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da'Botanici. Mentha piperita. Questa pianta ha sapore bruciante che in fresco passa grato, masticandola. L'essenza che se ne cava è stimata, e si fanno Pasticche e Diavoloni di Menta piperita adoprati per confortare lo stomaco.

LUSURIOSO, add. Lussurioso; Lascivo. LUSURIOSO COME UN GATO DE ZENÀRO, Carnalaccio; Caprone. LUZZO, s. m. detto anche da' SANpesc. GARIN, Luccio; Luccetto; Lupo; LabraPesce assai noto d'acqua dolce, già latinam. detto Lucius, e da Linn. Esox Lucius.

ce,

XE MEGIO ESSER TESTA DE LUZZO CHE COA

DE STURION, È meglio esser capo di gatta, che coda di leone, Meglio è Comandare che esser comandato,ovv. Meglio è esser primo fra gl' infimi che infimo fra i primi.

LUZZO DE MAR, s. m. Luccio marino o Sfirema, detto Scalmo da' pescatori Toscani, Pesce di mare a scheletro ossoso, detto da' Sistematici Esox Sphirona. La sua carne è bianca, ed è buona.

M. Vedi EMB.

MACA, s. f. Macca, Abbondanza.

A MACA, Modo avv. A macca; A scrocchio MAGNAR A MACA, V. MAGNAR. ANDÀR A HACA, Andare a scrocchio; Spellastrare, Mangiar lautamente a mensa al

trui.

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MACARONI, s. m. Gnocchi, Vivanda di paste notissima. V. SUBIOTI.

SPERAR CHE I MACARONI CASCA IN BOGA, Aspettar che le lasagne piovano in bocca o in gola, si dice di Chi vuol conseguire alcuna cosa e non fa dal canto suo niente per conseguirla. A porco peritoso non cade in bocca pera mezza, cioè Ai timidi che non s'arrischiano di farsi incontro alla sorte, rare volte ella s'offerisce di per sè.

VEGNIR I MACARONI IN BOCA, Cascar il cacio sú maccheroni o l' ulive nel paniere, detto fig. vale Aver gran fortuna.

QUANDO VIEN I MACARONI IN BOCA TUTI LI SA MAGNAR, Quando la palla balza ciascun sa darle, cioè Nelle fortune ognuno è valent' uome.

MACARONI, detto in T. Mar. Maccheroni, dicousi Que' legni scanalati che si piantano nell'orlo delle felughe e simili per mettervi le falche.

MACAURA, s. f. Ammaccatura; Ammaccamento; Contusione; Pesca, Percossa, e dicesi delle carni e delle membra-Pesca; Monachino; Lividore o Lividezza, è Quella nerezza che fa il sangue venuto alla pelle per le percosse.

MACAURA DEL PIE AL CAVALO, Repressione o Ripressione, Contusione del suolo.

MACAURA D'UN SECHIO, Fitta, dicesi dagli Argentieri, Calderai etc. un' Ammaccatura nel corpo di qualche vaso, gionato per lo più da caduta o da percossa.

ca

MACAURA DEL PAN, Attaccatura, Quel sito in cui un pane si è toccato all'altro nel forno.

MACAURÈTA, s. f. Ammaccaturina. MACÈLO, s. m. Macello; Ammazzatoio; Beccheria. In Venezia però si distingue il Macello dalla Beccheria. Il primo è il luogo dove propriamente si macellano gli animali, l'altra dicesi la Bottega dove si vende al minuto la carne macellata.

MENAR AL MACÈLO, Condurre altrui al macello, detto fig. e vale Condurlo alla sua rovina.

MACHIA, s. f. Macchia, Segno o Tintura.

ca;

-

Macchia, detto g. vale Contrassegno ignominioso, che dicesi anche Frego; TacMagagna. V. TACA, TACOLA e NEO. - FARSE UNA MACHIA, dette fig. Annerarsi o Annerirsi, vale Macchiarsi la fama, 'onore o simile; Denigrarsi MACHIA CHE NO SE POL PIÙ FAR ANDAR VIA, Macchia indelebile.

Machib a la pelB, Chiose; Danaio ; Chiazza, Tacche brune o rosse che sopravvengono specialmente alle donne gravide.

MACHIA DEL CAVALO, Cometa, Macchia bianca, lunga per li due terzi della testa del Cavallo.

