed anche dal Senato. Quando i giovani patrizii indossavano per la prima volta la veste pubblica, facevano il loro solenne ingresso nel Foro, cioè nel luogo del broglio, passeggiando più volte, e dicevasi ENTRAR O VEGNIR IN BROGIO.

BROGNA (coll'o stretto) s. m. Brugna e Prugna, Sorta di frutto conosciutissimo, di colore scuro o nero. BROGNOLO, s. f. T. villereccio, Prugnuola, Frutice che fa le prugnuole selvatiche (V. BROMBOLE), del quale si fanno le siepi. Il suo nome sistematico è Prunus spinosa, Linn.

BROLO (forse dal barb. Brolium o Brolus) 8. m. Bruolo è voce antica. Brolo è voce di varii dialetti dell'Italia superiore, alla quale corrispondono, secondo il nostro senso, i seguenti termini. Frutteto o Parco da frutti, Luogo piantato d'alberi fruttiferi, vicino all'abitazione. Pomiere o Pometo o Pomario, Luogo piantato di alberi pomiferi. Pereto, dicesi Quello pian tato di peri; Meleto, Quello piantato di meli.

BROMBOLA; s. f. Sonaglio; Bollicella, Bolliciattola; Bollicola; Bollicina; Boccia; Gallozza; Gallozzolo; Rigonfiamento che fa l'acqua bollendo o piovendo. ZOGAR A LE BROMBOLE, V. ZOGAR.

BROMBOLA, in altro sign. Salsiccione, Specie di salsiccia fatta a palloncino, che si mangia cotta.

BROMBOLA, Prugna susina o Prugna

strozzatoia, Sorta di susina di sapore aspro ed acerbo, che nasce dal Prugnuolo. BROMBOLAR, v. Rinvenire o Stufare la botte, cioè Ammollire la botte secca colla stufa. V. BROMBOLO.

BROMBOLAR NEL CUOR, Maniera antiq. e fig. Bollire nel cuore.

BROMBOLETA, s. f. Bomboletta, Piccola bombola. V. BOMBOLA.

BROMBOLO, s. m. Stufa; Suffumigio, Stufa che si fa alle botti per purgarle. Pampanata, dicesi a Quella che si fa con pampini.

FAR EL BROMBOLO, V. BROMBOLAR.

TEGNIR EL BROMBOLO, Non uscire a fato, Quando le botti dopo l'esperienza della stufa non hanno fessure.

BROMBOLO, è detto da alcuno per ВROMBOLA, V.

BROMBOLO, 8. m. T. agr. Mosca o Calabrone de'rosai, Specie di Scarafaggio che alita intorno a' rosai. È detto da Linn. Tenthredo rosæ. Le larve di quest'insetto o i bruchi da' quali sorte la suddetta Tentredine, vivono in società e s'attaccano tutte insieme una dietro all'altra sull'orlo delle foglie, e quando una si muove, urta nella contigua, questa nell' altra e tutte si mettono in movimento. Questo bruco si nasconde sotterra al momento della sua trasformazione, si fila un bozzolo composto di tre sorta di seta, ordinaria, mezzana e fina; indi a pochi giorni esce la perfetta Tentredine, la quale accoppiasi col maschio e depone una nuova covata. BROMBON, add. T. de' Fruttaiuoli, Sfarinato, Dicesi di alcune frutta che non reggono al dente, come pere, mele, le quali sogliono esser anche scipite. V. MILZO. BRONTOLADA, 8. f. BRONTOLAMENTO, s. m.) mento; Piato, Il brontolare, l'atto del brontolare Brontolio, dicesi il Rumore confuso di chi brontola.

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Borbotta

BRONTOLAMENTO DE CORPO, V. BRONTO

LÒN.

BRONTOLÀR, v. Brontolare e Borbottare; e dicesi anche Bufonchiare; Stronfiare; Bronfiare; Fiottare; Bollire.

BRONTOLAR INSIEME, Bezzicarsi; Garrire; Volersi bene come cani e gatti; Esser due volpi in un sacco, Dicesi delle persone che contendono fra loro. Bisticciare e Bisticcicare, Contrastare pertinacemente proverbiandosi. V. CRIAR.

BRONTOLAR EL BOCÒN CHE SE MAGNA, Dare il pan colla balestra, cioè Malvolentieri e con istrapazzo. Nel dare un boccon di pane bronfia e fuma per la rabbia.

LASSA CH'EL BRONTOLA, Boccon rimproverato non affogò mai nessuno, Mangia e lascia gridare.

Brontolir de lE BUELE, Bruire; Gorgogliare; Borbottare; Sboglientare, Si dice quando gl' intestini o per vento o per altra cagione romoreggiano, che dicesi anche Brontolare il corpo.

