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se alla babbala o ad un tanto alla canna: cioè Senza badarvi, alla sfatata.

GRAZIA DE DIO, V. GRAZIA.

LODATO SIA DIO CHE L'HO TROVA, Pur beato che lo trovai.

Non

NO AVERGHENE UN DIO, Maniera metaf. Non ne aver uno per medicina; Non avere un becco d'un quattrino; cioè Non avere nè meno un soldo in tasca. Pare all'Autore che questa maniera vernacola provenga in origine dai Latini, i quali chiamassero figuratamente le monete Divi, dall' impronta ch'esse avevano d'un Imperatore divinizzato, e che per esempio dicessero nel nostro medesimo senso, habeo ne divum quidem in zonis. Gli pare non meno che passati gl' Imperatori in Oriente, siasi al Divus sostituito il greco Teos: donde appunto il nostro vernacolo Teosso nel significato metaf. di Monete; e che finalmente per la nuova Religione Cristiana impresse sulle monete le Croci ed i Cristi, siasi anche detto, come tutt'ora dicesi volgarmente nell'identico sentimento, No GO UN CRISTO O UNA CROSE DA BASAR. V. TEOSSO e CRISTO.

O DIO DE BLA! Detto con ammirazione. Monna Tenerina, la mosca la guarda e la lattuga la punge: dicesi a colei che si duole facilmente d'ogni anche piccola cosa.

OH VA CON DIO! Espressione di maraviglia, Oh vacci scalzo! Oh vatti con Dio! DIODATO, Adeodato. Voce cavata dal latino, come ben s'intende, ed è Nome proprio di uomo.

DIONISIO, Dionigi, Nome proprio di uo

mo.

DIOSPARO, s. m. Guaiacana legno santo. Albero africano, detto da' Sistem. Diospyros Lotus; e n'abbiamo parecchie piante anche nel nostro pubblico giardino : Mattioli lo chiama Loto falso. DIPARTIRSE, V. DESPARTIR. DIPONER, v. Deporre; Dichiarare. DIPORTAMENTO, s. m. Portamento, e vale Contegno, procedere, modo di vivere. DIPORTO, PER BEL DIPORTO, Per ozio; Per divertimento; A sangue freddo. DIR, v. Dire, Parlare, Favellare.

DIR A L'INCANTO, Offerire o Profferi

re all incanto o all' asta.

DIR, in T. di giuoco, Dire, vale Far buono sino alla tale o tal somma.

DIR A MEZA BOCA, Dir che che sia fra'

denti.

DIR ATORNO, Divulgare; Publicare. Dir tutto il bene; Lodare

DIR BEN, LA FORTUNA NO ME DISE BEN, La fortuna non mi dice buono o mi dice guercio, cioè Non mi è favorevole.

DIR BEMIO O BEN MIO O DIR A UNO DE CHI L'HA FATO O DE CHI L'HA CUNA, Dire un carro di villanie; Dare una canata; Fare un bel rabbuffo o un rivellino; Dir delle ingiurie.

NO DIR NE BEN NÈ MAL DE QUELO CHE NO
che non ti cale non

T'IMPORTA, Di quel
ne dir nè ben ne male.

DIR COSSE Che no sta nÈ IN CIEL NE IN TERA, Dir cose che non le direbbe una bocca di forno; Dire scerpelloni o stra

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DIR L'IRA DE DIO, è lo stesso che DIR O CANTAR EL DIESSILA, tratta questa maniera o corrotta dalle parole dell' Inno de' morti Dies ira etc. Dir cose da chiodi o di fuoco, Sgridare con ira- Dire tal vitupero che fina l'aria, cioè che rifina e rifinisce l'aria così vasta com'ella è. V. DIO. DIR LA NINA NANA. V. NINA.

Dirla schieta e neta o giusta, Confessarla giusta; Dire al pan pane; Darla fuori; Dirla fuori; Dir le cose spiattellatamente, apertamente; Accusare o confessare la ronfa giusta o il punto giu

sto.

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DIRLE TONDE, Dir la cosa a lettere maiuscole o di scatola o di appigionasi, vale Chiarissimamente, senza riguardi.

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DIR MAL O DAR UNA TAGIADA DE UNO Maldire d'alcuno; Scardassare; Levare i brani di che che sia; Dare il cardo o il mattone ad alcuno; o una cardatura; Lavorare uno di straforo, cioè Parlarne aspramente per fargli danno.