MACHIA DER LEGNO, Marezzo, Quindi così fatto lo dicesi Legno marezzato o venato cioè Serpeggiato à onde, a marez

zo, a vene.

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lina; Rete, Macchia generata nella luce dell'occhio.

PIEN DE MACHIE, Macchioso, Cosperso di macchie.

SAON DA GAVAR MACHIE, Sapone da levar macchie e da purgar lordure e nuove e vecchie penetrate, rafferme, rincappellate di sopra ogni cosa.

FAR GROPO E MACHIA, V. in GROPO. MACHIAR, v. Macchiare.

Screziare; Variegare, Macchiare di più celori.

ROBA CHE MACHIA, Macchioso. Colore macchioso.

MACHIETA, s. f. Macchietta; Macchiuz

za.

PIEN DE MACHTETE, Spruzzolato di macchiette.

MACHINA, s. f. Macchina e nel dim. Macchinetta, Ordigno o strumento qualunque Trabiccolo dicesi Ogni macchina stravagante, specialmente di legno.

MACHINA, in T. di Regata, chiamavasi un gran Palco che nell'occasione delle regate si piantava nella volta del canal grande tra il palazzo di Casa Foscari e quello di Casa Balbi, all' imboccatura del rivo di S. Pantaleone, dove stavano assisi come a tribunale tre giudici della corsa o giostra per l'aggiudicazione de' premii. Questo palco formavasi ora a figura di giardino, ora d' una torre o altrimenti, ed era sempre nell' addobbo e nello sfarzo magnifico e conveniente allo spettacolo nazionale. Ivi erano quattro bandiere destinate ai primi quattro che giungessero la meta: la prima di color rosso, la seconda verde, la terza celeste e la quarta gialla, in cui stava dipinto un porcellino; ognuna delle quali poste con tal ordine teneva appesa all'asta una borsetta col danaro rispettivo del premio e l'ultima con un porcellino vivo. Questo punto d'arrivo, ch'è la meta della corsa e che volgarmente si chiama la MACHINA, potrebbe dirsi la Riparata, per analogia a quella del palio. Quindi ESSER EL PRIMO A RIVAR A LA MACHINA, Essere il primo ad arrivare alla riparata o ad agguantare la bandiera del pri

mo premio ·ANDAR O VEGNIR O ESSER IN BANDIERA, vuol dire Aver guadagnato una bandiera, cioè Essere stato premiato. V. SPAGHETO.

MACHINA CHE SE MOVE DA SO POSTA, Autòma o Autòmato ed anche Macchina per lo più si dice di Quelle che imitano il moto de' corpi animati.

MACHINA, detto per Agg. a uomo, e più comun. MACHINON, Macchina; Grosso di corpo; Impersonato; Maccianghero ; Membruto, Uomo grande, massiccio.

COSSA FATA PER MACHINA, mente, cioè Senza volontà.

Macchinal

ESSER IN MACHINA, Essere colla dama; Servir la dama.

MACHINÒN, V. in MACHINA. MACHIÒN, s.m. (come in toscano direbbesi Macion) Macchione, Cespugli, Prunaie. STAR DA DRIO AL MACHIÒN, Nascondersi; Star alla sicura, Non prender parte nelle altrui contese.

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di donna.

MADALENA, in T. Antiq. vale, Lamento; Lamentazione; Lagnanza. MADAMA, s. f. Madama, Nome d'onore che si dà alle Donne forestiere. E per antonomasia s'intende Una Francese.

MADAMA, val anche Crestaia o Cuffiaia, e dicesi da noi quando è Francese. V. CONZATESTE, SCUFIBRA, MODISTA.

MADAMA PATAFIA, Basoffia, Femmina grassa e contegnosa, Paffuta; Grassottona; Corpulenta; Grassa e raggiunta. MADAMOSÈLA, Madamigella e Madamosella, Francesismo. Damigella di non vile condizione.

MADE, è particella responsiva del discorso fam. usata per lo più da' Barcaiuoli, corrotta, com'è chiaro, dall' antico italiano Madie, derivante dal greco Mx Aix, che voleva dire Per Giove; ed era un modo di affermazione o di giuramento (V. DIA). Questa voce ha ora luogo nelle seguenti maniere.

