AVVERTIMENTO Sia a lume di chi legge che quando le voci degli articoli componenti l'Appendice sono isolate, come ABACO, ABATE, ABINA`R, ABSTEMIO, ACA e simili, senza l'indicazione delle loro qualità grammaticali, esse trovansi ancora nel Dizionario, e sono qui ripetute soltanto per aggiungervi quelle frasi e maniere che furono dimenticate nell' Opera. Voci del tutto nuove sono poi quelle che hanno la detta indicazione, come ABA, ABERNONZIO, ABORDIR, ABORDO, ACAREZZEVOLE, ACHELE e simili. Talvolta qualche articolo dell'Opera vien ripetuto e rifuso nell' Appendice per correggere l'antecedente definizione e spiegazione, o per aggiungervela se mancasse. Quindi se alcuno consultando il Dizionario non trovasse l'articolo o la frase ricercata, o gli sembrasse erreea o non a bastanza chiara la spiegazione, abbia la pazienza di ricorrere all' Appendice. ABA ACAREZZEVOLE ABA, Voce fanciullesca che significa Bacio. ABACO ABACO, diciam noi al Librettine, cioè a Quel libretto che insegna a conoscere le figure dell'Abaco e le prime regole di esso. IN LETERA E IN ABACO, V. LETERA. ABATE SIOR ABATE LA BATE IN POCO, Maniera bassa e scherzevole che anche italiauamente potrebbe dirsi La batte in poco, cioè Consiste in poco, ed è espressione che dinota l'altrui miseria. A BELBELO, V. BELBELO. ABERNONZIO, Maniera avverb. antica scherzevole usata dal nostro Andrea Calche italianamente scrivesi Abrenuntio o Aberenuntio alla latina, nel sign. di In abbandono. mo, VOLEVA (i Dei) LASSAR ANDAR OGNI COSSA ABERNONTIO, SI NO GERI VU etc. Volevano lasciar andare ogni cosa in abbandono o alla peggio, se non eravate voi etc. cioè Non ne volevano sapere. ABESENZIO, s. m. dicesi dagli idioti per ABSINZIO, V. ABINAR ABINAR, detto famil. in vece di CoмBINAR, vale nel sign. di Paciare; Pacificare, Accomodare le differenze ABINAI, Li ho accomodati o acconciati, pacificati, riconciliati, accordati insie me- ME SON ABIN CO QUBLO, Mi sono acconciato con quello, cioè Pacificato. ABITANTE UN ABITANTE DE STO MONDO, S'usa dire familiar. Quando si vuol indicare una persona senza nominarla: lo stesso che ire Una persona. ABITO ABITO DA CAN, Modo fam. Abitucciaccio, Abito vile e cattivo. V. STRASSINAR. STRASSINAR UN ABITO, ABORDIR, v. Voce triviale che dicesi dalla gente di bassa mano per ABORTIR, V. ABORDO, s. m. ( coll'o aperto) Voce triviale che dicesi in vece di ABORTO. A BRAZZACOLO CHIAPARSE A BRAZZACOLO, Abbracciarzi; Strignersi abbraccioni o fra le bracColle braccia aperte abbracciaronsi cia; reciprocamente, strettamente, affettuo samente. ABSTEMIO o ASTEMIO Questa voce che vale Astinente dal vino,ha nel dialetto nostro an significato più esteso che non in lingua latina ed italiana, e vuol dire Avverso o Non curante di che che sia. Un Veneziano direbbe senza difficoltà ASTEMIO DAL MATRIMONIO,DAL FORMAGIO, DAL MELON, DAL TEATRO, DA LE VISITE Cc. ACA No GHE NE PENSO UN ACA, Non ne do un fico, o un frutto o un bagattino; Non ne do una patacca. ACAREZZEVOLE, add. Voce ant. Ca Dicesi in oltre, I GA FATO ACHBLE O CHELE, per allusione a due o più persone amiche, e vuol dire, Hanno fatto lega; Hanno stretto amicizia; Sono indissolubili compagni; Sono giurati amici; Sono Acate ed Enea. V. COSTANTIN. A CHICO, avv. (pronunziato come in toscano A CICO). S'usa ancora