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PRATICAR, v. Praticare, Metter in pratica.

Praticare e Bazzicare con una, dicesi per Conversare, Aver commercio Praticar con uno Usare in una casa.

L'È UN BON OMO CHE SE POL PRATICAR, Uomo uffizioso, cortese e coll'usar seco si riconosce migliore.

CHI PRATICA DEI cativi deventa cativo, A chi usa collo zoppo gli se ne appicca o gli se ne attacca e simili, e vale Che nel conversar con alcuno s'apprendono e si pigliano le sue maniere. Nel medesimo senso si dice Chi pratica col lupo impara a urlare Chi dorme co'cani si leva colle pulci ;

*VUSTU SAVER CHI SON, VARDA CHI PRATICO. PRATICARSE, Levarsi un uso, una consuetudine, vale Introdursi, Cominciarsi a praticare.

PRATICAR UN FURTO, Commettere; Eseguire; Fare; Operure un furto. PRATICO, add. Pratico, Esperto, Esercitato, Versato in qualche cosa; e fu anche detto Accorto di che che sia.

PRATICO O PRATICANTE D'UN MEZA, Praticante; Apprendista, Giovane iniziato nella professione del Foro o della medici. na etc.

PRATICO DE CHIRURGHIA, Giovane di medicheria, dicesi allo Studente e Ministrante di Chirurgia.

PRATICO DEL MONDO, Accivettato, Uomo cui il proprio pericolo abbia reso accorto Egli è putta scodata; Egli ha scopato più d'un cero; Egli ha pisciato in più d' una neve; Egli le sa.

SERVIKSE DEI PRATICHI, E' val più un colpo di maestro che due di manovale, cioè È più utile servirsi delle persone pratiche, benchè la spesa sia maggiore, che del le ignoranti.

PRATIVO, add. Campo a prato; Campo acconcio a feno. V. PRA. PRE, Prete.

PRE MOCOLO, detto per ischerzo, e vale Abbatino, Piccolo Prete. V. ZAGO.

Pre Lessa, detto pur per ischerzo, è lo stesso che ABATE CANOLA. VY. ABATE.

PRE PIERO, Prete Pero, nome proprio per Prete Piero, di cui si dice che insegnava a dimenticare. PREALEGÀ, add. T. ant. Predetto; Suddetto; Sopraddetto, Soprallegato. PREAMBOLO, s. m. Preambolo o Preambulo; Prolegomeno e Proemio, La prima parte dell'orazione o d' altra opera, che dicesi anche Prologo e Prolago.

PREAMBOLI, che altri dicono PRECANDOLA (forse dal barb. Precamen) Lunyagnola ; Lunghiera; Stampita; Bibbia; Carleria, Discorso lungo e noioso. Vi corrispondono nel senso nostro Seccaggine; Noia; Fastidio.

PREAVISO, s. m. Avviso anticipato, Avvertimento che previene un' epoca qualunque, Avviso dato prima.

PREBE, s. f. dicesi dagli idioti per Plebe. PRECANDOLA, V. in PREAMBOLO.

PRECAVAR, v. Precavare o Prelevare, e valgono Scorporare, Cavar prima dal corpo e dalla massa della ragione. V. PRededùr. PRECAZZAR, v. Cacciare avanti, Spingere. Dar coraggio, Stimolare. PRECETÀ, add. Precettato, chiamasi nell'uso nostro Colui che ebbe dalla Polizia un precetto diretto a contenere e regolare la sua condotta, al quale mancando, incorre una pena corporale.

PRECIPITA, s. m. Precipitato, detto da' Chimici Deutossido di mercurio, Sostanza di color rosso, Veleno corrosivo. PRECIPITON O PRECEPITON, detto per Agg. a Uomo, Precipitoso, ed anche Precipite, ch'è voce latina, e vale Inconsiderato, senza riteguo, Che opera con furia. V. STRAMANA.

PRECISAR, v. Distinguere ; Determinare; Prefiggere Stabilire; ed anche Individuare e Singolarizzare.

NO POSSO PRECisarve el zorno, Non posso indicarvi il giorno preciso. PRECISITA, 8. f. Precisione, Distinzione, Esattezza.

PRECISISSIMO, Assui preciso; Determi

nuto.

PRECOZIA, s. f. pronunziata colla z aspra, benchè altri dicano PRECOSSIA, Voce del più basso idiotismo, ma comune nel volgo Veneziano, e specialmente fra le donne, corrotta, come pare, dal latino Percussio, onis, che ha luogo nel seguente dettato: PAR CH' EL CASCA DA LA PRECOZIA, Pure ch' egli cada dalla percossu, o a dir meglio, Pare ch'egli sia percosso; e si dice di uno che traballi, cioè che nel camminare ondeggi per debolezza e mal si regga sulle gambe, a simiglianza di quello che percosso graveniente sul capo stia la per cadere benchè cerchi di sostenersi. Dicesi pure nello stesso sentimento, EL CAMINA CHE PAR CH EL GABIA LA PRECOZIA.

PREDEDUR, v. Prededurre, T. Leg. e vale Diffalcare anteriormente, Dibattere a preferenza, Sottrarre prima. V. PRECAVAR. Quindi Prodeduzione. PREDIAL, s. f. Prediale, dal lat. Proedium, che vale Tenuta, Possessione. Termine di nuovo uso qui introdottosi col Governo italiano, e intendesi comunemente l'Aggravio pubblico che si paga dai possidenti di beni stabili alla Cassa dello Stato, che sotto il Governo Veneto dicevasi Compatico per i campi e Casalico per le case. V. CENSO.