MADE, detto assolut. (in vece di MAI) vuol dire No; Mainò.

MADE SI, Si; Maisi; Madiesì, che saGiove. rebbe quanto dire Si per

MADE NO, Madie No; Maino.

no;

V. ZOGAR.

MADI, ZIOGAR AL MADI, MADONA, s. f. Suocera, Madre del marito o della moglie.

DONA e MADONA, Donna e madonna, vale Padrona assoluta.

Madonna, chiamasi la Beata Vergine. MADONA DE LE CANDELE, V. CERIOLA. MACONA B NIORA SE MAGNA INSIEME, Suocera e Nuora tempesta e gragnuola, V. MAGNARSE I OGHI, in MAGNAR.

MADONA SANTA CROSE, Croce santa; Alfabeto; Abbicci; Tavola, Carta contenente l'alfabeto, sulla quale i Fanciulli imparano a leggere. Tocco dicesi al Fuscellino onde i fanciulli in leggere toccano la

lettera.

NO GH'È NÈ SANTI NÈ MADONE, Non c'è riparo; Non c'è via di mezzo; Non c'è

verso.

MADRAS, s. m. Madras, Voce dell'uso,
Specie di Stoffa nota.
MADRE, V. MARE.

MADRE DEI CARATERI DA STAMPA, Madre dicesi a quel pezzo per lo più di ra

me, su cui si stanipa o la lettera o il di

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biltà.

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MAESTA, Termine del basso volgo, cor- No GO MAESTÀ COL TAL, rotto d'Amista Non ho amista, cioè Non ho amicizia intrinseca o rapporti col tale.

MAESTRA, V. MISTRA.

MAESTRANZA, s. f. Maestranza, e per lo più dicesi nel plur. Maestranze, Moltitudine di Maestri che intendono ad uu lavoro. Tali sono i Fabbri, i Legnaiuoli, i Muratori etc. ed altri operai chiamati e raccolti in un edifizio a lavorare nel loro rispettivo mestiere.

Maestranza, si dice da noi anche ad un solo Operaio che sia impiegato a lavorar nell'Arsenale, senza riguardo alla qualità dell'arte sua, purchè sia meccanica. MAESTRE, s. f. T. de Costruttori navali, Forme, Lunghi pezzi di legno sottili e pieghevoli che servono di guida nel disporre le coste de' bastimenti.

MAESTRO O MESTRO, S. m. Maestro.

Maestri, si dicono i Capi operari di alcune arti, ma qui specialmente delle Fabbriche vetrarie, distinguendosi quattro sorta di Maestri: cioè MAESTRI DA SPECHI E LASTRE

e sono Quelli che fabbricano specchi e lastre; MAESTRI DA SUPIADI, Quelli che fanno bocce, tazze ed altre analoghe manifatture che si soffiano (V. MASTRO); MAESTRI DA GANA, Quelli che fabbricano la cannella di vetro onde si fanno le margheritine; MAESTRI DA SMALTI B RUBINI, Quelli cioè che fanno di tali manifatture imitanti le pietre preziose.

то.

MAESTRO, per nome di VENTO, V. VB.N

MAESTRO DEI STAMPI O INCISOR DE ZECA, in T. di Zecca, dicesi Quello a cui solo appartiene lavorare e tagliare i punzoni e le matrici sulle quali i tagliatori particolari lavorano i pezzi che debbono servire alla fabbricazione delle monete V. INCISOR. PAGAR EL MAESTRO V. PAGAR.

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PODER FAR EL MAESTRO D'UNA COSSA Poter leggere in cattedra d'una cosa, cioè Esserne informatissimo. MAFRODITO, V. MANFRODITO. MAGA, s. f. Maga, Femmina di Mago.

MAGA è poi voce di gergo presso i nostri Barcaiuoli, sincopata da MAGAZEN, cioè Bettola, Luogo dove si vende vino al mi

nuto- ANDAR AL MAGA, Andare al magazzino; Andar a bere. MAGAGNA, s. f. Magagna; Magagnatura; Magagnamento, Vizio, difetto, mancamento. Maccatella, detto metaf. E si dice così del corpo come dell' animo Guidalesco dicesi di uno che abbia molte mascalcie addosso. Egli ha più guidale schi che un caval vetturino, o più piaghe o più mali che non ha lo spedale.

