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tosto si faccia; ma prima, se non vi sia il Vescovo, si darà con esse solenne Benedizione al Popolo. (1) (Bauldry par. I. cap. 15).

RELIQUIE DELLA SANTISSIMA CROCE E DE' SANTI (2). Crucis Reliquia retinenda separatim a Reliquiis Sanctorum. Decr. generale 4471 S. R. C.. 27 Maij 1826. Se si possa benedire partitamente il Popolo con esse .

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Stando ai due seguenti Decreti, non si potrebbe : I. Potest permitti, quod Hebdomadarius, aut alius Canonicus post Processionem in Festo alicujus Sancti, stans ad Altare majus benedicat Populum, habens tantum Superpelliceum, & Stolam, sicut in aliis Processionibus, in quibus circumferuntur ali

,, quæ Reliquiæ cum Alba, Stola, & Pluviali R. C. 5 jul. 1698 in Collen. n. 3328 ad 22.)

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(S.

II. Post Expositionem Reliquiæ Ss. Crucis, vel ,, post ejus delationem in Processione, benedicendus est Populus cum ipsa,, ( S. R. C. 15 sept. 1736 n. 3902 ad 1.)

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Il Tonelli però nel suo Enchiridion (Lib. 2 сар. 5 §. 4 sub n. 6.) dice che non si dà tale benedizione, senonchè con G. C. Sagramentato .,, Hic adver

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te (così dic' egli), quod in fine aliarum Processionum , quæ fiunt sive cum Sanctissima Cruce, sive cum Reliquiis Sanctorum, & Sacris Imaginibus, non debet dari Benedictio, quum nullibi talis Benedictio præscribatur, nisi cum Sanctissimo Sacra

(1) Tutto ciò si è praticato in Roma nella Traslazione delle Sacre Reliquie di S. Bibiana V. e M. (avvenuta li 11 Novembre 1626) dalla Basilica di S. Maria Maggiore, alla Chiesa ad essa dedicata, e ristaurata da Papa Urbano VIII. Lo stesso si può osservare nella solenne Traslazione delle Sacre Immagini; come fece Paolo V. nella Traslazione della Ss. Immagine di M. V. dipinta da S. Luca, e trasferita a quel Sacello celeberrimo per tutto il mondo ( Avvenuta l'anno 1612 ai 27 genu. Bauldry par. 2 cap. 15 n. 30, 31).

(2) Reliquiæ pictæque imagines superponendæ non sunt Tabernaculo, in quo SSmum Eucharistie Sacramentum asservatur n. 4428 ad 6 S. R. C. 5 April. 1821.

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mento,, Ma il celebre Lambertini (Tom. II Notificaz. 47 n. 25) sostiene il contrario, e dice che se il Tonelli fosse stato un po' più studioso delle antichità della Chiesa, certamente avrebbe prima di decidere, un po' meglio pensato.

Ed infatti nella descrizione dell' ostensione delle Reliquie fatta da Clemente XI. raccolte si sono tutte le autorità de' Dottori, che approvano la consuetudine di benedire generalmente il Popolo colle Reliquie de' Santi, come osserva il Canonico Moretti. (De Ritu ostensionis Sacrarum Reliquiarum §. 60): ,, verbis auctorum (ecco le di lui parole) elici vi debis consuetudinem benedicendi (parla delle Reliquie) eodem tempore, ac pluribus in locis in

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Una tale consuetudine poi si pratica anche in Roma, al dire del prelodato Lambertini, il quale praticar la vide dal surriferito Clemente XI. nella Basilica di S. Pietro colle Reliquie della Ss. Croce, di S. Veronica, e della Sacra Spina. Egli stesso il Cardinale usò un tal rito, quando era Canonico della Basilica stessa. E Pio II. avendo ricevuto in dono il Capo di Sant' Andrea Apostolo da Demetrio fratello di Costantino, dopo di aver fatta solenne Processione con esso, benedì il Popolo colla stessa Reliquia : Superatoque summo gradu, vertit se ad multitudinem,& benedixit ei, sacrum ostendens Verticem.(Pius II. in Lib. 8 Commentar. )

Questo poi eziandio è il Rito de' Greci, come si vede nei loro Menologj al giorno 14 di Settembre E nell' anno 1161 nella Traslazione di S. Aldegundo il Prelato ne fece l' ostensione, e imparti al Popolo con esso la Benedizione : Omnibus ostendit, & facta benedictione, omnibus se humiliter inclinantibus, in loco, a quo sustulerat, reposuit,,. (Così nel

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Bollando al giorno 30 di gennajo).

Da tutto ciò dunque chiaro si vede, che una Be

nedizione generale soltanto si diede sempre colle Sacre Reliquie. Tuttavia nulla essendovi espressamente in contrario, perchè non esiste alcuna legge della Chiesa che vieti di benedire il Popolo partitamente con esse, ed essendo inveterata e generale una tale consuetudine; così convengo che si possa seguire.

Ed infatti una tale consuetudine non si può chiamar contra legem, ma præter legem, cioè quella che da S. Isidoro (Lib. 5. Etymol. art. 3 relat. in Corpor. Cons. 5 dist. 1) si definisce per Jus quoddam moribus institutum , e che per una legge si prende, la quale obbliga in coscienza nel foro esterno, come la legge scritta; perchè al dir di S. Tommaso (. 1, 2 4. 97 art. 3): Per exteriores actus multiplicatos

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interior voluntatis motus, & rationis conceptus efficacissime declaratur. Hinc quando aliquid multoties videtur ex deliberato rationis judicio provenire, & sie consuetudo reipsa fit Lex Communitatis approbantis actus repetitos Populi, et inde imponentis » obligationem ad actus ejusmodi postea ponendos,,. Ma mi si dirà, che una tale consuetudine si deve seguire per le Reliquie de' Santi, ma non per quelle della Ss. Croce, e di tutti gl' Istrumenti della Passione, perchè è un abuso; dovendosi a queste prestare un culto di Latria.