BRONTOLÓN, add. Brontolone; Borbotto

ne; Borbottatore; Fiottone; Gridatore; Querulo; Rampognoso, Che grida per nulla. Susurrone; Bufonchino e Bofonchino e Baba, dicesi Chi non si contenta mai di nulla e torce il grifo ad ogni cosa, e si duole fra sè brontolando. Ritroso, Quello che per suo cattivo costume sempre vuole ogni cosa a contrario degli altri, che dicesi anche Schifo; Schifiltoso; Selvatico; Ruvido.

BRONTOLONI DE CORPO, Borbottio; Gorgoglio; Rugghiamento, Quel romore che talora per ventosità si sente nel ventre e negl' intestini.

BRONTOLONI DE CORPO, in T. Medico si dicono anche Borborismi e Borborigmi. BRONZA (colla z aspra) s. f. Brace; Carbone acceso.

BRONZA DE LA LUME, Smoccolatura e Moccolaia; Fungo del lucignolo.

BRONZA COVERTA, detto metaf. Acquacheta; Soppiattone; Soppiattonaccio; Fagnone, Scaltro, astuto, ma che si finge semplice.

ESSER SU LE BRONZE, detto per metaf. Star sulla fune, vale Aspettar con grandissimo desiderio e struggimento, che anche dicesi Esser sulle spine; Struggersi. BRONZER (colla z aspra) s. m. Monte o Ammasso di brace; Mucchio di brace. BRONZİN (colla z dolce) s. m. Pentola di bronzo. Arnese da cucina, che serve all'uso di cuocere le vivande, appeso alla catena.

BRONZIN, detto in T. d'Antiquaria, Bronzetto, Statuetta o simile anticaglia di bronzo.

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BRONZİN, add. Bronzino, aggiunto di colore Carni abbronzate diconsi quelle dell'uomo incolte al sole, e fatte come di colore del bronzo.

BROSA, 8. f. Brina; Brinata, Rugiada congelata. V. ROSADA.

SE LA BROSA NO LO TOL, Locuz. fam. Se non muore capretto; Se nel finir non si secca; Se morte nol fura; Se campa. V. IMBROSA.

BROSSÙR (4 la) T. francese de' Legatori de' libri, Alla rustica. Dicesi di libro legato senza raffilarlo ne' margini. BROVAR, V. BROAR.

BROZA (coll' o stretto e la z dolee) s. f. Brozza, e più spesso Brozze nel num. plur. ed è voce del dialetto toscano. Bollicelle pruriginose, che nascono in varie parti del corpo-Schianza, chiamasi Quella pelle che si genera sulla carne ulcerata - Escara, la Crosta che vien sulle piaghe Chiazza e Bolla dicesi della Rogna e del vaiuolo.

BROZA, è anche fra noi voce di gergo vale Maschera, cioè Quell'arnese che serve per mascherare il viso. BRU, V. BLU. BRUÈTO, V. BROÈTO. BRUFOLÈTO, s. m. dimin. di BaUFOLO, Bollicella; Bolliciattola; Bollicina; Pustuletta. Enfiatello che vien alla pelle. Bolla

del vaiuolo, dicesi a Quella che produce il vaiuolo - Acori si dicono certi Tumoretti che spuntano sulle guance. BRUFOLO, s. m. Ciccione; Cosso; Fignolo; Bolla, Piccola postema o enfiatello che si produce nella cute degli uomini e degli animali.

PER TUTO BRUFOLI, Tutte le carni imbollicate.

Brufolo dei frUTI, Nocchio, Certo quasi osserello che si genera nelle frutta e le rende in quella parte più dure e men piacevoli a mangiare.

BRUFOLO DE CALCINA, V. GRANZIÓL. BRUFOLO, si dice per ischerzo al Capèzzolo della poppa.

BRUFOLO, ancora per ischerzo al Rialto o Rilevato della gobba--EL GA El Brufolo, Egli è gobbo o gibboso o alquanto gibboso. BRUFOLOSO, add. Imbollicato, Em piuto di bolle.

BRULA, s. f. e più comun. BRULE al plurale, Giunco comune. Pianta cespugliosa che alligna ne' luoghi acquitrinosi, detta da Linn. Scirpus romanus. Le vermene o foglie di questa pianta s'adoperano per legare insalate negli orti o la bocca ai sacchi, e per infilare il pesce e gli uccelli etc.

Col nome di BRULE chiamasi poi anche il Biodo o sia il Giunco palustre maggiore, ch'è il Giunco florido del Mattioli, simile nella figura al Giunco comune, ma più lungo e che ha le vermene midollo se, il quale è conosciuto da' Botanici col nome di Butomus umbellatus. Con questa specie di giunco i pescatori formano delle corde, dette da essi LIBANI, che vengono usate nella pesca; e fansene ancora stuoie, state fra noi sostituite a quelle che a' tempi Veneti avevamo dalla Spagna, intessute di Giunco marino, detto da Linn. Stipa tenacissima, più valido senza dubbio degli altri due giunchi.