DIR ORA UNA COSSA ORA L'ALTRA, Dare una calda e una fredda, detto fig.

DIR PER FAR DIR, Grattare il corpo alla cicala, vale propr. Provocare un linguacciuto a dir male.

DIR PLAGAS DE QUALCUN, Dir cose da fuoco d'alcuno, Dirne male.

DIR PER ESEMPIO, Addurre; Allegare; Produrre.

DIRSE DE TUTO, Darne o Darsene infino ai denti, Vilipendersi.

DIRSENE TANTE, Proverbiarsi; Bisticciarsi; Bezzicarsi.

DIR SU,
V. Su.

DIR TANTE BUZARE CHE NO STA NE IN

CIEL NÈ IN TERA, Dir tante sciocchezze

che misericordia.

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re sur una cruna d' ago; Esser garoso, perfidioso, fisicoso, Facile alle quistioni.

CATAR DA DIR SUL CREDO O SUL PATER

NOSTRO, Apporre alle pandette o al sole; Intorbidar l'acqua chiara; Cercar cinque piè al montone, Biasimare qualunque cosa per buona ch'ella sia.

COME SARAVE A DIR, Cioè a dire; Per esempio.

COSSA DIAVOLO DISELO? Che armeggia costui? Dicesi Armeggiare figur. di Chi nel discorso s'avviluppa e confonde, non ragiona a proposito e niente conchiude che anche si dice Aggirarsi; Anfanare; Avvolpacchiarsi.

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DAR DA DIR, Dar che dire, Dar materia a' gracidatori, a' borbottatori; Farsi

scorgere.

DISEMELO ADEsso che no gh'È PIÙ TEMPo,Del senno poi ne sono ripiene le fosse, Si dice di Coloro che dopo il fatto dicono quel che si doveva o si poteva far prima.

I DISE, Ci s'intende, Modo di affermazione come si dicesse Si; ovv. Così dicono o Così si dice.

MUSO CHE DISE O CHE NO DISE, Volto che significa, che esprime, parlante; e dicesi anche negativamente.

No GH'ÈGNENTE DA DIR, Non c'è che dire o ridire, Non c'è a dire in contrario

TRA DE ELI NO GH'È STA CNENte da dir, Non fu tra lor nulla di guasto; Non s'ingrossarono i sangui, Non s'adirarono. NO LA DISE A UN SORDO, Chi ode non disode, Si dice di Chi fa capitale a suo pro di ciò che sente dire.

NOL DISE MINGA MAL,

Ei non

s'abbaia

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gare: dicesi degli Ordini pubblici o d'una legge che si sparge a notizia di tutti.

DIRAMARSE DEI FIUMI, Diramarsi. DIRINDELA. STAR IN DIRINDELA, Stare in farsetto, cioè In vestiti troppo leggieri. DIROTO O DEROTO-ANDAR IN T'UN DEROTO DE PIANTO, Dirompere in pianto; Piangere dirottamente, a caldi occhi. DIROZAR. V. DESGROSSAR.

DISABILIE O DESABILIE, dal Francese Déshabille. ESSER O METERSE IN DISABILIE, Essere o Mettersi alla domestica, alla buona, alla semplice, alla trascurata; e intendesi de' vestiti. Un non so che di trascurato.

DISAFITÀ, add. Spigionato o Votato, Agg. di Casa o terreno non pigionato. DISAGRAVAR, v. Disgravare o Sgravare DISAGRAVIO, s. m. Disgravamento o Sgravio.

DISALBORAR, V. DESALBORAR. DISAPUNTO, s. m. T. Merc. Sconcerto; Disordine; Danno; Pregiudizio. DISCAPITAR. V. DESCAVEDAR. DISCORER, v. Discorrere.

COSSA ME VEGNÌU A DISCORER? Che cosa mi date ad intendere? Che cosa m'infinocchiate?

E COSSI VIA DISCORENDO, E va discorrendo ovv. E così andiamo discorrendo, e vagliono, E così del resto.

EL GA UN BEL DISCORER, che dire.

Egli ha un bel

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me,

TUTO PER DISCREZION, Voler la briglia e non le pastoie, il digiuno e non la favale Niuna cosa si dee portar all' eccesso. S'intende acqua e non tempesta. Chi da spesa non dee dar disagio, cioè Convien essere discreti con quelli che fanno spese per noi. La quantità continua non è discreta. DISDIR. V. DESDIR.