Rispondo, che questo culto di Latria è relativo, e non diretto , e ch'è quel culto stesso che si presta a G. C. rinchiuso nel suo sacro Ciborio , e non quando è esposto alla pubblica adorazione de' Fedeli, come hanno dichiarato di consenso colla Chiesa i Sacri Liturgisti. Inoltre, che si praticano in tal culto le stesse ceremonie, che si usano per le Reliquie di Maria Vergine e de' Santi, come sarebbe l'incensare in piedi; e altra distinzione non vi è in questo caso, che di genuflettere con un solo ginocchio. Per queste ragioni adunque io credo bene di poter stabilire, ch' eziandio per queste Reliquie valga la consuetudine sud

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detta, essendo præter legem, e non contra legem, come abbiamo detto di sopra, alla quale mai la Chiesa si oppose (1).

REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SAGRAMENTO (V. Corpus Domini ) (2).

Vedi Vol. I. di questa Edizione Pag. 135 linea 30 n. 11. = Secondo l'uso Romano l' Ostensorio non deve essere velato. Ostensorium non est velandum. Ita fert praxis universalis: Coll. Dec. Auth. Tom. VI part. 2. Instruct. Clement. §. XIX n. 10.

Pag. 136. N. IV. Expleta missa celebrans induit pluviale, ad credentiam imponit incensum, revertitur per longiorem viam ad altare in infimo gradu cum ministris sistit: §. 19. n. 11.

Pag. 137. N. VIII. , e IX, Thurificatur Sacramentum, imponitur celebranti velum humerale: is ad supremum gradum ascendit: accipit de manu Diaconi Sacramentum: surgit, se ad populum in suppedaneo convertit, et intonato hymno celebrans procedit ad baldachinum: §. 19 n. 13. 14. 15. 16.

Pag. 138. N. X. Damnatur usus, quod duo confratres incedant prope Sacramentum cum campanulis : §. 22. n. 6.

Congruit, ut deferantur hastatæ Lanternæ cum intus accensis candelis: §. 20 n. II.

Ognuno abbia in mano secondo l'uso romano il Libretto Laudes in festo CORPORIS CHRISTI continuo alternatim recitandæ dum sanctissimum Sacramentum solemni processionali ritu circumfertur. Romæ & Anconæ ex episcopali Typogr. 1825.

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(1) Cum Sanctorum reliquiæ ab Ecclesiastici ordinis hominibus cum suis loculis vasculisque suscipiuntur, ut vel populo ostendantur, vel in altari exponantur, vel in processionibus ferantur; primum illis thurificatio adhibeatur; si quæ in via ferantur, tunc acolithus sacerdoti illas ferenti præeat, qui item thurificet (Conc, Mediol. IV. part. 1 §. 2. Collect. Labbeana Tom. 10).

(2) Litanicæ non aliæ recitentur in oratione 40 Horarum præter impressas typis Cameræ Apostolicæ vel iisdem omnino conformes n. 4428 ad 8.

Pag. 139 N. XVI. In processione SSmi Corporis Christi pausatio fieri potest semel, vel iterum, non quoties altaria occurrant in via. Dec. n. 4424. Toleranda consuetudo elargiendi populo benedictionem, servata regula Cæremonialis. Ibid. Licet deponere Sacramentum in aliquo altari per viam erecto, dummodo vero fiat: §. 21. n. 12.

Pag. 140. N. XVIII. I cantori divotamente e con pausa canteranno il Tantum ergo &c. ed al versetto Genitori - il Celebrante alzatosi co' ministri, porrà ivi nel mezzo l' incenso nel turibolo senza benedizione, e genuflesso incenserà tre volte il Sagramento: §. 24.

Intorticia & candelæ, quæ in processione delata fuerunt, non extinguantur, donec Episcopus cum SSño Sacramento benedictionem dederit. Cærem. Ep. Lib. 2. cap. 33. n. 29.

Duo cantores genuflexi cantabunt . Panem de cœlo, & chorus respond. Omne delectamentum &c. & Celebrans surgens ex libro, quem Diaconi assistentes genuflexi hinc inde sustinebunt, cantabit orationem Deus qui nobis: qua finita &c. accedet ad altare, & accepto tabernaculo seu ostensorio cum SSmo Sacramento (per se scilicet & sine alterius ministerio. Decret. 4285. ad 3. ) cum illo signum crucis super populum ter faciet, nihil dicens. Cærem. Ep. Lib. 2. cap. 33. n. 27.

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Processiones quæ in universali Ecclesia indictæ sunt, numquam omittantur, nisi imbrium aut procellarum vi cogente, & tunc intra templi ambitum ab ejus clero saltem peragatur. Ita consuetudo plausibilis urbis & orbis ex Bullis summ. PP. ex præsertim Benedicti XIV. Ad honorandam §. 22. Bullarium Tom. III.

Processio SSmi Sacramenti, quæ fieri nequit in Ecclesis minoribus intra octavam SSmi Corporis Christi ob deficentiam ministrorum, peragi poterit in altera ex dominicis sequentibus, prout loci ordinario vi

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