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Ma col decadere d'ogni fortuna mancò al tiranno, pietosamente raccolto dalle onde romane, pur ogni vanto dell'opera grandiosa ed alla basilica nova venne nome dal liberatore trionfante.

Accuratamente disposti stavano alcuni fra i disordinati avanzi di questo supremo testimone dell'altezza cui potè giunger Roma, preda al piccone cadevan altri e con regolarità era spianato il secolare terriccio quasi a render quel suolo più impenetrabile e muto.

Ergeasi l'edificio colossale su parte dell'area tenuta da quei Domizianei horrea piperataria giungenti sin là dove il forum Vespasiani sorse più tardi e verisimilmente soggiaciuti alle vampe istesse che privaron Roma del templum pacis.

Mura laterizie, avanzi appunto di siffatti depositi, si scorser dapprima nel render sgombro il terreno tra l'arco di Latrone e l'oriental angolo del templum sacrae urbis.

Si palesaron, più tardi, i sostegni alle eccelse colonne del Massenziano edificio fra le quali all'ultima intatta ancora, cadde in sorte, per supremo volere, d'abbellire, in sull'inizio del decimosettimo, una piazza romana. E mi fu dato notare a qual luogo giungesser i piloni d'opus lateritium ai quali è base il compatto terreno sabbioso proprio a quell'elevata parte del cuore romano.

Lentamente, poichè vastissima è l'area esploranda della mole che intero comprende il terreno fra il templum Veneris et Romae e la costruzione di Vespasiano, riapparver, sotto a poco ben assodato terriccio, vestigia del policromo pavimento marmoreo, superbo lavoro. Frantumati mosaici stavan fra le macerie e stucchi e grandi laterizi riquadri con impronte di bolli. E parte dell'ornatissima volta centrale, enorme masso, quale altri numerosi, profondamente interrato, sin qui, sotto al livello del suolo, a più degno luogo rimosso, fa pompa ora del cassettonato in candido stucco ricco di sagome e d'ovoli ampi e fogliami.

Equus Tremuli.

Fra i simulacri pur vetustamente eretti, qual ricompensa suprema, nel principale luogo d'accolta dai memori e grati Romani, celeberrimo il ricordo in onore di Q. Marcius Tremulus, belligero console, trionfatore degli Ernici in sull'inizio del secolo quarto. E fu statua equestre togata ma sine tunica, al dire Pliniano, e sorse di fronte al delubro dei gemelli divini. Ne assicura Livio: Marcius de Hernicis triumphans

in urbem rediit, statuaque equestris in foro decreta est, quae ante templum Castoris posita est. All'oratore sommo offre il ricordo del duce vincitore argomento di mordace confronto: In foro L. Antonii statuam videmus, sicut illam Q. Tremuli, qui Hernicos devicit, ante Castoris.

Non eterna durata serbò forse la sorte al primitivo simulacro chè dettando Plinio, ... ante aedem Castoris fuit Q. Marcii Tremuli equestris togata, più non par sussistesse l'ornamento del Foro rimosso forse allora che, ripetutamente, nuovo splendore venne al celeberrimum clarissimumque monumentum.

Ma onoranza all'antico valore ispirò in ogni tempo e mosse l'arte romana e della restituzione del vetusto simulacro alcuni resti ci furon serbati.

E ciò, non lungi dal simbolico heroon Cesareo, dove svelò il piccone vasta sostruzione in pietrisco e riconoscibili avanzi della zoccolatura in travertino e del grandioso piedistallo marmoreo, sostegno, vigendo la potenza romana, al combattente d'un tempo, all' Equus Tremuli.

XXVIII.

LA TORRE DI S. MARCO.

Comunicazione del comm. GIACOMO BONI.

Dolente per l'irreparabile rovina, accorsi due giorni dopo il 14 luglio 1902 alle macerie che, rimproverando, sul capo di ogni veneziano dall' inane rimpianto cruciato, parevan gravare.

Intrapreso, nel primo momento confuso, prestamente, il lavoro, coll'aiuto dei volonterosi soldati, ebbi da una impresa, più tardi, assicurazione d'ottenere, entro la metà prima dell'ottobre, libera interamente la piazza.

Alla ricerca, per altro, ed al trasporto d'artistici frammenti od importanti, destinai capaci operai speciali che, per aver intorno al campanile ed alla loggetta lavorato a lungo, ad una preliminare selezione saprebbero giungere.

Curai che fosse l'architettonico materiale della torre nostra, e segnatamente la sagomata pietra d'Istria dalla cella campanaria, dall'attico, dalla intelaiatura della piramide e dai contorni delle fenestrelle, deposto nell'isola di S. Giorgio. Donde gradatamente potrà esser tratto per ordinata ricomposizione in più vasto luogo allor che s' inizieran gli studi atti al risorgimento della franata torre.

Gli architettonici e scolpiti frammenti della loggetta e lo scultorio ed epigrafico materiale del campanile raccolsi intanto nella corte ed interni loggiati del ducale palazzo. E divisi secondo concedeva l'esiguo spazio così che, ricostruendosi lo squisito edificio Sansoviniano, di cui fu, nell'anno trascorso, delineato il supremo rilievo, agevolmente si possano estrarre i restaurandi frammenti ed i modelli delle sagome da riprodurre.

Ricovero ebbero pur quivi i romani e medioevali architettonici frammenti compresi, un tempo, nella muratura della costruzione diruta.

Sezione IV.

Archeologia

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Radunai nell'isola delle Grazie i mattoni e non frantumati rottami fra le macerie travolti e che si ritrovarono scomponendo gli abbattuti blocchi o nel demolire il troncone.

Restauri della facciata orientale della torre

Numerosi mattoni d'età romana notai sin dall'inizio, varî per forma e misura e, per quanto mi era concesso, volli si ricercassero gli esemplari muniti di bolli o segni svariati, per modo da formare non indifferente raccolta.

Son d'ogni foggia i laterizi, rettangolari, quadrati o tondi con arte o rozzamente, in forma di cuneo o curvilinei. E varî per tinte, giallastra o rossa in molteplici tonalità divise.

Trenta all'incirca i bolli, che di ben palese impronta segnan ogni argilloso impasto.

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D'un'unica sigla talvolta, quale nel rettangolare mattone giallastro che per una V va distinta, giungon pure ad estesa dicitura siccome nei rosseggianti ripetuti esemplari che recan, a Caracalla alludendo, IMPeratoris ANTOnini AVGusti Pli, e nel cospicuo in perfetto stato di conservazione, ove chiaramente dice l'argilla: L. TITI. PRIMI IVNIORIS.

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Come quest'ultimo, e nella massima parte tali Romani lavori insino a noi giunti, da Aquileja provengono e dai vicini luoghi nella raccolta nostra i mattoni che AEDOS recano, gli Aidusina castra dell'itinerario Ierosolimitano sulla via della Pannonia, e C. Q. VE S e R. CASSI.... e TR DIAD e QCLOыM. Lacunosa iscrizione questa che alla mente richiama Quinti Clodi Ambrosi, il bollo nella colonia forte, argine all'irruenza barbarica, più d'ogni altro frequentemente

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