DISDIRSE, Ridirsi o Disdirsi, cioè Dire il contrario di quello che s'è detto. DISDOTO, add. Diciotto o Dicidotto. DISEREDAR. V. DESREDAR. DISGRAZIA. V. DESGRAZIA. DISIMPRIMER, V. DESPRESSIONÀR. DISINFIAR, v. Disenfiare, Levare via l'enfiagione.

DISISETE, add. Diciassette. DISMOSTRAR, v. Dimostrare, Manife

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ROVINARSE EL DISNÀR, V. ROVINAR. DISNAR, v. Desinare o Pranzare. DISNAR A MACA, Pranzare o Desinare a ufo o a squacchera.

V. LISSO.

DISNAR DA PAPA, Far uno scotto da Prelati, Mangiar bene e di buon gusto. DISNAR LISSO, DISNAR SENZA TOVAGIA, Starsi o Trovarsi a desco molle, cioè Senz' apparecchio formale.

FAR ASPETAR A DISNAR, Tenere a piuolo, a loggia, a dondolo; Fare storiare; Far aspettare-Chi da spesa non dia o non dee dar disagio.

DISNARAZZO, s. m. Gran pranzo o desinare; Gran convito o banchetto. DISNARETO, s. m. Pastetto, Piccolo desinare o convito Pentolino, dicesi la sobria e frugale mensa domestica, DISNOVE, add. Diciannove. DISPAR, add. Dispari; Impar; Caffo,

Numero dispari

Dispari, appropriato

a cosa, vale Non pari, Disuguale. ZOGAR A PAR B DISPAR, Giuocare a pari e caffo, Scommettere che il numero da estrarsi alla sorte sia pari o dispari. DISPAZZAR, v. T. dell' antico Governo Veneto, Dispacciare; Far dispacci, Scrivere dispacci.

DISPAZZISTA, s. m. Estensore o Scrittore di dispacci, Dicevasi DISPAZZIST A a' tempi del Governo Veneto a quel Cancelliere presso le Cariche generalizie di Dalmazia e del Levante, il quale era destinato ad occuparsi de' dispacci che il Generale Patrizio scriveva al Senato sugli affari del suo governo.

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DISPENDIAR, v. Spendere Spendere gli occhi, Spendere moltissimo - Sparnazzare vale anche Spendere assai e consumare il suo.

DISPENDIETO, s. m. Dispesetta; Spe

setta.

DISPONER O DESPONER, v. Disporre, Ordinare.

Disporre alcuno, vale Persuaderlo, indurlo. Disporre d'alcuno, Far d'una persona ciò che aggrada.

Disponer le peDINE A DAMA, Impostar le dame sul tavoliere.

DISPONER, dicesi con voce bassa dal vulgo per Esporre o Dire. Disporre è voce disusata.

DISPOTISMO, s. m. Dispotismo.

AVER UN DISPOTISMO, detto famil. Aver una padronanza o una padroneria, e vale Superiorità arrogante e dipendente dal solo capriccio.

DISPUTA, s. f. Disputa; Aringa e Aringheria, L'aringare degli Avvocati.

GRAN DISPUTE! Gran dibattito o dibattimento, e s'intende Discussioni, contrasti.`

DISPUTAR, v. Disputare o Aringare una causa; Perorare; Orare. Disputare, si dice anche

stare.

per

Contra

DISSAPOR, s. m. Disgusto; Dispiacere ; Differenza o contesa tra due o più per

sone.

DISSECÀR, v. Diseccare e Desiccare, Render secco, rasciugare.

DISJECAR UN NEGOZIO, Stralciare; Dissolvere; Estinguere un traffico, un avviamento, una compagnia.

DISSÈSA, s. f. China; Chinata; Declività; Pendio; Pendenza; Scendimento. STRADA IN DISSESA, Strada a china o á pendio o chino, Posta a declive.

Scesa o Scendimento e Discesa, l'Atto dello scendere.

DISSESTAR, v. Disordinare; Sconcertare; Danneggiare, Pregiudicare. DISSESTO, s. m. Sconcio; Danno; Incomodo; Inconveniente; Disagio, V. DE

SCONZO.