PREDICA. s. 1. Predica,

PREDICA A BRAZZI, Sciabica, Predica fatta al minuto popolo e non istudiata. V. in BRAZZO e PREDICAR.

FAR UNA PREDICA a uno, Fargli una correzione, una predica, vale Correggerlo, Ammonirlo. Dicesi anche Fare una predica ovv. una sciloma ad alcuno, che vale Parlargli lungamente o per avvertirlo d'alcuno errore, o per persuaderlo a dover dire o non dire, fare o non fare alcuna cosa. PREDICAMENTO, s. m. Vociferazione

Mormorio, Voce sparsa per cui si previe

ne qualche evento. PREDICÀR, v. Predicare.

PREDICAR A BRAZZI, Dire; Predicare; Favellare a braccia, Parlare improvvisamente, anzi che recitare cose studiate o preparate. V. PREDICA.

PREDICAR AL MURO, Predicare nel deserto, Favellare a chi non vuole intendere, che dicesi anche Predicure a' porri o tra' porri. PREDICHIN, s. m. Predichetta, Piccola predica, V. FERvorin.

FAR UN PREDICHÌN A QUALCÙN, Fare altrui un'ammonizioncella.

PREDOMINAR, v. Predominare, Prevalere, Signoreggiare.

re -

PREDOMINAR, dicesi dal volgo ignorante ed idiota nel sign. di Presagire; PrediEL CUOR ME LO PREDOMINAVA, Il cuore me lo prediceva o presagiva, me lo diceva o mel diceva. PREFERIBILMENTE, avv. Principalmente; Sopra tutto ; In preferenzu. PREFETIZIO, add. Del Prefetto, Agg. Di cosa attenente al Prefetto.

Cancelleria Prefettizia, dicevasi sotto il Governo Veneto alla Cancelleria del Prefetto, detto volgarmente CAPITANIO. PREFETO (coll e aperta) s. m. Prefello. Titolo d'uuo de'primi Magistrati dell'antica Roma, che la governava nell'assenza de Consoli e degl'Imperatori.

Prefetto era anche Quello, che ai tempi veneti chiamavamo volgarmente, ed anche negli atti pubblici, CAPITANIO, in alcune Città dello Stato; uffizio ch'era sostenuto da un patrizio, come a Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo. Le sue attribuzioni, la Cancelleria ed i suoi Ministri chiamavansi Prefellizii, distinti dai Pretorii che appartenevano al PODEstà.

Sotto il cessato Governo Italico il Prefetto era il primo Magistrato d'un Dipartimento o sia d'una Provincia del Regno, le cui attribuzioni erano però solamente amministrative. Ora si chiama Delegato provinciale; ed ha ad un di presso le medesime attribuzioni. PREFÈTO, Voce bassa, detta da alcuni in vece di Perfetto, come dicono PERFETO in vece di Prefetto. PREFISSO, add. Prefisso, cioè Stabilito. Determinato. Tempo o Giorno prefisso.

NOL GA TROVA QUEL CH'EL S'AVEVA PREFISSO IN TE LA SO TESTA, Non ha trovals ciò ch' egli erasi immaginulo di trovare o ciò che aveva creduto o supposto. PREGAI O PREGADI, 8. m. sing. e plur., che vale Pregati. Così chiamavasi il Senato Veneto, con nome vernacolo dall'antico uso che il Doge mandasse a pregare o richiedere alcuni patrizii a sua scelta di convocarsi presso di lui per consultarli negli affari di Stato, quando egli aveva grandissima autorità. Riformata però la dignità ducale in alcune correzioni di governo seguite nel secolo XIII, venne instituito un Senato per

simili consultazioni, che continuò nondimeno a dirsi PREGADI O PREGAI, Colla presidenza del Doge, eleggibile in numero di sessanta d'anno in anno dal Maggior Consiglio, ed a cui in progresso furono attribuite le materie politiche, economiche e militari. V'ebbero in seguito degli altri sistemi, onde a' tempi nostri il Pregadi era composto di circa 300 membri, cioè dal Doge; da 9 Procuratori di S. Marco; da dieei membri del Consiglio de'dieci? da sei Avvogadori di Comun, cioè 4 attuali e due usciti da 4 Censori, due attuali e due di rispetto; da 60 Senatori detti del Consiglio di pregadi; da 40 della Quarantia criminale; da 13 altri membri de' Magistrati senatorii; finalmente da 55 altri occupati nelle Magistrature dette SorTO PREGADI, cioè Aspiranti al Pregadi, alcuni de' quali v'intervenivano senza voto. Le sedute del Senato si facevano nelle ore pomeridiane e ne'giorni di govedì e di sabbato.

PREGADI DE EXPULSIS, chiamavasi quando si trattava di affari politici interessanti la Corte di Roma o di affari ecclesiastici, nel qual caso erano espulsi dal consesso tutti que' Membri che avevano relazioni di parentela determinate con Vescovi, con Cardinali o col Pontefice, per rimuovere l'influenza degli Ecclesiastici detti PAPALINI, e inantenere inviolato il segreto nelle pubbliche deliberazioni.

RESTAR DE PREGAI, V. RESTAR. PREGAI. Vedasi in ZoNTA. PREGAR, v. Pregare o Priegare.