questa maniera avverbiale nel sign. di A capello; Per l'appunto; Nè più ne meno; Esattamente; Perfettamente TUTO XE ANDA A CHICO, Tutto è andato bene, a puntino. A CICO, Modo avv. che si dice da alcuno in vece di A CHICO, V. Questo Cico va da noi pronunciato come se in vece del primo C vi fosse una Z aspra. ACIÈDER, v. ant. usato dal Calmo, nel signif. di Cedere, Accordare ad altrui la preminenza. ACOMPARAR, v. ant. Paragonare; Comparare, Far comparazione, Agguagliare NON SON DEGNO DE ACOMPARARME A VU, Non son degno di compararmi a voi. ACRIMONIA, s. f. Acrimonia, Qualità di crò ch'è acre, Acredine, Mordacità. ACRIMONIA DEL SANGUB, Sangue acrimonico, Pregno cioè di particelle acri moniche. AGERAZZA AGUGIÀ cende o Gli affari mi si affollano; Le faccende m'affogano, mi aggravano. AGERAZZA, s. f. 4riaccia, Aria cattiva: ma la voce vernacola si riferisce ancora metaf. al sign. di Alterigia; Superbia; Orgoglio. QUEL SIOR EL GA UN'AGERAZZA CHE FA STOMEGO, Quel tale ha un'alterigia che muove lo stomaco o fa bile. AGERE, s.f. che nelle prose del nostro Calmo si vede scritto AIERE, nel sign. di Aria. DASPUÒ CHE L'AIERE M'HA TOCAO, Maniera figur. con cui il Calmo intese dire, Dacche nacqui o anche Dacchè respirai quest aere. AGIADA - NIENTE MA AGIADA era anche detto anticam, e metaf. per Veleno o Velenosità, nel sign. di Malignità, mal talento GNE SE NO GHE FÈ L'Agiada, è detto nelle Satire del nostro Varotari, e vuol dire, Non aprite la bocca che per mormorare. AGIOLA,avv.antico eccitatorio che dicevasi fra noi nel secolo XVI., corrotto, come da Eia age latino, che vagliono pare, Orsù; Or via; Su via e simili. È maniera usata più volte nel Poemetto sulla guerra de Nicolotti e Castellani avvenu ta l'anno 1525. AGÒN Altro di mare, detto con altro pesce nome MARIDOLA, V. AGÒN D'ISTRIA, chiamasi poi da'pescatori un terzo pesce che si dice più comu nemente ANGUÈla agonà, V. AGOSTO. LA PRIMA PIOVA D' AGOSTO REFRESCA ET. BOSCO, Bosco, La prima pioggia agostina affresca il bosco, cioè Comincia a rinfrescar la stagione. AGRAFAR, v. ant. Aggraffare o Aggran- AGRAMAN, derivandolo per ischerzo e figur. da Agro, nel sign. di Severo e Pugnente, s'usa ancora nel nostro parlar fam. per Maldicenza; Mormorazione, Quindi FAR UN AGRAMÀN A QUALCUN, Attaccare altrui le campanelle; Dir vituperio di alcuno ; Detrarre o Mormorare J'alcuno. AGRAPAR, verbo d'uso antico, che ora direbbesi BRINCAR, Aggrappare, Pigliare e tener førte con cosa adunca, Afferrare, Abbrancare. ALA BECA O PONTO SOTO UN'ALA, V. Becà. Cavare il ruzzo SBASSAR LE ALE A UNO, del capo a uno o Cavare il ruzzo semplicemente, vagliono Farlo star a dovere o a segno Sgarire un ragazzo, dicesi Quando piaguendo a dist sa per essere incapriccito di qualche cosa, si batte: ed egli alune depone il suo capriccio e la gara presa. STAR IN ALA è frase usata nell'antico Poemetto sulla guerra tra i Nicolotti e i Castellani, ed è una bella metafora tratta dal villeggiare degli uccelli, e vuol dive Star per andarsene; Star sulle ali, Star sul punto di partire. Ora diremmo STAR IN ANDA O SU L'ANDA. LA FIN, ALAFIN, che potrebbe anche scriversi A - ALAFIN, Si dice ancora per AL FIN DEI FATI, Alia fin delle fini o' Alla fin fine, che vuol dire In somma delle somme, In conclusione. ALBARELO, s. m. T. ant. Alberello, Pic- CORTESAN