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se ne fa un composto che serve ad intonacar le barche.

PEGOLA detto fig. vale Morbo gallico ; Lue celtica L'È PIEN DE PEGOLA, Egli è infranciosalo; appestato.

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PEGOLA DA VIOLIN, Colofonia, Pece con cui si fregano i crini dell' archetto del violino e della viola o simili per suonare.

PEGOLA DA MANEGHI, detto in T. de Coltellinai, Cemento, chiamasi Quella mistura di pece di spagna e di tegolo pesto, con che si riempiono i manichi de' coltelli e delle forchette a codolo.

TACARSE DE PEGOLA, Appiccicarsi, si dice dell'Attaccarsi che fa la pece o altre cose simili, che si possono difficilmente cavare.

E DE CHE PEGOLA! Locuz. fam. E di che pezza! Di che portata! Baguttelle! PEGOLOTO, 8. m. Chiamasi il Venditore di pece.

PEGORÈR, s. m. Pecoraio, Il custode delle pecore. Pecoraria, dicesi la Feinmina. PEGORİN, s. m. Neologismo furbesco, Lanzo, voce parimenti di gergo, e vale Ladro.

FAR EL PEGORIN, Fare il ladro. PEGORINAR, v. Voce neologica di gergo, che vale Fare il ladro; Rubare. PEGORON, add. Vile; Vigliacco; Poltrone. V. CRAVA.

PEGORON MONZÙo, Espressione d'oltraggio e vale Vigliaccone; Poltronaccio. PEGRO, (coll ́e serrato) add. P-gro; Inerie, Infingardo. Ma è idiotismo per Pigro. PEH! Maniera ant. che dicevasi ai tempi de! nostro Varotari, in vece di So 80, V. PELA, add. Pelato, Senza peli Spiumato o Pelato, direbbesi Senza piume — Dibucciato o Scotennato, al Frutto senza

scorza.

Pelà la testa, Scrinato; Capo rimondo; Pelato; Decalvato, Dischiomato.

Pelato, dicesi nel sign. di Smunto, Scorticato, Gabbato, Pregiudicato.

PELA DE SOLDI, Spiumato; Scusso di dunari. V. GIAZZA.

PELAE, si dicono per antonomasia le Monache perchè hanno i capelli tagliati. PELADA, s. f. Pelatura, L'atto del pelare. PELADON, add. Lo stesso che PELATÓN. V. DAR UNA PELADA A UNO, V. PELAR. PÈLAGO ME SON MESSO IN T'UN PELAGO,

Son entrato in un pelago o in un abisso, detto fig. cioè In un grande impiccio. imbroglio o imbarazzo.

PELAR, v. Pelare o Spe'are o Spiumare, Sverre i peli o le penne.

PELAR I ALBORI; Brucare; Sfrondare; Dibruscare, Levar le frondi.

PELAR I ANEMALI; Scorticure; Sbucciare; Dibucciare, Levar la pelle agli animali morti.

PELAR I FIORI; Spicciolare, cioè Levar ad essi le foglie, i petali.

PELAR I OSELI; Spennare o Pelare o Spiumare.

PELÅR I VOVI E I FRUTI; Mondare; Pelare.

PELAR LA FOGIA, Sfrondure, T. Agr. Togliere la foglia ai gelsi per nutrirne i filugelli.

PELAR LE MANDOLE, Levar la roccia, che è Quella seconda scorza che hanno le man. dorle dolci dopo il mallo. V. SCORZA.

PELAR QUALCUN, detto fig. Pelare o Smungere alcuno PELAR QUALCHE MARTUFO, Pelare un pippionc; Scorticare, Cavar altrui astutamente danari.

PELAR X NO SCURTEGAR, Leccare e non mordere. Chi preme le mammelle ne trae il latte e chi troppo le munge ne trae sungue, Nel procurarsi delle utilità convien usar discretezza.

PELAR LA QUAGIA SENZA CHE LA CIGA, Pelar la gazzera e non la fare str.dere, Cavar l'uccello del nidio senza ch'egli strida, valgono figur. Acconciare un negozio, o Trovare una verità senza strepito o disgusto alcuno, usando destrezza Chi non

sa scorlicare intacca la pelle, Prov. e vale che Chi si mette ad imprese difficili e sa poco, glien'incoglie male.

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PELARSE, Pearsi, Cascare i peli; Dar nella pelatina Appellarsi dalla sentenza, fu detto in modo basso e scherzevole di uno che per mali acquisiti aveva dato nella pelatina.

CARA ELA NO LA SE LA PELA, Maniera fam. e fig. che vale Non vada in collera; Non s'udiri; Non s'inquieti.

PAROLE O BASTONAE CHE PELA, Parole Bustonate che pelan l'orso; Parole o Ingiurie cocenti, Che punge.

TORSE GATI A Pelar, V. Gato. VIN CHE PELA; Vino che morde, che pela Corso, Vino gagliardo.

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PELATON, detto per simili ad un Giovane di primo pelo, Barbucino e Lanugine.

Detto ad un Uomo coi capelli tagliati sino al vivo, Bertone o Tosone Zuccone. dicesi a Chi ha la testa pelata e tonda. PELE, 8. f. Pelle, Bucca; Buccio; Cule: Integumento, Spoglia dell'animale.