FARSE O NO FARSE PREGAR O TIRAR PER EL TABARO, Farsi o Non farsi troppo stracciare i panni o la cappa; Tirare o Non tirare pel ferraiuolo, valgono accettare o Non accettare l'invito.

BRAVO DA PREGAR, Pregativo, Che sa pregare.

EL ZAGO CHE PREGA PER EL PRETE, V. PRETE.

LA PREGO O LE PREGO, Maniera vernacola e Specie d'intercalare di chi facendo un discorso richiama l'attenzione dell' ascoltante, quasi che dica, La prego d' attenzione; Attenzione a ciò che son per dire o simili.

PREGO DIO DE Deventar orBO O DE MORIR, SE MAI PIÙ VAGO IN QUEL LOGO, Fo prego o priego a Div che mai più andrò in quella casa, Maniera di protestazione con giuramento.

PREGIUDIZIETO, s. m. Nocumentuccio, Piccolo nocumento o danno. PREGIUDIZIEVOLE, add. Pregiudizioso; Pregiudicativo; Pregiudicante; Pregiudiziale.

PREGIUDIZIO, s. m. Pregiudizio, Danno, discapito.

Pregiudizio, dicesi anche nell' uso vernacolo per Opinione pregiudicata, ovvero per Opinione falsa ricevuta per educazione o per inconsiderazione.

Avere de'pregiudizii. Questa espressione può avere due significati, e tanto s' in

tende riferibilmente al costume e alla condotta morale, quanto all'opinione o alla maniera di pensare o di credere di quel tale di cui si parla.

Pregiudizii criminali, ora si dice e si scrive dopo il Governo Italiano, e s'intende Le colpe criminali antecedenti, le cui memorie si trovano ne' registri de' pubblici offizii; e quindi si dice e si scrive Pregiudicato per Già colpevole o altra volta pro

cessato.

PREGO, s. m. Lo stesso che Preghiera, V. PREINTENDER, v. Subodorare, Risapere

una cosa astrattamente.

PRELODATO, add. Termine di nuovo uso nelle scritture pubbliche, come a dire Sopra'lodato nel sign. di Suddetto; Sopraddetto, e si riferisce a Persona sopra nominata.

PRELUDIO, 8. m. (dal latino Praeludium) Pronostico; Segno; Indizio, e dicesi per lo più in mala parte.

CATIVO preludio, Callivo segno; Cattivo indizio. PREMER, v. Premere o Calère, cioè Aver premura, Curarsi, Importare — Me preme o No me preme, Mi cule o Non mi cale.

La Ghe PremeVA ASSAE, Gli stringevano i cintolini, cioè Gli premeva o importava molto.

PREMER, dicesi nel sign. di SPENzer, V. Premer la barca, T. de' Barcaiuoli, Volgere la barca a mano sinistra, V. STALIR e SIAR.

PREMER era anche Termine usato ne'tempi del Governo Veneto. Dicevasi UN PREME L'ALTRO, quando in certi casi di elezioni a pubblici ufizii, rimasti superiori di voti tra altri aspiranti due Patrizii, non però oltre la metà de' votanti, erano riballottati questi due uno contra l'altro con due sole urne o bossoli, onde uno di essi era necessariamente superiore di voti all' altro, ed era come si dicesse Uno caccia l'altro. PREMÈTER, v. usato dalla bassa gente nel sign. di Permettere.

PremetÈME CHE VE BASA LA MAN, Permeltelemi ch'io vi baci la mano. PREMINIR, v. Pagare il fio; Scontare; Digerir i buoni bocconi, Far penitenza for

zata.

PREMIO, s. m. Premio o Guiderdone.

FAMOSO DA PREMI, Vincipremi, Agg. a Chi nelle gare e competenze suol riportare il premio.

PREMORIR, v. Premorire, Morire avanti, e quindi Premorienza, Morte accaduta prima. V. in MANCAR.

PREMUNİR, v. Premunire, e nel neut. pass. Premunirsi, Mettersi in precauzio

ne.

PRENCIPE, V. DOSE.

PRENDESE, lo stesso che PRINDEse, V. PRENDITOR, s. m. detto anche Caselante, Ricevitore del lotto, Quell' Ufiziale che riceve le giuocate del pubblico Lotto ed esige i danari da'giuocatori.

PREOPINANTE, verbale add. e sust. di

Preopinare, e vale Che opina diversamente. Dicesi nell' uso (anzi si scrive come termine d'ufficio) Preopinante a quel Consigliere o simile, che, discutendosi nel consiglio un affare, opina diversamente dal Relatore.

PREOPINAR, v. Preopinare, T. di pratica formato dal latino Prae e Opinari, che vale Opinare o Pensare diversamente di un altro.

PREOPINAZION, s. f. Preopinazione, T. di pratica, e vale Opinione preferita. PREOSTO, s. m. Prevosto e Preposto, Dignità Ecclesiastica.

DEVENTAR PREOSTO. Imprevostarsi, Esser fatto prevosto.

PREOSTÙRA, 8. f. Prevostura o Prepositura e Propositura, Ufizio e Giurisdizione del Prevosto. PREPARAR, v. Preparare; Apparecchiare; Ammannire.

PREPARAR LA TOLA, V. PARECHIAR.

PREPARARSE A LA MORTE, Acconciarsi dell'anima, Prepararsi a morir da Cristiano. PREPOSSIDE, s. f. Idiotismo per Proboscide o Tromba, Il naso o tromba dell'Elefante.

