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VANGHETO, s. m. Piccola vanga. VANIA, s. f. Avania, Impostura, Falsa invenzione a pregiudizio altrui.

DAR UNA VANIA A QUALCUN, Dar mala pore ad alcuno, Incolparlo, Dargli cattiva fama, Calunniare alcuno, VANIGLIA, s. f. Vaniglia o Vainiglia, Baccelletto odoroso aromatico d'un Frutice rampicante, parasitico, delle Iudic occidentali, ch'è chiamato da Linueo Epidendrum Vanilla e da altri Vanilla aromatica Vaniglione, T. di Commercio, dicesi a Specie più grossa di Vaniglia.

VANIGLIA, s. f. T. de' Fioristi, Vainiglia o Vainiglia de' giardini o Eliotropio a for odoroso di vainiglia, Pianta che si coltiva in vasi, detta da' Botanici Heliotropium Peruvianum, i cui fiorellini hanno un gratissimo odore muschiato o di vainiglia. Questa pianta non ama il gran freddo, nè l' esser soverchiamente annaffiata.

VANTAGIO, s. m. Vantaggio o Avvantaggio.

ESSER SUL VANTAGIO, Averne buono; Dir buono, Essere sul vantaggio, Esser a buona condizione.

VANTAGI POCO ONESTI, Guadagneria, Guadagui illeciti.

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zare.

VANZA DA UNA DISGRAZIA, Avanzato al fuoco, alle inondazioni e simili, vale Ri

masto illeso o non consumato.

TEMPO VANZA, Tempo avanzato, val Guadagnato.

VANZAR (colla z aspra) v. Essere o An

dar creditore da alcuno.

VANZAR FORA, Avanzare; Soprabbondare; Restare; Sporgere in fuori. Accivanzare o VANZARSG QUALCOSSA, Civanzare, Risparmiarsi qualche cosa. VANZAR L'AQUA DA LAVARSE LE MAN, detto fig. Avanzare i pie fuori del letto, Di chi non ha messo nulla in avanzo.

COSS'ALO PO AVANZA? DE LE SCHIAFE, Che cosa ha poi egli avanzato? ( cioè riscosso) delle busse, delle ceffate, un rabbuffo ec.

VANZAR TEMPO, Guadagnare o Avanzar tempo, Anticipare, Prevenire. VANZAR TEMPO COL STAR SU LA NOTE, Cavar il tempo dagli occhi, cioè Avanzar col vegliare più del consueto, tempo EL CREDE DE VANZAR E EL GHE PERDE. V. in GUADAGNAR.

che avanza

Entra

VANZARSE TROPO COL DISCORSO, re troppo innanzi, V. Avanzàn. VANZAURA (colla z aspra) s. f. Avanzaticcio; Avanzuglio; Rimasuglio; Rimaso; Sceltume; Scegliticcio; Resto, Ciò Marame; Rifiuto, 11 peggiore di qualsisia cosa. VANZAURE, Avanzo o Avanzi in plur. Il rimanente, che anche dicesi Il restante, Il residuo di qualunque cosa. Rilievo Abbeo Rilevo è l' Avanzo della mensa ; veraticcio; Abbeverato sust. e Culaccino della Bevanda e del Bicchiere ; Sconocchiatura, del Pennecchio; Raffilatudel Panno; Scampolo, d'uua pezza intiera. V. CULETO E RESTO. VANZEGA, detto da alcuni per SVANZE

re,

GA, V.

VAÒN, s. m. T. Agr. Callaia; Vallico,
Quell' apertura che si fa nelle siepi per
passare a'campi.
VAPOR, s. m. Vapore.

VAPOR, Si dice anche ad una Specie di Mussolina finissima che serve per abiti e forniture di donne.

VARA, Vocabolo che si sente frequentemente nel basso popolo, ed è l'imperati vo singolare di VEDER, e vuol dire, Ve' o Vedi. Il plurale è Varè, V.