PELE CO LA LANA, Melote, Pelle pecorioa col vello. Buccia, dicesi alla parte della pelle dov'è la lana. e Buccio Quella parte donde si è tolta la lana.

PELE D'AGNELETO, Bassetta, La pelle d'Agnello ucciso poco dopo ch'è nato.

PELE CHE SE SECA SORA LA PARTE ULCERADA. Schianzu.

PELE DE LODRA. Pelle alluda o anche A'luda in forza di sust. Pelle conciata della Lontra d'acqua dolce, che ha il pelo cortissimo ed è assai molle e dilicata.

PELE DAVANTI LA TESTA, Zuccagna.
PELE DE SERPENTE, Scaglia: Scog'ia e
Scoglio e Cuoio.

PELE SORA EL NASO DEL CAVALO, le Frege, La pelle di sopra le narici.

PELE SCORTEGADA, Pelle tolla via. Carniccio, dicesi la Banda di dentro della pelle degli animali; e Limbelluccio; Smozzicatura, Quella parte che se ne leva quando se ne fa carta pecora.

PELE E OSSI, Ossa e pe'le, Si dice dell'Esser soverchiamente magro, ed esser ridotto ad estrema estenuazione. Ossaccio senzu polpa; Buccia strema; Sino all'u'tima pelle; Estenuatissimo; Allampanato; Lanternuto.

Pele de le manDOLE, Roccia, Quella peluria o quella seconda scorza che hanno le mandorle, le nocciole e simili dopo il mallo.

PELE DA TAMBURO, detto fig. Ghiotto da forche; Impiccataccio; Capo da sassate, Detto a uomo per disprezzo.

Aver la pele d'OCA, V. OCA.

El xe una pele, detto metaf. È una mala lana ; E un funte della cappellina. vale Astuto e ribaldo. Ha fatto d'ogni lana un peso o d'ogni erba fascio, Visse al scapestrata.

Far la pele a uxo, Fur la pera a uno. vale Aminazzarlo o Farlo ammazzare.

FAR PELE (Maniera tratta evidentemente da FAPELE, V.) Ragunare; Adunare ; RacCugliere, cioè Far raunata di persone; ma noi intendiamo Procacciarle con industria per far brigata o compagnia.

LEVAR LA PELE, Scalfire, dicesi il levar alquanto di pelle penetrante sul vivo. E la lesione Scalfitto, Scalfiltura.

LEVAR LA PELE a uno co le parole, Dargli una sbrigliata: Risciacquargli il bueato, Aspramente correggerlo.

MAL A LA PELE SALUTE DE BUELE O A LE BUELE, Dettato o Prov. nostro famil. e vuol dire che I mali che vengono alla cute esterna, come bollicelle. pustulette e simili, guariscono o preservano da mali interni più gravi.

LASSARGHE LA PELE, Morire — QUEL PO

VERO DIAVOLO HA DOVUDO LASSARGHE LA PELE

Quel sciagurato dovette morire.

SCAMPAR LA PELE, Scumpare la pelle o Scampare assolut. Salvarsi, Liberarsi dal pericolo di morte BASTA SCAMPAR LA PELE, A chi salva la pelle la carne si rimette, si dice di Chi è scampato da gravissima malattia per cui sia rimasto grandemente stenuato.

SUTILO DE PELE, V. SUTILO.

PAGAR CO LA SO PELE, Soddisfare del suo cuoto, cioè Colla propria vita.

Zontarghe la peLE, Lasciarvi per giunta o soprappiù la pelle, Morire. PELEGATA, s. f. Pellaccia, Dicesi di quelJa pellaccia o tegumento che trovasi nelle carni accomodate per cibo.

PELEGATE, detto per simil. Bozzacchione: Poppe vizze; Poppe a dondoloni che paiono ventri vani.

PELEGRINA, 8. f. Pilocchino, Sorta di vesta che cuopre gli altri vestimenti. V. So

RATUTO.

PELÈLA (coll'e larga) s. f. T. de'Pesc. Pellirino, che anche si dice Scarsella e Cocuzzolo, è un'Apertura che hanno tutte le reti che finiscono in una manica, la qual apertura tiensi ben legata quando si gettano in mare e si scioglie allorchè se ne vuol trarre il pesce. V. COGOLO.

PELESİN, 8. m. T. de Facchini, Pellicino, Quell' estremità dei canti delle balle e dei sacchi per cui si possono agevolmente pigliare.

PELESINA, O PELETA (coll' e stretta) s. f. Cuticula o Epidermide. La prima tunica esteriore, senza senso, che veste il corpo dell'uomo e degli animali, che dicesi anche Pellicina; Pellolina; Pellicota; Pellicella; Membrana; Tunica Buccio o Buccia, si dice Quell' epidermide colla quale nascono i bambini, che per la mutazione del luogo del feto si secca e cade in pochi giorni da per sè stessa.

PELESINA DE LE ONGIE, Ppita, Quella pellicola o filamento nervoso che si sfoglia attorno alle unghie.

PELESINA DE LA SCORZA DEI ALBORI, Epidermide, T. Botanico, Membrana minuta che serve d'inviluppo alle differenti parti delle piante, sotto cui è la corteccia, e ch'è diversamente colorata.