DISSIGILAR. V. DESBOLAR. DISSIPLINA, s. f. T. de' Pesc. Così chiamasi una specie di Spugna marina di forma arborescente a lunghi rami, disgiunti un

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dall'altro, onde assomiglia ad una Diseiplina ad uso di battersi, e fu ad essa quindi dato il nome vernacolo. Ella fu detta dal naturalista Abbate Olivi di Chioggia -Spongia arborescens. DISTILAZION

s. f. Distillazione o Destillazione e Stillazione.

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DISTILAZION O DESTILAZION DE TESTA Distillazione, Caduta di umore che si crede volgarmente scender dal capo e scaricarsi nelle nari, nella bocca e nel petto-Corizza, dicesi propr. Distillazione di catarro pel naso- -Cimurro, Distillamento continuo di acqua per le nari cagionato da infreddatura di capo-Epifora, Distillazione continua di lagrime, accompagnata da infiammazione e bruciore. V. AGRAVIO DE TESTA e SFERDOR.

DISTINTA, s. £. Nota chiara, accurata, partitamente divisata, circostanziata. V. ELENCO E SPECIFICA.

DISTÒR, V. DESTÒH.

DISTRATON, add. Distrattissimo; Sbadatissimo; Spensieratissimo. DISTRITUAL, add. Distrettuale, Abitante nel distretto o Appartenente al di

stretto.

DISUTILÒN. V. DESUTILÒN.

DITA, s. f. Ditta o Detta, Così si chiamano comunemente le Case mercantili e tutti anche li nomi allibrati al pagamento delle imposte.

BONA O CATIVA DITA, Buona o cattiva detta, cioè Buono o cattivo credito della Detta. Detta spallata, vale Decaduta di

credito.

ESSER IN DITA, Essere in detta o Aver detta, vale buona fortuna. Il suo contrario è Disdetta. V. DESDITA.

LA DITA CORE SOTO EL NOME DEL TAL, Cantare in 'alcuno o sotto il nome di alcuno. Ex. gr. La ragione canta nel tale, È intitolata nel nome del tale. DITO, s. m. Detto; Parola; Motto; Discorso; Sentenza.

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Dettato o Dittato, Stile, dettatura, testura del favellare, dicitura. Ovv. Parola; Ovy. Modo particolare e consueto di favellare UN BEL DITO Un bel dettato; Un bel motto, parola, detto, sentenza. DAL DITO AL FATO, Dal detto al fatto ovv. Detto fatto, Modo avv. e vale Dal vedere al non vedere, Immediatamente DAL DITO AL FATO GHE XE UN GRAN TRATO.

Dal detto al fatto è un gran trallo, e vale Gran differenza esservi dal dire al fare. STAR AL DITO Stare o Starsene al detto o a detta di alcuno, vale Quietarsi all'opinione altrui.

?

DITO, add. Detto, da Dire.

DITO AVANTI, Antidetto; Anzidetto ; Predetto.

DITO DE SORA, Sopraddetto; Suddetto. DITO E REDITO, Ricantato, vale Replicato, ridetto più volte.

DIVERSISSIMO, add. Diversissimo, Superl. di Diverso.

DIVERSISSIMI, Disparecchi, Più che parecchi, s'intende Moltissimi. DIVERSO, add. Diverso, Differente.

GHE NE XB DIVERSI, Ve ne sono alquanti cioè Non so quanti. Ve ne sono parecchi o molti.

DIVERTIMENTO, s. m. Divertimento.
TORSE DIVERTIMENTO DE UNO, Pigliar-
si buon tempo di uno; Pigliarsi giuoco;
Prendersene piacere.
DIVERTIR, s. m. Divertire, Trastullare.

DIVERTIRSE IN BUZARE, Trastullarsi; Far badalucco o balocco - DIVERTIRSE DE COGIONARIE, Pascersi o Fare come il caval del Ciolle, il quale si pascea di ragionamenti, o come le starne di Monte Morello, di rugiada, Pascersi di vento.

--

DIVERTIRSE A NO FAR GNENTE, Calameggiare, detto metaf. vale Starsene ozioso senza far nulla. DIVIDER, v. Dividere.