BRULOTO. V. BURLOTO.

BRUN, Bruno, Agg. di colore, e vale Oscuro e nereggiante. Il bruno il bel non toglie, anzi accresce le voglie, Prov. passato in grand'uso fra noi.

Deventar brun, Imbrunire; Imbrunare • Abbrunire.

UN BIANCO E UN BRUN, V. BIANCO.

BRUN O BRUMBRUN, Bombo, nome che danno i bambini ad ogni bevanda. BRUN, s. m. Voce de'nostri bambini, ond'essi chiamano o domandano il bere, che corrisponde all'italiana Bombo. È notabile che il nostro termine BRUN deriva immediatamente e nell'identico senso dal greco Bpuv, riportato ancora nella nuova edizione del Lessico latino del Forcellini, alla voce Bria e definito Vox infantium potum petentium; qua adhuc utuntur Venetorum infantes, vulgo Brun brun iterantes. Questa voce è poi onomatopeica, soggiunge il Lessico, etymon forte repetendum a Вpvo Mano, Scateo, quod videtur ex sono aquae ex vase aliquo defluentis.

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Anche la voce bambinesca BRUN sembra appoggiare validamente l'opinione di coloro, che sostengono originaria ne'Veneti primi la lingua greca; perchè non si saprebbe acconciamente spiegare il fenomeno, che questa voce fosse stata trasmessa dal commercio de' Veneti col Levante. V. ENOTA.

LA BRUNA, detto in gergo, vale La notte. BRUNA, s. f. Voce di gergo, che vale Notte Quindi MEZA BRUNA, Mezza notte. BRUNAL, 8. m. Voce di gergo, Culo. BRUNÀLÍ, 8. m. T. mar. Stella o Biscia. Quell'incurvatura ch'è fra i ginocchi e la colomba, e per cui l'acqua può scorrere agevolmente da prua a poppa, riunendosi nella sentina della tromba, donde si manda fuori.

BRUNESTA, 8. f. Voce Agr. Brumasta e Brumesta, detta anche Lambrusca e Pergolese. Sorta d'uva selvatica, il cui vitigno è detto da Linneo Vitis Lambrusca. Ve n'ha di bianca, di nera e di rossa. BRUNIDÒR, s. m. V. INBRUNIDÒR. BRUNIR, V. IMBRUNIR.

BRUO, s. m. Brodo, V. BRODO.

ANDAR IN BRUO DE VIOLE, Lo stesso che ANDAR IN BRODO de viole, V. BRODO. BRUOLO, s. m. T. Antiq. V. BROLO. BRUOLONGO, ANDAR A BRUOLONGO, V. ANDAR.

BRUSA, ZOGAR A BRUSA, V. ZOGAR A MARCOMADONE, in ZOGAR.

BRUSA, s. m. Casa bruciata e diroccata, Sfasciume.

BRUSÀ, add. Bruciato; Abbruciato; Inusto, Arso dal fuoco. Bruciaticcio, dicesi Quel che resta dopo esser bruciato Afato si dice delle frutta, che strette da nebbia o soverchio caldo, non possono condursi a perfezione. Arrabbiato, direbbesi delle Vivande, quando sono cotte in fretta e con troppo fuoco.

BRUSA D'AMOR, V. COTO e INAMORÀ. SPUZZA DA ONTO BRUSA, V. SPUZZA. AVER I LAVRI BRUSAI DAL FREDO, Aver le labbra abbrustolite, cioè Aver abrasa per l'azione dell'aria fredda la cute delle labbra. Aver i ragani alle labbra.

ODOR DA BRUSA, Bruciaticcio o Abbruciaticcio, direbbesi del Puzze o odor di bruciato, che si contrae per troppa cottura.

ANDAR VIA LA ROBA BRUSADA, Andar via a ruba. Dicesi di merce od altro, che abbia grande spaccio.

SU LE ORE BRUSAE, Sull' alba de' tafani; Sull' ore bruciate, cioè Sulle ore di maggior calore; e vale fig. pel Tempo in cui quasi tutti stanno ritirati in casa. Su di che abbiamo il dettato, Tra vespro e nona non va fuor persona buona.

PARTIA BRUSADA, detto metaf. in termine di giuoco, che anche si dice Partia Ardìa o ardida, e vuol dire Partita guadagnata in un batter d'occhio o in un bacchio baleno, cioè Senza dar quasi respiro al perditore.

BRUSACAMISA (A) modo avv. Improvvisamente; In un tratto; Inaspettatamente. CHIAPAR UNO A BRUSACAMISA, Cogliere o Sorprendere uno ex abrupto, d'improv

viso.