CAVALO PIEN DE MAGAGNE, Cavallo inguidalescato, Pien di piaghe esteriori. MAGAGNA, add. Magagnato cioè Gua E dicesi anche per Feri

stato, viziato; to; Storpiato. MAGAGNAR, v. Magagnare; Difettare; Guastare; Viziare.

MAGAGNETA, s. f. Magagnuzza. MAGARI (dal Greco Maxx'pios, Beato) Diel voglia; Diel volesse; Dio 'l volesse; Pur beato; Domine fallo; Domine che sia vero? Voce di desiderio che corrisponde all' Utinam latino. MAGARI PEZO dovere.

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Ben gli sta; Gli sta il

MAGARI, vale pure per A un bisogno o A un bel bisogno, cioè Forse

IN STO

PALAZZO GHE PODARIA STAR MAGARI UN PREN

CIPE, E' vi potrebbe alloggiare in questo palazzo a un bisogno ancora un principe. TE GIUTARÒ ANCA MI, MAGARI, Anch'io occorrendo t'aiuterò.

MAGASSO, s. m. detto anche da' Cacciatori MAGASSO BASTARDO, Anatra salvatica ch'è chiamata da Linn. Anas Marila. Somiglia moltissimo alla femmina del MAGASSO MONARO (Anas ferina) ed è ottimo cibo.

MAGASSO MONARO, s. m. o anche MoNARO O GAOROSSO, Così vien chiamata da’ nostri Cacciatori di valle l'Anas ferina di Linneo, detta italian. Milluina; la quale ha il capo ed il collo di un rosso marla schiena o il dorso d'un bruno mirone, sio a cenericcio ed il ventre cenericcio. La femmina di questa specie si chiama semplicemente MONARO. Volano a stormi disposti in angolo acuto, come vanno le Grue V. CAOROSSO.

0 MAGASSO COL ZUFO o anche PENACHIN e CAPELOZZO, s. m. T. de' Cacciatori valligiaui, La piccola Moretta maschio, Specie d'Anatra salvatica, detta in Toscana Moretta e dai Sistem. Anas Fuligula, ch'è ottima a mangiare, e se ne piglia anche nelle nostre valli. La femmina di questa specie si chiama MORETON. V.

MAGASSO PENACHÌN

MAGASSO ROSSO, V. TERZIOLO ROSSO.
MAGAZÈN, s. m. Magazzino o Fondaco,
Luogo terreno dove si conservano in de-
posito le mercanzie.

Far magazzino, vale Adunare insieme. MAGAZEN DA VIN, Taverna, Osteria di persone vili; Bottega dove si vende vino a minuto, e dove a' tempi Veneti si ricevevano effetti in pegno, pei quali ritraevasi li due terzi in danaro, e un terzo in vino pessimo, detto appunto VIN DA PEGNI. V. VIN.

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MAGAZENAGIO, s. m. Magazzinaggio, T. Merc. L'uso del magazzino per riporvi le mercanzie; e Ciò che si paga per avere un tal uso.

MAGAZENIER, s. m. Magazziniere Quello ch'è preposto alla cura o custodia de' magazzini.

In termine vernacolo più vale per Vinattiere; Taverniere o Tavernaio, Quegli che vende vino a minuto. MAGAZENIERA, s. f. La femmina del Vinattiere o Tavernaio; l'Ostessa. MAGÈRI, s. m. Madièro o Maièro, in Marina è Termine generale della parte più bassa dell' ossatura della nave da dente a dente--Madieri in plur. diconsi Que'Pezzi di legname che sono inchiodati in egual distanza sulla carena d' una grossa nave.

Madiere di granchio, dicesi il Madiere di mezzo formato di due madieri in un solo.

Madiere del dente, si chiama Quel maal dente di popdiere ch'è situato appresso pa e di prua. MAGIA, s. f. Maglia, diconsi i Vani della rete e delle calze, ed anche il filo intrecciato che forma li detti vani.

FATTO A MAGIA, Fatto a maglia, vale A anelli, A guisa di rete, Reticolatamente. TIRAR SU O TOR SU UNA MAGIA O CHIA

PAR UNA MAGIA, Ripigliar una maglia scappata, Acconciar coll'ago la maglia d'una calzetta.