DI

TORNAR A DIVIDER, Ridividere - Suddividere, ed anche Ridividere, vagliono Divider tra più una parte della divisione. DIVIDER PER MEZZO, Dimezzare o Dimidiare; Dipartire; Bipartire - DIVI DER PER TRE, Tripartire; Sterzare VIDER PER QUATRO, Quadripartire. DIVIDER A RATA PORZION, Dividere ; Scompartire; Dar la ragione, Ripartire una cosa fra più. DIVIN, add. Divino.

L'È UNA COSSA DIVINA, È divino, cioè Singolare, eccellente, regalato, gustoso; e dicesi del vino, del mangiare e d'altro. FAME DIVIN CHE TE FARÒ BEATO, Fammi indovino che ti farò beato, Nessuno può essere indovino. DIVINAMENTE, avv. Divinamente, Eccellentemente.

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Dal vé

DA LE DO A LE TRE, Modo avv. dere al non vedere, Inaspettatamente. METER A DO A DO, Appaiare; Accoppiare, Accompagnare due cose simili. Appaiare i buoi; Appaiare i colombi. DOA (coll' o stretto) s. f. Doga.

FATO A DOE, Dogato, dicesi di Arnese composto come una botte-Addogato, Listato per lungo a similitudine di doga, e si dice delle armi gentilizie.

METER IN DOE, Dogare, Porre y rimetter le doghe.

DOANA, s. £. Dogana.

RITIRAR O CAVAR DA LA DOANĂ LE MERCANZIE, Sdoganare; Sgabellare e Gabellare le merci.

DOANIER, s. m. Doganiere, Ministro della dogana.

DOBIANDO, T. ant. Dovendo, Participio del verbo Dovere.

DOBOTO, Lo stesso che DEBOTO, V. DOCUMENTAR, v. Provare con documenti, Corredare, illustrare.

DOCUMENTAR QUALCUN, Istruire; Informare; Insegnare, Ovv. Correggere ; Riprendere.

DODESE, add. Dodici.

DOÈTI, s. m. Duino, Punto de'dadi quan

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do amendue mostrano il numero di due. T. del giuoco detto Sbaraglino. DOGALINA, s. f. Dogale, Sorta di vesta di panno o di seta nera sino ai talli, colle maniche strette ch' era usata nelle pubbliche comparse di mezza cerimonia dai patrizii Rappresentanti Veneti dello Stato, ed anche dai Giudici o Assessori delle Corti sotto il cessato Governo Repubblicano.

DOGARESSA, s. f. Così era chiamata nei tempi della Repubblica Veneta la Moglie del Doge regnante, la quale veniva essa pure incoronata. Il corrispondente italiano è Duchessa.

DOGETA, s. f. Doglierella; Dogliuzza, Piccola doglia.

DOGIA, s. f. Doglia, Dolore.

glia.

DOGIE DA PARTO, Doglie o Dogliuzze. CHIAPAR UNA DOGIA, Pigliare una doNO AVER NE DOGÍA NÈ COLPA, Non aver colpa di che che sia, cioè Non averne data cagione. DOGIZAR, v. Nicchiare, dicesi propr. il Cominciarsi a rammaricare pianamente che fanno le donne gravide quando si accosta l'ora del partorire. Cominciar a sentire qualche dogliuzza-Aver le doglie, s'intende di parto.

Addogliare, Sentirsi dolore. DOLAR, v. Dolare, voce pretta latina che vale Piallare. Dicono propr. i nostri Pettinagnoli DoLAR a quella stessa operazione che i Falegnami chiamano Asciare, Lavorar coll'ascia, che è Digrossare ed assottigliare qualche pezzo d'avorio, di corno etc. per dargli la prima forma con

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DOLCI, Dolci, in forza di sust. vale Cose dolci da mangiare Dolciume è T. collettivo che comprende tutte le cose di sapor dolce.

Treggea, propr. Confetti di varie guise e altre galanterie della seconda tavola. DOLCIGNO, add. Dolcigno; Sdolcinato; Dolcinato e Dolciato.

DOLCIGNO CHE STOMEGA, Dolce s maccato. P. e. Vino che per la sua smaccata dolcezza è ristucchevole.

DOLCIR, v. Addoleire; Addolciare; Dolcificare.

Addolcire, detto fig. vale Ammorbidire, mollificare, placare.

DOLENTE, add. Dolente, Tristo, melan

conico.