VARA CHIAPA CHIO, Maniera bassissima che indica maraviglia, e talora è disprezzativa o negativa: lo stesso che POFARDIA, V.

con

VARAGNO, s. m. T. de Pesc. Ragana o Dragone di Pesce di mare conomare? sciuto già da'Latini col nome Draco e da Linn. posto al Trachinus. Ne abgenere biamo due differenti, cioè il VARAGNO BIANCO che ha la testa compressa, piccole asperità, ed una spina pungentissima, che i Siciliani chiamano TRACINE; ed il VARAGNO PAGAN, che diversifica dal primo per avere il corpo bianco e la parte superiore del tronco con delle macchie brune, con molti punti neri. Nell'Istria dicesi RAGNO.

Entrambi questi pesci si riputavano d'un'identica specie; ma il nostro Signor Nardo avendoli con molta diligenza confrontati fra essi, trovò che sono due specie distinte da importanti caratteri ; e quindi ritenne il VARAGNO BIANCO Come il Trachinus Draco di Linneo; e chiamò Trachinus Bloch il VARAGNO PAGAN per dedicare la specie all' immortale Bloch, che aveva dato di essa una esattissima descrizione.

VARAGNOLA, s. f. Chiamasi da'Pescatori il VARAGNO quando è piccolo. VARDA, s. f. T. antiq. Guardia, V. Van

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dare.

VARDAR PER SUTIL, Metafisicare; Sofisticare; Riandare o Riveder le bucce, V. SUTIL.

No LA VARDAR TANTO PER SUTIL, Non la guardare in un filar d'embrici o di case; Filare o Ber grosso; Ingrossare la coscienza; Non la guardar così per la Chi minula o per minuto o nel sottile; guarda ogni penna non fa mai letto. VARDAR IN SFESA, Guardar capolino, a Far capolino; Guardar di soppiatto.

NO VARDAR IN TBL MUSO NISSUN, Gittare il giacchio tondo; Darla a mosca cieca ; Menar la mazza sorda, Non aver riguardo a niuno. Non bisogna oggidi guardar in viso persona; Come la stadera de bec

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VARDITE DAI PAPATASI, V. PAPATASI. VARDITE PRIMA TI E PO PARLA, Guardati a piedi, Esamina prima te stesso avanti che biasimi alcuno La padella dice al paiuolo, fatti in là che tu mi tigni, Maniera che dicesi a uno che riprenda altrui d'un vizio del quale esso sia macchiato 'I ripreso.

come

VARDA BEN COME TI T'IMPEGNI, Non allargare le ali più del nido; Non ti stendere più del lenzuolo; Misurati col tuo passetto; Fa il passo secondo la gamba.

VARDE BL FATO VOSTRO, Guardate al vostro acconcio: cioè Riflettete e determinatevi giusta l'interesse a piacimento vostro, che può anche dirsi Guardate al fatto vostro In altro senso dicendo State ben accorto o State sull' avviso, è un Avvertire altrui di star attento per non essere burlato.

VARTE O GUARTE, Guarti, per Guar dati, si può usare in poesia.

DIO VARDA, Guardi o Cessilo il Cielo; Guardi Dio, No Davvero. no;

DIO MB VARDA DA CHI GA DA FAR UNA COSSA SOLA, Dio mi guardi da chi non ha che una sola faccenda: deito proverb. perchè quel tale mai non parla d'altro e sempre con essa importuna altrui.

SE MI FUSSE UNA BELA DONA, DIO VARDA CHE VE VOLESSE PER MIO CAVALIER, S'io fossi donna e bella, guarda ch'io mai vi volessi mio cicisbeo. per

DIO ME VARDA DAI PETEGolezzi de le DONE, V. PETEGOLEZZO.

DIO VB VARDA DA CHI RIDE E VARDA IN LA, DA CHI INGIOTE LA SPUAZZA E DA CHI MAGNA SENZA Parlarve, Prov, vulgatissimo fra noi, al quale corrisponde, Il Ciel da vi guardi da chi ride e guarda in la, chi ingoia lo sputo e da chi mangia senza parlarvi: Tutti indizii di persona equi

yoca,

Nel parlar fam. SE DIO VARDA, Vuol dire Se per avventura; Se a caso: coine SE DIO VARDA NOL ZOGAVA COPE MI NO CHIAPAVA, Se egli per caso non giuocava SB DIO VARDA coppe, io non pigliava

NO GHE METEVA DEL MIO, NO SARIA NATO

GNENTE, Se io non ci metteva del mio, nulla sarebbe avvenuto,

No SO DA CHI VARDARME, Dai buoni mi guardi Iddio, che dai cattivi mi guarderò io, Dettato comunissimo, che indica, Esser più difficile guardarsi da chi nella

società ha buon concetto ma tristo cuore, di quelle che da' cattivi, perchè il cuore non si vede.