PREPOTENTE, add. Prepotente, in buona lingua dicesi a Quello che può più degli altri, Superiore agli altri in potere.

Voi nell' uso del parlar fam. intendiamo Soperchiante; Tracotante; Violento, Che usa soperchieria, che sopraffa - Appaltone, dicesi Quello che sopraffà colle parole.

PREROGATIVA, s. f. Prerogativa, Privilegio, Esenzione.

PREROGATIVA, nel parlar fam. si dice anche per Particolarità; Singolarità ; Proprietà; Inclinazione; Vizio; Tendenza. PRESA, 8. f. Presa, dicesi per Parte onde si prende in mano alcuna cosa fra le polpastrelle delle dita, come Presa di tabacco ; Presa di cannella, di pepe etc. Preserella è il dimin. Pizzico o Pizzicotto, Quella quantità di cose che si piglia con la puuta delle dita.

PRESE DEL CAN, Guardie, diconsi i Denti lunghi o Zanne del cane, cioè Que' denti grandi e un po'curvi, una parte de' quali gli esce fuori delle labbra. Quindi Azzannare, Pigliare o Strignere colle zanne; Azzannato, preso colle zanne e bucherato o sforacchiato colle zanne.

Far presa, Appigliarsi, Attaccarsi, e dicesi dell' Assodarsi insieme nel rasciugarsi muri, calcina e simili, e questo cotale assodamento è pur detto Presa.

PRESA, diciamo per Preda, cioè di Quelle che fanno i corsali in mare. Così pure si dice Presa d'uccelli o di pesci, cioè di quelli che si pigliano cacciando, uccellando o pescando. V. PICHIATA.

Presa di terra, si dice d'una quantita determinata di terreno. PRESENTAZION IN OFIZIO, dicevasi in T. del Foro civile ex-Veneto all' Atto legale, con cui un Patrocinatore dichiarava di

assumere la difesa d' una causa. Ora forse direbbesi Atto d'insinuazione. PRESENTE, add. Presente; Astante, vale Assistente, contrario d'Assente.

PRESENTE A SE STESSO, Conscio di sè, Consapevole di sè stesso e delle sue azioDi.

Lo chiamerò A LA PRESENTE, dicesi dagli idioti, e vale Lo chiamerò in presenza di etc. cioè personalmente presente.

AL PRESENTE, detto avverb. Per al presente; Presentemente ; Per ora; Di presente.

A L'ORA PRESENTE, V. in ORA.

IN STI PRESENTI ANI, dicesi da alcuno, come si legge ancora in un sonetto del fu Abbate Labia, e vuol dire In questi anni; In questi tempi; Ne'tempi odierni. PRESENTIN (coll'esse dolce) s. m. Stradiere, Colui ch'è a' luoghi del Dazio, e ferma le robe per le quali dee pagarsi la gabella. Stradieraccio n'è il peggiorativo.

PRESENTIN, in altro sign. dicesi per Presentuccio o Presentuzzo e Regaluccio. PRESENZA, s. f. Presenza, CospettoUomo di bella o di poca presenza Appariscenza, vuol dire Bella presenza — Un bel coram vobis fu detto per Uomo di bella

presenza.

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DE PRESENZA, Detto avv. Di presenza, cioè Sul momento, in T. di Giuoco, dicesi Di colta, verbigr. Bazzica di colla; Primiera di colta, A prima vista. PRESÈPIO, 8. m. Presepio o Presepo e Capannuccia, prop. dicesi di Quello che si fa nelle case e nelle chiese per la solennità del Natale.

In altro sign. GHE N'È UN PRESEPIO, Ce n'è a barili, a bizzeffe, in gran copia. PRESÈTA ) s. f. Preserella, Piccola presa. PRESETINA) PRESIAR, v. (colla s dolce) Voce ant. che vale Apprezzare ; Prezzare ; Stimare. PRESON, s. f. Prigione; Carcere.

PRESÒN, dicesi per Prigionia o Prigioneria, cioè per lo stato del prigioniero.

PRESON, si dice ancora per Prigioniero, cioè la persona incarcerata, V. PRESO

NIÈR.

PRESON IN VITA, Prigione finale: Prigionia perpetua.

PRESON SECRETA, Secreta; Burella; Carbonaia, Carcere angusta ed oscura.

METER IN PRESÓN O FAR PRESÓN, Incarcerare; Giungere alla schiaccia o al canto o al boccone.

NE PER TORTO NE PER RASON NO TE FAR METER IN PRESÓN, Nè a torto nè a ragione non ti lasciar mettere in prigione.

Tor fora de presÒN, Scarcerare, PRESONIÈR, 8. m. Prigioniero o Prigioniere ed anche Prigione. A significar ciò dicono i Toscani, Egli ha gli occhi di ferro; Vede il sole a scacchi; Egli è in domo Petri; Sta alle buiose; Le capre non lo possono cozzare; Egli è stato rasciugato dai birri: Rasciugare, presso i Toscani vale Portar via.

PRESONIERA, s. f. Prigiona; Carcerala. PRESSA, 8. f. Pressa; Prescia; Fretta ; Affrettamento.

IN PRESSA, Modo avv. In fretta ; In prescia, Frettolosamente.

PIÙ CHE IN PRESSA O PIÙ CHE DA PRESSA, Detto fam. e a modo avv. Più che presto; Più che in fretta; Ha più fretta che chi muor di notte, Prov. che si usa per esprimere la grandezza e la premura dell'affrettarsi.