FAR UNA PARTIA A BRUSA CAMISA, Far sul momento e in tutta fretta una partita. BRUSADA, 8. f. Combustione; Abbruciamento; Adustione; Riardimento, L'ardere. BRUSADİN, s. m. si chiama metaf. Quel piccolo giuoco, che inaspettatamente vien proposto di fare in una brigata d'amici e vien fatto per esempio una partita al tresette ovvero al vinciperdi ęc. e non più che una per ispicciarsene e andar poi via.

FEMO UN BRUSADIN A TRESSETIN, che altrimenti potrebbe dirsi, FEMO UNA PARTIETA DE TRESSETIN A BRUSACAMISA, e vuol dire Giuochiamo una partita su due piedi. BRUSADİN, add. Bruciaticcio, Quello che resta d'una cosa leggera, dopo ch'è bruciata.

BRUSADURA, s. f. Voce agr. Cotica o Cotenna; L'erba minuta che cuopre un prato a guisa di peli.

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BRUSAGIA, s. f. Voce che s'usa nel territorio Veneto verso il Padovano, Bruciaglia; Tutto ciò ch'è buono ad avviare il fuoco, come brucioli, frasche, stoppa e Arsisimili cose di facile combustione. bile, significa Atto o acconcio ad ardére. BRUSAOCHI, s. m. (che si pronuncia come in Toscana Brusaoci) Voce del Contado verso Padova, e nome che dassi alla CAMAMILA, V.

BRUSAR, v. Abbruciare o Bruciare; Ardere, Consumar col fuoco che che sia. V. IMPIZZAR.

BRUSAR UNA CASA, Metter fuoco a una casa; Incendiare.

BRUSARSE LA CAMISA, LA COTOLA, EL TABARO, dicesi Infuocolare, Quando il panno ha semplicemente pigliato il nero dall'azione del fuoco avvicinatogli; Abbronzare o Abbruciacchiare, Quando il fuoco ha fatto maggior impressione, ma non ha bruciato; Bruciare, Quando n'ha consumato una parte V. INCANDIR.

BRUSARSE I PELI, Abbrustiare e Abbruciacchiare. Lo che avviene a' peli de' gatti o de' cani, quando stanno al fuoco.

BRUSAR DE LA CARNE, Frizzare; Mordicare; Cuocere; Prudere; Pizzicare, Quel dolore in pelle cagionato dalle materie corrosive sulle ferite, sugli scalfitti o sulle percosse etc.

BRUSAR DEL SOL, Abbronzare o Arrostire, il Diseccare che fa il sole violentemente col suo calore. L'erbe furono abbronzate da cocentissimo sole Alidire; Arrabbiare, dicesi dell'Erbe, del Grano, delle Biade, quando si seccano per soverchio caldo o per nebbia prima del tempo.

BRUSAR DEI OCHI, Frizzare o Bruciare, Quel pizzicore che si sente talvolta agli occhi pel calore.

BRUSAR EL CAFÈ, V. BRUSTOLAR.

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FERO CHE BRUSA I PELI PER ARIA, Ferro tagli entissimo, che cima ogni peluzzo in aria, Rasoio o simile affilatissimo.

FIGURITE SE EL SE BRUSA DE MI, Pensa s'io abbragio! cioè S' egli si vergogna di me; ovv. Se arrossa in vedendomi.

LA ME BRUSA; detto fig. Ciò mi cuoce o mi scotta, cioè Mi spiace, mi rincresce, mi duole QUESTO XE QUELO CHE ME BRUSA ASSAE QUANDO ME LO RECORDO, Questo è quello che, rammentandomene io, più forte mi cuoce Se la ghe brusa, che la se LA GRATA, Chi l' ha per mal si scinga, Chi è nell' impegno se ne liberi.

QUANDO LA CASA SE BRUSA Tuti se scalda, Quando la casa abbrucia ognun si riscal da, cioè Il mal esempio fa de' seguaci.

ROBA CHE FACILMENTE SE BRUSA, Roba combustibile, Atta a potersi facilmente bruciare. Incombustibile è il suo contrario. V. FRASCHE e BRUSAGIA.

BRUSAÙRE, s. f. Scoria. Materia che si separa dai metalli nelle fornaci quando si fondono, e che insieme con esso loro scorre fuori da esse.

BRUSCA, add. Buscato, Guadagnato.