PELESINA DE LE PIAGHE, Schianza, Quella pelle che si secca sopra la carne ulce

rata.

PELETA DE LE CANE, V. CANA.

APENA APENA LA PELESINA, Buccia buccia; Pelle pelle; In superficie, Leggermente, Poco addentro. PELETIN, s. m. Pelolino e Peluzzino, Piccolo pelo, Pelo fino, dimin. di PELETO. PELETO, s. m. Peletto; Peluzzo.

PELETI, Lanugine e Lanuggine, Quei peli morbidi che cominciano ad apparire ai giovani sulle guance.

PELICAN, s. m. o più comun. Groto, T. de' Cacciatori, Onocrotalo o Pellicano, Uccello acquatico cleca detto da I inn. Pnus

Onocrotalus; supera in grossezza il Cigno, si raggira intorno ai lidi del mare e frequenta i laghi ed i fiumi maggiori ; si ciba pesci e non piccoli. È favola che si becchi il petto per nudrire i pulcini, come leggesi nel libercolo Fior di virtù.

Pellicano, si dice ad uno Strumento chirurgico per cavar denti. V. POLICÀN. PELIZZA, s. f. Pelliccia, Veste foderata di pelo.

PELIZZA, dicono le Donne per ischerzo alla Buccia di cui sono ricoperte le Rape, ch'è una Pellicola la quale specialmente si distingue e si leva quando esse sono cotte. PELIZZÈR, s. m. Pellicciaio o Pillicciaio

o Pellicciaiuolo e Pelliccere, Quell'artefice che fa pellicce. V. VAROTER. Onde Pellicceria, dicesi per Bottega. PELIZZÒN, 8. m. Pelliccione o Pilliccione, Pelliccia grande. PELO, 8. m. Pelo.

PELO DEI FRUTI, Lunugine, specie di Peluria che hanno molti frutti prima di maturarsi FRUTI COL PELO, Frutta villose o vellose, cioè Pelose.

PELO D'OCA, Raccapriccio; Raccapricciamento, Tremor di membra per paura - Vegnir el pelo D'OCA, Raccapricciarsi; Arricciarsi tutt'i peli o capelli addosso ; Rizzarsi i bordoni, Cagionarsi un certo commovimento di sangue con arricciamento di peli, che per lo più viene dal vedere o sentire cose orribili e spaventose.

PELO MATO, Peluria; Caluggine; Lanuggine; Bordone, Peli vaui che spuntano sulla faccia degli uomini.

AVER EL CUOR CO TANTO DE PELO. Avere un cuor di tigre ; Essere inflessibile, inesorabile, implacabile.

BUTAR LA BROA SUL PELO A QUALCUN, Maniera met. ant. Pelare alcuno, detto fig. che anche dicesi Usufruttuare; Scorticare; Succiare alcuno; Smugnere alcuno con angherie o soprusi.

CATAR EL PELO IN TEL VOVO, detto met. Metafisicare; Speculare; Sofisticare; Riandare o Riveder le bucce o il pelo. V. Vovo.

ESSER AL PELO DE QUALLÙN, Detto ant. Assalire ; Andar alla vita d'alcuno.

LA VOLPE PERDE EL PELO MA NON EL VIZIO, Il lupo perde il pe'o o cangia il pelo mu non il vizio, Detto fig. Fy detto ancora, Altri cangia il pelo e non il vezzo.

LASSARGHE DEL SO PELO, Portarne stracciato il petto, vale Averne ricevuto danno. Lasciare il pelo o del pelo.

LEVAR EL PELO A UNO, Dare il cardo a uno o Cardare uno, ch'è Dir male aspramente di uno.

MEDEGARSE COL pelo dei altri, Forbirsi co'cenci altrui, detto fig. e vale Rimediare a'proprii bisogni a spalle altrui. V. in MARÒN.

NO AVERGHENE UN PELO DE SUTO, detto fig. Non avere scusa che valga, Aver torto in tutti i versi.

NO AVER PELO SU LA LENGUA, V. LENGUA.

Rosso DEL MAL PELO CENTO DIAVOLI PER CAVELO, Di mal pelo aver taccata la coda; Esser malizioso.

Zovene de PRIMO PELO, Di prima lanuygine, Giovane entrato appena nella pubertà Avannolto, dicesi a Giovane senza

sperienza.

XE FATO EL PELO SU L'ARTICHIOco, Maniera metaf., che s'usa fam. parlando d'un giovane o d'una fanciulla giunti rispettivamente alla pubertà. Dell'uomo direbbesi Adolescente, della donna Viripulente. PELON, Sorta di panno col pelo lungo. V. CALMUCH.

PELOSO, s. m. Nome dato dai Pescatori ad un pesciatello di mare del genere Pleuronectes, ch'è forse il Pleuronectes Trichodactylus di Linneo. È frequente e per la sua piccolezza confondesi nella minutaglia da friggere. Tra noi non giunge mai alla lunghezza di oltre a due pollici. PELOSO DE GROTA, s. m. T. de' Pescatori. Pesce di mare a scheletro ossoso, che ha il corpo appiattito quasi come le Sogliole; ch'è di colore scuro ed ha un occello o circolo nero quasi a guisa d'occhio al lato superiore; che non è comune, ma è commestibile vile. Nardo lo nomina Pleuronecles Unioccelatus. PELTRE, s. in. Peltro, S' intende propr. Stagno raffinato con argento vivo, ma prendesi per Piatto di questo metallo. Stagni si dicono i Vasi e Piatteria di stagno. Piatti di stagno.