FAR PRESSA, Pressure; Far fretta; Sollecitare; Affrettare. V. SPESSEGAR.

FAR LE COSSE TROPO IN PRESSA, V. COSSA. FAR UNA COSSA DA LA MALA PRESSA, Far che che sia più che in fretta, più che pre

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LA MUGIÈR DEL PRESSIDENTE, la Presidentessa o la Presidente. PRESSIDENZA, s. f. Presidenza, dicesi nell'uso all'uffizio del Presidente o de'Presidenti, e talvolta s' intende figur. il Presidente medesimo. V. PRESSIDIO. PRESSIDIAL O PRESSIDENZIAL, add. Del Presidente, Che appartiene all'uffizio del Presidente. Le voci Presidiale o Presidenziale sono di nuova stampa, e si usano comunemente nelle scritture pubbliche, dicendosi per esempio, Protocollo presidiale; Nola presidiale o del presidio, per dire Protocollo o Nota del presidente.

PRESSIDIO, s. m. Presidio o meglio in T. milit. Guarnigione, Quella quantità di soldati che stanno per guardia d'una fortezza, d'una città o di altri luoghi muniti.

Presidio è pur nuovo termine introdottosi col Governo Austriaco in queste provincie, e vale Presidenza, l'Uffizio del

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ESSER IN PRESTIO, Stare a pigione, Dicesi per metaf. Delle cose malfatte o fuori del proprio luogo; o anche di coloro che sono malsani, e non pare che sieno per campar molto. Andate e sforzatevi di vivere, che mi pare, anzichè no, che voi ci stiate a pigione, si tisicuzzo e tristanzuol mi parete. È un di quei che al mondo sta a pigione.

DOMANDAR O TOR IN PRESTIO, Accattare; Chiedere ; Prendere in presto o a preslilo.

Dar in prestio, Preslare ; Dare in prestilo o a prestanza. PRESTO, avv. Presto ; Prestissimo; Ratto, vale Velocemente, Subitamente.

A LA PRESTA, Maniera avv. Alla spacciata, Presto, Subitamente.

FAR PRESTO, Accelerare; Sollecitare; Affrettare.

PIÙ PRESTO CHE IN PRESSA, Modo avverb. Diviatamente; Speditamente; Spacciatamente; Prestissimo.

-

PRESTO PRESTO, Ratto rallo E detto per eccitamento, Armi armi ; Leva leva; Serra serra.

NON CUSSÌ PRESTO, Mentosto, Più tardi. PRESTO E BEN NO SE CONVIEN, Presto e bene non avviene; Chi pesca e ha fretta spesse volte piglia de' granchi, Le cose falte con troppa fretta non riescono a bene. Fu detto all' opposto Abbastanza presto, quando bene.

PRETAR, v. Impretare ; Impretarsi, Farsi prete.

PRETE, s. m. Prete, Sacerdote secolare.

PRETE DA EPISTOLA O DA VANGELIO, Cherico a pistola o a vangelo, cioè Ordinato o Suddiacono o Diacono, che sono due dei tre ordini maggiori.

EL PRETE CHE PREGA PER EL ZAGO, Di bere al Prete che'l Cherico ha sete, Quando alcuno chiede per altrui quello che e' vorrebbe per sè

NOL XE MAL DA PRETE, Non è mal che il Prete ne goda, Prov. e vale Non è inal di morire; Non è cosa di somma importan

za.

I PRETI SE LA GODE, Ed or ben piove nelPorto de! Prete, cioè Muor gente assai e i preti guadagnano.

FALA ANCA I PRETI A DIR MESSA, V. FAᏞᎥᎡ .

ROBA DA PRETI, Pretesco, add. PRETENDER, v. Pretendere.

PRETENDER D'ESSER BELA, Pretendere di bella; Pretendere di virtuosa, e simili. PRETENDERSELA, Allacciarsi; Allacciar

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sela; Allacciarsela via, Presumersi più del dovere: ma sono maniere antiquate.

Tuti pretende D'ESSER QUALCOSs▲, Ogni gatta vuole il sonaglio; Ogni fiore vuol entrare nel mazzo; Ogni cencio vuol entrare in bucato, Ognun pretende di appa

rire.

PRETENSIÓN, s. f. Pretensione e Pretendenza.

PRETENSION DE SAVÈR, Saccenteria; Sacciutezza, Sapere affettato e senza fondamento.

TUTI GA LE SO PRETENSION, V. in PRETEN

DER.

PRETERİO, add. Preterito; Pretermes

so, Lasciato fuori, negletto. PRETÉRITO, s. m. Preterito; n di dietro; Il deretano ; Il culo. PRETÈSA, lo stesso che PRETENSIòn, V.

PRETESA e per lo più in plur. PRETESE, dicevasi come termine del Foro civile, nel significato di Domanda; Petizione; Rugioni delle Parti litiganti, ed era anche usato nel proemio di alcuue sentenze: come ALDIDE LE pretese de le pARTI, che voleva dire, Sentite le ragioni delle Parli ec. PRETESTA, s. f. dicevasi antic. per Preleslo; Sutterfugio; Scusa- PRETESTE MENDICAE, Pretesti mendicati; Scuse o ragioni di pan caldo o di pannicelli caldi. PRETESTAR, Verbo usato da taluni ed auche scritto, nel sign. di Addur per prelesto.