FARSE VARDAR DRIO, V. DRIO.

LA VARDA CHE CASI! Guardi lei! Maniera fam. espressa con ammirativo per derisione o ammonizione.

FENESTRA CHE VARDA SU LA STRADA 2 Finestra che riguarda o che riesce sopra la strada; ovv. che ha riguardo alla strada: cioè Ch'è posta verso la strada.

SB VARDA ANCHE UNA MERDA, POSSO VARDARVE ANCA VU, Anche i gufi e i barbagiani sono guardati, Risposta che si da a chi disdegna d'esser guardato.

ZOGAR A VARDARSE, V. ZOGAR. VARDARÒBA, s. f. Guardaroba, Luogo della casa ove si conservano gli arnesi. VARDAROBIER, s. m. Guardaroba, dicesi anche Chi ha in custodia tutte le biancherie, vestiario, utensili e mobili o altra suppellettile di una casa; ed in questo sign. nel numero del più si dice Guar darobi, masc.

VARDASCARTOZZI, s. m. Guardacar tocci o Lanterna da cartocci, T. Mar. dicesi un Vaso di legno fatto a posta per contenere un cartoccio onde poterlo tras portare ben difeso da ogni pericolo di fuoco.

VARDIA & GUARDIA, s. f. Guardia,

stodia.

c

Cu

Guardia, si dice anche al Custode, al Guardatore.

STAR IN VARDIA,

Mettersi, Porsi e si

Dili in guardia. VARE, vuol dire Vedete, presente di vedəre; e s' usa anche per intercalare, che aggiunge però forza al discorso, richia mando l'attenzione di chi ascolta. MI SI, MI NO, VARE, Io no, vedete VARE, lo si, vedete.

VARE COSSA CHE ME TOCA A VEDER! Detto con ammir. Guardate che cosa mi tocca vedere!

VARE CHE GRAN COSSE! Guardate che maraviglie.

VARE O VARDE CO I DISE, a cui talora si soggiugne CHBL PONTE DE NOAL XB A S. FELISE, Maniera fam. di ammirazione, come direbbesi Oh diamine! Che cosa sento! Per bacco! e simili, o che talora si dice in aria scherzevole di rimprovero a chi esageri nel discorso o pretenda più del dovere cc. (il ponte di Noale è nella parrocchia di S. Felice.)

Gridano

QUARANTA AL GROSSO, VARÈ, in Venezia i venditori di fichi, ed è come dicessero, Vedete i fichi ch'io v'offro a quaranta al grosso: cioè quaranta per quattro soldi,

VAREA, s. f. Avaria, T. Mar. Danno che

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accade ad un vascello o alle mercanzie delle quali è caricato; e il Costo e la Spesa non preveduta che uno è obbligato a fare in un viaggio. Avaria semplice è il Danno accaduto alle mercanzie per proprio lor vizio o difetto naturale. Avaria ordinaria è la Spesa che vi vuole per imballare, caricar le mercanzie e assicurarle, Avarie grosse e comuni, sono le spese

straordinarie e il danno sofferto pel bene e per la salute comune delle mercanzie e del vascello. Di questo numero sono le cose date per composizione ai Pirati pel riscatto del bastimento. Grossa avaria dicesi anche il Danno che altri è obbligato soffrire quando la tempesta forza a gittare le mercanzic in mare, a tagliar le gomone, le vele, gli alberi ec.

Avaria, si dice ancora il Diritto che paga ogni vascello pel mantenimento del porto in cui ei s'ancora.

VARBA DEL PENON, Cima del pennone,

V. PENON.

ALBORO

VAREA D' Colombiere, Quella parte degli alberi d'una nave che ne hanHo uno sopra posto, compresa fra le crocette di gabbia e la testa di moro. VARENTA, Voce dal verbo Guarentire o Guarentare o Garantire.

VARENTA MI, Sal mi sia, quasi Salvo mi sia. A rifar del mio, Modo di chi afferma costituendosene mallevadore.