In altro sign. Bruscato; Dibruscato; Potato, dicesi delle viti. BRUSCADA ) BRUSCADURA)

s. f. Potatura; Potazio

ne o Potagione, L'atto del potare le viti; ed anche Quello che si taglia da esse o dagli alberi. V. BRUSCAR.

no,

-

DAR UNA BRUSCADA A UNO, detto metaf. dalla potatura, Pelare o Scorticare alcuPregiudicarlo ne'suoi interessi I GA DA UNA BELA BRUSCADA, Lo hanno pelato molto bene. BRUSCANDOLI, s. m. Luppoli, in plur. Pianta notissima che nasce spontaneamente e più nelle siepi, ed è nominata da' Sistem. Humulus Lupulus. BRUSCAÒR, s. m. Rimondatore, Colui che leva i bruscoli ai panni Potatore o Podatore, dicesi Quegli che pota le viti.

RRUSCAOR O BRUSCHIA, T. degl' Indoratori, Grattabugia o Grattapugia, Certo stromento fatto a guisa di pennelletto e composto di fila d'ottone, per pulir figure o lavori di metallo, che si vuol dorare a fuoco. E quindi Grattabugiare o Grattapugiare, dicesi il Ripulire.

BRUSCÀR, v. Buscare o Buscacchiare, Procacciarsi ed ottener che che sia con in

dustria STICARLA CO L'ANDAR BRUSCANDO IN QUA E In là, Vivere alla busca, Vivere col buscare - Buscacchiare dei bezzi.

Bruscar de le BOTE, Toccarne; Toccar delle busse - L'È ANDA PER DAR E L'HA BRUSCA SU, I pifferi di montagna che andarono per sonare, furono sonati.

BRUSCAR, detto in T. Mar. Bruscare ; Far fuoco con della brusca o stipa sotto al piano ed opera viva della nave, bruciarper ne tutte le immondezze, E quindi Bruscatura l'azione del Bruscar la nave.

BRUSCAR I ALBORI, Dibruscare; Dibrucare; Bruscare; Potare, Levar o Tagliar dagli alberi i rami inutili e seccagginosi. Tagliare o Scapezzare a corona o Scoronare, dicesi degli alberi, quando si taglian loro tutti i rami.

BRUSCAR LE VIDE, Potare le viti. Dicesi Potare a vino quando il Potatore lascia o troppi capi o troppo lunghi alle viti.

BRUSCAR I BOSCHI, Stipare i boschi o le boscaglie, Rimondare i boschi tagliandone via la stipa (V. BRUSCHE). Quindi Bosco stipato o rimondato.

BRUSCARSE DEL TEMPO, Rabbruscare; Rabbruzzare; Rabbruzzolare, Oscurare, farsi buio, e dicesi del tempo nuvoloso che minaccia pioggia. V. TORBIÀR. BRUSCHE, s. f. Bruciaglia, Tutto ciò ch'è buono per avviare il fuoco, come Brucioli, Stoppa, Frasche, e cose simili di facile combustione · Accendibile o Arsibile, dicesi per Atto o acconcio a ardere Stipa, Sterpi tagliati e Legname minuto da far fuoco.

BRUSCHERA, V. Rosco.

BRUSCHETA, 8. f. Bruscolo; Brusco; Bruscolino; Fruscolo; Festuca; Festuco; Fistuco, Piccolo fuscellino, e dicesi di paglia o di materie simili leggerissime.

ZOGAR A LE BRUSCHETE, V. ZOGAR. TIRAR LE BRUSCHETE, Tirare le bruschette o le buschette. BRUSCHÈTA, 8. f. Brusca e Bussola; Strumento con setole onde si puliscono i cavalli; e s'usa non meno a nettare le scarpe. BRUSCHETA, in T. ant. detto fig. Bruscolino, vale Un menomissimo fallo, ovv. Una minuzia.

BRUSCO, add. Brusco, Rigido, Austero. BRUSCHETIN, s. f. Bruscolo e Brusco

lino.

BRUSCHÈTO, s. m. V. BRUFOLÈTO. BRUSCHIA, V. BRUSCAÒR nel secondo significato.

BRUSCHIAR, v. Grattabugiare o Grattapugiare, Polire colla grattabugia. V. BRUSCAOR.

BRUSCHIN, 8. m. Setola, Setolino, Strumento noto per nettare i panni e le scarpe. BRUSCHÌN DA CAVALI, Brusca e Bussola. V. BRUSCHETA.

BRUSCHIN DA NAVE, V. FREGADOR. QUEL DAI BRUSCHINI, Setolinaio; Venditore di setole.

BRUSCHINADA, s. f. Setolata, Polimento fatto colla setola.

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BRUSCO DEI OSELETI, Postema, direbbesi A quell'enfiatura putrefatta, che viene talvolta sul codione agli uccelletti nelle gabbie. Vegnir el bruSCO A CAO. V. CAO.

CAZZAR VIA UNO CO LE BRUSCHE, Cacciar via uno colle brusche o bruscamente, vale Con mala maniera BRUSEGHIN, s. m. Invidietta; Maricello di cuore; Rabbiuzza; Tarlo; Martello; Gelosia. Fregola di martello, vale Assillo di gelosia. BRUSO- ESSER SUL BRUSO, Essere a un dito; Esser sul punto o in bilico etc. Posisitura di un corpo sopra l'altro, che toccandosi quasi a un punto non pende più da una parte che dall' altra.