PELTRER, s. m. Stagnaio; Slagnulaio, Quell'artefice che fonde piatti ed arnesi di stagno.

PELTRÈRA. s. f. La femmina di Stagnaio, che sull'esempio di altre voci consimili e così formate, se non v'ha di meglio, potrebbe dirsi Stagnaia o Stagnataia. PELÙCO, 8. m. T. de' Pollaiuoli, Peluria, Il pelo che riman sulla carne agli uccelli pelati. E quel pelo che cade da' panni e s`unisce nelle estremità delle fodere degli abiti. V. PELUMIN.

PELÙCO, detto in T. de' Pannaiuoli, è lo stesso che CALMUCH, V.

PELUCO, Voce di gergo, vale Birro. PELUMİN) s. m. Peluria, Il pelo rimasto PELUME) agli uccelli pelati; ed anche La prima lanuggine che spunta negli animali. Caluggine o Calugine, dicesi alla Prima peluria degli uccelli, e quella ancor de' giovanetti. V. IMPELUMÀRSE.

PELUME O PELUMÌN DEI PANI, Borra, La cinatura dei panni.

Pelumin de le VELADE, Bambagia e forse meglio Peluria, Quel pelo minutissimo che raccogliesi nelle falde de' vestimenti di

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ZA

-

- Do o TRE PENE, Due o tre da trenta. V. PENAZZA.

DEL DODESE IN PENE, Maniera parimente di gergo, vuol dir Quattro lire.

IN PENA DE LA VITA, A penu di cuore ; A pena della vita.

PENA PECAI, Locuzione tuttavia conservata nel parlar famil. dal latino Poena peccati, lo stesso che So DANO, V. Dano.

NO VAL LA PENA, Nun valer la pena, Non tornar conto, Nor tornar bene, Non esser utile.

A MALA PENA, detto avv. A mala pena; Appena appena ; A mala br gu. PENA, 8. f. Penna, Quello di che son coperti gli uccelli. Piuma dicesi alla penna più fine Pennamutia o Penna matta, Quella piuma più fine che resta ricoperta dall' altra.

Pena da scriver, Penna; Penna da scrivere; e fu detto anche Culamo, ma più s'usa in poesia.

CANON DE LA FENA, Canna della penna TAGIO DE LA PENA, Fenditura o Fesso. E Fenditoio a quello strumento per fendervi sopra le penne-PENACHIO DE LA PENA, Piumao Barba di piuma, Le parti che la compongono.

PENA SCHINCADA, Penna spuntata; e quindi Spuntala di penna.

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Fracida de penA, Acciaccatura di penna, Dicesi dell' Aggravar la peuna per far la grossezza della lettera.

PENA DA LETO, Piuma, La penna più fine degli uccelli, che s'adopera a riempir de'materassi.

PENE COI OCHI, Penne occhiule: come Quelle de papoui.

PENE MAESTRE, Coltelli, si dicono le prime penne delle ale: e Vanni quelle che son vicine alle maestre - CAVAR LE PENE MAESTRE, dello fig. Spennare - Cavar le penne maestre, detto pur fig. vale Recare altrui qualche danno grave.

-

A PENA CARTA E CABAMAL, A penna e calumaio, Modo di dire che indica esattezza di computo.

BUTAR DE LA PENA, Gettare o Rendere, vale Rendere l'inchiostro, Formare i caratteri.

DAR DE PENA, Fare o Dare un frego;" Cancellare; Dar di penna, cioè Far una linea con penna o pennello sopra un libro o altro. Dar di penna è anche T. de' Disegnatori e vale Ricoprir d'inchiostro le linee o segni del lapis.

OLANDIZAR Le pene, V. OLANDIZÅR.

PENA DEI ALBOBI, T. Mar. Penna, dicesi L'estremità superiore dell' antenna opposta

al carro. Onde GHINDAR LA PENA, Far la penna, vale Rizzar l'antenua — Penna, dicesi anche a quell'angolo della vela latina che corrisponde alla penna dell' antenna medesima. V. CABO.

PENA, 8. f. T. de' Pesc. Fiore o Penna marina grigia, Piantanimale o Zoolito, detto da Linn. Pennatu!a grisea. Ila uua figura piumata ad ambi i lati, da cui trasse il nome generico. Il suo colorito è grigio; e la sua figura che all'occhio dell'idiota pescatore desta l'idea d'una specie di Penna, le fece dare un tal nome.