VARENTA MI, CHE STA RASÒN ME PIASE, Se Dio mi dia bene che cotesta ragione molto mi s'accosta, cioè Mi piace.

VARENTA VU, Dio v'aiuli; Dio vi salvi. VARENTA I MI OCHI, Specie di giuramento popolare, che vale, Egli è tanto vero quanto mi sono cari i miei occhi e simili.

VARENTAR, v. Guarentire; Garantire e Guarentare, Difendere, Proteggere.

DIO VARENTA LE MIE CREATURE, Pio protegga o preservi o guarentisca le mie creature, i miei figli, la mia famiglia. VAREZAR, v. Vaiolare; Vaiare o Inva iare, ed anche Saracinare o Farsi ghezzo, dicesi dell' Uva ed anche delle Ulive e di altre fruite quando prendono il color nero e cominciano a maturare; e quindi Vai, Ghezzi o Saracini, gli Acini dell'uva, le Ulive ed altre frutte quando per maturità anneriscono. Inoliare, si dice particolarmente delle Ulive quando maturano. L' uliva è inoliata.

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l'inverno dalle donne ne' loro vestimenti per lusso. V. DOSSI.

Il sott' abito della Veste Patrizia era fornito di pelle di vaio a mezza stagione; l'Inverno dai Dossi.

VARA, Agg. di Gallina, Brizzolata, V. GALINA.

VAROLA O VARIOLA, add. Butterato; But teroso; Vaiuolato; Taccato, dicesi del Volto dell'uomo nel quale son rimase le margini del vaiuolo.

VAROLE O VARIOLB, S. f. Vaiuolo o Vaiuole, Malattia notissima, comune, quasi a tutti, più o meno contagiosa.

VAROLE SALVADEGHE, Ravaglione o Rovaglione, e Morviglione o Morbiglione, Specie di male che somiglia al vero vaiuolo.

SEGNI DE LE VAROLE, Buttero, Margine che resta dopo il vaiuolo.

MARZA DE LE VAROLB, Miasma, Quella marcia con cui si faceva l'innesto del vaiuolo naturale, a cui fu da pochi anni in qua provvidamente sostituita la Vaccina. V. VACINA.

VAROLE DE LA FAVA, T. degli Ortolani, Porri, Bitorzolini o Piccole tuberosità che sono talvolta alla corteccia esteriore de'baccelli della Fava, e si estende anche ad altre frutta.

MAL DE LA VARIOLA, Male del lupino, che anche dicesi Lupinello, Sorta di malattia che suol venire a' polli negli occhi quando enfiano e s'infiammano a modo di Lupino (FAVA LUINA), che si cangia in una maglia o macchia bianchiccia. VAROTER, s. m. Vaiaio, così detto da Vaio, Specie di pelle ( V. VARO) Pellicciaio, Pellicciaro; Pellicciere, Che fa pellicce e vende pelli di vai. VAROTERA, s. f. Femmina di Vaiaio, la quale sull' esempio di altre voci consimili e così formate, potrebbe dirsi Vaiaia; Pellicciaia.

VARTE, Imperativo di VARDAR, Guarti; Guardati; Guarda la gamba. VASCA, s. f. Vasca o Tazza, Ricetto murato dell' acqua delle fontane. VASCA DE LA LUCERNA, Coppa, V. Lu

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vi manteche. Quadrettino, Vasetto da balsamo. Barattolo, Vaso di terra o di vetro per tenervi conserve.

Orciolais

QUEL DAI VASETI DA OGIO, Vasellaio, Colui che fa o vende vaselli. VASINA, s. f. O VAZINA, Vagina; Guaina; Fodero.

VASINA, dicesi dalle Sarte e dalle nostre donne ad un lavoro o specie di condotto o canale fatto in un abito o simile col

panno stesso, per passarvi un cordone ad un nastro per entro, tirando il quale dei due capi si viene a stringere l'apertura. Fassi principalmente in quelle parti d'un abito, le quali debbono avere una larga apertura, perchè si possa mettere indosso, ed hanno bisogno che questa apertura si ristringa perchè stia assettato alla persona. VASO, s. m. Vaso e Vase, rale.

