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tesse avere nella Repubblica, fu determinato, che dovesse farsi nell' istesso giorno dopo quella dei Priori, e da essi, coll' intervento dei Consoli delle Arti maggiori, e di due Cittadini per sesto.

Egli non aveva maggiore autorità dei Priori, stava in Uffizio quanto essi, doveva abitare con essi nel Palazzo del Comune, ed era trattato a spese della Repubblica, e non aveva altra preeminenza, che quella di occupare tanto in Palazzo, che fuori il primo Posto, e di ricevere appena eletto dal Capitano del Popolo l'Insegna del Popolo in una Bandiera bianca con una Croce rossa, quale egli doveva tenere in Palazzo, e spiegare al Pubblico nelle occasioni di sedare i tumulti.

Fu similmente ordinato, che ogni anno nel mese di Febbraio da esso Gonfaloniere, dai Priori, e dal Capitano del Popolo si dovessero eleggere mille uomini Artefici della Città, quali avessero l'obbligo di trovarsi pronti al suono della Campana di Palazzo agli ordini di esso Gonfaloniere, quale a spese pubbliche doveva tener preparate l'armi necessarie per armarli.

Nel

Nel successivo anno 1293. questa Truppa fu aumentata del doppio. Quando il Gonfaloniere esciva dal Palazzo stavano serrate le Botteghe, come nei giorni di feste solenni, ed i Nobili non potevano prodursi in quei luoghi ove andava esso Gonfaloniere.

Quando andava fuori oltre la Guardia della suddetta Truppa, dovevano seguitarlo anche 20. Birri, e 20. Balestrieri, la Bandiera dei quali precedeva quella della Giustizia.

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Conservava presso di se le Chiavi delle Porte della Città. Fino all' anno 1502. il metodo della sua elezione non fu punto alterato, in quell' anno nel mese di Settembre fu determinato una nuova forma di eleggerlo, nè più servendosi delle Borse per far simil Tratta fu eletto per nomina dai Componenti il Consiglio maggiore, collegialmente adunati; e fu stabilito, che il nominato dovesse risedere in questa Suprema Magistratura tutto il tempo della sua vita che fosse secondo il solito Cittadino Fiorentino, abile a tutti gli Uffizi maggiori, e dell' Età di anni 50. e che non fosse mai stato condannato per ces

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san

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sante. Stabilita questa Carica di Gonfaloniere a vita, fu ordinato che al medesimo la Repubblica dovesse passare oltre all' inter trattamento, anche Fiorini cento d'oro il mese.

Piero di Tommaso Soderini fra tanti ottenne il maggior partito, e fu assunto al supremo onore di Gonfaloniere a vita. Ma i Fiorentini, che avevano per natura il desiderio di veder sempre mutazioni di Governo, venuto l'anno 1512. il dì ultimo d' Agosto fu Piero Soderini scacciato dal Palazzo della Repubblica, e con tutte le formalità deposto (1) dalla suprema carica di Gonfaloniere di Giustizia.

Non più tardi del dì 7. Novembre

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(1) Fu causa veramente della deposizione del Soderini il suo irregolare contegno tenuto in quell'anno pieno di terribili avvenimenti, per causa degli Spagnoli, che saccheggiarono crudelmente la Città, allora Terra di Prato, e dei maneggiati fatti dai Medici per esser rimessi in Firenze. Egli fu costretto non solo a perdere la Carica di Gonfaloniere, ma anche la Patria, refugiandosi per salvarsi dal furore dei suoi neinici in Ragusi,

di quel medesimo anno 1512. fu vinta nel Consiglio maggiore della Repubblica una Provvisione, mediante la quale si stabiliva, che il Sommo Uffizio di Gonfaloniere dovesse seguitare un' anno, e fu eletto Giovanbattista Ridolfi, quale non finito neppur l'anno della sua Carica renunziò la medesima, e allora di nuovo fu decrerato, che il Gonfaloniere dovesse mutarsi ogni due mesi come nei tempi antichi, e così fu seguitato fino al 1532. nel quale ebbe fine il Governo Democratico, e principiò il Governo Monarchico. Ritornando ai Priori dirò, che essi insieme col Gonfalonlere il giorno medesimo in cui principiava il loro Uffizio, adunati avanti il Palaz-. zo della Repubblica, e precisamente sulla Ringhiera contigua alla porta principale di detto Palazzo se il tempo non era, piovoso, e se pioveva sotto la Loggia detta alla giornata dei Lanzi fatta per questo effetto dalla Repubblica edificare nel XIV. Secolo col disegno di Andrea Orgagna, dovevano solennemente giurare sopra l'Evangelo di esercitare con fedeltà il loro Uffizio, e di esser veri Guelfi, e Gattolici Romani, di

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proteggere, e difendere la Parte Guelfa, e di osservare scrupolosamente tutte le Leggi vigenti, alla presenza del vecchio Magistrato, del Potestà, che sedeva appresso il Gonfaloniere, del Capitano del Popolo, dell' Esecutor degli ordinamenti della Giustizia, di tutti i Giudici di essi primarj Rettori, al suono di Trombe, e di altri Musicali, e Militari Istrnmenti. In tale occasione dai prefati Rettori veniva fatta un' Orazione de buono regimine. Si pubblicava da un Banditore, d'ordine del Notaio delle Tratte i Mallevadori, che ciaschedun Priore in numero di cinque, doveva dare alla Repubblica per sicurezza del suo buono governo. Terminata questa Solenne Funzione si ritiravano in Palazzo ad esercitare il loro Uffizio.

Questo Supremo Magistrato, ordinavano le leggi, che nei giorni di Lunedi, Mercoledì, e Venerdi dasse udienza a chiunque la chiedeva; e doveva invigilare, ed attendere alla salvezza, tranquillità del Popolo Fiorentino, e far punire dai Rettori della Città quelli, che avessero offeso qualche Artefice; doveva ancora procurare, che le strade

del

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