PENA ROSSA, 8. f. T. de' Pesc. Fiore o Penna marina rossa, Altro Piantanimale marino del genere delle Pennatole, chiamnato da Linn. Piennatula phosphorea, quasi simile all' antecedente. Questo corpo è fosforico, dal che trasse il nome specifico, e per esser rosso di colore ebbe il nome vernacolo di Penna rossa. È formata da polipi come l'anteriore, ed è più rara. PENACHI O PENACHIÈRA, 8. m T. de Pescatori, Sorta di Piantanimale marino, detta da' Sistem. Sertularia Myriophyllum. È formata da polipi; ha una figura arborescente, e i suoi rami lunghi disposti, particolarmente quando è asciutta, a guisa di pennacchio, onde trasse il nome vernacolo. Il suo colorito è giallognolo. PENACHIERA, s. f. Pennacchiera, Arnese di più penne di color banco o nero, che si mette per ornamento sul cappello. PENACHIN, s. m. T. de'Cacciatori, è nome d'un Uccello acquatico, detto Magasso peNACHIN, V.

PENACHIO, 8. m. Pennacchio o Spennacchio, Arnese o Ornamento di più peone insieme.

PENACHIO DEL FORMENTO, Resta, Sottilissimo filo simile alla setola, appiccata alla prima spoglia del grano.

PENACHIO DE LA PENA. V. PENA.

PENACHIO DE VERO FILA, Tremolanti, Specie di pennacchio che fassi con sottilissimi fili di vetro, ed anche a più colori, il quale quando si scuote è tremolante.

PENACHIO DE BRILANTI, Penn no, Oruamento da capo delle donne composto di gioie disposte a foggia di piccol pennacchio.

Pennacchio, T. Mar. Pezzetto di sughero guarnito di varie penne, che i marinari lasciano volteggiare a talento dal vento per conoscerne la direzione.

PIEN DE PENACHI, Pennacchiuto. E se parlasi di grano, Restoso. PENADA, 8. f. T. Agr. Chiudenda, Quella

chiusa o riparo, che si fa con siepe o steccati di legnami ad orti, campi coltivati e simili V. FASSINADA.

PENADA D' INGIOSTRO, Impennata o Pennata, Quanto si scrive coll'intigner la penna una volta. PENA DA LAPIS, 8. f. Malitaloio o Toccalapis, Strumento piccolo, fatto a guisa di penna da scrivere; e detto così dalla Matita che vi si mette per uso del disegnare. V. LAPIS.

PENAL, . f. Pena; Punizione; Gastigo. PENARÍÒL, 8. m. Bocciuolo; Buzzo ; Agoraio, Strumento da tenervi dentro gli aghi da cucire.

PENAZZA, 8. f. Mancia, Specie di mercede, che una volta pretendevano i Birri dalla persona arrestata, quando la traducevano da un paese all'altro. PENAZZI, 8. m. Bordoni, chiamansi Quelle penue che non del tutto spuntate fuori si scuoprono nella pelle degli uccelli Quindi FAR I PENAZZI, Meltere i bordoni. PENDENTE, s. m. in T. di gergo usato dai Barcaiuoli, vale Orecchini.

I PENDENTI, detto in forza di sust. e scherzevolmente, vale i Testicoli. PENDENZA, 8. f. Pendenza, Sospensione, Indecisione.

FAR PENDENZA, dicevasi sotto i Veneti, quando raccolti i voti per la decisione d'una causa, il numero dei favorevoli e contrarii era pari, onde non si faceva decisione. PENDER, v. Pendere; Penzigliare, Penzo'are, Star sospeso, appiccato a che che sia.

Pendere, dicesi anche del Non istar diritto, torcendosi dalla situazione o perpendicolare od orizzontale.

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Da questo Pendere era quindi derivato il verbale PENDE, sust. masc. nel significato di Ascolio; onde dicevasi LA ME DAGA PENDE. per dire Lu mi diu ascolto, Intenda le mie ragioni. Cosi NOL ME VOL DAR PENDE, Non vuole ascoltarmi.

SAVER DA CHE PARTE UNO PENDA, Saper da qual piede uno zoppichi, cioè Qual sia l'iaclinazione o i difetti d'alcuno.

Pender al mal, Zoppicare, Mostrar colle opere inclinazione al male.

SIN CHE LA PENDE LA RENDE, Prov. che si dice delle Liti, le quali fin che non sieno decise, danno utile ai Forensi che le difendono.

PENDER è anche vocabolo di lingua furbesca de Barcaiuoli, e significa Che ha da venire, Prossimo STO LUSTRO CHE PENDE, vuol dire Domani, perchè LUSTRO vale Giorno.

PENDERISTA, 8. m. T. vulgatissimo del Foro ex Veneto. Agg. che davasi a quell'Interveniente o Patrocinatore, il quale, maneggiavasi con intrighi e per oggetti di lucro, onde ottenere in favore d' una Parte litigaute i penderi, cioè la prelazione delle cause dinanzi ai Consigli di quaranta. V. PENDER.

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PEN
PENDOLÀR, v. Penzigliare o Penzolare e
Ciondolare, Star pendoloni o ciondo’one,
Star pendente o sospeso in aria. Dondola-
re, Mandare in qua e in là il dondolo o al-

tra cosa sospesa.

PENDOLĖTO, 8. m. Forchetta, Pezzo del-
l'orologio che ricevendo la verga del pendu-
lo in una fenditura situata alla parte infe-
riore curvata all'angolo destro, gli trasmet-
te l'azione della ruota d'incontro, e lo fa
muovere costantemente in uno stesso piano
verticale.

