TA , ad TABELLA. Strumento di suono strepitoso, che si suona la Settimana Santa invece delle campane. Crotalum pulsatur ad salutationem Angelicam, convocandum populum ad Ecclesiam non autem ad Sanctus, elevationem SSmi Sacramenti, proces sionem fer. V. in Cœna Domini, & fer. VI. MANUALE PONTIFICUM pro functionibus persolvendis Candelarum, Cinerum, Majoris hebdomadæ ac Vigiliæ Pentecostes Episcopo celebrante vel assistente &c. Neapoli 1823. TE TE DEUM. (1) Ι. Si dice in tutte le Feste fra l'anno (2), tanto di tre, quanto di nove Lezioni, e per tutte le di loro Ottave, eccettuata la Festa degl' Innocenti, purchè non venga in Domenica; si dirà però nel loro giorno ottavo. Si dice eziandio in tutte le Domeniche, dalla Pasqua di Risurrezione inclusive, fino all' Avvento exclusive, e in tutte le Ferie del Tempo Pasquale, cioè dalla Domenica in Albis, fino all' Ascensione, eccettuata la Feria II. delle Rogazioni, nella quale non si dice (1) Cantico, che si vuole composto dai due splendidissimi lumi della Chiesa Ambrogio, e Agostino, nel giorno che S. Agostino rinacque a Cristo nel Santo Battesimo, recitandolo ambi a vicenda. E quantunque alcuni Autori attr buiscano il sopraddetto Cantico al solo S. Ambrogio; pure non dobbiamo scostarci dalla comune tradizione della Chiesa, come nota il P. Lorino sopra il Salmo 27; ciò che eziandio conferma S. Dacio Prelato di Milano nel lib. 1. della sua Cronica al cap. 1o. (2) Gelasio sommo Pontefice ordinò che si cantasse nell' Uffizio Divino. Si questiona fra gli Autori se il Te Deum appartenga al Mattutino, ovvero alle Laudi; perchè Innocenzo III. (Concilium De Celebratione Misse), pare che affermi esser parte delle Laudi, second però la comune de Dottori sembra chiaro che sia parte del Mattutino (Micrologus cap. 34. Hugo Spec. Eccl. cap. 3.), e la pratica lo conferma nella notte del Ss. Natale, nella quale si termina il Mattutino con il Te Deum. Quando dunque Innocenzo dice esser il detto Inno parte delle Laudi mattutine, intende, come av verte il Navarro, il Mattutino colle Laudi الله II. Non si dice poi nelle Domeniche dell' Avvento nè dalla Settuagesima fino alla Domenica delle Palme inclusive e nemmeno nelle Ferie fuori del Tempo Pasquale,,. III. Quando si dice sì ommette sempre il nono, o il terzo Responsorio; e si dice subito dopo l'ultima Lezione • IV. Quando poi non si dice, si porrà in suo luogo il nono, o il terzo Responsorio: detto il quale, tosto s'incomincieranno le Laudi; ciò che si farà pure quando si dice il Te Deum, fuorchè nella Notte del Santissimo Natale, in cui dopo si dice subito I' Orazione e poscia si celebra la Messa, come dicemmo a suo luogo,, ( Brev. Rom. Tit. 31). (1) TEMPO PASQUALE. I. Nell' Uffizio di Feria si diranno i suoi Salmi al Mattutino sotto la sola Antifona Alleluja; e così nelle Feste di nove Lezioni sí diranno i Salmi in qualunque Notturno sotto la prima Antifona soltanto di quel Notturno, conservato sempre il rito doppio, o semidoppio competente a quella Festa, della quale si fa l' Uffizio. II. Nelle Feste semplici parimente si diranno tutti i Salmi del Notturno della Feria che corre sotto la sola Antifona Alleluja, come si nota nel Salterio pel Tempo Pasquale. III. Nella Feria II. dopo la Domenica in Albis si trasferirà l' Annunziazione, come in sua propria sede, allorchè venga nella Settimana maggiore, e cid per Decreto della Sacra Congregazione de Riti. (V. Annunziazione). : ১ 1 (1) Cantandosi quest' Inno dinanzi al Santissimo Sacramento esposto nell' ultimo giorno dell' auno in ringraziamento de' benefizj ricevuti ec. si termina coi versetti prescritti Benedictus es Domine ec. nel Rituale Romano Tit. 9 cap. 13 fino al Domine exaudi orationem ec. senza quindi soggiungere l'orazione Deus, cujus misericordiæ ec. la quale, cantato il Tantum ergo, si dirà dopo la solita Deus, qui nobis sub sacramento. Così porta Puso romano. Il medesimo si dica dell' Inno Veni Creator Spiritus, che si suole cantare nel primo di dell' anno come sopra ec. |