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A QUELO GHE DOL LA TESTA, detto fig. Egli ha un grattacapo, un' inquietudiFAR DOLER LA TESTA A QUALCÙN, Dar altrui un grattacapo, vale Inquietarlo-No ME DOL LA TESTA, detto pur fig. Non inquietarsi; Non aver fastidio d'alcuna cosa. Non me ne cale. CHI GUARDA NO GHE DOL LA TESTA, Chi sta a vedere non gli duole il capo, Prov. significante che Chi non ha proprio interesse nell'affare non ne sente pena.

MB DOL IN TE L'ANEMA, N'ho molto duolo; Assai mi duole; Dolgomene a morte; -Me ne dispiace insino all' anima.

DAR DOVE CHE DIOL, V. DAR. DOLFÌN, s. m. T. de' Pesc. Delfino, Animale di mare dell'ordine de'Cetacei, detto da Linneo Delphinus Delphis. Nel nostro mare ve n'è frequentemente.

DOLFIN, appropriato all' uomo, detto fig. Delfino, vale Gobbo,

Delfino, detto in T. de' scacchi, uno de' pezzi, è il Cavallo. DOLFINERA, s. f. T. mar. Delfiniera. Specie di fiocina, che serve a prendere i Delfini, che ha una punta sola con due ale, le quali, lanciato il colpo, s'allargano ed afferrano il pesce con più fermezza. DOLO ESSER IN DOLO, sere in difetto; Esser in colpa; Aver la coscienza macchiata o calterita.

DOLOR, s. m. Dolore.

EL DOLOR FA PARLAR, Gramezza fa dir mattezza, cioè Il dolore fa dire delle pazzie.

QUESTO ME DA UN GRAN DOLOR, Questo
mi ferisce nel più intimo del cuore, mi
addolora e mi accora.

DOLORA, add. Dolorato, Pien di dolore,
e s'intende fisico.

Figur. Addolorato, e nel Superl. Ad-
doloratissimo; Tristissimo; Mestissimo.
DOLORAR, . Dolorare, Avere o Sentir
dolore Addolorare, direbbesi di cose
morali, Accorarsi; Affliggersi.
DOLOZAR, V. DOGIZAR.
DOMAN, avv. Domani; Domane e Dima-
ni, che anche dicesi Al dimane e Il dì
veg nente.

DOMAN OTO, Domani a otto, cioè Otto
dì dopo domane.

DOMAN SARÀ QUALCOSSA, detto famil. Cavami d'oggi e mettimi in domani, vale Non voler pensare all'avvenire.

PORTAR DA ANCUO AL DOMAN, Andare o
Mandare d oggi in domane, vale Tene-
re a bada, Andare in lungo.

SI, DOMAN, Domani, detto ironicamen-
Non mai.

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vale

per

DE BEL DOMAN, Deniro domani.

Andiamo a trovar dəmani o a cercar
di domattina, dicesi Quando si va a dor-
mire. V. INDOMAN.

FAR ANCUO QUEL CHE S'HA DA FAR DO-
MAN, V. FAR.

DOMANDAR, v. Dimandare o Domanda-
re, che anche dicesi Addimandare o Ad-
domandare.

sen

DOMANDAR COME SE'L FATO NO FOSSE
soo, Improvvisare, dicesi in modo basso
per Chiedere cosa al
alcuna con
artificio
za mostrar di chiederla.
DOMANDAR IN PRESTIO, Improntare;
Chiedere a prestito. V. IMPRESTIO.
DOMANDANDO SE VA A ROMA, Per di-
manda si va sino a Roma, Ovv. E' si va
a domandita sino a Roma.

DOMANDAR XE LECITO, V. in RESPonder.
CHI NO DOMANDA NO GA GNENTE, In boc-
ca chiusa non entrò mai mosca, E fu
detto altrimenti, Non entraron mai mo-
sche in bocca chiusa, e con chi tace qui
non s' indovina.

NO DOMANDO NÈ CAMPI NÈ CASE, Manic-
ra fam. Non si tratta di scorporo o di
borsa, e vale Si tratta di poca cosa.
DOMANDESSERA, avv. Dimandassera;
Dimanissera; Diman da sera o Doman-
dassera.

DOMANDINA, s. f. Addimandagioncella
o Addomandagioncella,Piccola domanda.
DOMANDON,
dettato fam. Es-
s. m. Chieditore importuno

DOLORI DE PANZA, detto fig. Cruccio; Livore; Inquietudine; Agitazione.

