Opuscoli scelti sulla lingua italiana

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Silvestri, 1827 - 407 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 264 - Dante, e Beatrice; ecco Selvaggia; Ecco Cin da Pistoia; Guitton d'Arezzo, Che di non esser primo par, ch'ira aggia. Ecco i duo Guidi , che già furo in prezzo ; Onesto Bolognese; ei Siciliani, Che fur già primi, e quivi eran da sezzo.
Pagina 230 - Come le pecorelle escon del chiuso 80 a una, a due, a tre, e l'altre stanno timidette atterrando l'occhio e '1 muso; e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, addossandosi a lei, s'ella s'arresta, semplici e quete, e lo 'mperché non sanno...
Pagina 289 - Decor Puellarum : Questa sie una Opera la quale si chiama Decor Puellarum : zoe Honore de le Donzelle : la quale da regola forma e modo al stato de le honeste Donzelle.
Pagina 306 - Nondimeno, per quello che a me ne paia, il coltissimo ed inimitabile messer Francesco Petrarca, che fu toscano, ne le sue rime volgari non si truova aver usate due o tre voci pure toscane, perché tutti i suoi poemi sono contesti di parole italiane, communi per lo più a tutte le nazioni de l'Italia.
Pagina 253 - Deum pro me peccatori. Con lo meo cantare Dallo vero vero narrare Nullo ne diparto. Anno millesimo Christi salute centesimo Octuagesimo quarto, Cacciato da...
Pagina 305 - Ora ci saranno forse di quelli, che vorrebbero ch'io fossi (non so se mi dica) eloquente, o vie più di quello che io mi sia, in aver scritte queste novelle, e diranno ch'io non ho imitato i buoni scrittori toscani. A questi dirò io, come mi sovviene altrove d'aver scritto, che io non sono Toscano, nò bene intendo la proprietà di quella lingua ; anzi mi confesso Lombardo...
Pagina 269 - Provenzali, sì dalla necessità di aprire il suo sentimento alle lor dame, che sola gli fe' la volgar lingua adoperare, volendo il Petrarca la sua Laura, ed il Boccaccio la figliuola del re di Napoli intenerire; perciò le parole introdotte da Dante, le quali sono le più proprie e più espressive, rimasero abbandonate dall'uso, con danno della nostra lingua e con oscurità di quel poema: nel quale era lecito a Dante...
Pagina 325 - Così pure dimostrarle potrei, che questo è il secolo che veramente balbetta , ed anche in lingua assai dubbia ; che il secento delirava, il cinquecento chiacchierava, il quattrocento sgrammaticava, ed il trecento diceva. Ma passerò oltre al suo scritto dove ella poi viene a parlare dell'abuso dei pronomi , tralasciando dove parla degli articoli, che già mi sono spiegato sovr
Pagina 326 - ... almeno ne pare a me, e però tanto sarà la corrente lingua italiana, o buona o sconcia, quanto più o meno allo scrivere di quel secolo si rassomigli 10.
Pagina 254 - Però mi feo don della Cornata fronte bella Et per le ramora degna Et vuole che la sia Della prosapia mia Gradiuta insegna. Lo meo padre è Ugicio E Guarento avo mio Già d...

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