L'HA PRETESTÀ EL SO INCOMODO PER NO VEGNIR, Addusse per pretesto il suo incomodo per non venire. PRETESTO, s. m. Pretesto.

PRETESTI MINCHIONI, Pigliar l'occasione del petrosemolo o prelesemolo; Addur ragioni di pun caldo, Pretesti o ragioni non sussistenti. V. ANZIN, ENDÉGOLO e DEGOLE. PRETIN, s. m. Prelino, Prete giovane.

Pretazzuolo o Pretignuolo, peggior. di Prete, e si dice quasi per mostrare la bassezza o poca perizia di alcuno che sia prete.

PRETOR, s. m. Pretore, Titolo di antichissimo ed autorevole Magistrato di Roma, il quale amministrava giustizia civile e criminale definitivamente.

Pretori, si chiamavano non meno li PoDESTA delle provincie Venete ne'tenipi della Repubblica, distinti dai Prefetti o sia da' Capitani.

Pretori, ora si chiamano in questo Regno Lombardo-Veneto que' Magistrati che in ogni distretto sono stabiliti come giudici di prima istanza nelle materie civili e nelle gravi trasgressioni di polizia. Il loro uffizio dicesi Preturu. PREVALSO, Prevaluto, add. da Prevale

re.

PREVARICAZIÒN, s. f. Prevaricazione o Prevaricamento, Trasgressione o Mancanza de'pubblici impiegati, che abusano del loro ufizio per colludere colle parti e trarne profitto. Questo gravissimo delitto chia

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masi però dal presente Codice criminale Austriaco, Abuso della podestà d'ufizio. PREVEDE (coll'e stretta) s. m. Voce antiq. e vale Prete.

PREVEDER, v. Prevedere; Antivedere ; Anliguardare.

CHI PREVEDE PROVEDE, Cosa prevista mezza provvista, Prov. e significa che L'uomo si prepara e provvede alle cose che conosce e antivede, onde anche si dice Uomo avvertito mezzo munilo -- Piaga antiveduta assai men duole, Prov. Il male preveduto si sopporta più pazientemente Carestia prevista non venne mai, e vale che Chi provvede anticipatamente non sente i danni della carestia.

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PREVEDÙDO, add. Preveduto e Previsto, da Prevedere.

-

Furare

PREVEGNIR O PRevenir, v. Prevenire, vale Anticipare, Venire avanti o Rubar le mosse, vale Prevenire in dire o far cosa che altri prima avesse in pensier di fare, il che si dice anche Romper l' uovo in bocca.

MANDAR A PREVEGNIR, Fur antivenire, Far arrivare un avviso ad un luogo, prima dell'arrivo della persona che fa avvisare.

FE A MODO MIO, PERCHÈ NO SIÈ PREVEGNDO, Fate a modo mio che qualcun altro non vi furi le mosse o non vi prevenga. PREVENTIVO, Preventivo, Voce Lombarda in forza di sust. Chiamasi dalle Ainministrazioni del Governo il Conto d'avviso delle spese generali ordinarie o straordiuarie, che occorrono farsi per l'anno venturo; o per qualche opera speciale.

Da questo Preventivo si è veduto scrivere Spesa preventivata o non preventivatu, per dire Preveduta o no dal Preventivo; e quindi Preventivare. PREVENZION, 8. f. Prevenzione ; Anlivedenza.

AVER CATIVA PREVENZIÒN, Esser male prevenuto, Mal disposto, Aver mala opinione d'altrui, o di checchesia. PREVIO, Specie di Avverbio, che presso a noi corrisponde al Purche; Quando; Se; Colla condizione; Con patlu.

FAREMO PASE PREVIO CH'EL ME PAGA. Farem pace, purchè mi paghi, cioè Colla condizione d'esser pagato.

PREVISTO, V. PREVEDUDO.
PREZIAR (colla z aspra) v. (Antic. APRE-
ZIAR) Prezzure; Apprezzare e Pregiare,
Stimare, Far il prezzo della cosa.
PREZZO, s. m. Prezzo, Valore in danaro
delle cose che si vendono e si comprano ·
Pregio vale Stima e riputazione in che si
tengono le cose.

PREZZO DESFATO, Prezzaccio, Prezzo bassissimo, che più avvilitivamente fu anche detto Prezzaccio disfatto, vil prezzo. PREZZO MERCANTIL, lo stesso che PLATEAL, V.

PREZZI MINISTERIALI, V. MINISTERIALI DE

PALAZZO.

PREZZO D'AFETO, diciam noi Quando una cosa si valuta più di quello ch'è univer

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salmente stimata, per motivo d'una straordinaria affezione che desta nel nostro cuore il possesso della medesima. Impreziosire una cosa, vale Farla crescer di prez

ZO.

DAR EL PREZZO A LA ROBA, V. Prezzir.

EL BON PREZZO STRAZZA LA BORSA, Le buone derrate vuolan la borsa, Il poco prezzo alletta a comperare.

NOL GA PREZZO, Non aver pago; Non potersi pagare, Esser di pregio infinito. PROFERIR PREZzo, V. PROFERIR.

PRIA, 8. f. Voce ant. Veneta, detta però ancora sul Padovano per Pietra. Da questa voce trae origine PREO (che ora si dice ASPREO, T. de Pescatori) nel sign. di pietre o luogo pietroso del mare, ove frequentano alcuni pesci. V. ASPREO.