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ESSER SUL Bruso de rovinarse o de perDER, Chi non è in forno è in sulla pala, cioè Chi non è rovinato e fallito è in sul rovinare.

REDURSE SUL BRUSO, Ridursi alla sgocciolatura.

STAR IN BRUSO, Stare in bilico; Essere a un pelo di fare che che sia; Esser in sul crollo della bilancia; Essere a tocca e non tocca.

BRÙSOLA, s. f. Uccello. V. COMPARE Piero. BRUSÒR, s. m. Frizzo e Frizzare, Quel dolore in pelle, che cagionano le materie corrosive Bruciore; Cociore; Ardura, dicesi il Dolore che si sente per qualche scottatura Cocimento o Frizzamento, Quell' arsura che si sente per aversi grattato soverchiamente Pizzicore, Quel mordicamento che si produce col solleticare i nervi della cute.

BRUSOR D'ORINA, Ardor d' orina o Frizzore, Quella specie di bruciore che si prova nella difficoltà di orinare.

BRUSOR DE STOMEGO, V. STOMEGO. BRUSOR, detto fig. Assillo; Pizzicore; Martello; Rabbiuzza; Invidiuzza; Gelosia.

BRUSORÈTO, s. m. Frizzamento e Cocimento, Quell'arsura che si sente per aversi grattato soverchiamente o Piccolo bruciore o cociore.

BUSORETO, detto fig. per BRUSEGHÌN, V. BRUSOTI, Sferruzzati, Agg. a que’sassi che nella fornace restano eccessivamente cotti.

BRUSSA, s. f. Macchia o Pruneto, Siepe o cespuglio spinoso di pruni e virgulti. BRUSSOLO, 8. m. T. de' Pesc. Pesciolino vile d'acqua dolce, poco buono a mangiare detto da Bonaterre Cyprinus amarus.

Abbrustolito; Abbrustolato; Riarso; Arsicciato, dicesi dal fuoco Incotto; Abbronzato, dal Sole — Confetto si dice del Terreno.

SIESTU BRUSTOLA! Espressione bassa c fam., che talora si dice dalle donne per ischerzo; ed è lo stesso che SIESTU CREPÀ. V. CREPA. BRUSTOLADA O BRUSTOLADURA e BrustoLADINA, 8. f. Abbrostitura, del Fuoco Abbronzamento, Del Sole. BRUSTOLAR, v. (dal lat. Ustulare) Abbrostolire e Brustolare, Porre le cose intorno al fuoco, sicchè non ardano ma s'abbronzino Abbrostire è quasi lo stesso che Abbrostolire o Abbrustolare, ma ha un pochino più d'efficacia.

BRUSTOLAR DE LE FETE DE PAN, Abbrostire o Arrostire.

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BRUSTOLAR EL CAFÈ, Abbrostire VARDA CHE EL CAFÈ NO SE BRUSA, Guarda bene che l'abbrostitura non sia soverchia. BRUSTOLAR LE MANDOLE, Abbrustolare e Abbrustolire; il che è meno di Abbrostire.

BRUSTOLARSE AL FOGO, Abbruciarsi, dicesi per iperbole del Soverchio caldo - Pigliar l'incotto o le vacche, dicesi delle donne pel fuoco che tengono soverchiamente sotto la gonnella. V. VACHEMmore.

BRUSTOLAR OSELETI, Abbrustiare, cioè Tor via col fuoco quella peluria che riman loro dopo levate le piume.

BRUSTOLAR I CAPELI, T. de' Cappellai, Abbruscare; dicesi dell'abbruciacchiare con fuoco di paglia i peli più lunghi d'un cappello ordinario, follato e ben bene spalettato.

STO SOL ME BRUSTOLA, Il sole m'abbronza o m'incuoce. V. BRUSTOLARSE AL FOGO. BRÜSTOLI. Voce di gergo plebeo, e vale Soldi; Danari: lo stesso che BORI, V. BRUSTOLIN, 8. m. Tamburino o Tamburetto, Strumento cilindrico di ferro con cui si abbrostisce il caffè.

BRUSTOLIN, detto in T. agr. Sido; Ghiado; Brezza, Aura gelata, freddo eccessivo. SAVER DA BRUSTOLÌN, Sentire di leppo, Fummo ch'esce dalle materie accese untuose.

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CHIAPAR EL BRUSTOLÌN, dicesi di vivanda o di commestibile qualsiasi che, per essere stato troppo a lungo al fuoco o ad un fuoco troppo forte, abbia contratto sapor di legno o puzza d'arso. V. BRUSTOLIN § 3. BRUSTOLINI, s. m. Sementi di zucca abbrustiate, Sementi che s'abbrustiano e poi se ne mangia la polpa. BRUSTOLIO, add. Abbrostolito; Abbrostito; Tostato; Riarso, Diseccato pel troppo caldo.

