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Nelle scuole delle lettere il principale esercizio suol essere

intorno alla lingua latina; e così ella fosse anch'oggi coltivata con quell'amore con che era una volta! Nondimeno si suole fare scrivere alcuna cosa ancora in italiano; ma mentre dell' altra lingua si tengono autori continuamente fra mano, e sotto la direzione de' maestri si studiano, e col loro aiuto s'impara a conoscerne le bellezze, e de' più bei luoghi si fa conserva nella memoria, e scrivendo si procura di ritrarre da loro: quanto poi alla lingua italiana, e principalmente alla prosa, si lascia per lo più scrivere a caso, senza che ai giovani siasi punto fatto conoscere su qualche nostro scrittore, che cosa sia buona lingua e buono stile italiano. Ciò mi occorse alla mente, quando (fa ora un quattordici di anni) mi diedi per qualche tempo a insegnar rettorica nel patrio collegio. E per provvedere al bisogno de' miei scolari, andai scegliendo alcuni passi d'italiani prosatori, che dava loro a copiare, e poscia in iscuola faceva leggerli, aggiugnendo io a voce quelle avvertenze che stimava utili; e spesso spesso que' miei cari giovani me li dicevano a mente, senza trascurar punto la solita lezione latina, e così di soprappiù! Ed io non potrei dire con quanto piacere io vedeva, che le loro composizioncelle, invece dell' usata confusione e barbarie, invece di quel tronfio e di quello sforzato che si credeva alto e bello parlare, prendevano di quella semplicità, di quell'aggiustatezza, di quel garbo e di quell'italiano sapore, che io per questo modo aveva fatto ad essi gustare.

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