D'ALBEO, V. CORTESÀN. ALDI, Voce scherzevole ed arbitraria del ALETAR, verbo ant. nel signif. di GoNDO- ALIPIO, Nome d'un Santo che fu disce- ALPA ALTO-LA della Chiesa di S. Marco, ov'è anche una Non v'è alcuno a' tempi nostri che ab- ALPA, s. f. Alpe, Montagne che fasciano ALTER, AVICINARSE A L'ALTAR, Accostarsi al- ALTERIA, s. f. Arteria, prendesi dal vol- ALTO CO FA UNA STANGA, detto di Uo- ÂLTA DE CIMIÈR,detto metaf. Contegno- cioè venga pure da LARGHE ALTRO NU ALTRI E VU ALfni, V. in Nu e Vư AMACAR, v. non s'usa più a' tempi no stri, ma MACAK, V. Nel Poemetto antico sulla guerra tra' Nicolotti e Castellani del 1521. stampa to in questa tipografia d'Aivisopoli, a carte 67. si trova verso la fine della seconda ottava: CHI XELO COSTÙ CHE TRA? POTA DE LENA! CHE SE L'AMACO, AL SANGUE DE DIANA, EL VOGIO SCORTEGÀR Co FA UNA RANA. Il significato naturale dell'espressione SE L'AMACO, è Se io lo scopro, Se lo veg go, Se fra tanta gente discerno o distinguo colui che scagliò l'embrice e la frec cia, lo voglio scorticare ec. L'Autore è tentato a credere che nella voce Amico sia corso per avventura un errore di stampa o pure del manuscritto e che dovesse più tosto scriversi SE L'AMARCO in vece di RIMARCO, che nel linguaggio nostro si prende naturalmente per Distinguere, Conoscere, Discernere. V. RIMARCAR. AMARANTO — V. UETA. AMARILI, V. Marili. AMARIZA, add. NAIOL AMARIZA O MARIZA DAL FUMO,Ma- ANDAR A TORLO IN TE L'AMAZZAO, V. in EL XB UN AMBIGU, disesi talora scherze- Ne UN BEL AMBO, Un bell ambo, Appro priatissima maniera metaf. tratta da due Ambo numeri uniti che si giuocano per al pubblico lotto, che dicesi per allusio ne o motteggio di due persone amiche od interessate che siano sempre insieme off. AMORINI O BEI AMORINI, diciamo per vezzi e tenerezza a Fanciulletti avvenenti. E parlando per motteggio di qualche Giovane di prima lanngine che stia sull'attillatura e voglia fare il grazioso ad ogn'uscio, diciamo EL XB UN AMORIN O EL FA L'AMORIN e s'intende Zerbino; Damerino; Vagheggino; Ganimede, Pro fumino; Cicisbeo ec. AMPO, avv. ora proprio della Lombardia nel sign, di Ancora, ma che usavasi già due secoli anche nel dialetto nostro, come appare da qualche lettera di Andrea Calmo-AMPO N' HO DE BESOGNO, N' ha ancora bisogno ovv, N' ho pur bisogno. AMUNANO, LE VERZE DE AMUNANO, I cavoli del l'altro anno, Maniera metaf. di motteggio che si dice verso colui che rammenora cose trasandate e di data lontana; ed è quanto dire Cose rancide, viele, stan◄ ANANAS ANDAR tie, come sarebbero i cavoli dell' anno avanti. ANANAS ANANZI, avverbio ant. V. AVANTI. CAMINAR DA ANARA, V. CAMINAR. FAR L'ANARA, dicevasi a'tempi del Governo Veneto, quando i Castellani o i Nicolotti ne' loro spettacoli pubblici di ginnastica, montati un sopra l'altro a piramide, pretendevano di rappresentare anche la figura dell' anitra. ANCÚZENE. EL XE UN' ANCUZE VB, detto figur. per agg. a Persona, e vale Ostinato, Incapato; Caparbio; Duro. Egli è inflessi bile nella sua ostinazione, irremovibile. XE L'ISTESSO CHE BATER SU L'ANCUZEÈ NB, come dar delle pugna al cielo a al muro o come saettare alla luna. L'insistenza verso quell'ostinato fia inutile, ANDA. ESSER IN ANDA (che i Francesi dicona Etre en train) Essere in esercizio o in atto