MAGIETA, s. f. Maglietta, Piccola Maglia. MAGIO, s. m. T. de' Bottai, Maglio e Mazzapicchio, Strumento di legno in forma di martello, che s'adopera da'Bottai per comprimere i cerchi delle botti.

MAGIO PICO DA SQUERARÒL, Mazzapic chio, Maglio grande di ferro ad uso de' costruttori delle barche.

MAGIO DEI STAMPADORI DA TELE, Bussetto, Arnese fatto di bossolo, di cui si servono gli stampatori di panni lini per istamparli.

MAGIO DA BECARIA, Mazzo e Maglio, Martello grande di legno per uso di accoppare i buoi al macello.

V. BATIPALO.

MAGIO DA BATER PALI, MAGIO DA TAGIAPIERA, Mazzuolo, Martello di ferro col quale gli Scarpellini e gli Scultori lavorano.

DAR EL MAGIO SU LA TESTA, Dar del maglio o un maglio sulla testa.

Condan

MANDAR UNA NAVE AL MAGIO, nare una nave, Si condanna una nave quando vien deciso ch'essa non è più in istato di servire alla navigazione. MAGIO, s. m. Maggio, Un dei mesi dell'anno. V. MAZO come voce più vernacola.

MAGIO SUTO B AVRIL BAGNA, Maggio asciutto gran per tutto, cioè Ábbondante raccolta. Dicesi pure per contrario, Maggio ortolano assai paglia e poco grano, per far intendere che Le abbondanti pioggie in tal mese danno molta paglia e scarse spighe.

MAGIO VA ADAGIO, ZUGNO METI ZO EL CODBGUGNO, Quando il giuggiolo si veste e tu ti spoglia, e quando egli si spoglia e tu ti vesti. V. AVRIL.

RUSSIGNOL DE MAGIO, Cigno orecchiuto, detto fig. e vale Asino. MAGIO, s. m. Ferriera, Luogo delle fornaci dove si cola e lavora la vena di ferro. Magona dicesi il Luogo nelle ferriere in cui si dà la prima preparazione al ferraccio per purgarlo dalle loppe. MAGIOL, s. m. Cerino; Facellino di cera, Quella lunga e sottil candeletta aggomitolata ad uso di lume da tenere in ma

no.

MAGIOLICA, s. f. Maiolica, Sorta di terra cotta ricoperta di smalto che serve a far piatti ed ogn' altra manifattura di stoviglic.

QUEL DA LE MAGIOLICHE, Stovigliaio; Catinaio; Pentolaio; Vasaio, Colui che vende stoviglie. MAGISTRATO, s. m. Magistrato, Adunanza d' uomini con podestà di far eseguire le leggi e di giudicare. Magistratura è l'Ufizio e giurisdizione di Magistrato.

La già Repubblica veneta contava più di 70. Magistrati in Venezia, tutti coperti da patrizii, fra' quali erano divisi gli affari del governo. Gl' individui patrizii non si chiamavano però Magistrati, ma comunemente GIUDICI DEL MAGISTRATO, qualunque fossero le loro attribuzioni anche amministrative.

Altre Magistrature chiamavansi Collegi, come COLEGIO DE LA MILIZIA DA MAR, COLEGIO DE'Signori de nOTE etc. ed altri finalmente Consigli.

MAGISTRATO CHE LBVA, dicevasi Quello che aveva diritto di levare un patrizio da altro Magistrato per trasferirlo al proprio; e Magistrato CHE LEVA DE LEVA, Quello che aveva diritto di levare anche da quello che levava. Bene inteso però, che era sempre il Senato che levava, non già che le Magistrature avessero un tal dirit

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Magnà dai tavani e da le mosche, Morso; Appinzato.

MAGNABILE, add. Mangiabile; Commestibile, Buono a mangiare. MAGNACARTA, s. m. Menante; Notaiuzzo, Quello che vive copiando carte.

Leguleio, legale imperito che conosce le parole delle leggi ma non le intende — Cavalocchio, Esattore, sollecitatore d'affari Mozzorecchio, Menante o copista di un curiale.

-

MAGNADA, s. £. Mangiata; Mangiagio ne; Mangiamento; Corpacciata; Pappata. Beccaficata. DAR UNA BONA MAGNADA, V. in Magnar. MAGNÀFARA, 6. f. Manaccia, Brutta e

MAGNADA DE BECAFIGHT,

cattiva Mano.

