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Charles Whittingham, 1836 - 168 pagine
 

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Pagina 5 - Non è questa la patria in ch' io mi fido, Madre benigna e pia, Che copre 1' uno e 1' altro mio parente ? Per Dio, questo la mente Talor vi mova ; e con pietà guardate Le lagrime del popol doloroso, Che sol da voi riposo Dopo Dio spera ; e pur che voi mostriate Segno alcun di pietate, Virtù...
Pagina 1 - Chiare, fresche e dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse co l'angelico seno; aere sacro sereno ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: date udìenzia insieme a le dolenti mie parole estreme.
Pagina 2 - 1 volto che lei segue , ov' ella il mena , Si turba e rasserena , Ed in un esser picciol tempo dura: Onde alla vista uom di tal vita esperto Diria : questi arde , e di suo stato è incerto. Per alti monti e per selve aspre trovo Qualche riposo; ogni abitato loco È nemico mortal degli occhi miei.
Pagina 4 - Vostra mercé, cui tanto si commise: Vostre voglie divise Guastan del mondo la più bella parte. Qual colpa, qual giudicio o qual destino, Fastidire il vicino Povero; e le fortune afflitte e sparte...
Pagina 4 - n più deserto lido, Tanto più bella il mio pensier l'adombra.
Pagina 7 - n altrui pena Tempo si spende, in qualche atto più degno, O di mano o d' ingegno, In qualche bella lode, In qualche onesto studio si converta : Cosi quaggiù si gode, E la strada del ciel si trova aperta. Canzone, io t'ammonisco Che tua ragion cortesemente dica ; Perché fra gente altera ir ti conviene, E le voglie son piene Già dell'usanza pessima ed antica Del ver sempre nemica. Proverai tua ventura Fra magnanimi pochi, a chi '1 ben piace : Di lor : chi m'assicura?
Pagina 3 - Ch' al corpo sano ha procurato scabbia. Or dentro ad una gabbia Fere selvagge e mansuete gregge S' annidan sì che sempre il miglior geme : . Ed è questo del seme, Per più dolor, del popol senza legge, Al qual, come si legge, Mario aperse sì 'l fianco, Che memoria dell' opra anco non langue , Quando, assetato e stanco, Non più bevve del fiume acqua, che sangue.
Pagina 5 - ntanto lagrimando sfogo Di dolorosa nebbia il cor condenso, Allor ch' i' miro e penso, Quanta aria dal bel viso mi diparte, Che sempre m' è sì presso e sì lontano. Poscia fra me pian piano : Che fai tu lasso ? forse in quella parte Or di tua lontananza si sospira: Ed in questo pensier l'alma respira. Canzone, oltra queir alpe, Là dove '1 ciel è più sereno e lieto, Mi rivedrai sovr' un ruscel corrente, Ove l'aura si sente D'un fresco ed odorifero laureto.

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