PENDOLIN, 8. m. T. degli Uccellatori, Co-
dibugnolo di padule, ch'è il Parus Pendu-
linus, Linn. Uccelletto di becco gentile,
notissimo, che costruisce il suo nido con
arte maravigliosa, chiuso in un sacchetto a
forma di pera e lo appende all'apice d'un
ramicello d'albero sopra l'acqua, onde resta
pendente. Non si confonda col Codibugnolo
terrestre. V. OCHIO DE BO.
PENDOLON, V. PINDOLÒN.
PENDON, s. m. Pendone o Pendaglio, det-
to anche Cinciglio e Budriere, chiamasi
quel Fornimento di cuoio o di panno, che
serve per appendervi la spada o la sciabola,
e che portasi allacciato alla cintura.

GANZO DEL PENDON, Ferretto della spada, si chiama quel Fil di ferro che come uncino apre nel davanti e serra i pendoni della spada. Talvolta il pendone s'affibbia o ba il gancio sotto una placca.

PENDUO, Penduto, add. da Pendere. che
vale Sospeso, Non deciso. Deliberazione
penduta.
PENELADA, 8. f. Pennellala ; Pennellatu-
ra, Colpo o Tirata di pennello.

DAR DE LE BONE PENELIE, detto fig. Tiynere di buon inchiostro, Scriver forte e senza riguardi.

PENELAR, v. Pennellare o Pennelleggia-
re, Lavorar col pennello.

PENELAR, detto per simil. vale Scrivere.
Penelar QualcÙN, detto met., V. DIRNE

MAL.

PENELAR, detto in T. Mar. Impennellare o Appennellare un'ancora, È dar fondo ad un'ancora piccola davanti ad una maggiore a cui questa è unita, per dividere il suo sforzo e ritenerla nel caso che fosse per arare. V. ANCORA DA PENÈLO, in PENELO. PENÈLO, 8. m. Pennello, Lo strumento notissimo che serve per dipingere — Asta si dice al Manico di esso - Pennellone vale Pennello grosso.

PENELO DE LE SCOLE e COMPAGNIE, Pennone; Segno; Paliotto, cioè l'Insegna delle Compagnie e Confraternite religiose.

PENELO DEI FICHI, Viminata, che in Lombardia dicesi Grada, T. Idraulico, Lavoro e riparo fatto con vimini intessuti, per raddolcire il corso delle acque e preservar dall'impeto gli argini. E quindi Inviminare, Far le viminate: Pennello chiamasi il Riparo che si fa con fascinate e gabbionature di sterpi, sassi sciolti ed anche di materiali in calcina, che s'interna uella ripa e si stende nell' alveo del fiume Boerio.

per difesa delle corrosioni; dicesi anche
Dentello e Pignone - Gabbione, Macchina
fatta di vinchi intessuti e ripiena di sassi
per riparo de'fiumi. V. ImpenelÀB.

Penelo da orto, Siepe, fatta però di fa-
scine o graticci.

PENELO DA CALAFAI, Lanata da ca'afato, Specie di pennello fatto di grossa lana, ad uso de'Calafati.

Ancora da pennello, T. Mar. Piccola ancora che si gitta in mare davanti una più grossa, affinchè il vascello sia più in grado di resistere al vento, e la grossa ancora sia meno in pericolo di sfiancarsi. V. PRNELAB — Ancora in pennello, si dice Quando l'ancora è capponata e sospesa alla grue di cappone, e le marre pendono in mare e non sono ancora pescate.

Pennello, detto pure in T. Mar. chiamasi quella Banderuola di taffettà, che si tiene sopra la freccia della poppa, ovvero alle battagliole delle spalle, per conoscere il vento.

El va a penèlo, A penna e calamaio ; ▲ maraviglia; Come di pepe; A pelo, ▲ pennello; Fare alcuna cosa a pennello, vale Farla eccellentemente.

STAR CO LE BEChie a penelo, V. RECHIA.
STAR CO L'OCHIO A PENELO, V. OCHIO.
PENÈSE, 6. m. T. Mar. Penese, dicesi quel
Marinaio che ha la cura di stivare e disti-
vare gli attrezzi della nave. V. STIVADOR.
PENESÒTO, 8. m. chiamasi daʼnostri Ma-
rinai l' Assistente al Penese, quello ch'è
sotto al Penese, e che ha il medesimo uf-
fizio.

PENÈTA, 8. f. Pennetta ; Pennuccia ; Pen-
nuzza, Piccola penna d'uccello.

Dicesi ancora nel sign. di Piccola pe-
na, Piccolo gastigo.

PENİN, s. m. Pedino; Pedicello; Piedino,
Piccolo piede,

PENIN DE PORCO O D'AGNELO, Peduccio.
FAR de penin, V. in Pie.
Scomenzar a avèk i penini, Zampellare,
Si dice propr. de’bambini.
PENITENZA, 8. f. Penitenza.

Dar la penitenza, Penitenziare.
FAR PENITENZA DEL FALO, Far peniten-
za; Espiare la colpa; Far l'espiazione.

FAR PENITENZA CON QUALCÙN, Far conso-
lazione; Far penitenza o carità, vale
Mangiare insieme, e dicesi per modestia da
chi invita alcuno a discreta mensa.