MAGNAFREGOLE, V. MAGNAMARONS.
MAGNAGIAZZO, T. de'Pescatori, con cui
chiamansi per aggiunto le così dette VER-
ZELATE, perchè resistono al ghiaccio più
d'ogn'altro pesce di valle.
MAGNAIZZO, V. MAGNOLEZO.
MAGNAMARONI, s. m. Ruffiano. V. Ru-
FIÀN, E AZZALÌN.

Bagascio e Bagascione o Bertone, vale Drudo di puttana. MAGNAMENTO DE STÖMEGO, s. m. Manicamento di stomaco; Morsura; Morso; Mordicamento, Acidezza e mordacità di stomaco o di corpo. Acidità; Stoma

co acetoso.

MAGNAMENTO O RODIMENTO de arzere, Lunata, T. Idraulico, Corrosione prodotta nelle sponde de' fiumi o torrenti dalla corrente dell'acqua per lo più in linea curva. Alcuni dicono Rosa.

MAGNAMERDA, s. m. Mangiapattona; Mangiapolenda, Persona vile, dappocoMazzamarrone o Mangiamarroni è detto per ingiuria.

MAGNAOR, s. m.

} MAGNAÒRA, s. f. Mangiatoia e Greppia, Luogo dove si mette il mangiare innanzi alle bestie.

MAGNAÒRA DEI OSELETI, Beccatoio, Vasetto dove si dà beccare agli uccelli. MAGNAORA, detto in Gergo, vale Bocca; e dicesi MORFIA, pur in T. di Gergo. ESSER IN MAGNAORA, Essere in pisciEntrare in piscina; Esser messo in piscina, e simili maniere dinotano Aver Manmaneggio Essere in ufizio lucroso giar sotto la baviera; Rodere o Pappar di soppiatto, si dice di chi lucra in qualche carico nascostamente e illecitamente.

na;

e

MAGNAPAN, s. m. Mangiapane; Sparapane; Votamadie, si dice di Uomo buono a poc' altro che a mangiare. MAGNAPATERNOSTRI, V. BACHETON, CHIETIN E PATERNOSTRAR. MAGNAPUTÈI, s. m. Divoramorti; Cospettone; Smargiasso; Spaccone; Spaccamonti, Colui che millanta o cerca di far paura e non è buono a nulla. MAGNAR, s. m. Mangiare e Manicare, Cibare in vece di Il cibo, la vivanda Cibo è voce disusata.

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MAGNAR LEZIERO, Sottigliume, vale Unione di cose sottili, e si usa coniunemente per dinotare Cibi di poca sustanza.

MAGNAR DA STRUPIAI, Mangiar ghiotto o appetitoso; Mangiar da storpiati, vale Leccornia, Vivanda da ghiotti. Il vin di Brozzi, un pane e una cipolla, talor per uno scherzo tocca il cuore.

Tegnir el magnàr a qualcùn, Alzare la mangiatoia, Sottrarre qualunque aiuto o favore o anche il cibo.

MAGNAR, v. Mangiare o Magnare, che anche dicesi Dare il portante ai denti; Ungere il dente; Far ballare o Sbattere i denti-TORNAR A MAGNAR, Kimangiare.

lo

MAGNAR A CREPAPANZA, Mangiare a crepapelle o a crepa pancia o a crepa corpo. Sventrare vale Quasi scoppiare per troppo mangiare e bere - Strippare, dicesi in modo basso dell'Empier soverchiasi dimente la trippa - Non far rosure, ce in modo basso di Gran mangiatore Caricar la balestra, dicesi fig. e vale Mangiar e bere sconciamente. Mangiare a traБоссо.

Trovarsi o Star

MAGNAR A LA BARONA, si a desco molle, vale Ritrovarsi a mangiare senza tovaglia o apparecchio forma.to. V. BARON.

MAGNAR A L'OSTARIA, Stare a scotto, cioè Desinare o Cenare alla taverna.

MAGNAR A MACA, Mangiare a macca o a bertolotto o a salvum me fac o a ufo o alle spalle del Crocifisso, Mangiar senza spesa Passar per bardotto, dicesi di Colui che non paga a una cena o a un deVenir di sinare la parte che gli tocca sovvallo, si dice di Cosa che vien senza spesa-Spollastrare o Sgallinare, Mangiar lautamente girando per le mense altrui.

