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quale ebbe tre Figli cioè un Maschio, chiamato Niccola, di cui parleremo in appresso, e due Femmine, che una chiamata Lapa, fu maritata a Messer Manente Buondeimonte Fiorentino Cavalie re a Spron d'Oro, e l'altra denominata Andrea fu data in Sposa a Messer Carlotto Alto Conte di Monte - Rosi, e di Alta Villa, alla quale Giovanni Boccaccio dedicò il suo Libro delle Donne Illustri.

Mess. Niccola figlio del prelodato Acciajolo fu fatto Cavaliere dal mentovato Roberto Re di Napoli, dal quale mandato con Lodovico Tarentino nell' Achaja vi stette guerreggiando sempre con i Greci tre anni continovi, nella qual guerra diede non equivoche prove della sua fedeltà al Re, e delle sue vaste cognizioni, per lo che il Re lo beneficò con dargli in Feudo alcune Città della Grecia, e fra queste Corinto. Riprese più volte per il Re Lodovico, e per la Regina Giovanna il Regno di Napoli, e quello di Sicilia stati occupati dai loro Neinici. Esercitò sempre la Carica di Capitan Generale dei suddetti Re, e Regina. Fu gran Siniscalco

dei Regni di Napoli, e di Sicilia; Fu Conte di Melfi, di Malta, e possedè al tre Città nel Regno. Fu spedito dal suddetto Re Lodovico l'anno 1360. Ambasciatore ad Innocenzo VI. in Avignone per supplicarlo a liberare il Regno dall' Interdetto al quale era sottoposto per non essere stato pagato il solito Censo alla Chiesa. Il Papa onorò grandemente Mess. Niccola tanto più che niuna colpa aveva nelle dissenzioni insorte fra quelle due Corti, e in pubblico il dì della Pentecoste commendò la di lui virtù, e il di lui merito, e gli donò la Rosa d'oro, dono, che si faceva solamente al dire di Matteo Villani Lib. 9: Cap. 95. al più Nobile Uomo, che si troyasse alla Corte del Papa. Riuscì Niccola felicemente nella sua Missione, e il Regno fu liberato dall' Interdetto. Il Pontefice pieno di stima per questo grand' Uomo, di suo proprio moto segnò la Bolla d'elezione all' Arcivescovado di Patrasso di Giovanni d' Jacopo di Donato Acciajoli suo agnato, e consegnolla a Mess. Niccola acciò la presentasse all' eletto Prelato, non ostante, che i Cardinali fossero disposti a promovere altro Sog

Soggetto. Fu eletto da esso Papa Senator perpetuo di Roma, gli conferì la Rettoria del Patrimonio di S. Pietro, e lo dichiarò Conte della Campagna di Roma. Gli concesse il giuspadronato di molti Benefizi Ecclesiastici, in somma lo colmò di innumerabili favori, e beneficenze. Tornato in Italia fu fatto Capitano Generale dell' Armata Pontificia per la guerra della Romagna contro il Duca di Milano dal Legato Apostolico Cardinal Gilio Albonazio Spagnolo, detto volgarmente il Cardinal di Spagna, e dopo aver ridotto a obbedienza tutte quelle Città, e liberata Bologna, fu eletto per la Santa Sede Governatore, e Presidente della Romagna. Unì Messer Niccola a queste sue virtù politiche, e militari, anche le morali, poichè fu un Cavaliere pio, e religioso. Fanno prova della sua pietà tanti Pij Luoghi da esso fondati, e con i propri beni dotati . Fondò in Napoli nella Chiesa di S. Martino quattro Benefizi Ecclesiastici; tre miglia fuori di Firenze la Certosa alla quale lasciò gran parte dei suoi beni stabili, e l'arricchi di Relique insigni, d'argenti, e di altre moltissime sacre suppel

let

lettili. Edificò in Firenze in Via SS. Apostoli un grandioso Palazzo, quale ha servito, come anche di presente, di Abitazione a questa illustre Famiglia. Sulle rive del Fiume Pesa edificò una magnifica Villa, detta il Castellare, la quale fu compresa nei beni lasciati ai Ĉertosini. Ebbe per Moglie Margherita degli Spini Fiorentina dalla quale ebbe quat tro figli maschi; cioè Mess. Lorenzo, Mess. Agnolo, Mess. Benedetto, e Mess. Lorenzo. Morì finalmente carico di meriti l'anno 1366. in Napoli, e fu trasportato il suo Cadavere alla Certosa di Firenze, ove fu sepolto in un deposito di marmo.

Il suo Primogenito Mess. Lorenzo fu Cav. dell' Ordine dello Spron d'Oro Luogo-Tenente del Re Lodovico di Napoli, e della Regina Giovanna in Calabria, e celebre Capitano per aver sostenuto l'assedio della Città di Melfi sette mesi continovi, postovi da Lodovico Re d'Ungheria. Ebbe per moglie una figlia del Conte di San Severino dalla quale non ebbe successione. Morì in Napoli molto giovine, e prima del Padre, e precisamente nell'anno 1363. fu

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portato il suo Cadavere alla Certosa di Firenze ove ebbe sepoltura.

Il Secondogenito Mess. Agnolo fu Cavaliere, Conte di Melfi, e di Malta, Gran Siniscalco dei Regni di Napoli, e Sicilia, Capitano Generale del suddetto Lodovico Re di Napoli, e della Regina Giovanna per Mare, e per Terra, Vice Duca di Calabria, e Vice Re di Sicilia. Prese in Sposa la Figlia di Mess: Antonio Grimaldi da cui ebbe per dote San Giorgio in Calabria: Ebbe tre figli maschi, e due femmine, che una chiamata Gilia maritò l'anno 1390. a Lodovico Conte di S. Severino, e di Policastro, e Maresciallo del Regno, e l'altra nominata Messina diede per Moglie l'anno 1396. a Corrado d'Acquaviva Conte di Valentino.

Merita di esser rammentato il suo Primogenito chiamato Roberto quale fu Cavaliere, Conte di Melfi, e di Malta, e Gran Siniscalco dei Regni di Napoli, e Sicilia. I suoi Fratelli Mess. Francesco, e Mess. Giovanni non coprirono alcuna Carica.

Il Terzogenito di Mess. Niccola nominato Mess. Benedetto fu Cavaliere, Con

te

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