me nota il Gavanto ) ( Par. 2 Tit. 14 n. 7), e poi pegli stessi gradini laterali ritornerà all' Altare, dove primieramente genufletterà nel mezzo; indi dirà come al solito: Suscipe Sancta Trinitas, e Orate fratres, non compiendo il circolo, come abbiamo indicato di sopra. VII. Il rimanente poi fino alla Comunione si farà come nelle altre Messe; ma presa la Purificazione, il Celebrante genufletterà, e pigliato il Calice, che porrà fuori del Corporale in cornu Epistolæ, prenderà l' Abluzione , ma non extra Altare (Cærem. Episc. Lib. 2 cap. 23 n. 7. ) e ritornato al mezzo dell' Altare, assumerà la detta Abluzione, e di nuovo genuflettendo ritornerà al Libro. VIII. Il Diacono all' Ite Missa est genufletterà innanzi, e dopo, semívoltandosi al Popolo in cornu Epistolæ, come il Celebrante in cornu Evangelii: e detto dallo stesso Diacono l' Ite Missa est, il Celebrante genufletterà nel mezzo, e dirà: Placeat tibi c. indi bacierà l'Altare, e detto: Benedicat vos omnipotens Deus, di nuovo genufletterà, e in cornu Evangelii semiversus ad Populum, lo benedirà , non compiendo il circolo, nè poi ritornerà al mezzo, onde genuflettere, ma tosto volto allo stesso lato dell' Evangelio segnerà il Libro , o la Tabella, e non mai l'Altare; e quando dira: Et Verbum caro factum est, genufletterà alquanto volto verso il Sagramento, e ciò stesso faranno i sacri Ministri, come abbiamo detto nella Messa solenne IX. Finito poi l' Evangelio, ritornerà coi sacri Ministri al mezzo dell' Altare, dove genufletterà con ambe le ginocchia, e prese le Berrette, ritorneranno coll'ordine, con cui sono venuti, in Sacristia, coprendosi il capo, senonchè fuori del Presbiterio (Colti Diction. Sacr. Liturg. par. I. Tit. Missa solemnis coram Sanctiss. Sacram. ) non MESSA PRIVATA INNANZI IL SANTISSIMO • SACRAMENTO ESPOSTO. In questa, che di rado si deve celebrare ( V. la Nota pag. 75), si osserveranno tutte quelle cose, che si debbono osservare nella già detta Messa solenne coram Sanctissimo Sacramento exposito, eccettuate quelle, che sono proprie di questa soltanto. Avvertirà poi il Celebrante, che sempre si dovrà lavare le mani fuori dei gradini dell' Altare. MESSA CONVENTUALE. E' quella che i Superiori delle Chiese Cattedrali, e Collegiate debbono far celebrare dopo Terza ogni giorno solennemente in canto; secondo il tempo, e la recita dell' Uffizio Occorrendo una Festa di nove Lezioni con qualche Feria maggiore, o Vigilia, nelle dette Chiese si debbono cantare due Messe Conventuali. Occorrendo poi una delle predette Ferie fra qualche Ottava, allora si canterà una Messa soltanto della Feria colla Commemorazione dell' Ottava, eccettuata l'Ottava del Corpus Domini, fra la quale occorrendo una Vigilia si debbono cantare due Messe , una de Octava e l' altra de Vigilia. Più, se in un giorno fra Ottava cadessero insieme e una Vigilia, e una Festa di nove Lezioni, in allora se ne canteranno due, la prima de Festo colla Commemorazione dell' Ottava, e non della Vigilia, l'altra poi de Vigilia colle altre due Orazioni, secondo il prescritto dalle Rubriche. Nel giorno poi ottavo, che occorresse colla Feria Vigilia, si canteranno parimente due Messe Diction. Liturg. par. I. Tit. Missa Conventualis). 2 o colla (Colti Si deve notare che il dovere di cantar queste due Messe, viene imposto soltanto alle Chiese Cattedrali e Collegiate, le quali sono propriamente dei Canonici, e non alle Chiese dei Regolari, ( Innocentius IV. in Bulla VII.) Nelle Feste di rito doppio, e semidoppio, nelle Domeniche, e fra le Ottave, si can'erà la detta Messa Conventuale dopo Terza. In Profestis, cioè nelle Feste semplici, e nelle Ferie fra l'anno, si can terà dopo Sesta. Nelle ferie finalmente, e Vigilie che si digiuna (Ex Rub. de Hora celebrandi Miss. n. 3.), si canterà dopo Nona; ciò che si osserverà eziandio nelle Ferie dell' Avvento, nelle quali non si digiuna. Imperciocchè l' Avvento si calcola come la Quaresima, secondo Ugone Vittorino (Lib. 4 da Spec. Miss. cap. 4 & 9.), e secondo Durando un tempo si digiunava (Lib. 6 cap. 1.). Qui poi si devono avvertire i seguenti Decreti : I. Non potest omitti altera ex duobus Missis cantandis de Festo, & de Feria. (S. R. C. 16 maji 1626 n. 484 ad 3. ) II. Ob Missam Votivam seu pro Defunctis, non est omittenda Missa Conventualis, neque potest introduci consuetudo in contrarium 16 januarii 1627 n. 523.) (S. R. C. Questo Decreto però si deve intendere, salva sempre la Rubrica delle Messe Votive assegnate in tutti i giorni in fine al Messale, come si vede al Ti tolo -- Messe Votive n. 3. III. Missa Conventualis non potest celebrari pro Anniversario, sed cantandæ sunt duæ Missæ (S. R. C. 12 julii 1628 n. 603.) MESSE COMUNI DE' SANTI, I. Servono tanto per celebrare le Feste di alcuni Santi che nulla hanno di proprio, o che non hanno tutto proprio, come si vede in proprio Sanctorum; quanto per festeggiare que' Santi che in più Luoghi occorrono fuori del Calendario; specialmente quei Protettori principali dei Luoghi, e quei Titolari delle Chiese, i quali non han no alcuna cosa di proprio nel Messale. (Gav, para 4 Tit. 6 n. 1 2 & 4. ) II. Nelle Feste di tali Santi convien dir quella Messa che sia analoga al loro fregio di Confessore, di Martire, di Pontefice ecc., e che sia dal consenso delI' Ordinario, od almeno dalla legittima consuetudine confermata. Vol. II. Diz. Liturgica MESSE VOTIVE (1). I. Nei Sabbati non impediti da Festa di rito doppio, o semidoppio, da qualche Ottava, Vigilia, Feria di Quaresima, o delle quattro Tempora, ovvero da Uffizio di qualche Domenica che sopravanza, trasferito nel Sabbato precedente, si dirà la Messa de S. Maria, secondo la diversità dei tempi, come si pone in fine del Messale II.,, Nell' Avvento poi, quantunque non si faccia Uffizio de S. Maria in Sabbato, si dirà però la Messa principale di essa colla Commemorazione dell' Avvento, purchè non siano le quattro Tempora, o una Vigilia come sopra,,. III. Negli altri giorni fra la Settimana, quando si farà l' Uffizio di Feria, e che non si debba riassumere la Messa della Domenica precedente, la quale sia stata impedita ( eccettuate le Ferie dell' Avvento, della Quaresima, delle quattro Tempora, delle Rogazioni, e delle Vigilie), si potrà dire alcuna delle Messe Votive, eziandio nella Messa principale, che si chiama Conventuale, secondo l'ordine dei giorni assegnato nel fine del Messale, colla Commemorazione della Feria, della quale si è fatto l'Uffizio. La qual Messa però, e tutte le altre Votive, quando sono private, si possono dire pro arbitrio Sacerdotum, qualunque giorno in cui non si fa Uffizio doppio, colla Commemorazione di quel Santo, di cui si è fatto l' Uffizio, o del Santo sempre che corre in quel giorno. Ciò però non si faccia di frequente, se non vi sia una causa ragionevole ; ma la Messa per quanto fia possibile convenga coll' Uffizio ( Missal. Rom: par. I. Tit. 4.,,). in IV.,, A qualunque giorno poi si può assegnare la Messa propria, come per esempio nella Feria se (1) Sono quelle che non convengono coll' Uffizio del giorno, nè dalla Chiesa vengono prescritte, ma si dicono dal Sacerdote a suo beneplacito. Viene però prescritta nell' Avvento la Messa Votiva di S. Maria come abbiamo detto nella prefata Rubrica (Colti Diction. Liturg. par. I tit. Missa Votiva) , conda, se non si dica pro Defunctis, si dirà della Ss. Trinità; nella Feria terza degli Angeli, nella Feria quarta degli Apostoli; nella Feria quinta, dello Spirito Santo, o del Santissimo Sagramento; nella Feria sesta, de Cruce, o de Passione Domini; nel Sabbato de Sancta Maria. In tali Messe non si dirà il Gloria in excelsis, nè il Credo, senonchè per una causa pubblica della Chiesa. Nella Messa poi de Sancta Maria in Sabato, e in quella degli Angeli, si dirà il Gloria soltanto V. Nel tempo Pasquale, nel fine dell' Introito si diranno due Alleluja, e nel fine dell' Offertorio, e dell' Antifona Communio si aggiungerà l'Alleluja, ove non vi sia,, (Miss. Rom. par. 2 Tit. 17 de Rubr. Miss. Votivarum), MESSE VOTIVE SONO DI TRE GENERI. Del primo genere sono quelle, che si dicono di qualche Santo , o Sollennità, della quale si celebra la Festa nel corso dell' anno. Per comune sentenza degli Autori, si possono dire le Messe Votive anche dei Santi non descritti nel Calendario Diocesano purchè ci consti dal Martirologio la loro Canonizzazione. , Del secondo genere sono quelle che si hanno nel Messale Romano dopo il Comune de Santi, e della Dedicazione della Chiesa e sono otto assegnate a tutti i giorni della settimana, come abbiamo veduto di sopra, le quali si possono dire in luogo della Messa Conventuale, secondo la Rubrica n. 3 citata di sopra, Del terzo genere finalmente sono quelle quattordici, cioè Pro eligendo Summo Pontifice, altre, che si hanno in fine del Messale, e le Le dette Messe Votive poi non si possono celebrare nei giorni di doppio, e di Domenica, nisi solemniter pro re gravi, Parimente dalla Sacra Congre gazione de' Riti vengono esse proibite; I. Nei giorni, nei quali non si può fare Uffizio doppio (S. R. C. 7 aug. 1627 n. 560 ad 3. ) |