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MAGNAR DA CAN, Mangiar de' sogni, Non aver da mangiare-Quares meggiare, voce scherzevole, Mangiar poco e male-Mangiar male, potrebbe dirsi per allusione ad un imperito o trascurato cuciniere che non sapesse ben condire o stagionar i camangiari.

MAGNAR DE MATINA, Asciolvere o Sciolvere- MAGNAR AVANTI CENA, MerendaPusignare. re MAGNAR DOPO CENA,

-

Magnar da re o DA PAPA, Mangiar alla reale o lautamente; Stare in apolline; Stare alla paperina, Far un fianco da Papi.

Magnar da tre BANDE, Succiar da tre dicesi metaf. di uomo scaltrito che poppe, pela tre persone ad un tratto.

MAGNAR DE GUSTO O DE BON APETITO

Pigliare il pollo senza pestare, si dice dell'Esser sano e mangiar con grande appetito e di voglia.

MAGNAR DEI INFERMI, Pigliar cibo. MAGNAR DE SASON, Mangiar di stagio ne, cioè Le vivande calde appena cotte, nel loro vero punto.

MAGNAR B BEVER ASSAB, Avere il pettine e il cardo; Essere al bere infermi e al mangiar sani, Mangiare e bere assai.

MAGNAR E BEVER E NO PENSARGhb, Dormire al fuoco; Dormir colla fante, vale Vivere spensierato.

MAGNAR B DESTRIGAR TUTO QUELO CHE GH'È A TOLA, Spianar la Far lo mensa; spiano, Mangiar tutto.

MAGNAR EL BOLETIN, detto fig. Serbar nel pellicino; Tenere in credenza o in sè, Usar silenzio, Tener segreto un affare, che anche si dice Celare sotto suggellato silenzio. V. MASTEGAR.

gere;

MAGNARSE EL COLOR, Stignere o StinTor via la tinta, Smarrirsi il colore. MAGNAR EL CUOR E LE VISCERE, detto fig. Tormentare; Affliggere; Travagliar l'ani mo altrui; Assediare-Ingoiar colle parole; Mangiar uno vivo colle parole, Atterrir colle chiacchiere. V. MAGNAR I OCHI.

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gare e vale Tuo danno. Chi è causa del suo mal pianga sè stesso; Colpa sua; Chi così ha voluto così abbia.

MAGNARGHE SORA, Appiccar alle mani; Far agresto; Approvecciarsi; Fare una vindemmia anticipata, Dicesi di quell'avanzo illecito che fa taluno nel fare i fatti altrui, o quando mandato a comprar roba dice di avere speso di più di quello che ha speso realmente.

MAGNAR I GAMBARI E LASSAR LE ZATE, Ovv. MagnÀr la CARNE E LASSÀR I OSSI, Cavare o Volere gli occhi della pentola, Togliere il buono per sè e lasciare il cattivo agli altri. Cor la rosa e lasciar la spina, Appigliarsi al buono lasciando da parte il

cattivo.

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MAGNAR LA FOGIA, che anche può dirsi MAGNAR assolut. è Detto furbesco, che vale Intendere; Capire quel che altri dice copertamente-LE M'HA MAGNA, M'hanBRAVO DA MAGNAR LA FOCIA, no capito Bravo da intendere.

MAGNAR LA ROBA TUTA IN T'UNA VOLTA, Recare a un dì, Consumare in breve ciò che dovrebbe bastare per tutta la vita -MAGNAR A QUALCUN TUTA LA ROBA, Petlinare alcuno all' insù, Consumare, Rifinire le sostanze di chi che sia.

MAGNAR LA VOLTA, Locuz. de'Barcaiuoli, Guadagnar il tempo, dicesi Quando due barche essendo per incontrarsi nello stesso punto, una prevedendo da lungi l'intoppo, bordeggia alla larga in modo che s'acquista il vantaggio di anticipáre il passaggio e in conseguenza di guadagnare il tempo.

In altro sign. MAGNAR LA VOLTA, Togliere la volta e anche Furar le mosse, vagliono Preocupare nelle operazioni alternative il luogo altrui.

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