Nome geneVASO DE LA SECHIETA, V. CANTARO. VASO DA OGIO, Utello; Orcio; Orciuolo. VASO FONDO O FONDIVO, Vaso cupo o cavo VASO Vaso SPANTO, spaso, ed è il suo contrario.

-

QUANTITÀ DE VASI, Vasellame; Vasellamento.

UN BEL VASO DE BOTEGA O DE CAMARA O

DE SALA e simili, Un bel corpo di bottega o di sala ec. cioè Luogo ampio, di bella forma.

VASO DE PANDORA O DE MOSTARDA, Detto furbescamente, Il Culo, il Diretano.

VASI DE LE BARCHB, T. d'Architettura navale, l'asa e più sovente Vase nel numero del più. Nome che si dà a due travi situate lungo i lati del vascello su i parati, sulle quali si posa e si assicura per vararlo, Colonnette delle vase, diconsi alcuni Pezzi di travi indentati nelle vase, che vanno ad appoggiarsi al corpo del vascello lungo il tratto della stella per regger le trinche dell'invasatura prima di vararlo.

VASOLINI, s.m. Parte dello sperone d'una
nave. V. SPERON.
VASÒTO, s. m. Vasello, Vaso mezzano.
VASSELETO, s. m. Vascelletto, Piccolo

vascello.

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NO DAR UDIENZA A UNO, Maniera fam. Non ascoltare; Non dare ascolto, vale nel signif, vernacolo, Non dar retta, Non abbadare, Dar l'udienza che fa il Papa ai furfanti-No GHS DE UDIENZA, Non gli abbadate; Non gli date retta. UDITOR, s.m. Uditore o Auditore, Quegli che ascolta.

UDITOR MILITAR, chiamasi Auditore quell' Ufiziale che ne corpi militari è destinato a giudicare in prima istanza. Nel sistema Austriaco v'hanno l'Auditore Capitano; l'Auditor Stabale o sia Maggiore, l'Auditore Stabale, che vale Maggiore; e l'Auditore Generale. Il Capitano equivale ad un Consigliere di prima istanza, lo Stabale a un Consigliere d'appello, e il Generale ad un Consigliere Aulico.

UDITOR DE ROTA, Auditore di Rota, Uno de' dodici Prelati di varie nazioni che formano in Roma sotto del Pontefice un Tribunale decidere le lisupremo per ti. Anche la Repubblica Veneta aveva diritto di nominarvene uno,che si mantenne sino all'abdicazione del Governo. L'ultimo Auditore Veneto fu Monsig. Giovanni Priuli 3.zo di S. Gervasio e Protasio.

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Guai a me.

MI NO VB,

Ve! ovvero O ve! parimente pronunziato aperto, To' e Toh, voce accorciata da Togli,in forza d'interiezione,dinota meraviglia-O VE CHI VEDO! To' ch'io mi vedo! VECE (dal lat. Vice) Vece si dice di Persona o di Cosa che sia in luogo d'altro.

FAR LA VECE O I.e vece de uno, Prendere o Tener la vece o le vece altrui, vagliono Entrare e Stare in suo luogo, Quan-LA FARA LE MIE VECE, DO MI SARO VIA, Quand' io sarò assente, ella farà le mie veci, V. INVECE.

VECHIA, s. f. (si proferisce come in toscano Vecia) Vecchia.

Vec

VECHIA BALOTA O CARAMPANA chiarda, Vecchia, ma si prende in cattivo sentimento. V. in Cuco,

VECHIA RABINA, Vecchia rantolosa, arrovellata, arrabbiata.

VECHIA PELADA, Ha giocato al Pelacchiù, dicono a Lucca per significare una Donna pelata e calva per vecchiaia o per malattia. E passata per la via de' pelacani. VECHIA RAPADA, Vecchia grinza o gri

ma.

VECHIA PORCA, Vecchia Gabrina, Nome celebre di Donna vecchia brutta presso l'Ariosto, passato in nome di disonore e di disprezzo ed usato dal Menzini e dal Fagiuoli, aggiuntavi l' idea de' laidi co

stumi.

BRUTA VECHIA O VECHIA MARANTEGA Befana; Ceffo di befana; Brutta scanfarda; Ancroia; Può andare per la fava alle tre ore; Vecchia grinzosa e brutta, sdentata, bavosa, tremola, slomachevole.