PRIARA, s. f. T. ant. Cava di pietre ; Lapid.cina.

PRIESIO, T. ant. PREZZO, V.

PRIMA, avv. Primu; Primumente; Primieramente; Avanti; innanzi tratto.

PRIMA MI E POI ALTRI, Più vicino è il dente che nessun parente, Prima pensar a sè stesso e poi agli altri. Fu anche detto Primo prossimo è sè medesimo, Prov. che si dice per giustificare la tendenza che ha ogni uomo al proprio interesse sopra quelio degli altri.

Prima per el so sangue e po për I ALTRI, Strigne più la camicia che la gunnellu, e vale che Si ha più riguardo al suo interesse o de' suoi, che a quel d'altri.

MESSO PRIMA, Preposto, Che viene avanti quando dovrebbe venir dopo. PRIMAGENITURA, s. f. Primogenitura, Facoltà del primogenito.

PRIMÀRIO, s. m. Primario dell' Avvogaria, dicevasi al Notaio superiore o anziano agli altri di quell'Ufizio. I Primarii erau due.

PRIMARIÒLA, s. f. O PRIMOLA е PRizaveRA, T. de' Fioristi, Fiore di primavera o primo, Pianta che ha le foglie radicali senza peziolo; detta da Liuu. Primula officinulis. Le sue foglie sono capaci di nutrire i bachi da seta, e sono mangiabili crude e cotte.

PRIMARIOLA, detto per Agg. a Femmina, Primaiuola, Voce Fiorentina, chiamasi Quella donna che partorisce la prima volta. PRIMAVERA, s. f. Primavera.

Butar Primavera, Vedersi o Sentirsi primavera, cioè Balenare e tuonare per la prima volta nell'apertura della stagione.

UN FIOR NO FA PRimavera, Una rondine non fu primavera, e vale fig. Un caso non fa regola.

PRIMAZIA, s. f. Primato, e intendiamo Prelazione, Preferimento, Preminenza che altri gode.

LA PRIMAZIA, Egli è

QUELO GA SEMPRE sempre il preferito. PRIMISSIMO, Primo, primo, così raddoppiato ha forza di superl. V. PRIMO.

PERSIGAI PRIMISSIMI, Pesche primaliece, dicesi di Quelle che si maturano a buon ora,

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EL PRIMO DEL MESE, Il capomese, che i Latini dicevano Calenda.

CHI VA PRIMO NO va senza, Chi prima arriva prima macina.

LE PRIME XE DEI PUTEI, Chi vince da primo perde du sezzo, Dicesi di chi vince le prime partite del giuoco, che perde poi le ultime.

PORTAR EL PRIMO O AVER EL PRIMO, Riportare la palma, cioè la vittoria, la gloria. Portare la corona, cioè la precedenza o il primo vanto fra tutti, e ciò dicesi fra i concorrenti o competitori barcaiuoli nostri quando vogano in regata. V. PORCHèto.

Voler esser el pRIMO, Primeggiare. CHÌAPAR I PRIMI, Prendere la prima mancia, dicesi da' Bottegai. Quando dopo aver aperta bottega vendono la prima loro mercanzia, e sogliono dire Io ho fatto la prima fuccenda; Io ho preso la prima mancia Insanguinarsi, si dice anche in modo basso del Cominciar a toccar quattrini.

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A LA PRIMA, modo avv. Alla prima ; Alla bella prima; Al bel primo; A prima fronle; A prima giunta; Primieramente Vale anche nel sign. di Subito. PRIMOLA, V. PRìmariola. PRINCIPAL, s. m. Principale, Titolo che i Garzoni delle nostre Botteghe o i Fattorini de'negozii usano dare al loro Padrone.

EL MIO PRINCIPAL, Il mio padrone, che vale il proprietario del Negozio, il padrone di bottega. PRINCIPALITÀ, s. f. Superiorità; Maggioranza; Primato.

ESSER IN PRINCIPALITÀ, Essere nel primato o Essere il principale, che vale Il superiore degli altri in un uffizio com'era, per esempio, ai tempi Veneti il Cancelliere verso i suoi Coadiutori.

PRINCIPIANTE, add. Principiante ; Principiatore, Che principia.

Tirone o Novizio, dirassi ad Uomo che sia poco esperto in una tal cosa.

COSSA DA PRINCIPIANTE, Impuraticcio, Agg. di cosa ad opera eseguita da un principiante.

PRINCIPIO, s. m. Principio e Principiamento, Cominciamento d'alcuna cosa.

BON PRINCIPIO E CATIVO FIN. Le susine mi diventan bozzacchi, Principio buono, fine cattivo - CATIVO PRINCIPIO, Incomincialgia, Imperfetto e tedioso incomincia

mento.

DAL PRINCIPIO AL FIN, Dall' uovo alle frutta; Da imo a sommo; Dall'a alla seta; Dall'alfa all'omega.

EL PRINCIPIO XE EL PIÙ DIFICILE, Il più Iristo passo è quel della soglia; Il più duro passo che sia è quel della soglia, dicesi fig. e vale La difficoltà sta nel principiare.

VARDARSE DAL PRINCIPIO, Aver cura a!l' infornare, detto fig. e vale Aver cura di cominciar bene le cose.

NO TROVAR NE PRINCIPIO NÈ FIN, Non trovare o Non rinvenire nè capo nè coda, nè principio nè fine di che che sia, e fig. Non trovar modo nè via nè verso di riuscire in che che sia.