pratico, nell' azione del fare, ovv. Avere inclinazione o prurito o voglia a capriccio o disposizione a che che siaESSER IN ANDA DB MAGNAR, Aver aguzzato il mulino, Esser nell'azione del macinare, cioè del mangiare — ESSER IN ANDA DE CORER, de bever, de BALÀR, DE BASTONAR ec. Aver prurito, disposizione, voglia o il ticchio o simile di correre ec ANDANA. Il volgo dice talvolta ANDANA in vece di ANDA nel sign. di Andamento; Andare. A L'ANDANA, All andata; All' andare, Al camminare A L'ANDANA BL ME PAREVA UNA DONA, All'andata parevami una donna, EL XB IN ANDANA, vuol dire Egli prosegue cioè Seguita a camminare, ANDAR. ANDAR DE FICÒN, V. De ficòn. ANDAR DRIO, E CHE LA VAGA! Dicesi famil, e talvolta per allusione motteggevole a conviti, goz zoviglie, feste, bagordi, vita licenziosa ed altro simile che facciasi da persone prodighe o di mezzi ristretti; e questa maniera vernacola corrisponde in qualche modo a Evviva! detto per sarcasmo cioè per derisione fatta motteggiando. Dia se il nostro poeta Francesco Gritti nell'apologo EL RE de cope. E CO I S'HA FATO RADOPIAR LA PAGA SON UN TITO, UN TRAIAN, E CHE LA VAGA! CHE LA VAGA STA BARCA BUZARONA O BUDELONA, prorompe talora un altro, che dopo aver sofferto molte disavventure, sente l'annunzio d'una nuova sua disgrazia; ed è com'e' dicesse, Vada il mondo in carbonata, non me ne cale. ANELO. COMPARE DE L'ANELO, V. COMPARE, ANEMA. IN ANEMA MIA, Specie di giuramento fam. V. IN CARGO DE L'ANEMA, in CARGO, ANEMO. ANEMO MO! Maniera fam. eccitatoria," Animo; Alle mani; Alla prova. ANGOSSA. MB VA L'ANGOSSA AL CUOR, Il dolore o l'angoscia mi passa il cuore ; Mi scoppia il cuore; Mi muoio di dolore, cioè Non posso resistere al dolore ch'io provo; e tanto s'intende di dolore fisico come di morale. ANSA, s. f. dal latino Ansa nel sign. di Occasione. DAR ANSA A QUALCUN, Dar ardire ad alcuno, Rincuorare, ANSIA, s. f. Voce antiq. Ambascia; Angustia, Affanno di cuore, Travaglio. OH QUANTE V'ENTRA IN PETO ANSIE E PAURE, leggesi in Varotari, e volle dire, Da quante angustie e paure non siete voi travagliati! ANTONIO, Nome proprio di Uomo. V. TONI. SIOR ANTONIO DAI BOTONI, chiamasi da molti giuocatori per ischerzo la carta del dieci di danari, per qualche analogia grossolana alla Bottoniera, SIOR ANTONIO DAL BUTIRO, si chiama poi un Personaggio ridicolo, che vedesi talvolta sulle scene nella commedia di questo titolo, il quale rappresenta un giovane Veneziano avannotto, semplice e timoroso de' fantasmi. SIOR ANTONIO DAL BUTIRO, si dice ancora per agg. a Colui che abbia il vesti、 to unto e bisunto, ANZOLÈTO. VESTIA COMB UN ANZOLETO, Vestita come una ninfa, direbbesi per motteggio d'una Donna abbigliata con troppa galanteria, cioè vestita del color di rosa a celeste, con capelli inancllati ec, AO. Voce usata da' villici per ferinare il corso de' buoi, e vuol dire Piano piano, A bell'agio, Nello stesso signif. dicono i Veneziani famil. Ao, Ao, quando un tale facendoti un discorso ti sorprenda con molte confuse parole,delle quali non ti lasci racca, pezzare il senso; ed è come tu gli dicessi, A bell' agio, ch' io possa intendere quel che voi dite, Non trascorrete; Spiegatevi e simili, APALTO, s. m. Appalto, dicevasi sotto i Veneti, e dicesi ancora Quella spec'e di contratto per cui una o più persone as: u |