VECHIA TIRADA SU, Vecchia ricardata, cioè Rinfronzita, Azzimata, Abbellita per comparir giovane.

VECHIA MA CHE figura da zovenE, Donna antica di tempo ma giovane di viso.

CO LE VECHIE NO SE S'INTRIGA Mai, Chi a vecchia s'e s'accosta, a mala ventura s'aggrotta, cioè s'accosta.

SE LA VECHIA NO MORIVA, Maniera fam, Se il Nonno non moriva e' sarebbe vivo. Modo di dire che si usa con quelli che millantano che avrebbero fatto se non fosse loro mancato il modo. VECHIETO, s. m. (si pronunzia come in toscano Vecieto) Vecchietto; Vecchiuccio; Vecchierello; Vecchicciuolo, Vecchio di piccola statura.

VECHIBTO BRAVO, Vecchietto, dicesi di Vecchio vivace.

VECHIETO MINCHION, Frannon nolo, Vecchinccio scimunito, minchione.

EL XE VECHIRTO EL MIO COCOLO, Egli è vecchiuzzo il mio vezzo. Vecchiccio.

ROBA VECHIETA,

VECHIN (pronunziato come in toscano Vecin) SAVER DA VECHIN, Saper di vieto cioè di Stantio, di rancio e di cattivo sapore per troppa vecchiezza. VECHINA, s. f. (si pronunzia come in toscano Vecina) Imbozzacchito; Indozzato; Mezza sconciatura, Agg. d' Uomo che cresce a stento Gallina mugellese, si dice di Chi mostra meno assai di quello che ha.

-

EL GA UN MUSO DA VECHINA, Ha del vecchioccio nel viso, Ha un un viso un po' antichettto.

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Eta barbogia,

più intero il discorso disse il Redi nel Ditirambo per dire Età decrepita.

VECHIO COTECHIO O CUCO, V. in Cuco. VECHIO DE CASA, Vecchio o Tarlato di casa: intendesi de' Servitori.

VECHIO DESPOSSENTE, Vecchio accasciato, cascatoio o cascaticcio, Vecchio debilitato, aggravato delle membra per età o per malattia - Vecchio chioccia,

Vecchio malandato.

I VECHI NO GA DA SIMIOTAR I ZOVENI CO

LE DONE, Il vecchio che scherza colle giovani accarezza la morte, disse saviamen te un Autore, per avvertire i vecchi essere già passata per essi la stagione anche autunnale.

VECHIO FURBO, vettato; Quanto è più vecchio l'arcolaio meglio gira; e vale che I vecchi pratici e' accivettati internandosi nelle operazioni, più agevolmente v'impazzano che i giovani. Dicono i Siciliani, Se il giovane volesse e il vecchio potesse, non vi sarebbe cosa che non si facesse, prov. dinotante che I fatti sono proprii de'giovani ei consigli de' vecchi.

Vecchio scaltrito acci

VECHIO IMPERSUTIO, V. IMPERSUTIO. VRCHIO MATO, Vecchio impazzato, Contrario di Assennato.

VBCHIO PIATOLOso, Vecchio chioccia,da Chioccia, gallina vecchia e spelata, che cova i pulcini come il malato cova il letto e si rammarica con voce chioccia. VECHIO PIEN DE SCHINELE, V. SCHINELA. VECHIO PROSPEROSo, Ferrigno; Rubizzo; Prosperoso, Sano, V. SUTO.

VECHIO RABIN, Vecchio arrapinato; Arrovellato di vecchio; Arrovellataccio, Rantoloso; Arrabbiato; Vecchiardo. I vecchi sono come il vino che quanto più invecchia sente d'amaro.

Imbarbo

VECHIO RIBAMBIO O INSENSA, gito, Barbogio; Rimbarbogito; Rimbambito.

Vechio scorezon, Vechio-petardo, Che tiva peti frequentemente. Bavoso coregdi giero che puzza di sotto e sopra. VecVECHIO SIMUNITO, Frannonnolo, chiaccio scimunito.

VECHIO TAGIÀ IN BONA LUNA, V. TAGIA.
CARO VECHIO,
Modo d'amicizia come se

si dicesse Caro amico; Caro figlio, par-
lando con Persona confidente No, VB-
CHIO, No amico; No mio caro.
EL PIÙ VECHIO DE TUTI, il Maggiornato,
il Vecchiardo, Di età maggiore degli altri.
ESSER VECHIO, Essere alle ventitre ore,
V. VEGNIR VBCHIO.

