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oltre alla fitta punteggiatura caratteristica per Malta (anch'essa forse tolta dall'intaglio in legno), degli ornati spiraliformi, quantunque più rozzi dei nostri.

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Dopo questi avanzi di carattere prettamente architettonico rimane a dire di un piccolo monumento, il quale per la sua forma sembra a sua volta confermare che a Nesazio si tratti veramente di resti d'un san

tuario (fig. 6). È un basamentino, che presentiamo dai due lati lunghi

FIG. 6b.

ornati di spirali; uno dei lati stretti mostra un triplice nodo di spirali ad omega; dall'altro la pietra è spezzata. Sul piano orizzontale, poco profondo, tre sporgenze, di cui due appartenevano ad una figura umana e precisamente le gambe dal ginocchio in giù, che si sporgono in atteggiamento di persona sedente; di dietro forse i resti d'un sedile con panneggiamento. Davanti a questa figura dai piedi nudi, oltremodo goffi, c'è un rialzo, artificiale, a tronco di cono, i cui fianchi concavi vanno con

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fondendosi col terreno, non solo, ma si ripiegano salendo di tra le gambe della figura in guisa che questa pare quasi a cavalcioni d'una qualche sella. Questo rialto è superiormente ben conservato e finisce in una specie di coperchietto umbilicato; di più esso mostra davanti e di dietro un intaglio triangolare coi due lati verticali incurvati. Altri esemplari di questo strano oggetto si trovarono sparsi negli scavi, di cui uno si può vedere accanto alla fig. 6. A rendere più difficile, anzi impossibile, la spiegazione di questo gruppo concorre da un lato la mancanza d'ogni traccia di colore, dall'altro la deficente

conservazione della pietra. Pure il profilo mi ricorda i cosidetti corni. di consecrazione dell'Evans, il quale a pag. 38 fig. 15 del suo Tree and pillar cult riporta come esempio plastico di questi oggetti rituali una terracotta dipinta, trovata nell'antro Ideo: tra i due corni s'alza nel mezzo un piccolo oggetto conico, disgraziatamente mozzato in cima, il quale doveva rappresentare secondo l'autore l'oggetto sacro, cui erano dedicate le corna. In ogni caso, anche questo nostro monumento mostrerebbe un grado bene sviluppato di stilizzazione.

Per completare questi miei brevi cenni ricorderò ancora la scoperta di tre frammenti in tutta plastica, di cui due (fig. 7) appartengono ad una figura d'uomo ignudo col fallo eretto, mancante della testa e dalla metà delle cosce in giù. Le braccia sono aderenti al torace, e precisamente la mano del braccio destro ripiegato al gomito posa sotto la mammella sinistra, il braccio sinistro passa obliquamente sul torace, colla mano stretta al fianco destro. La figura è diritta, rigida, piatta, quasi fosse cavata da un grosso asse, le spalle molto larghe la larghezza da spalla a spalla importa 35 cm. in confronto all'altezza massima del torso, ch'è di 56 cm. Il terzo frammento mostra un torso fino a mezzo il ventre, le braccia in posizione simmetricamente opposta all'altra; il collo più esile, le spalle meno larghe (da spalla a spalla 31 cm.) e le mammelle alquanto più pronunciate mi inducono a credere, che vi sia raffigurata una donna, la quale facesse il riscontro colla figura maschile.

Concludendo, questi pochi resti lapidei, ai quali speriamo se ne aggiungeranno degli altri nei futuri scavi, bastano intanto a dimostrare l'esistenza d'una forte influenza preellenica, sia diretta sia indiretta, nell' intimo seno settentrionale dell'Adriatico; tracce queste tanto più importanti, in quanto forse si potranno riconnettere colla tradizione del mito degli Argonauti, i cui persecutori, i Colchi, secondo narra la leggenda, approdarono nel più grande e più sicuro porto dell'Istria, ove fondarono la città di Pola, prossima a Nesazio.

VIII.

JEUX DE TABLE SUR DES MONUMENTS FUNÉRAIRES
D'ÉPOQUE ROMAINE.

Comunicazione del prof. G. LAFAYE.

Le Cabinet des médailles, à Paris, possède une urne cinéraire, pro-
venant de Rome, où sont représentés deux personnages assis l'un en
face de l'autre et jouant à un jeu de table (1). On ne doutera point
que cette scène ait un sens symbolique, si on compare le monument
de Paris à quelques autres, dont les figures sont restées inédites
jusqu'à ce jour; ce sont tous, sans exception, des monuments funé-
raires.

Il faut mentionner d'abord un fragment de sarcophage, autre-
fois conservé à Rome au palais Castellani et dont la trace s'est perdue
depuis 1882; on y voyait à gauche deux enfants jouant à la morra,
à droite deux autres enfants jouant à un jeu de table (2). Viennent
ensuite trois cippes trouvés à Turin ou dans ses environs et qui ont
pris place au Musée archéologique de cette ville. Le premier (fig. 1)
ne nous montre que deux personnages, tenant sur leurs genoux le
tablier du jeu (3). Dans le second (fig. 2) il y a à l'arrière-plan
un troisième personnage debout, qui semble suivre la partie avec
intérêt (4). Enfin dans le dernier (fig. 3) nous voyons les adversaires
en présence devant une table portée sur quatre pieds; au fond ap-
paraît un personnage, assis comme eux, qui les conseille ou juge les

(1) C. I. L. VI, 22168. Reproduit par MowAT, Bull. de la Soc. des Antiquaires
de France, 1896, p. 215.

(2) MATZ et von DUнN, Antike Bildwerke in Rom (1882), II, n. 3056. La
collection Castellani a été dispersée après cette date.

(3) C. I. L. V, 7109. Description dans DüTSCHKE, Antike Bildwerke in Ober
Italien, IV, n. 31. Trouvé à Turin.

(*) C. I. L. V, 7510; DÜTSCHKE, ouv. cité, n. 23. Trouvé à Acqui.

coups; deux autres, penchés en avant, derrière le siège du joueur de gauche, ont aussi les yeux fixés sur la table (1). A part quelques différences, les cinq monuments reproduisent une même scène, déjà con

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nue par des exemples depuis longtemps enregistrés (2). Jeu de latroncules? ou jeu de dés? Il est impossible de le dire; car ces bas-reliefs sont d'un art assez grossier et le temps en a atténué toutes les

(1) C. I. L. V, 7016; DüтSCHKE, ouv. cité, n. 43. Trouvé à Turin.

(2) V. G. LAFAYE, art. Latrunculi dans le Dictionn. des antiquités grecques

et romaines de SAGLIO, fig. 4366, 4368.

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