PRINCISBÈCH, s. m. Metallo del Principe Roberto, Metallo composto di rame e di zelamina. Specie di tombacco di bellissimo colore.

PRINDESE, 8. m. Brindisi, Invito fatto in bevendo.

FAR UN PRINDESE, Far brindisi; Propinare, Bere alla salute d'alcuno Render ragione, Bere secondo l'invito avutone. PRIOR, 8. m. Priore, Colui ch'è nell'uffizio del Prioratico, Capo di alcune corporazioni religiose.

PRIOR DE L'OSPEAL, Spedalingo e Spedaliere, Quello ch'è addetto a soprintendere ad uno spedale.

PRIORA DE LE CITÈLE, o simili, Mammana, Donna posta al governo delle Zitelle e d'altri conservatorii di donzelle. PRISTINO, add. Voce latina ch' era usata nel Foro Veneto. Nelle cause decise alle Quarantie ed ai Collegi, se la Parte appellata rimaneva soccombente, poteva, mediante un atto che dicevasi Costituto di pristino, ricominciar di nuovo la causa, e far così fino a che fosse pronunziato il giudizio di conferma.

PRIVATISTA e nel plur. PRIVATISTI, add. masc. che talora ha la forza di sust. ed è voce dell'uso specialmente nella Università di Padova. Chiamasi PRIVATISTI quegli Studenti delle leggi, che matricolati sono aminessi a fare il corso legale sotto la direzione d'un privato maestro, autorizzato però dal Governo ad insegnare, salvi gli esami, pubblici due volte all'anno, a'quali siffatti studenti debbono sottoporsi nella Università.

PRIVATIVA, s. f. Privativa, Voce dell'uso, che potrebbe anche dirsi Privilegio esclusivo, cioè Privilegio di diritto di godere d'un dato benefizio qualunque, che esclude ogni altro godimento dello stesso diritto. E quindi Privativamente, vale Con privazione o esclusione di altri. Privative chiamansi in termini di Finanza le derrate del tabacco, del sale e della polvere da schioppo, perchè la vendita loro è di pubblico diritto esclusivo del Principe.

PRIVATO, s. m. Privato, Contrario di pubblico, e vale Particolare, persona privata : dicevasi sotto il Governo Veneto per opposto al Patrizio che riputavasi persona pub

blica.

PRO, s. m. Censo; Interesse; Merilo, Frutto che si paga sul danaro o capitali che si negoziano.

DAR SOLDI A PRO, V. CENSO.

Pro, dicesi anche da noi per Giovamento, Utilità.

FAR PRO, Approdare, Esser utile - BON

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PRO E CONTRA, In pro e in contro Ovv. Pro e contro, vale In favore e disfavore. PROBLÈMA, 8. m. Problema, Proposizione che si può impugnare e difendere. Quindi nel parlar famigliare questa voce è da noi usata nel sign. di Dubbio o Incertezza.

SE EL FARÀ BEN O MAL L'È UN PROBLÈMA, Se egli sia per riuscire a bene o a male ella è cosa di dubbio evento COSSA S'ABIA ADESSO DA far L'È UN PROBLÈMa, Qual sia in presente la risoluzione a prendere è problematico, cioè È da disputare, è cosa incerta.

PROCAZZAR, v. Procacciare, Procurare,
Trovar modo, Provvedere.
PROCÈDER, 8. m. Procedura, L'ordine
de'processi criminali.

SAVER O NO SAVÈR EL PROCÈDER, Sapere o Non saper la creanza o l'urbanità, il procedimento o la procedura, cioè La maniera di procedere o trattare. PROCEDER, v. Procedere, Derivare, Nascere, Discendere.

PROCÈDER BEN O MAL, Condursi; Diportarsi; Regolarsi o simili, bene o male. PROCEDIBILE, add. T. del Foro ex Veneto, Ammissibile in giudizio, e s' intendeva Atto.

PROCEDIBILITÀ, s. f. Procedibilità, Voce usata dal Foro ex Veneto, Verbale di Procedere, e vale Ammissione in giudizio. PROCEDIESTO, T. ant. e vale Proceduto, add. di Procedere. Ora dicesi PROCEDÙDO.

PROCEDÚRA, s. f. Procedura, Maniera di procedere e di trattare.

Processura, vale l'Ordine de'processi. PROCESSO, s. m. Processo.

FAR UN PROCESSO A UNO, Processar uno, Sottoporre un imputato ad inquisizione criminale, od anche politica.

FAR UN PROCESSO ADOSSO A UNO, Far i conti addosso ad uno, Dirne male.

PROCESSO VERBAL, Processo verbale, Francesismo ch' era usato da noi sotto il cessato Governo italico negli atti pubblici, che i Lombardi dicono Protocollo, e chiamasi un Atto publico qualunque che attesti un fatto positivo.

PROCLAMA. s. m. Proclama. Si chiamavano con tal nome sotto il Governo Veneto gli Editti de' Magistrati che pubblicavansi per lo più colle stampe e si affiggevano. PROCLAMAR, v. Proclamare, Pubblicare ad alta voce. Bociare alcuno su per la piazza, supe'canti, Palesar pubblicamente cosa segreta, per lo più a biasimo altrui.

PROCLAMAR UN RE, Proclamare o Sulutare un Re, Riconoscerlo per Sovrano Acclamare, vale Fare applauso o Eleggere per acclamazione.

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