GHE NE SA PIÙ I VECHI DEI ZOVENI, Il tuo diavol è cattivo perchè egli è vecchio; e l'altro, Quando il tuo diavol nacque il mio andava ritto alla panca, vagliono che gli uomini di età come esperti si pos sono difficilmente ingannare.

MATO DA CABNA QUEL VECHIO CHE S'INA MORA, Chi vecchio s'innamora, oltre ogni pena, gli convengono i ceppi e la catena.

I VECHI XE BUTAI IN T'UN CANTON E STRA PAZZAL, Al cane che invecchia la volpe gli piscia addosso, ovvero Al leone che in vecchia le lepri insultano, detto figur. I vecchi sono trascurati o derisi o insultati.

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PARER PIÙ VECHIO DE QUEL CHE SE XE, Invecchiuzzire, che vale Intristire, Indozzare in guisa che si sembri più vecchio di quel che porta l' età.

PIÙ VECHIO D'UN SASSO O DE L'ANo de LA FAME, Più antico del brodetto; Ha più anni della Sibilla Cumana.

I VECHI GA DA STAR ALEGRI IN CONVERSAZION, Abbia il Giovane del senile e il Vecchio del giovanile, cioè La gioventù sempre vivace si temperi colla saviezza e il vecchio nella conversazione stia allegro.

Quando un vecchio o una vecchia mangia bene o fa delle azioni da giovani, dicesi Capra vecchia bene sbrocca.

TOR VIA LE COSSE VECHIE, Svecchiare. Cascare VEGNIR O DEVENTAR VECHIO, fra le vecchie; Portare i frasconi, Invec-~ chiare; Inveterare; Andare in la cogli anni Gli anni gli hanno fatto somma addosso, disse il Firenzuola.

VECHIO, add. Vecchio, vale Antico ch'è di più tempo avanti, contrario di VECHIA COME CANuovo o di Moderno

CAR A BRAZZI, V. CAGAR.
NOVE VBCHIE, V. NOVA.

USI VECHI, Usanze invecchiate, Divenute vecchie. Errore invecchiato; Opinione invecchiata; Consentimento invecchiato di molti autori.

PENSAR A LA VECHIA, Preferire le vecchie usanze; Essere o Dichiararsi contrario alle cose moderne; Essere del taglio antico; Io vo' fare come faceva mio padre.

V. TOLA.

A TOLA NO SE VIEN MAI VECHI, VECHIO DE MAR, V. FOCA. VEDELA (coll'e aperta) s. f. Vitella mongana, Vitella da latte, Vitellina; VitelBestia letta Lattonzo o Lattonzolo, vaccina da un anno addietro, che dicesi anche Manzolla.

VEDELAME, s. m. Bradume, Quantità di bradi. Bradi è Agg. di Bestiame vaccino non ancora domato.

VEDELATO, s. m. Vitelletto, Ma inten

desi molto nutrito.

VEDELETO, s. m. Vitelletto; Vitellino. VEDELO (coll'e aperta) s. m. Vitello;

Boccino.

VEDELO DA LATE, Vitella mongana Lattonzoo Lattonzolo si dice la bestia boBirracchio o vina che ha meno d'un anno-GioSopranno, Quella dopo l'anno venco, il Toro giovine sino al quarto anno. V. SOBAN.

I VEDELI VA IN BECABIA PRIMA DE LE VA

CHE, E' ne va prima in beccheria gli agnelli che le pecore,si dice Quando muere prima il figliuolo del padre o della ma

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VEDER LA LUNA IN TEL POZZO, V. LUNA. VEDER LA LUSB DEL SOL, detto figur. Romper la malia, Passata lunga disdetta, incontrarsi in qualche buona fortu na, Cominciar a veder chiaro o a ricomparir la fortuna.

VEDER I SORZI IN PIVIAL, Maniera scherzevole e fig. che vale Vegliare; Non poter chiuder occhio la notte.

NO VEDER DAL NAŠO A LA BOĆA, Åvere gli occhi di dietro; Non vedere o tirare da terza in là, Non aver buona vista; e figur. Non aver buona cognizione.