CHI HA FATO EL MAL FAZZA LA PENITENZA,
Chi imbratta spazzi; Chi piscia rasciu-
ghi, modi fig. e vagliono Chi ha fatto il ma-
le faccia la penitenza.
PENITENZETA, 8. f. Penitensiuccia, di-
min. di Penitenza.
PENOLA, 8. f. Biella; Zeppa, Pezzetto di
legno o di ferro a guisa di conio, che ser-
ve per ispaccare le legne e per altri simili
usi.

METER PENOLE, Imhieltare. V. IMPENO

LÅR.

FERMAR CON UNA PENOLA, Calzare con bietta calzatoia, vale Puntellare che che sia con calzatoie perchè non iscuota.

Ficar la penola, Ribobolo ant. met. Profondarsi; Internarsi, Insinuarsi in che che sia, Tuffarsi in una cosa, Penetrare.

VARDE DOVE STA PENOLA SE FICA, Maniera metaf. ant. che si legge nelle satire del Varotari, e vuol dire Guardate le strane conseguenze di questa moda; Guardate dov' ella va a batlere.

PENOLA DE FORMAGIO, Fetta o Pezzo di formaggio o cacio, Se il formaggio è piccolissimo, direbbesi anche Spicchto.

Penole de la BOTA, V. in BOTA.
PENOLA, detto per Palina, V.
PENOLANTE, add. detto anche MORGANTE,
Morchiaio, Agg. che si dà a quel Facchino
o símile, che con un cencio attaccato all' e-
stremità d'un legno ed introdotto pel coc-
chiume, rasciuga l'interno delle botti dal-
l'olio rimastovi dopo che ne furono vuota-
te, traendone per inzuppamento la morchia
V. MORGA.

PENÒLÀR, V. O Mɛter penole, Imbiettare,
V. INCUGNAR.

PENOLAR UNA BOTA, Trar la morchia della botte, vale Spazzare o Asciugare l' interno d'una botte della piccola quantità d'olio rimastovi. V. PENOLANTE.

PENOLÈTA, 8. f. Piccola bietta o zeppa. V. PÈNOLA.

Detto in T. de Carradori, Cop:glia, Bietta di ferro che s'infila nell' occhio delle cavicchie di ferro, per tenervele più salde. PENÒN, 8. m. T. Mar. Pennone, detto anche Verga alla Francese. Quello stile o asta di legno più grosso nel mezzo e meno ai lati, che sta attraverso gli alberi della nave, ed a cui s'attaccano e sopra e sotto le vele. Į pennoni prendono il nome dall' albero cui appartengono, dicendosi Pennone del bompresso, di civada, di trinchetlo, di parrocchelto, di pappafico etc.

PENONI, Penne maestre o Collelli, si dicono le Penne più grandi e più importanti, le peune principali delle ale degli animali volatili, ma specialmente quelle d'oca colle quali si scrive.

PENONCÈLO, 8. m. Pennoncello, Piccolo
pennone, da noi s'intende l' Asta della ban-
deruola, quantunque presso gli Autori si
dica per la Banderuola stessa,
PENOTİ, ■. m. Burdoni, diconsi Quelle pen-
ne che, non del tutto spuntate fuori, veg-
gonsi dentro alla pelle degli uccelli.
PENSAR, v. Pensare, Riflettere, Conside-
rare. PENSANDO BEN CO LA MIA TESTA, Vol-
gendo tra me, cioè Pensando, Meditando.
Pensare, dicesi per Determinare, Pren-
dere risoluzione MI LA PENSO Cussi, Nel
mio si la cosa sta così, Questo è il mio ri-
soluto sentimento.

Pensar a budele, o buzare, Dar beccare al cervello. Pensar a cose di niun momento.

PENSAR AI CASI SUI, Dar le spese al suo cervello, detto metaf. e vale Pensare a'casi suoi o Stare sopra di sè così pensoso o applicato. Essere appensato, vale Essere appensierato.

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PENSAR A L'ANEMA, V. ANEMA.

PENSA E PO PARLA, Masticar o Pesar le parole, Pensarle bene prima di parlare.

PENSAR PER ANCÙO E NO PENSAR PER DOBÀN, Cavami d'oggi e mellimi in domani, vale Non voler prevedere nè pensare a quello che potesse bisognar per l'avvenire.

PENSARGHE E NO PENSARGHE XE LISTESSO, Niun pensiere o Un succo di pensieri non pagò mai debito, e vale Per affliggersi non si ripara al male. Tanto è il mul che non mi nuoce quanto il ben che non mi giova.

PENSAR PRIMA, Anlipensure.

PENSAR SEMPRE AL MAL, Tirarsi al peggio, Interpretar le cose malignamente - No voGIO PENSAR AL MAL, Non vo' far giudizio, cioè giudizio temerario e falso.

ME PENSAVA PIUTOSTO LA MORTE, CHE etc. Avea tutt'altro in pensiero, che etc.

Penso de far e DE DIR, Aver idea di fare o di dire.

DAR DA PENSAR, Dar che pensare; Melter nel pensatoio; Mellerc una pulce nell'orecchio; Metlere o Cacciare un cocomero in corpo; Avere de'grallacapi o Dare un gratlacupo, Mettere in sospetto di male, Metter in travaglio.