BRUSTOLÒN, add. Fegatoso, dicesi di Colui che ha nella faccia del ribollimento con pustole rosse, proveniente da soverchio calore di sangue.

MUSO BRUSTOLÒN, Viso abbruciato, in

cotto.

BRUTACOPIA, s. f. Minuta, Bozza di scrit-
tura da mettersi poi in pulito.
BRUTÈTO, add. Bruttacchiolo, dim. di
Brutto, Alquanto brutto.

BRUTISSIMO, add. Bruttissimo, superl. di Brutto, che altrimenti potrebbe dirsi, Stampa di castagnacci; Mascherone; Bertuccione; Cagnazzo; Figura da cembalo; Visaccio; Una cera da castraporci; Brutto quanto l'accidia o quanto il diavolo. V. MASCARON DA PROVA.

BRUTO, add. Brutto, Deforme.

BRUTO COME EL DIAVOLO, V. BRUTISSIMO. Farla brutta o sporca; cioè Far un'azione poco lodevole.

FARLA BRUTA,

DONA BRUTA, Befana; Befanaccia; Brutta per sei befane. V. MARANTEGA.

DeventÀR BRUTO. Imbruttire o Rimbrut

tire.

VEGNIR ▲ LE BRUTE, Venir alla peggio del sacco, o alle peggiori del sacco, vale Essere o Venire al maggior segno di discordia e di rottura.

BRUTO MAL, s. m. Mal caduco; Mal maestro; Benedetto; Battigia; Epilessia; Mal epilettico. Sorta di malattia nota.

OMO SOGETO AL BRUTO MAL, Epilettico. BRUTUS. Voce latina ma pronunziata alla francese TESTA ALLA BRUTUS, Testa all'uso di Bruto, cioè Capigliatura tagliata o mozzata come la usava Bruto romano; In questo senso varrebbe la voce Tosone, cioè Ch'è tosato o che ha tondati i capelli

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Bertone, dicesi anche a quell'uomo cui sieno stati tagliati fino al vivo i capelli Testa zucconata, Quella cui sono stati tagliati i capelli onde ha scoperta la zucca. BU, Part. del verbo Avèr, Avuto. BUE BA- El GA DITO BU E BA, Maniera di reticenza o di parlare coperto, che usasi fam. per non esprimere gl'indecenti e bassi termini d'ingiuria proferiti a disonore d' una donna; e vuol dire La ingiuriò come se fosse una meretrice. BUA, s. f. Voce fanciullesca, Bua, Male o Piccolissimo segno di male. Gli han fatto

la bua.

BUBA, Voce fanciullesca che significa Lume: s'intende Lume o anche fuoco acceso. BUBACO. Voce ant. detta per agg. a uomo, Busbacco e Busbaccone. Ora direbbesi

Burón o altro termine ingiurioso, per dire Ingannatore, Falso, Mentitore. BUBANA, 8. f. Magona; Abbondanza; Ridondanza; Sovrabbondanza; Affluenza; e dicesi de' Viveri o di che che sia.

A VU GHE XE LA BUBANA, In casa vostra sempre si sguazza.

GH'È BUBANA DE GRANI, Il grano fa piazza, vale Il grano abbonda.

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de- Alla buona derrata pensaci su, Modo proverb. per fare intendere che La roba che si offerisce a vil prezzo bene spesso ha qualche difetto; però si dice Da' buon partiti partiti, cioè Discostati dalle grandi proferte, perchè sono pericolose. BUBARATA, s. f. Voce derivata da BUBO che usasi per vezzo co'fanciulli o tra fanciulli, e vale Fiamma: lo stesso che BAMPA, V.

FAR UNA BUBARATA, Far levare una gran famma. Il che si ottiene aggiungendo al fuoco de' frasconi o simili per farla alzare; e ciò serve talvolta per divertimento de'ragazzi.

BUBO, s. m. Voce puerile che vuol dir Fuoco.

BUBON, V. BOGNÒN.

BUCINTORO, s. m. Bucentoro e Bucentorio. Naviglio di forma e magnificenza straordinaria, tutto abbellito e dorato, ch'era lungo 100 piedi e largo 21, che aveva due piani, nell'inferiore de' quali stavano 168 Arsenalotti remiganti, e nel superiore, ch'era una specie di sala con 48 finestre, stava assiso il Doge veneto in gran pompa e corteggio, quando, la mattina dell'Ascensione di nostro Signore, recavasi come in trionfo fuori del porto del Lido a far la cerimonia dello sposalizio del mare. V. SENSA. Questo naviglio fu fatto per decreto del Senato del 1311, così espresso: Quod fabricetur navilium ducentorum hominum cioè della portata di dugento uomini; e quindi sembra che la voce Bucentoro sia corrotta da quel ducentorum; benchè non manchino negli Storici altre opinioni

BÛCOLA, s. f. T. de' Pettinagnoli, Boccaglia, La parte più grossa delle corna, toltane la punta che si divide in più pezzi, detti tutti Boccaglie.