NO VEDER L'ORA, L'ora mi si fa un anno o mille dì; L'ora mi par cento dì; Andar matto di che che sia; Avere alcuna cosa fitta nelle ossa; Esserneo Andarne pazzo, Desiderare ardentemente.

NO VEDER PER ALTRI OCHI CHE PER I SOŤ, Non veder lume per altri occhi che per quelli di lei; Non vedere avanti di lei ; Nè più qua nè più là di lei; Non vedere alcuno a mezzo, Esserne innamorato o Volerle il meglio del mondo.

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per

Cuo

Vedere come per nebVEDER TORBIO, di par bia; Aver caligine di vista; Mi avere come un velo che mi appanna gli occhi: Il suo contrario è VEDER CHIARO, in V. Detto fig. V. GH'È DEL TORBIO, TORBIO.

VEDER CHIARO, Veder chiaro, vale VeVeder chiader bene e distintamente ro in che che sia, detto fig. vale Profon

BISOGNA VEDER, Locuz. fam. Alla pro

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CHI STA A VEDER NO GHE DOL LA TESTA, capo, Chi sta a vedere non gli duole il Prov.significante che Chi non ha proprio interesse nell'affare non se ne sente. Chi sta a vedere ha due parti o due tanti nel giuoco, e vale Ha il vantaggio di lasciar tentare agli altri le cose pericolose.

Ce 'L SE L'HA VISTA BELA EL SE L'HA SBIGNADA, Veduto il bello o Vedendo il bello o Bel bello svigno: cioè Conoscendo l'occasione opportuna se n'andò via. Potrebbesi anche intendere Vedutosi in pericolo svigno.

FARGHELA VEDER A UNO, Farla vedere altrui, Farla vedere in candela; Sgarare alcuno, Rimanere al di sopra nella conteStare al gambone con alcuno, vale Stare in gara o a tu per tu. V. VOLBREA

sa

VEDER.

,

LA XE UNA COSSA CHE LA VEDARIA ANCA UN ORBO La vedrebbe un cieco o il mio bue o Cimabue che aveva gli occhi di panno; Se n'avvedrebbe Nanni cieco, La cosa è chiara.

LO VEDO E NO LO VEDO, Aver la bocca sulla bara, dicesi di Chi per vecchiezza o per malsania andar che non possa par molto in là.

No GHE VEDO BEN, Abbaglio, vale Non regge la mia vista al vedere distintamente le cose. Abbagliarsi, Perdere la vista per soverchio lume.

SE VEDE BEN CHE SÈ UN VILAN O simile, E' si par bene che tu se' un villanzone, cioè Apparisce, È chiaro, È manifesto. E

VEDE PIÙ EL PAPA E LA MASSERA, CHE EL PAPA SOLO, Vedono più quattr' occhi che due, V. PAPA.

DAL VEDER AL NO VEDER, Dal vedere al non vedere; In un attimo, Improvvisa

mente.

vale

Volerla fil filo o

VOLERLA VEDER, Vederla fil filo, Trattar la cosa con rigore e guardare ogni minuzia-VOGIO VEDERLA A COSTO DE MORIR O A COSTO DE MI NO SO COSSA O A COSTO CHE ME VAGA LA TESTA, per quanto la canna; Voler vederne quanto la gola; Io ne voglio veder quanto la canna, quanto io avrò fiato, quanto io viva, s' io non iscoppio, s' io non muoio, sin che non m'è tagliato il collo, Tutte espressioni del medesimo significato, usate da Chi essendo in collera, vuol esprimere ch' egli si picca di voler sostenere la sua ragione.

VEDER, s. m. Vedere; Vista.

FAR UN BELO O BRUTO VEDER, Fare un vedere bello o brutto, vale Avere bella o brutta apparenza, Far bella o brutta vi

sta.

VEDOA, s. f. Vedova; Scompagnata.

VEDOANZA, 6. f. Vedovanza; Vedovaggio; Vedovezza.

VEDOELA, s. f. Vedovella; Vedovetta, Dimin.

VEDOÈLE (coll' e aperta) s. f. T. de FioFiorellino risti, Vedovina o Vedovine, notissimo la cui pianta è detta da Linn.

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