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DOLOR DE COMIO DOLOR DE MARIO, duol della moglie è come il duol del gomito, Ovv. Doglia di marito morto dura fino alla sepoltura; Doglia di donna morta dura fino alla porta, Proverbii.

o ingordo, Facile a domandar l'altrui ro-
ba. Arciere, Colui che freccia, dicesi
fig. richiedendo or questo or quello di da-
nari in prestanza.

DOMANDONA, s. m. Chieditrice; Doman-
datrice; Addomandatrice.

DOMAR, v. Domare.

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DONA DA GROSSO,

ciona; Lavascodelle.

DONA DA PARTIO, Donna di partito, detta altrimenti Meretrice; Mondana; Cantoniera.

DONA DA PARTO,

V. PARTO.

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A UNA DONA NO GHE DISE BRUTA NE VECHIA, A donna non si fa maggior dispetto che quando vecchia o brutta le vien detto: giacchè le donne sono d'ordinario appassionatissime per comparir belle e giovani.

Co MANCO DONE SE STA MEGIO, e oche tienne poche.

Donne

FAR

DA DONA, detto a modo avv. Con maturità; Con prudenza o giudizio, e talvolta Per leggerezza donnesca DA DONA, Donneggiare, Star sul contegno e quasi signoreggiare..

DO DONE E UN' OCA FA UN MERCA, Tre donne fanno un mercato, cioè Hanno da discorrere e trattare come un'adunanza in di di mercato.

FURIA DE DONA, V. FURIA.

LA BONA DONA FA BONA LA CASA E LA MATA LA DESFA, La savia femmina rifà la casa e la matta la disfa.

LE DONE SE ODIA FRA DE ELE, Ne tra gli uomini mai nè tra l armento, che femmina ami femmina ho trovato. Non par la donna all' altre donne bella, nè cerva a cerva, nè alle agnelle agnella.

LA DONA NO PENSA CHE A PARER BON E A FIGURAR, La donna sopr' agli sfoggi ognor pensa e vaneggia. Donna specchiante poco filante.

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LE DONE GHE NE SA O LE XE PIÙ FURBE DEL DIAVOLO Le donne hanno più un punto che il diavolo, cioè sagace malizia, sottigliezza d'invenzione. Negli antichi proverbii dir si suole che l'astuzia di donna ogn' altra avanza.

LE DONE LE SE TACA SEMPRE al so pezo,

Le femmine in ogni cosa sempre pigliano il peggio.

Le done xe le GRAN CHIACOLONE, Ove son femmine ed oche, non vi son parole poche NO CONTAR A LE DONE I TO SECRE

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TI, A donna se mai puoi non dir i fatti tuoi, Perchè come disse un altro, Un segreto nell'orecchie di donna è mal sicuro. LE DONE XE LUNATICHE, Donna e Luna oggi serena e domani bruna; Femmina è cosa mobil per natura. LE DONE XE RABIOSE, No, non v'è al

mondo mostro più crudo e fier di donna irata. Ad ira provocar è peggio assai una vecchia che un cane.

LE DONE LE XE TROPO FACILI, Femmina è cosa labil per natura; Le femmine sono tutte labili ed inchinevoli.

NE DONA NE TELA A LUME DE CANDELA, Ne femmina nè tela a lume di candela, che vuol dire Guardarle di giorno.

O LE INTENZE O LE BRUSA O LE SCOTA, Prov. Fanno come il carbone che o e' cuoce o e' tigne, cioè Sempre fan male altrui. Le donne son paragonate all' ortiche, le quali pungono chi le tocca leggermente, ma non offendono chi le preme.

LE DONE LE VA SEMPRE AI ESTREMI, Le donne non hanno mezzo,cioè Danno ǹell'eccesso o nel difetto o danno negli estremi. Voi sapete che le donne non hanno mezzo o amano o odiano estremamente.

TUTE LE DONE XE COMPAGNE, Come i poponi di Chioggia son tutte le donne. Ogni cuffia è buona per la notte. DONA, Donato add. da Donare.

DONA XE MORTO E SO FIO STA MAL, V. SANDONA.

EL DONA, Donadello, Libro che serve d'introduzione alla Grammatica latina.

A CAVAL DONA NO SE GHE VARDA IN BOCA V. CAVALO.

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DONA, Donato, Nome proprio di uomo. DON' ANA, detto in gergo, vale la Fame.