BUCOLE DE Le Rode, V. Bussola. BUCOLE, s. f. Campanelle. Sorta di Cerchietti o Orecchini che portano le donne. BUCÒLICA, s. f. Boccolica e Buccolica, Il mangiare, il cibo.

BUCOLO, s. m. Riccio; Ricciolino; Cincinno, Ritondezza delle punte dei capelli arricciati, quando si fa loro prender la forma d'un anello più o meno esteso. BUDELA, Detto più onestamente che BuZARA, V.

BUDELA. SIA BUDELA! Sia benedetto Iddio! Sia maledetto! Venga la rabbia! Espressioni d'impazienza. Lo stesso che GAZARA e Buzarå, V. BUDELADA, Lo stesso che BUZARADA, ma sembra voce più modesta.

BUDELADAZZO, add. Voce fam. vezzeggiativa, Ghiotterello; Ghiotterellino. V. BRICONCELO e BARONCELO.

BUDELAR, O BUELlår, V. Buzarir. BUDELON, Voce fam. che s'esprime più modestamente in vece di BUZARON, V. BUÈLA, 8. f. Budello; Budellino, e nel plur. Budella o Budelle. Canale che con varii avvolgimenti va dalla bocca dello sto

maco sino al sedere, donde conduce fuori gli escrementi.

Buèle d'agneli E CASTRAI, Minugia e Minugio o le Minuge. Oggi per Minuge s'intendono le corde degli strumenti di suono, perchè si fanno delle budelle suddette.

Budellame dicesi a Massa o Quantità di Budella.

BUÈLE DEL CARAMAL, V. SPONZÈTA. BRONTOLAR LE BUÈLE, V. BRONTOLAR. GOMITAR LE BUÈLE, Recer le budella, di Chi sia tormentato da continuo vomito.

Onzerse Le Buele, Cibarsi; Mangiare; Ristorarsi col cibo.

ME CASCA O ME VA ZO LE BUÈLE DA LA FAME, L'orologio è ilo giù; Ho un appetito che scanna; Veggo la fame per aria. Far allungare o dilungare il collo a uno; Aver la picchierella. Essere scannato dalla fume.

BUELO, s. m. Budello, Un pezzo di quel canale che con varii avvolgimenti va dalla bocca dello stomaco insino al sedere.

BUELO DEL BONIGOLO, Belliconchio. Chi favella pulitamente dice Tralcio.

BUEL ZENTIL, Lampredotto; Retto. Intestino di vitello e di altri animali, ridotto in vivanda.

AVER UN BUELO DA LOVO, Aver bulimo; Aver appetito canino, Fame canina.

Avèr el buel LIGA INSIEME, Esser carne e ugna, la chiave e 'l materozzolo; Esser pane e cacio, detto fig. Essere amicissimi e quasi legati insieme.

ESSER DE BON BUELO, Esser di buon cuore; di cuor dolce; Dolce come lo zucchero. La locuzione vernacola è tratta per simil. dal buon budello che hanno i Cefali. V. in. CIEVOLO.

BUELO DESCOCONA, V. DESCOCONA, FAR DE SO BUELO, Maniera antiq. Fare a sua voglia, a suo modo.

BUELO DEL BONIGOLO, Belliconchio e in termine Medico, Cordone o Tralcio ombellicale.

BUEVIA, o Bu e VIA O BUZEVIA, Voci che alludono all'espressione della parola BuzaRONA, ma senza pronunziarla.

So MARE BUEVIA! Espressione di maraviglia, lo stesso che POFARDIA, V.

BU E VIA è pure un altro modo di parlare coperto, che usasi familiarmente dalle persone riservate ed oneste per non dire BUZARONA, e vogliono dire Bu.... con quel che segue. BUF e BAF

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SENZA DIR NĖ BUF NE BAF, Senza far nè motto nè totto, vale Cheto cheto. Senza mettervi su nè oglio nè sale, vale Senza dimora. Senza ch'io il sapessi; Senza mia saputa o della compagnia. V. ANDAR VIA A LA ROMANA, in Andar. BUFA, add. f. È aggiunto di MASCARA, e dicesi in generale di tutte quelle che non sono in BAUTA V., cioè che intendono di rappresentare una determinata persona qualsiasi, come un artigiano, uno straniero, un imperatore romano, un arlecchino e simili.

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