NO VE STESSI A PENSÅR D'ANDAR VIA, Non vi sultasse il grillo di andarvene, e vuol dire Rimanetevene.

GNENTE,

NO VOLER PENSAR GNENTE DE Non voler avere o Non aver pelo che pensi a che che sia - NO VOLERGHE PENSAR UN' ACA O UNA MALEDETA, Non ne dare una stringa, un lupino, una frulla, un baghero, un ghiabaldano, Non pensarci punto.

PENSIGHE BEN PRIMA DE FAR LE BUDELE, A far il male, pensaci, cioè Pensa bene e rifletti alle conseguenze della malvagia azione che sei per fare. Ciò che tu vuoi fare, pensa che te ne può incontrare.

PIÙ SE VIVE E PIÙ SE PENSA MA DE ZIO

BA VIEN LA SENSA, V. SENSA.

FAR UNA COSSA SENZA PENSARGHE, Far che che sia senza mettervi su nè sal nè olio, cioè Presto, subito, senza difficoltà.

FAR E NO PENSARGHE ALTRO, Preso il partito, cessato l'affanno, Risoluta che sia la cosa, cessa la molestia di pensarvi.

PENSAVA TRA DE MI, Rivolgeva nella mia mente; Pensava.

SE GHE PENSE DE MI, Se vi cale di me. Avere; Mettere etc. che che sia in calere o in non catere o a non cu'ere o in non cale vale Curarsene o Non curarsene.

SENZA PENSARGHE ALTRO, Senza guardar più avanti, o Senza entrare in altro riyuardamento.

TUTI PENSA A SE STESSI, Ognun per sè e Dio per tutti; e vale Ognun pensi a sè e non al compagno. Chi si sente scotlar liri a sè i piedi o le gambe, cioè Ciascuno pensi a sè. Ognun de' casi suoi cura si prenda.

A LA PENSIGHE TI, V. A LA BABALA E PEN

SIGHE TI.

PENSATA O PENSADA, 8. f. Pensata ; Pensamento, Pensiere.

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OMO PENSILE, Dubbioso; Incerto; Irresoluto; Contingente.

PENSIÓN, 8. f. Pensione, Stipendio o Salario che vien assegnato dal Principe a qualcheduno per benemerenze, senza obbligo di servigio.

PENSIONA O PENSIONATO, S. m. Pensionario. Quello che gode pensione. Nell'uso odierno degli atti pubblici si scrive Pansionato. Sotto i Veneti dicevasi Giubilalo. V. QUIESSENTE.

PENSIONÀR, v. Accordare o Dar pensione. V. PENSION.

PENSIONCELA) s. f. Pensioncella, PicPENSIONETA )cola pensione. PENSO, s. m. T. delle Scuole basse (dal latino Pensum) Compito o Imposto, Quel tanto che il maestro impone agli scolari da fare. Pena o Penilenza, direbbesi per l'aumento di lavoro che si esige da uno scolare per castigarlo. PENSÒSO, V. PENSEROSO. PENTOR, Voce ant. Dipintore, V. Depen

TOR.

PENZER, v. coll'e chiusa, dicevasi antic. in vece di SPENZER, V. PENZO, V. PENSO.

PEOCHIAR. V. SPEOCHLAR.

PEOCHIARIA O PIOCHIARIA. s. f. Pi lo 'chie

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PEOCHI DEI BROCOLI, Pidocchi o Pecorelle de' cavoli, dicesi ad un Insetto più comunem. conosciuto in Italia sotto il nome di Gorgoglione o Tonchio, che Linn. chiama Aphis brussica. È verde nel corpo, ma tutto coperto d'una polvere bianca, e danneggia i cavoli.

PROCHIO REFATO, Locuz. fam. Pidocchio rilevato; Conladin rivestito, dicesi di Chi dal niente o da uno stato misero è divenuto comodo o fu elevato a qualche posto L'È UN PEOCHIO REFATO, Quando lo sterco monta in iscanno o e'puzza o e'fa danno. Veggasi qualche sentimento analogo nella voce BOTA cioè La botte.

SCORTEGAR El peochio PER GUADAGNAR LA PELE, Scorticare il pidocchio per venderne la pelle; ovv. Scannerebbe una cimice per beverne il sangue, dicesi di Chi è grandementa avido di guadagnare EL SCORTEGARIA EL PEOCHIO PER FAR BEZZI, Tirere'sbe a un lui, dicesi di Uomo misero cui s'affaccia ogni cosa per poca ch'ella sia.

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TIRAR FORA DAI PEOCHI, Cavar di cenci; Cavar uno del fango, vale Sollevarlo ne' suoi affari, dargli aiuto e soccorso nelle sue maggiori urgenze Uscir di cenci, vale Migliorare stato, Venire in miglior fortu

na.

NO GO BISOGNO dei vostri peocHI, si dice talvolta con qualche irritamento e familiarmente, Non ho bisogno de' vostri cenci, cioè Non ho bisogno di voi che siete più miserabile di me.

PEOCHIO DE L' ARSENAL, s. m. T. de' Pesc. Muscolo o Pidocchio marino, Specia di Conchiglia marina bivalve, detta da Liun.

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