DON' ANA SPASSIZZA, vale La fame si fa sentire. Ho o Mi sento la picchierella; Veggo la fame per aria; Mi si aguzza

il mulino.

DONAR, v. Donare.

DONAR QUEL CHE NO SE POL FAR DE MANco, Farsi onore del sol di luglio: dicesi del Donare o offerire quello a che altri potrebbe esser forzato.

SAPI DONAR, Chi ben dona caro vende, se villan non è chi prende. Nel donare distingui l'occasione di doverlo fare e la persona a cui doni. E fu anche detto, Pensa chi sei, quel che tu hai, a chi tu dai, e perchè finalmente tu lo dai.

DONAR A UN RITRATO, Caricare, Si dice dell'accrescere o in meglio o in peggio qualche parte della persona ritratta.

DONAR A DIO QUALCUN, Modo figurato, Lasciare alcuno nel chiappolo o nel dimenticatoio, Lasciare o porre in dimenticanza Avere stoppato uno, detto fig. vale Non curarsene più, Non farne conto. Ho già stoppato tutte le donne.

DONARLA A DIO, Siedi e gambetta e vedrai tua vendetta. Esortando altrui a lasciar la vendetta delle offese a Dio.

DONARSE A QUALCOSSA, Donarsi a che che sia, vale Applicarsi, attendere. DONATA, s. f. Donnuccia; Donnetta; FantescacDonna, ma per dispregio cia in sign. di Serva. V. CALÈRA E DO.

NAZZA.

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DONAZZA, s. f. Donnaccia, Accresc. peggior. di Donna, e vale Vile, sudicia, sciatta o di pessimi costumi, che anche si dice Ciammengola; Pettegola; Donnacchera e Donnuccia.

In altro sign, Donnone, accresc. di

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} Donnone; Campiones

DONONA, s. f. Donnone; Campionessa, Donna maschia.

Badalona; Bel donnone, Donna tarchiata, polputa, grossotta.

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DON PAULINO-RESTAR DON PAULINO Locuz. bassa e fam. Restare Paolino o nuovo Paolino; Rimanere a bocca asciutta; Rimaner un zugo, piccin piccino, Rimanere smaccato o scacciato.

DONZÈLA, s. f. T. de' Pesc. che italianamente si dice pure Donzella ed anche Fanciulla, Nome generico che si dà quasi a tutti i Labri, ma più particolarmente al Labrus Julis di Linneo, al Lutianus Core di Nardo; ed al Lutianus Bidens di Bloc. Distinguonsi le Donzelle dai Pescatori coll'epiteto di DONZELA DE BARO, se fu presa fra l'alga, di DONZELA PONTÀ, se ha dei punti marcati in vece di fasce; di FASSADA se ha delle fasce; di VERDE Se è verde etc. N.B. AI Lutianus Core suddetto gl'Istriani dicono MARINCOLA e LICAPÒ.

Le Donzelle classificate dal Nardo si trovano descritte nel Giornale di fisica e Storia naturale di Pavia, Bimestre num. 1824.

DONZELÒN, T. de' Chioggiotti, Dicono che una fanciulla è IN DONZELÒN, quando è in età da marito, e si veste con qualche differenza dalle giovani minori. DONZELÒNA, s. f. Donzellona e Pulcellona, Donzella o Pulcella in età un po' sopraffatta. V. PASSADIN.

STAR DONZELONA, Star pulcelloni, Star senza marito oltre al tempo convenevole del maritarsi. V. STRAVANIO. DONZENA, Lo stesso che DozÈNA, V. DOPERAR, v. Adoperare; Aoperare e Adoprare.

DOPERARSE IN QUALCOSSA, Adoperarsi, *dicesi per Industriarsi, impiegarsi. DOPIA, s.f. Doppia o Dobla, Sorta di moneta d'oro. Quella di Genova è di carati 131. grani 2. peso veneto.

CARTA O CORDA o altro A PIÙ DOPIE, A più doppii, vale più volte raddoppiato - A più falde, dicesi di Materia distesa che agevolmente ad altra si soprappone A DO DOPIE, A due doppi, cioè Duplicare; Doppiare; Addoppiare - A TRE DOPIE, A tre doppii, cioè Triplicare A quattro doppii; Qua druplicare A cinque doppii; Quintu

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